Secondo la tradizione Lucio Tarquinio Prisco era nato a Tarquinia da madre etrusca, ma era greco per parte di padre (Demarato era originario della città greca diCorinto[8][10][12] da dove era fuggito per stabilirsi poi aTarquinia[2][8]) ed a causa dell'ascendenza paterna, nonostante fosse ricco e noto in città, veniva osteggiato dai suoi concittadini e non riusciva ad accedere alle cariche pubbliche.[13] Per questi motivi, e su consiglio di sua moglieTanaquilla, decise quindi di emigrare da Tarquinia aRoma,[2][13] dove cambiò nome, dall'etruscoLucumone[2][8] al più latinoLucio Tarquinio detto poiPrisco[8] per distinguerlo dall'ultimo re di Roma,Tarquinio il Superbo. Delle sue qualità Floro dice:
«[...] riuniva in sé il genio greco con le qualità italiche.»
(Floro,Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC, I, 5.1.)
Al suo arrivo a Roma, nei pressi delGianicolo, dove arrivò a bordo di un carro, accadde un fatto eccezionale; un'aquila prima gli portò via il berretto, poi tornò indietro e lo fece cadere sulla sua testa. Tanaquilla, che in quanto etrusca conosceva l'arte di interpretare i segni del cielo, interpretò questo fatto come il segno di future grandezze per il marito.
In città Tarquinio si fece notare per le sue qualità e la sua generosità, tanto cheAnco Marzio volle conoscerlo e, una volta divenuto amico, prima lo fece entrare tra i suoi consiglieri,[2] poi decise di adottarlo, affidandogli il compito di proteggere i suoi figli. Secondo alcuni studiosi comeGiuseppe Valditara, ricoprì anche la carica dimagister populi. Alla morte del re, Tarquinio riuscì a farsi eleggere re dal popolo romano come figlio di Anco Marzio salendo al potere in seguito a una congiura contro lo stesso Anco.[2]
La sua abilità militare fu subito messa alla prova da un attacco sferrato daiSabini; l'attacco fu respinto dopo sanguinosi combattimenti nelle strade della città, portando non pochi territori di queste genti vinte sotto il controllo diRoma.[7] Fu in questa occasione che fu aumentato il numero di cavalieri che ognuna delle tretribù (Ramnes,Tities eLuceri) doveva fornire all'esercito.
Tarquinio poi combatté iLatini[14][15], destinandoli a sorte diversa a seconda se avessero combattuto contro i romani, o se si fossero arresi dopo essersi ribellati. E così che distrusseApiolae[16] e conquistòCollatia, che diventò colonia romana governata dal nipoteEgerio,[17] fu più clemente conCrustumerium[18] eNomentum.[19]
Quindi combatté contro una coalizione di Latini ed Etruschi[20] delle città diChiusi,Arezzo,Volterra,Roselle eVetulonia[21] corsi in aiuto dei Latini. Lo scontro si risolse, a seguito di due durissime battaglie campali, a favore dei romani, che ebbero la meglio sulla coalizione nemica,[22] con i Latini che ottennero la pace dietro il pagamento dei danni e la restituzione di quanto depredato.[23]
Gli scontri continuarono però anche nei due anni successivi, questa volta però contro una coalizione di Etruschi e Sabini, fino a che i romani sbaragliarono i due campi nemici, che erano stati eretti alla confluenza tra il Tevere e l'Aniene nei pressi diFidenae, con uno stratagemma. In seguito a questa sconfitta i Sabini concordarono con i romani una tregua di sei anni, contrariamente agli Etruschi, che occuparono Fidenae con una propria guarnigione, avendo intenzione di continuare gli scontri.[24] Gli scontri tra i Romani e gli Etruschi diVeio eCaere durarono altri sette anni e si risolsero con un grande scontro campale presso la città sabina diEretum, vinto dai romani. In seguito a questo scontro gli etruschi si arresero ai romani e presentarono a Tarquinio Prisco i segni del potere delle proprie città,Fasci Littori eSedie Curuli, come segno di resa.[25]
Attuò una riforma che riguardò laclasse dei cavalieri, aumentandone gli effettivi.[15] Egli decise di raddoppiare il numero delle centurie (fino ad allora in numero di tre), o comunque aumentarne gli effettivi[26], e di aggiungerne altre a cui diede un nome differente[27]. Queste ultime furono chiamateposteriores[28] osex suffragia[29], portando così il totale dei cavalieri a 600.[28]
Tarquinio riformò anche lo stato, aumentando il numero dei membri dell'assemblea centuriata[26] a 1.800 componenti (contro il parere di un certoAttio Nevio[26]) e raddoppiando (o comunque aumentando[26]) il numero di senatori, dai 100 membri romulei ai 200,[7] aggiungendone comunque altri 100.[15]
Grazie alle fortunate guerre intraprese contro le vicine popolazioni, riuscì a rimpinguare le casse statali con i ricchi bottini depredati alle città sconfitte. E sembra che decise di dotare la città diRoma di nuovemura.[7][14][15]
Si occupò anche dei giochi della città,[15] erigendo ilCirco Massimo[7][14] e destinandolo come sede permanente delle corse dei cavalli, istituendo iludi Romani;[7] prima di allora gli spettatori assistevano alle gare, che qui si svolgevano, seduti da postazioni di fortuna.
Il maggiore dei figli diAnco Marzio, nella speranza di ottenere il trono che riteneva gli fosse stato usurpato da Tarquinio, organizzò un complotto e lo uccise.[7][11][31] I suoi piani furono però frustrati dall'abileTanaquilla, che fece in modo che il popolo romano eleggesse suo generoServio Tullio come sesto re diRoma e successore di Lucio Tarquinio Prisco.Livio Mariani, uno storico che fece parte delTriumvirato dellaRepubblica Romana, morto nel 1857 ad Atene ed autore della "Storia del Sublacense", afferma che Tarquinio Prisco sia stato tumulato nei pressi diMarano Equo e la sua tomba sia stata rimossa nel 1750 dai Barberini e traslata aCollalto Sabino nel loro castello di cui erano titolari come baroni.
^L'età dei Tarquini: il mistero di Servio Tullio. Conferenza tenuta dal professor Carandini a Roma il 5 settembre 2008 nell'ambito delle "Lezioni di Storia. Le Età di Roma" curate dalla Laterza ed. in piazza del Campidoglio.
^abFloro,Epitoma de Tito Livio bellorum omnium annorum DCC, I, 5.1.