È il centro principale dellaChiesa Valdese italiana ed ilcapoluogo dellaUnione Montana del Pinerolese. Dalla borgata Ruà, situata su di un promontorio, si gode una vista panoramica sulla vallata. La borgata deiCoppieri, un tempo il limite delghetto in cui erano confinati iValdesi, è oggi un vero e proprio villaggio completamente ricostruito. Torre Pellice è gemellata conGuillestre.
Le prime notizie risalgono a un atto del1186, nel quale si parla della torre diLucerna, da cui forse anche l'origine del nomeLuserna, che era posta a ovest degli "Airali" (attuale Luserna centro); la preesistente torre, adibita poi a torre luminosa, ed oggi inesistente, si trovava presumibilmente alla confluenza dei torrentiPellice eAngrogna, a indicare la signoria dei nobili che diventarono presto casataLuserna, assoggettati a loro volta aiconti di Savoia. Altre fortificazioni simili furono successivamente erette, a più riprese, nel territorio.
DalXIII secolo la parte occidentale di Luserna divenne quindi un feudo deiRorenghi per una metà e per l'altra deiManfredi. La famiglia dei Luserna è oggi presente in tre rami superstiti: i Luserna di Campiglione, residenti dalla fine del secolo XIX inFrancia eSvizzera, i Rorengo di Rorà residenti inToscana, i Manfredi residenti inGermania eLombardia[4].
All'inizio delXII secolo la valle iniziò a popolarsi di Valdesi, in fuga dalla vicina Francia. Si è spesso fatto riferimento aVaulx-en-Velin come il luogo di nascita diValdo di Lione.Oggi, esiste una via aLione che porta il suo nome, nel5ème arrondissement (ruePierre-Valdo). Da allora la presenza valdese in valle è ininterrotta. Nel1536 anche la Val Pellice, come tutti i possedimenti piemontesi dei Savoia, fu invasa daFrancesco I di Francia e rimase sotto dominio francese fino al1556. Fu poi del ducaEmanuele Filiberto, che nel1565 l'assegnò al governatoreSebastiano Grazioli, detto Castrocaro. Nel1582 ritornò in mano ai Luserna.
Lapeste del 1630 uccise 900 abitanti; nel1635 gli abitanti erano 1200, in grande maggioranza valdesi. Nel1655 riprese la persecuzione dei valdesi, per opera diMaria Cristina, reggente per conto del figlioCarlo Emanuele II: 91 persone furono uccise e 56 bambini furono rapiti e convertiti a forza alcattolicesimo. Il 31 gennaio1686Vittorio Amedeo II firmò l'editto di Fontainebleau che obbligava i seguaci della «religione pretesa riformata» a evitare la pratica di tale religione, demolire tutti i templi, battezzare e allevare nella religione cattolica tutti i bambini, mandare in esilio tutti i pastori, predicatori, maestri.
Il 2 aprile1686, in un'assemblea generale, circa due terzi della popolazione valdese (tra cui una parte degli abitanti di Torre Pellice) si dichiararono disposti a partire, ma un terzo decise di resistere a oltranza: a seguito degli scontri armati tra savoiardi e francesi da una parte, comandati dal generaleCatinat, e valdesi dall'altra, Vittorio Amedeo II firmò un accordo con i ribelli, concedendo loro di espatriare inSvizzera con le famiglie, armi alla mano: 150 dalla val Pellice, 260 dallavalle di San Martino partirono versoGinevra. I Valdesi tornarono in valle nel1690 e ottennero dal duca di Savoia la pace in cambio dell'impegno a schierarsi con le sue truppe contro la Francia.
Nel Settecento le persecuzioni si attenuarono, anche se i valdesi non potevano ancora ricoprire cariche istituzionali, destinate ai pochi cattolici, né celebrare il culto in pubblico. Nella seconda metà del secolo ebbe inizio il processo di industrializzazione di Torre (la prima filatura dellaseta è del1760), che la portò, nel secolo successivo, a diventare il capoluogo della valle.
Fu annessa allaFrancia durante laRivoluzione francese. Nel1808 il paese fu danneggiato da unterremoto e venne ricostruito. Le discriminazioni cessarono brevemente sottoNapoleone, per riprendere conVittorio Emanuele I eCarlo Felice. Finalmente, il 17 febbraio1848,Carlo Alberto pose fine per sempre alle discriminazioni conl'editto di pacificazione. Quel giorno, l'evento venne segnalato a tutti gli abitanti della valle, anche quelli che abitavano nelle borgate più isolate, con l'accensione di fuochi che potevano essere visti da grande distanza. Da allora, tutti gli anni i Valdesi ricordano l'evento ritrovandosi numerosi ed accendendo dei grandi fuochi all'aperto nella valle, la notte tra il 16 e il 17 febbraio.
Nell'Ottocento si consolidò l'industrializzazione: sorsero stamperie, pastifici, fabbriche digrafite ed altre industrie. Gli abitanti passarono da 2300 nel 1819 a 6000 circa all'inizio del Novecento. Nel1882 venne realizzato un collegamento ferroviario fra Torre Pellice e Pinerolo. Tale collegamento costituì la prosecuzione della ferroviaTorino-Pinerolo che era stata inaugurata nel1854. Nel1920 nacque a Torre la prima sezione del partito fascista e nel1926 il consiglio comunale fu costretto a dare le dimissioni, nonostante due anni prima avesse concesso la cittadinanza onoraria aBenito Mussolini (poi revocata nel2014)[5].
Edifici e istituzioni di Torre Pellice testimoniano la sua realtà di capitale del mondo valdese. Si possono ricordare la Foresteria, il Museo con una ricca documentazione storica e etnografica, la Casa Valdese, che ogni anno ospita il Sinodo, il tempio neo-romanico del1852, il Collegio (oggiLiceo Valdese) costruito nel1835, il Convitto Valdese, eretto dall'architettoEmilio Decker in memoria dei 500 valdesi caduti nellaprima guerra mondiale, la Casa Valdese della Gioventù e la Casa delle Diaconesse, sede centrale delle sorelle infermiere all'opera nei numerosi istituti di assistenza.
La città ha due importanti biblioteche, una annessa al Museo, con oltre ventimila volumi, e un'altra presso la Casa Valdese, che conserva oltre cinquantamila libri (molti dei quali rari, come la preziosaBibbia di Olivetano del1535), preziosiincunaboli e collezioni bibliche. Presso il Collegio Valdese si trova l'Erbario Rostan, che raccoglie la flora alpina delle valli pinerolesi.
Appena fuori dall'abitato, l'Ospedale Valdese è il primo istituto assistenziale edificato in favore delle popolazioni valdesi nelXIX secolo. In posizione dominante si trovano i ruderi del forte di Santa Maria, fatto incendiare da Catinat nel1690. L'abitato ospita un busto diEdmondo De Amicis, opera diLeonardo Bistolfi e un monumento in bronzo al pastore-condottieroHenri Arnaud scolpito daDavide Calandra eEmilio Musso. Nel1989 è sorto il Centro Culturale Valdese, con l'obiettivo di conservare e promuovere il patrimonio documentario e relativo alle lingue minoritarie della zona.
La Libreria Claudiana, aperta nel1937 e completamente rinnovata nel2008, con un vasto catalogo di narrativa e saggistica, specializzata in libri per bambini e ragazzi, letteratura straniera in lingua originale, teologia e religioni, organizza ogni settimana presentazioni ed eventi culturali[7].
Le vicende storiche hanno fatto di Torre Pellice un centro internazionale, definito da Edmondo De Amicis «la Ginevra italiana», e questa vocazione internazionale si riflette nelmultilinguismo.
Tutta la Val Pellice è caratterizzata dalla presenza di quattro parlate contemporanee: l'italiano, lingua ufficiale fin dal 1560, ilfrancese, lingua ufficiale della Chiesa Valdese per due secoli, l'occitano, lingua letteraria nel Medioevo, e ilpiemontese, lingua popolare e commerciale.
Torre Pellice ospita un'importante squadra dihockey su ghiaccio, la più antica delPiemonte tuttora esistente (anche se la prima partita di hockey in Italia era stata giocata a Torino già nel 1908), nata nel1934: l'Hockey Club Valpellice, milita in Serie A1. Tale squadra è la più vincente del Piemonte in seguito alla vittoria, nel 2012-13, dellaCoppa Italia.
Dall'11 al 17 dicembre2006, al palaghiaccio olimpico "Giorgio Cotta Morandini" si sono tenuti i campionati del mondo Under 20 di Hockey su ghiaccio, con le squadre del gruppo B della seconda divisione, mentre dal 12 al 18 aprile2009, su iniziativa delconsigliere federaleDario Saletta[10], torrese, i mondiali femminili di II divisione[11].
Per il calcio c'è il F.C.D. Torre Pellice che gioca in terza categoria. Per far crescere la società, l'associazione ha investito nelle giovanili e dalla stagione 2019/20 sono una Torino Academy.