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Tarragona

Coordinate:41°07′03″N 1°15′10″E41°07′03″N,1°15′10″E (Tarragona)
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Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vediTarragona (disambigua).
Tarragona
comune
Tarragona – Stemma
Tarragona – Bandiera
Tarragona – Veduta
Tarragona – Veduta
Balcone del Mediterraneo
Localizzazione
StatoSpagna (bandiera) Spagna
Comunità autonoma Catalogna
Provincia Tarragona
Amministrazione
AlcaldePau Ricomà (ERC) dal 15-6-2019
Territorio
Coordinate41°07′03″N 1°15′10″E41°07′03″N,1°15′10″E (Tarragona)
Altitudine68 m s.l.m.
Superficie57,9km²
Abitanti136 496 (2020)
Densità2 357,44 ab./km²
Comuni confinantiAltafulla,La Canonja,El Catllar,Constantí,Els Pallaresos,Reus,La Riera de Gaià,Vila-seca
Altre informazioni
Cod. postale43001–43008
Prefisso977
Fuso orarioUTC+1
CodiceINE43148
TargaT
Nome abitanti(CA) tarragoní, -ina/
(
ES) tarraconense
Patronosanta Tecla,san Magino
ComarcaTarragonès
Cartografia
Mappa di localizzazione: Spagna
Tarragona
Tarragona
Tarragona – Mappa
Tarragona – Mappa
Sito istituzionale
Modifica dati su Wikidata ·Manuale

Tarragona (oTarracona in italiano arcaico[1]) è unacittà della Spagna orientale di 132 299 abitanti. È situata nellacomunità autonoma dellaCatalogna ed è il capoluogo dellaprovincia omonima e dellacomarca delTarragonès.

L'insieme archeologico della città di Tarragona è stato inserito nell'anno2000 tra iPatrimoni mondiali dell'umanità dell'UNESCO sotto la dizione diComplesso archeologico di Tarraco.

Geografia fisica

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La città si trova sulla costa delMar Mediterraneo (Costa Daurada), su una altura rocciosa affacciata sul mare (altezza massima167 m s.l.m.) Gode di unclima mediterraneo.

Il territorio è attraversato dai fiumi Francolí (lunghezza di85 km e portata media di 1.390 l/s) e Gaià (lunghezza di85 km e portata di 390 l/s).

Clima

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Tarragona[2]MesiStagioniAnno
GenFebMarAprMagGiuLugAgoSetOttNovDicInvPriEstAut
T. max. media (°C)12,414,216,017,820,624,326,727,225,220,716,214,013,518,126,120,719,6
T. min. media (°C)6,16,88,210,213,317,119,720,118,114,29,87,26,710,619,014,012,6
Precipitazioni (mm)27333943543717437475526612613697201560

Storia

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A partire dalla fine delV secolo a.C. è esistito unoppidum (centro fortificato)iberico (Kese oKissa oKissis), della tribù deiCessetani, ma le origini della città risalgono allaseconda guerra punica. Nel218 a.C. una spedizione romana, sbarcata nella città greca diEmporion (oggiEmpúries) si dirige verso sud per controllare i territori a nord del fiumeEbro. La spedizione è guidata daGneo Cornelio Scipione, a cui più tardi si aggiungerà il fratelloPublio Cornelio Scipione: una guarnigione si insedia nei pressi dell'anticooppidum indigeno, che si trasformerà nella più importante base militare romana inHispania, la città diTarraco.Plinio testimonia che Tarragona nacque per opera degli Scipioni (Tarraco Scipionum opus) e dagli stessi venne fortificata con mura ciclopiche.[3]

Lavia Heraclea collegava la città aiPirenei e prese più tardi il nome divia Augusta.

Inetà repubblicana la città era probabilmente suddivisa in unaccampamento militare nella parte alta e in una zona residenziale presso il villaggio iberico e il porto. La presenza militare si amplia con commercianti e cittadini romani che si stabiliscono nei nuovi territori conquistati. Di quest'epoca si conservano principalmente le mura, costruite probabilmente intorno al197 a.C., data di istituzione dellaprovincia romana diHispania Citerior. Intorno alla metà dello stesso secolo le mura furono ampliate.

 Bene protetto dall'UNESCO
Complesso archeologico di Tárraco a Tarragona (Catalogna)
 Patrimonio dell'umanità
TipoCulturali
Criterio(ii) (iii)
PericoloNon in pericolo
Riconosciuto dal2000
Scheda UNESCO(EN)Archaeological Ensemble of Tárraco
(FR)Scheda
Manuale

Nella guerra traCesare ePompeo, si schierò dalla parte di Cesare e ottenne lo status dicolonia nel45 a.C., con il nome diColonia Iulia Urbs Triumphalis Tarraco. Nel27 a.C. divenne la capitale della provincia che prese il nome diHispania Tarraconensis. Negli anni26-25 a.C. vi risiedeAugusto per dirigere lecampagne militari in Cantabria e nelle Asturie[4] e la città ne riceve un forte impulso urbanistico con la costruzione del teatro e monumentalizzazione delforo cittadino.

Nel73 d.C. alle province iberiche fu concessa lacittadinanza romana. In seguito alle trasformazioni amministrative,Tarraco, capitale provinciale, fu dotata, in aggiunta al foro coloniale, il vecchio foro cittadino, di un nuovo immenso foro provinciale, a cui pochi anni dopo si aggiunse ilcirco. Nel corso delII secolo venne inoltre costruito unanfiteatro.

La città subisce le conseguenze della generale insicurezza nelIII secolo e viene saccheggiata nel260. NelIV secolo si ha una ripresa, con la costruzione di nuovi edifici pubblici e il restauro di quelli già esistenti. Si sviluppa ilcristianesimo e sul luogo di sepoltura del vescovoFruttuoso e dei suoi diaconi Augure eEulogio, martirizzati nel259 nell'anfiteatro, si installa a partire dalV secolo una grande basilica funeraria con unbattistero: altri edifici ecclesiastici e una seconda basilica si aggiungono successivamente al complesso, intorno a cui si sviluppa un'ampianecropoli paleocristiana.

Neltardo impero Tarragona, pur essendo sede saltuariamente delcomes Hispaniae, perse il ruolo di capitale. Dopo laconquista visigota rimane tuttavia città di una certa importanza, come sede ecclesiastica arcivescovile e la conservazione delle installazioni portuali. Con laconquista araba nel713 inizia invece un periodo di decadenza e abbandono.

Dopo laReconquista, la ripresa della città deve attendere ilXII secolo: nel1129 l'arcivescovo di Tarragona, Oleguer Bonestruga, che risiedeva aBarcellona, cedette la città in vassallaggio aRoberto Burdet, un cavalierenormanno che aveva servito agli ordini diAlfonso I d'Aragona, il quale ottenne il titolo di principe di Tarragona. Il principe restaura alcuni antichi edifici e fa di un'antica torre romana (oggi "Torre del pretorio") il proprio castello. Nel1146 il nuovo arcivescovo Bernat Tort si trasferì nella città, iniziando un periodo di conflitti giurisdizionali tra principe e arcivescovo, che culminò nell'assassinio dell'arcivescovo allora in carica Hug de Cervelló nel1171. I normanni furono esiliati aMaiorca e le loro proprietà passarono alconte re di BarcellonaAlfonso I il Casto.

La facciata della cattedrale

In questo periodo la città si era nuovamente sviluppata e vi era sorto un consiglio cittadino. A partire dalla fine delXII secolo l'area dell'antico foro provinciale venne interamente occupata dall'abitato, sorto in modo pianificato, su una rete di strade ortogonale. A partire dal1171 si iniziò a costruire lacattedrale, consacrata nel1331. Al di fuori del recinto fortificato si svilupparono altri nuclei: sul circo sorse un borgo fortificato destinato soprattutto ad attività commerciali, chiamatoCorral e tra questo e la zona del porto, l'area dellaVila Nova vedeva soprattutto orti e mulini.

La peste del1348 segnò una recessione demografica e un arresto dello sviluppo urbano. Nel1368 furono tuttavia iniziati i lavori di restauro e rinnovamento delle mura: la costruzione dellaMuralleta oMur Nou permette di incorporare ilCorral nella città. Il conflitto dellaguerra civile catalana tra il reGiovanni II e la Generalità, si ripropose nella città tra l'arcivescovo, schierato con il re, e il consiglio municipale che appoggiava il parlamento. Nel1462 la città fu assediata da Giovanni II e si arrese: le mura e l'area delCorral avevano subito pesanti danni e la popolazione diminuì drasticamente.

NelXVI secolo le difese vennero ricostruite contro gli attacchi dei pirati. La città divenne un'importante piazzaforte militare e le mura bloccarono le sue possibilità di espansione urbanistica. Diverse epidemie continuavano inoltre a far diminuire la popolazione.

Durante laGuerra dels Segadors tra catalani e francesi da un lato e spagnoli dall'altro, la città subì due assedi, nel1641 e nel1644 che comportarono ulteriori distruzioni di edifici e decadenza economica. Il porto fu per diverso tempo abbandonato, mentre i commerci si svolsero nel porto diSalou. Durante laguerra di successione spagnola la città fu difesa da una guarnigione inglese, che ampliò il sistema difensivo con una serie di fortini e baluardi oggi in gran parte scomparsi.

Alla fine delXVIII secolo si ebbe una ripresa: il porto fu ricostruito ed ebbe il permesso di commercio con leAmeriche. Nel1798 fu inoltre completato l'acquedotto, che portava in città l'acqua dal Puigpelat, voluto dagli arcivescovi Joaquin de Santiyan e Francesc Armañá.

Nel1811 la città fupresa dalle truppe napoleoniche e per oltre due anni, dal 26 gennaio 1812 al 10 marzo 1814, fu annessa alPrimo Impero, all'interno del quale divenne una sottoprefettura deldipartimento delle Bocche dell'Ebro. Finita l'occupazione francese, il recupero e la ricostruzione fu aiutato dal governo centrale con l'esenzione dalle imposte tra il 1816 e il 1826. Fu ripristinato il porto e si favorì l'insediamento di commercianti stranieri, che contribuirono alla formazione di una piccola borghesia e alla modernizzazione della città.

L'attività economica si orienta all'esportazione di vino e liquori, comportando una grande estensione delle vigne. Si sviluppa una classe di operai e artigiani e la borghesia avvia diverse imprese. Nella seconda metà delXIX secolo gli alti e bassi dei prezzi condizionano l'economia cittadina e l'espansione urbana.

Murales sulla parete di una vecchia casa sorta sopra i resti del circo romano

Dal1868 la città non fu più piazzaforte militare e si iniziarono a smantellare le mura, ormai inutili di fronte agli sviluppi delle tecniche militari, favorendo il collegamento tra il nucleo più antico e la zona del porto: la prima restò residenza della nobiltà e degli ecclesiastici, mentre la seconda, più dinamica ospitava la borghesia commerciale e gli artigiani. Le opere per la costruzione del porto e lo sviluppo urbanistico portarono alle prime scoperte archeologiche e alla formazione di un Museo archeologico.

Nella prima metà delXX secolo laguerra civile spagnola del1936-1939 comportò diversi bombardamenti della città, che fecero numerose vittime e causarono distruzioni. Dalla fine deglianni 1950 si installarono nella città delle industrie chimiche e nel1975 una raffineria petrolifera. La città diviene una sede industrialepetrolchimica e il porto diviene il secondo della Spagna per volume commerciale, La maggiore crescita della popolazione, più che raddoppiata, si è avuta tra il1960 e il1975. L'aumento della popolazione provoca la creazione di diversi nuclei periferici, soprattutto sulla strada versoValencia (Torreforta, Campclar, Bonavista, Icomar, Riuclar, La Foresta, La Granja) e verso nord (Sant Salvador, Sant Pere e Sant Pau).

Monumenti e luoghi d'interesse

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Mura romane
Lo stesso argomento in dettaglio:Mura di Tarragona.
Scorcio delle mura romane

Lemura urbane furono edificate tra il217 e il197 a.C. Furono costruite inopera poligonale ed erano alte circa 6 m. Avevano un muro esterno e un muro interno, con un riempimento di terra e pietrame, fino a raggiungere uno spessore complessivo di 4,50 m. Erano rinforzate da torri quadrate, di cui restano oggi quelle di Cabiscol o del Seminario, di Minerva o di Sant Magí e dell'Arcivescovo (quest'ultima, ricostruita nel XIV secolo per un'altezza complessiva di 25 m e coronata da merli, fa parte del Palazzo arcivescovile).

Nella torre della Minerva era stato murato un bassorilievo frammentario raffiguranteMinerva e all'interno è stato rinvenuta graffita in latino arcaico, la più antica iscrizione latina fuori dall'Italia, un'invocazione alla dea. La torre conserva inoltre una serie di teste sommariamente scolpite nei blocchi, che rappresentano forse simboli dei nemici uccisi e la testimonianza dell'assimilazione degli usi locali da parte dei Romani. Presso la torre si conserva la principale porta di accesso, da cui entrava in città lavia Heraclea.

Le mura furono probabilmente ampliate intorno alla metà delII secolo a.C., inglobando anche il porto e svolgendo, oltre che una funzione puramente difensiva per la guarnigione militare, quella di definizione dello spazio urbano, raggiungendo un perimetro di circa4,5 km.

In questa seconda fase le mura raggiunsero un'altezza di 12 m e uno spessore complessivo di 6 m. Erano costituite da un basamento in grandi blocchi, alto tra 1,50 e 2 m, con due filari di blocchi, sopra il quale la costruzione proseguiva con blocchi più piccoli. Il riempimento tra il muro esterno e quello interno era in alcuni casi costituito da mattoni crudi. I blocchi recano sigle in alfabeto iberico, legate all'organizzazione del lavoro di costruzione. Nella parte inferiore si aprivano alcune piccole porte, dette "ciclopiche" a causa delle grandi dimensioni dei blocchi di pietra utilizzati.

Nella vita successiva della città le mura subirono rifacimenti e trasformazioni, compresa l'apertura di nuove porte, come quella di Sant Antoni delXVIII secolo. Delle rampe sul lato interno delle mura permettevano di raggiungere ilcammino di ronda. Grazie al mantenimento della funzione difensiva le mura che circondavano la parte alta della città si sono parzialmente conservate, mentre nulla resta dell'ampliamento nella parte bassa.

Foro provinciale

La funzione diTarraco come capitale provinciale e sede delConsilium Provinciae Hispaniae Citerioris, determinò la necessità di costruire un'adeguata sede amministrativa, rappresentata da complesso monumentale del Foro provinciale costruito a partire dal73 d.C., sotto l'imperatoreVespasiano, nella parte alta della città, che dall'epoca della fondazione era stato di proprietà statale, probabilmente come sede della guarnigione militare.

Approfittando del naturale dislivello del terreno, il complesso fu articolato su due terrazze: quella superiore ospitava il recinto del culto imperiale, mentre quella sottostante era la vera e propria piazza forense. In una terza terrazza sottostante si impiantò successivamente il circo.

Il recinto di culto era a pianta rettangolare (153 m per 136 m) ed era costituito da una piazza con portici sui tre lati, dominata da un tempio dedicato al culto dell'imperatore e della deaRoma. Al recinto si accedeva per mezzo di un'ampia scalinata centrale. La piazza è attualmente occupata dalla Cattedrale.

La piazza del foro vera e propria sulla seconda terrazza, disposta in asse con quella superiore, era di straordinaria ampiezza (318 m per 175 m). Era circondata su tre lati da portici e la zona centrale era probabilmente sistemata a giardino: qui venivano erette le statue in onore dei personaggi più influenti della provincia e in particolare deiflamines, sacerdoti ufficiali della provincia per il culto imperiale.

Dietro i portici che circondavano la piazza erano ospitati iltabularium, o archivio, e l'arca, o cassa, e gli altri edifici amministrativi. Per la naturale pendenza del terreno i portici laterali erano in parte costruiti su sostruzioni accessibili; delletorri scalarie alle estremità collegavano i diversi livelli di questo complesso amministrativo.

Una di queste torri, tuttora conservata, è il cosiddetto "Pretorio romano" (o anche "Castello del re", "Palazzo di Augusto" o "Torre di Pilato"). La torre, subì trasformazioni in epoca medioevale (testimoniate dalle attuali finestre gotiche) e in particolare nelXIV secolo ed era destinata a sede dei re di Catalogna nelle loro visite in città. In epoca moderna fu utilizzata come caserma fino al1954 e successivamente fu restaurata e aperta al pubblico come sede del Museo di Storia della città.

Il complesso cessò di funzionare agli inizi delV secolo e venne progressivamente smantellato per il riutilizzo dei materiali, mentre la sede amministrativa, probabilmente ridotta, dovette spostarsi in un altro luogo.

Circo romano
Circo Romano
Lo stesso argomento in dettaglio:Circo romano di Tarragona.

L'edificio, nel quale si tenevano le corse delle bighe o dellequadrighe, fu integrato nel complesso monumentale del Foro provinciale alla fine delI secolo d.C., sotto il regno dell'imperatoreDomiziano, occupando una terza terrazza inferiore.

Aveva una lunghezza di 325 m per una larghezza di 115 m. Le volte in muratura che sostenevano lacavea con i sedili, ospitavano i corridoi che permettevano l'afflusso e il deflusso degli spettatori e che si collegavano alle sostruzioni della soprastante piazza del Foro.

La cavea era separata dall'arena da un muro alto circa 2 m, che proteggeva gli spettatori dagli incidenti che accadevano durante le gare, ed era interrotta, in asse con il complesso superiore, dalpulvinar, tribuna delle autorità. Su uno dei lati corti erano icarceres, strutture di partenza per le gare.

Anche il circo sembra cessasse di essere utilizzato nel corso delV secolo, quando alcune abitazioni iniziarono ad installarsi sulle sue strutture.

In epoca medioevale il circo, inizialmente occupato da un piccolo borgo extraurbano (XII secolo), fu inglobato nelle fortificazioni cittadine, che si ampliano riutilizzandone la facciata (XIV secolo).

Anfiteatro romano
L'anfiteatro e i resti della chiesa di Santa Maria del Miracle
Lo stesso argomento in dettaglio:Anfiteatro di Tarragona.

All'inizio delII secolo uno deiflamines provinciales, sacerdoti incaricati del culto imperiale ufficiale della provincia, fece costruire il terzo edificio per spettacoli che insieme al teatro e al circo caratterizzava le città romane più importanti, dedicato ai combattimenti deigladiatori o tra gli animali.

L'edificio sorse al di fuori del nucleo urbano, in prossimità della via Augusta al suo ingresso in città. Di pianta ellittica aveva un'estensione di 109,50 m per 86,50 m di ampiezza (l'arena era di 62,50 m per 38,50).

La cavea con le gradinate per gli spettatori era appoggiate alla roccia sul lato nord e sostenute da volte sugli altri lati. Era suddivisa in tremeniana: quello inferiore di tre file, quello intermedio di due file e quello superiore di 11 file.

La cavea era separata dall'arena da un podio di 3,25 m di altezza, costituito da grandi blocchi disposti in verticale, in origine probabilmente dipinti in rosso. Alle spalle del podio correva un corridoio coperto che permetteva la circolazione del personale di servizio. Nell'arena era scavata unafossa, con due bracci disposti a croce, utilizzata per le attrezzature e le scene. Ad una delle estremità della fossa trasversale un sacello era dedicato alla deaNemesi, protettrice dei gladiatori, ornato da un affresco che raffigurava la dea.

Alle estremità dell'ellisse due porte consentivano di accedere direttamente nell'arena. Al centro delle gradinate sul lato rivolto al mare, una piattaforma che interrompeva le gradinate della cavea costituiva ilpulpitum, tribuna per le autorità.

L'anfiteatro fu restaurato nel221 sotto il regno diEliogabalo: il podio venne rivestito da lastre in marmo e in calcare, con una lunghissima iscrizione per commemorare l'avvenimento.

Il 21 gennaio del259 vi subirono il martirio il vescovo Fruttuoso e i suoi diaconi. NelVI secolo venne costruita in memoria dei martiri sull'arena dell'anfiteatro abbandonato una basilica,visigota. Questa aveva 22,75 m di lunghezza per 13 m di larghezza ed era suddivisa in tre navate da due file di sei colonne, con abside al termine della navata centrale. Sul lato sinistro era annesso un piccolo ambiente di funzione incerta. L'altare si trovava al centro della navata centrale, delimitato da un recinto costituito da muretti rivesti da lastre in pietra.

Le colonne che dividevano le navate poggiavano su un basamento in blocchi di reimpiego, tra i quali sono state rinvenute diverse statue di epoca imperiale. Anche l'abside fu costruita con blocchi di reimpiego, in particolare diversi con l'iscrizione del podio.

Presso la basilica si trova una piccola necropoli di 48 tombe, i cui recinti funerari si addossavano alle mura della chiesa.

Dopo la riconquista nelXII secolo sulle rovine della basilica più antica venne ricostruita la chiesa di Santa Maria del Miracle, instile romanico. La chiesa aveva pianta a croce latina, con uno dei bracci appena più corto dell'altro. Il braccio meridionale aveva inoltre una piccola abside a pianta semicircolare, mentre l'abside principale era a pianta quadrangolare, forse per influenza delle chiesecistercensi. L'unica navata era decorata con sottili colonne addossate ai muri.

La chiesa divenne un convento nel1576 e fu abbandonata nel1780. Dal1801 agli inizi delXX secolo ospitò i lavoratori impegnati nella ricostruzione del porto.

Teatro romano
Lo stesso argomento in dettaglio:Teatro romano di Tarraco.

Costruito agli inizi delI secolo d.C., ne sono visibili pochi resti della cavea e dell'orchestra, con al centro altare dedicato alnumen diAugusto. Gran parte degli elementi architettonici della scena e le sculture che la decoravano, rinvenuti negli scavi, sono conservati nel Museo Archeologico Nazionale.

Foro della colonia

La città aveva anche un proprio foro, utilizzato come sede amministrativa cittadina e centro commerciale. Il foro più antico fu creato in epoca repubblicana e fu poi monumentalizzato sottoAugusto.

Su uno dei lati lunghi della piazza si apre la Basilica civile, di epoca augustea, con una navata centrale più alta circondata sui quattro lati dalle navate laterali, da cui era separata da colonne concapitellicorinzi (in totale 60, 14 sui lati lunghi e 4 sui lati corti). A causa forse di problemi di stabilità alle colonne angolari vennero addossate delle semicolonne.

Sul fondo della Basilica si aprivano una serie di 13 ambienti: quello centrale aveva maggiori dimensioni (13,07 m per 11,20 m) e ingresso ornato da due colonne. Si trattava probabilmente del tribunale nel quale si amministrava la giustizia. Sul fondo della sala un basamento doveva ospitare una statua dell'imperatore e la sala era probabilmente dedicata anche al culto imperiale. La pavimentazione era in lastre di marmo, con almeno due rifacimenti successivi. Gli altri ambienti più piccoli (3,90 m per 2,90 m) erano probabilmente utilizzati per le varie funzioni amministrative.

Alle spalle della Basilica si trovano le tracce di una cisterna precedente, non più utilizzata dopo la costruzione dell'edificio.

Alla fine delI secolo d.C venne addossato al lato della piazza del Foro opposto alla Basilica un mercato, costituito da una piazza circondata da taberne (spazi commerciali). Alla fine delII secolo alcune delle taberne vennero chiuse dalla realizzazione di un grande ninfeo (fontana). Il mercato venne abbandonato nella seconda metà delIV secolo e utilizzato come cava dimateriale da costruzione di reimpiego.

La parte restante del Foro non è ancora completamente scavata: si tratta di una piazza più piccola annessa al foro vero e proprio, da dove sono stati rinvenuti i resti di alcune piattaforme con piedistalli di statue, che dovevano ospitare sculture di membri della famiglia imperiale e di una grande fondazione forse pertinente ad un tempio.

Nell'area archeologica attualmente messa in luce si trova inoltre una strada antica che porta alla piazza annessa al Foro, fiancheggiata da abitazioni disposte secondo un reticolo ortogonale.

Dalla piazza del Foro provengono basamenti di statue con iscrizioni, sculture in marmo e alcuni ritratti imperiali, attualmente conservati nel Museo Nazionale Archeologico.

Il Foro fu distrutto da un incendio, forse in seguito ad un'incursione di barbari, intorno all'anno360 d.C.

Necropoli e Museo paleocristiano

In occasione della costruzione della manifattura dei tabacchi fu rinvenuta una vasta necropolipaleocristiana, con oltre 2.000 sepolture. Gli scavi proseguirono tra il1926 e il1933 e venne realizzato sul posto un museo tra il1929 e il1930.

La necropoli era una delle molte che in epoca romana si erano sviluppate lungo lavia Augusta e si sviluppò grandemente in epocapaleocristiana, tra ilIII e ilVI secolo, probabilmente presso il luogo di sepoltura dei martiri Fruttuoso, Augure e Eulogio. Le sepolture hanno varie tipologie, dalle più semplici in anfore o in fosse rivestite da tegole, ai sarcofagi scolpiti, ai mausolei e cripte ornati di mosaici.

Cattedrale
Lo stesso argomento in dettaglio:Cattedrale di Tarragona.
La Cattedrale

La chiesa (la Seu), iniziata nell1171 e consacrata nel1331, ha una facciataromanica, al quale si aggiunge un portalegotico, con sculture (Giudizio universale, 23 apostoli e profeti, Madonna con bambino). La facciata restò incompleta nella parte alta, a causa della crisi cittadina dopo la peste del 1348. Vi si trova anche unsarcofago paleocristiano delIV secolo con scene della vita di Cristo. Il rosone della facciata e le sue vetrate trovano confronti in quelli del transetto della cattedrale diNotre Dame di Parigi.

All'interno la chiesa presenta le cappelle di Santa Tecla, dell'Immacolata Concezione, del Santo Sepolcro, delle Undicimila Vergini, di Santa Maria dei Sastri e del Santissimo Sacramento. Notevole è il sarcofago dell'arcivescovo Giovanni d'Aragona e l'altare maggiore con il suoretablo.

Il chiostro della cattedrale

Alla chiesa è annesso un chiostro, costruito dal1214, dove si svolgeva la vita comunitaria dei canonici della cattedrale, con arcate gotiche occupate da trifore sostenute da colonnine, i cui capitelli sono scolpiti con scene figurate. Successivamente vi furono aggiunti ambienti e cappelle.

La chiesa ricevette nel1894 il titolo di basilica e fu dichiarata nel1905 monumento storico artistico.

Palazzo Canals

Un primo palazzo si impiantò sulle mura romane alle metà delXV secolo e se ne conservano porte, cisterne e le inquadrature delle finestre, in stile gotico. NelXVI secolo l'edificio fu radicalmente trasformato (riduzione degli spazi e nuove pavimentazioni), ma venne distrutto durante "la guerra dei Segadors" nelXVII secolo.

Nel1802 alcune case che erano sorte nella zona furono riunite per ospitare il reCarlo IV in occasione dell'inaugurazione del porto. Il palazzo era di proprietà della famiglia Canals, della piccola nobiltà locale.

La casa fu acquistata neglianni 1990 dallaGeneralità della Catalogna, che la trasferì quindi al municipio per essere adibita, dopo il restauro, ad usi culturali.

La casa conserva una cappella, una sala da ballo, un soggiorno da ricevimento e uno privato e camere da letto. Gli arredi tuttora conservati risalgono in gran parte alla metà delXIX secolo.

Musei

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Museo nazionale archeologico
Lo stesso argomento in dettaglio:Museo nazionale archeologico di Tarragona.
Museo nazionale archeologico

IlMuseo nazionale archeologico fu fondato dallaSocietat econòmica d'amics del país de Tarragona come museo di antichità nel1832 in una sede di sua proprietà. Passato nel1844 alla appena costituita Commissione provinciale dei monumenti, nel1853 era stato trasferito in alcuni locali del municipio. Un nuovo museo venne progettato nel1929, ma un nuovo edificio, progettato dall'architettoFrancesc Monravà i Soler, fu inaugurato solo nel1960. Dal1982 il museo dipende dal dipartimento della cultura della generalità dellaCatalogna.

Attualmente comprende oltre al Museo archeologico, la necropoli e il Museo paleocristiano e le aree archeologiche delle ville di Centcelles e di El Munts.

I materiali provengono principalmente dai lavori di urbanizzazione pubblici e privati e dai primi scavi sistematici nel Foro coloniale e nella Necropoli paleocristiana neglianni 1920 e1930. La rapida crescita della città portò ancora a numerosi rinvenimenti casuali che si affiancavano agli scavi archeologici in zone ristrette.

Museo di storia di Tarragona

Il museo dipende dal comune di Tarragona e si trova nel palazzo Castellamau, residenza nobiliare degli inizi delXV secolo, costruita sulle volte dell'antico circo instile gotico, rimaneggiata nelXVIII secolo. La casa conserva parte dell'arredamento originario e ospita una collezione di pezziarcheologici edetnografici delle collezioni Molas, Quintana e del fondo del filologo e Sánchez Camargo.

Dal museo dipendono i monumenti di proprietà comunale della città e nei dintorni (resti delle mura romane, del Foro provinciale, del Circo, dell'Anfiteatro, del Foro coloniale, della Cava romana del Médol, dell'acquedotto deLes Ferrere), per i quali costituisce un centro di documentazione e gestione.

Dintorni

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Il "Ponte del diavolo"
  • Cava romana del Mèdol: una delle cave da cui proveniva la pietra calcarea utilizzata per gli edifici della città. Attualmente è visibile una grande cavità di circa 200 m di profondità e larga tra i 10 e i 40 m, al centro della quale si conserva uno stretto pilastro di roccia non scavato, alto 17 m. Fu probabilmente utilizzata fino in epoca medioevale e ne furono estratti in totale circa 50.000 metri cubi di pietra.
  • Ponte del diavolo: il ponte dell'acquedotto deLes Ferreres presso il fiume Francolí, a circa4 km dalla città. L'acquedotto che portava in città le acque dalla località di Puigdelfi, risalente alI secolo, superava una vallata con un ponte, alto 27 m e della lunghezza complessiva di 217 m, a due ordini di arcate inopera quadrata, tuttora conservate. Le arcate (luce di 6,30 m e altezza di 5,70m) sono 11 inferiormente e 25 superiormente. Sopra gli archi superiori correva la conduttura, originariamente coperta.
  • Arco di Berà:arco trionfale romano a un unicofornice, con semicolonne addossate ai piloni. Attualmente raggiunge un'altezza di 10.50 m. Scavalca il tracciato dellavia Augusta a circa20 km a nord della città. La costruzione è di epocaaugustea, ma un'iscrizione menziona il testamento diLucio Licinio Sura, amico e generale dell'imperatoreTraiano. Fu restaurato nel1820 e ancora nel1926.
Il sepolcro della "Torre degli Scipioni", presso Tarragona
  • Torre degli Scipioni: sepolcro della prima metà delI secolo (più tardo dunque dei personaggi da cui riprende il nome), sulla via Augusta a circa6 km dalla città. È un sepolcro del tipo "a torre", a pianta quadrata (4,47 m per 4,72 m), costituito da tre corpi quadrangolari sovrapposti. Sulla facciata presenta altorilievi raffiguranti il dioAttis. Monumento nazionale dal1926.
  • Villa romana di Centcelles
  • Villa romana di El Munts (vedi comune diAltafulla)
  • LocalitàVandellòs: località che ricorda il luogo ove si stanziarono iVandali quando nel corso delle loro scorrerie iberiche assediarono la città di Tarragona prima di insediarsi definitivamente nel sud dellaSpagna inAndalusia.

Feste e tradizioni

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  • Cavalcada de Reis ("Cavalcata dei re"), processione dei Re Magi (5 gennaio)
  • Carnevale", mascherate e balli guidate da "Sa Majestat Imperatorial Carnestoltes" e dalla sua "Concubina" (febbraio)[5]
  • FestivalDixieland, settimana pre Settimana Santa[6]
  • Settimana Santa (Pasqua)
  • San Jordi, patrono della Catalogna (23 aprile)
  • Processione delCorpus Domini (giugno)
  • Notte di San Giovanni, con petardi e fuochi (24 giugno).
  • Feste dei quartierii: per tutta l'estate si succedono le feste patronali dei vari sobborghi
  • Concorso difuochi artificiali (prima settimana di luglio).[7]
  • Festa di San Magí o "Festa Major" (19 agosto)
  • Diada Nacional de Catalunya (11 settembre)
  • Festa di Santa Tecla, patrona della città, o "Les Festes", nata nel1321 (23 settembre) con balli e rappresentazioni popolari.[8]
  • Ognissanti (1º novembre)
  • Fiera di Natale (dicembre)

Sport

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Lasquadra di calcio locale è ilClub Gimnàstic de Tarragona.

Amministrazione

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Gemellaggi[9]

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Note

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  1. ^Geografia de’ Fanciulli [...] traduzione da Francese, edizione accresciuta. In Venezia MDCCLXXIX Appresso Pietro Savioni, G. D’Anna Editore, introduzione di C. Lapucci, 1996, p. 43.
  2. ^https://it.climate-data.org/location/1565/
  3. ^Piganiol 1989, p. 234.
  4. ^SvetonioAugustus, 26.
  5. ^Carnaval de Tarragona — Ajuntament de Tarragona
  6. ^El Festival — Ajuntament de Tarragona
  7. ^http://www.tarragona.piroart.comArchiviato il 26 luglio 2012 inInternet Archive.
  8. ^Santa Tecla — Ajuntament de Tarragona
  9. ^Ciutats agermanades, sutarragona.cat.
  10. ^(FR)Jumelages, suavignon.fr.URL consultato il 19 febbraio 2021(archiviato dall'url originale il 30 gennaio 2021).
  11. ^(DE)Partnerstädte, suklagenfurt.at.URL consultato il 19 febbraio 2021(archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2020).

Voci correlate

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