Tauriana | |
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Nome originale | Ταυρανία, Taurianum |
Cronologia | |
Fine | metà delX secolo |
Amministrazione | |
Dipendente da | Greci,Romani |
Territorio e popolazione | |
Nome abitanti | tauriani |
Lingua | greco,latino |
Localizzazione | |
Stato attuale | ![]() |
Località | Palmi |
Coordinate | 38°22′N 15°51′E38°22′N,15°51′E |
Altitudine | 76 m s.l.m. |
Cartografia | |
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Tauriana oTaureana (in latinoTaurianum, in grecoΤαυρανία?) fu una città magnogreca, dell'antico territorio Italia e che in epoca remota si estendeva a capoluogo del versante tirrenico fino a comprendere gli attuali territori diTaureana ePalmi. Le sue rovine sono state localizzate nel territorio diPalmi. Il nome della città deriva da quello delpopulus italico che la fondò, itauriani.
La città italica, che sorgeva sulla riva sud delfiume Metauros (probabilmente ilPetrace), segnava il confine del territorio di Région (Reggio Calabria) sul versante tirrenico nord-occidentale, oltre cui iniziava quello diLocri Epizefiri. Successivamente romana e poi bizantina, Tauriana venne distrutta dai saraceni nella metà delX secolo. Gran parte dei rinvenimenti archeologici costituiscono ilParco Archeologico dei Tauriani[1][2].
Attualmente porta il nome diTaureana una frazione del comune diPalmi.
L'area dell'antica Tauriana è collocabile nel territorio in cui oggi ricade il comune diPalmi, morfologicamente identificabile con una serie di pianori coltivabili, costituiti da terrazzi marini d'età pleistocenica, suddivisi in diversi ordini fino a raggiungere i primi aspri contrafforti aspromontani. Particolarmente visibili dalla zona, nelle giornate in cui i venti spirano da nord, sonol'arcipelago Eoliano e la costa nord-orientale dellaSicilia, il cui legame artistico-commerciale con questo territorio sin dall'età protostorica è documentato anche dai rinvenimenti di ossidiana e dalle medesime classi ceramiche.Strategica era l'ubicazione di questo territorio pressoché all'imbocco dell'area delloStretto, nota agli antichi greci e latini comeFretum Siculum e temuta per la pericolosità del suo attraversamento a causa di venti e correnti incontrollabili. Pertanto tale ubicazione, favorì il suo inserimento nei percorsi commerciali marittimi, tipici dell'area mediterranea, da sempre. Ancora oggi il Portolano sconsiglia la navigazione a vela nelloStretto di Messina, perciò è fondamentale che i naviganti conoscano bene il gioco delle correnti, dei vortici e la direzione dei venti.
In epoca antica la zona in cui sorgeva Tauriana costituiva l'estremo nord dellachora diRegion[3]. Tauriana era contigua alla vicina città diMetauros, fondata nelVII secolo a.C. nei pressi della foce delfiume omonimo. Il fiume fungeva, tra l'altro, da divisione tra le due città[4].
Sulla fondazione della città, alcune leggende narrano di una possibile colonizzazioneachea dell'area in cui sorse Tauriana[5]. Altre ipotesi ricollegano la nascita della città alla seconda metà delIV secolo a.C., quando dei gruppi reggini e locresi raggiunsero il sito conquistando diverse città: è il caso di centri comeTerina,Hipponion ePetelia[4]. Pertanto, nell'età ellenistica, vi fu la conquista del territorio a sud del Metaurus da parte del popolo magnogreco reggino, nello specifico i «Tauriani»[4].
La città è segnalata in atti ufficiali di età successiva, quandoTito Livio asserisce che nel89 a.C., in occasione dellaguerra annibalica, vi fu il passaggio dei Taureani, «sotto la protezione di Roma»[6]. Il passaggio è il seguente:
(Tito Livio, Ab urbe cond., XXV, 1, 2[7])
Con la romanizzazione della zona, successiva allaguerra sociale, la presenza brettia sul territorio sparì[4] ed i tauriani, grazie ad un buon rapporto con i romani, conquistarono un'autonomia politica e amministrativa che permise loro di avere un proprio territorio, abbandonando la condizione di subordine nei confronti della città di Rhegion.[7]
Anche Catone narra dell'esistenza dei Tauriani, dando un'indicazione della zona in cui vi era il loro territorio. Il confine con il territorio diRhegion era dato dal fiume "Pecoli"[8]. Secondo alcuni archeologi, questo passo catoniano darebbe una base storica alla leggenda sui legami di Tauriana con gli achei[3].
Di una «città dei Tauriani» scrivono anchePomponio Mela[9] ePlinio il Vecchio nelI secolo d.C.[10]. Quest'ultimo la definisce come "Tauroentum oppidum" nel seguente passaggio:
(Plinio il Vecchio,Naturalis historia, XIII, 5, 10)
LaTavola Peutingeriana, nel segmento VI, riporta l'esistenza della città di Tauriana inetà imperiale. Anche l'Anonimo Ravennate[11] cita, per l'età tardo antica, Tauriana tra le città collocate «vicino allo stretto che divide laSicilia e l'Italia».
Attorno alIII-IV secolo la città divennesede vescovile[12]. L'episcopato garantiva, nonostante le numerose devastazioni e i vari sconvolgimenti, il perdurare del toponimo di Tauriana. Difatti la città seguiva il "suo" vescovo nelle traslazioni di sede o nell'identità culturale e religiosa[12].
Con il passaggio del territorio sotto il controllo dell'Impero romano d'Oriente, all'interno delThema di Calabria, Tauriana ricadeva nell'area della "Turma delle Saline"[13].
Negli anni intorno al590, Tauriana fu preda di scorrerielongobarde provenienti dalducato di Benevento. A causa di ciò il vescovo della città si rifugiò aMessina ed i monaci si dispersero per laSicilia)[14]. Anche nei secoli successivi si verificarono scorreriesaracene, in quanto la città era molto esposta essendo situata sul mare.
Tra ilVII secolo e l'VIII secolo, Tauriana risultò già gravemente danneggiata da un'incursione effettuata o dai saraceni d'Africa o dailongobardi[15]
Oltre questo, sono le poche le notizie che ci sono pervenute sulla vita della città. Quel poco che è a conoscenza è dovuto albios della vita disan Fantino il Vecchio, scritto nell'VIII secolo da Pietro, vescovo dellaDiocesi di Tauriana[16]. Tra l'altro ilbios narra di un'incursione saracena, al quale seguì la leggenda di un miracolo compiuto da San Fantino e dallaVergine Maria, in seguito alle preghiere della popolazione rivolte sulle tomba del santo. A seguito di tale evento, nacque nella città il culto verso"Santa Maria ab alto Mari"[17].
Sempre nell'VIII secolo, vi fu l'abbandono della vicina città diMetauros. Pertanto il centro abitato di Tauriana si espanse anche sulla riva nord del fiume Metauros[18].
Nel904 il porto della città ospitò una nave che trasportava, daSalonicco, le spoglie disant'Elia di Enna[19]. Ad aspettare il feretro vi erano i figli spirituali del santo, che portarono le sue spoglie nel vicinomonte Salinas, dove il monaco visse gran parte della sua vita costruendo anche unmonastero[19].
Tauriana, negli ultimi anni della sua esistenza e cioè verso la metà delX secolo, benché avesse perso da qualche secolo la sua antica floridezza e grandezza, era rimasta la sola città marittima nel versante occidentale dell'estremaCalabria, e cioè tra il castello diScilla e la terra diNicotera[20].
Essendo il mare preda di pirati, che frequentemente corseggiavano le riviere della zona, la gente trovò rifugio nei posti interni, sui monti e nelle valli. Pertanto i luoghi vicini al mare rimasero deserti. Quindi nei dintorni di Tauriana non esisteva alcun villaggio, e vi erano solo i vari conventi di monacibasiliani che sorgevano sulmonte Salinas e nelterritorio mercuriense, in cui vi era un castello chiamatoSeminaio oSeminario che in seguito prese il nome diSeminara[20].
Le fonti storiche datano al951 la distruzione di Tauriana. In quell'anno l'emiro diPalermoAbū l-Qāsim al-Hasan, per il mancato tributo dovutogli dai bizantini a cui apparteneva la parte estrema dell'Italia meridionale, spedì in Calabria agguerrite milizie decise ad occupare il territorio. L'emiro chiese aiuto al califfo d'Africa, che mandò prontamente un esercito diagareni ed una numerosa armata, guidati da Farag Mohadded. EspugnataReggio Calabria, le milizie percorsero tutto il versante meridionale della Calabria apportando ovunque devastazioni, saccheggi ed eccidi. Gli abitanti di Tauriana, saputo della venuta dei saraceni, abbandonarono la città in quanto quest'ultima era poco difendibile poiché priva di mura difensive, scarsamente popolata ed ancora rovinata dalle precedenti incursioni. Per questo la popolazione si rifugiò nei castelli più vicini abbandonando Tauriana. La città fu infatti assalita dall'esercito di agareni,mori ecartaginesi i quali, non trovando abbondante bottino, la distrussero interamente e devastarono tutto il territorio circostante[21].
La parte nobile della popolazione, con il clero ed il vescovo, trovarono riparo inSeminario (Seminara) mentre la restante parte dei taurianensi, non potendosi riparare in essa, trovarono scampo inMamertium Oppidum (Oppido Mamertina),Calatrum (Galatro),Quinquefrondium (Cinquefrondi). Altri ancora, sulle rovine diSappominulim, cominciarono ad edificare la città diTerranova, diSan Martino e diPedavoli[22].
La parte dei taurianensi dedita ai traffici marittimi, trovandosi a disagio nei paesi interni, si stanziò vicino al mare ma nella parte alta della costiera, tra il monte Salinas ed il fiumeMetaurus, cioè sopra la zona di Rovaglioso. In quale luogo vi era una contrada chiamataDe Palmis, ed il villaggio che vi edificarono divenne col tempo l'attualePalmi[23].
Le terre su cui sorgeva Tauriana, formate da vaste e spopolate contrade, furono assoggettate alla giurisdizione diSeminara, che era rimasta la sola città a sorgere non lontano dal mare[24]. Pertanto le terre di Tauriana seguirono le vicende di Seminara fino al1632 e, da tale anno ad oggi, le vicende diPalmi che aveva ottenuto in quell'anno l'indipendenza[25].
Nel1086, Ruggiero I conte di Calabria, che aveva istituito nel1081 il vescovado diMileto, aggiunse a quest'ultima il territorio della distrutta ed abbandonatadiocesi di Tauriana, che era rimasta vacante[26].
Ilporto della città visse fino alsecolo XVIII. Difatti si presume che, sempre nell'XI secolo, vi approdò Ruggiero I per sbarcare inCalabria dallaNormandia[19].
Il primo strumento storico sulle ricerche dell'antica Tauriana è il libroMetauria e Tauriana, scritto dallo studiosoAntonio De Salvo sul finire delXIX secolo[27], nel quale l'autore indica una pianta dei ruderi ancora visibili[27].
Sono appunto della fine delXIX secolo i primi rinvenimenti fortuiti. Essi si concentrano prevalentemente sul litorale diScinà e sul pianoro dell'odiernaTaureana di Palmi e riguardano l'area in età greco-italica, imperiale e bizantino-medievale[27].
Neglianni novanta dello scorso secolo, alcune ricerche hanno portato all'individuazione di resti di assi stradali, strutture abitative, piani pavimentali, canalette di scolo, dolia per derrate alimentari, tutti riconducibili ad un'età compresa tra la seconda metà delIV secolo a.C. ed ilI secolo a. C.[7].
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