Ta'anit, oTaanis, è un trattato dellaMishnah, dellaTosefta e di entrambi iTalmud, nell'OrdineMo'ed. Per l'ebraismo queste sono le opere principali dellaletteratura rabbinica.
Il trattatoTa‘anit esamina principalmente igiorni del digiuno, la loro osservanza e le relative preghiere.[1] Nella maggioranza delle edizioni delTalmud questo trattato è il nono nell'ordinamento mishnaico delSederMo'ed ed è suddiviso in quattro capitoli per un totale di trentaquattro fogli.
Il trattato si apre con le regole di quando recitare due brevipreghiere: la "dichiarazione della potenza di DIO" - cioè «Colui che fa soffiar il vento e cader la pioggia» detta d'inverno - e l‘"invocazione della pioggia" - «Concedici la pioggia e la rugiada» detta quando i pellegrini ritornavano daGerusalemme dopo il ciclo festivo dell'Anno Nuovo. Entrambe le preghiere rimangono correntemente nella liturgia ebraica.
Lastagione delle piogge inIsraele inizia nel tardo autunno. Se non è caduta pioggia entro il17 Ḥeshvan (fine ottobre/inizi di novembre) i giudici ordinavano di recitare una serie di digiuni progressivamente più severi durante i quali la popolazione invocava la pioggia. La maggior parte del trattatoTa‘anit si concentra su questi digiuni ed altri per prevenire le calamità.
I primi tre digiuni erano soltanto per gli studiosi; se non cadeva pioggia entro il mese successivo (Kislev) il tribunale ebraico annunciava tre digiuni pubblici che venivano seguiti da altri tre, poi sette, se necessario, nei giorni di lunedì e giovedì. Certi riferimenti nel trattato, che parlano deisacerdoti con trombe e altri rituali sacerdotali, suggeriscono che si parli del periodo delTempio ma altre disquisizioni si riferiscono a tempi posteriori.[1]
NellaMishnah e nelTalmud babilonese l'ordinamento dei capitoli è il seguente:
LaTosefta di questo trattato contiene numerose elucidazioni e supplementi allaMishnah. Di speciale importanza sono il resoconto delle origini delle classi sacerdotali (IV. 2), i cambiamenti che si verificarono dopo il ritorno dallaCattività e come vennero nuovamente suddivise (II. 1).
Le dueGemara contengono, oltre alle spiegazioni di mishnayot individuali, un'abbondanza di dettiaggadici e anche molti racconti e leggende. I seguenti detti tratti dalla Gemara babilonese possono essere indicativi: "Perché l'apprendimento è paragonato al fuoco? Perché, come molti trucioli bruciano meglio insieme che singolarmente, così l'apprendimento viene aumentato quando è perseguito da molti studiosi che studiano in compagnia"; "Un saggio che si tiene altezzosamente in disparte dagli altri studiosi, deteriora l'apprendimento"; "Rabbi Hanina ha detto di aver imparato molto dai suoi insegnanti ma più dai suoi colleghi e soprattutto dai suoi allievi"; "L'apprendimento è come l'acqua perché come l'acqua non può rimanere in posti alti così l'apprendimento non può essere il possesso di un uomo orgoglioso e altezzoso" (7a); "Se un allievo trova difficile studiare, è solo perché non ha organizzato sistematicamente il materiale da apprendere" (8a); "Se quando Israele è colpito da afflizioni, un uomo recide la sua comunione coi fratelli, i due angeli che accompagnano ciascuno di loro lo visiteranno, metteranno le mani sulla sua testa e dirranno: «Questo uomo non ha voluto soffrire con il suo popolo quindi egli non li vedrà quando saranno confortati e proveranno giorni di felicità»"(11 bis). Tra le narrazioni particolare interesse suscita la storia di Nicodemus ben Gorion (19b-20a) e la leggenda diHoni Hameaggel che dormì per settanta anni (23a).
La Gemara contiene anche un interessante detto di RabbiAbbahu, che evidentemente sembra diretto contro ilcristianesimo: "Se un uomo dice «Sono Dio», egli mente; se dice «Sono il figlio dell'uomo» si deve pentire; e se dice «Andrò in cielo» non lo farà né otterrà ciò che promette" (ii. 65b). Narra anche di comeBar Kokhba ucciseEleazar di Modi'im, che unsamaritano aveva falsamente accusato di tradimento.
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