Paliotto settecentesco con gli strumenti della passione di Gesù conservato presso ilSantuario di Corbetta (MI): oltre alla croce coltitulus crucis, vi si riconoscono (da sinistra a destra) la tunica di Cristo, il guanto che colpì Gesù durante la derisione da parte dei soldati, la brocca per l'acqua usata daPilato per il lavaggio delle mani, il calice dell'Ultima Cena, la lanterna usata dalle guardie per riconoscere Gesù nell'orto del Getsemani, un tamburo e i dadi usati dai soldati per tirare a sorte la tunica, il flagello, fruste di saggina, la scala, il sudario col volto di Cristo, la corona di spine, la lancia del centurione, la spugna imbevuta di aceto, un cesto coi tre chiodi della crocifissione, martello e tenaglia, la colonna della flagellazione ed il gallo che cantò per il rinnegamento disan Pietro.
Nella tradizionecristiana sono dettistrumenti della Passione (inlatinoarma Christi) gli oggetti che furono usati per lacrocifissione di Gesù. Tra di essi i più rilevanti secondo la tradizione sono:
Ognuno degli Strumenti è diventato un oggetto di venerazione per i cristiani, raffigurato inicone e dipinti e conservato comereliquia. Ciascun oggetto, oltre a diventare oggetto di meditazione, che deriva dalla Chiesamedievale, è stato a volte mostrato nelle rappresentazioni quando non utilizzato direttamente sui penitenti. È questo il caso delle anticheconfraternite penitenziali come quelle deibattenti o deiflagellanti, presto abolite dall'autorità ecclesiastica per gli eccessi e le efferatezze, ma anche le più recenti processioniottocentesche delVenerdì Santo con i confratelli che portano il gallo (che simboleggia il tradimento disan Pietro, Marco 14,66-71[1] e par.) e idadi da gioco (che simboleggiano i soldati romani:sulle vesti tirarono in sorte..., Marco 15,24[2] e par.).
Diversi autori (tra cuisant'Ambrogio esan Gregorio di Tours) riferiscono che, dopo la deposizione di Gesù dalla croce, gli strumenti della Passione furono seppelliti sul luogo della crocifissione, e vennero ritrovati circa trecento anni dopo dasant'Elena, madre dell'imperatoreCostantino I, che allo scopo fece scavare l'area delGolgota, dove all'epoca sorgeva un tempio pagano.
Secondo il racconto tradizionale, colorito di particolari leggendari, furono ritrovate tre croci: quella di Gesù e quelle dei due ladroni che erano stati crocifissi con lui. La croce di Gesù fu riconosciuta accostandovi un paralitico, il quale fu subito guarito. Nella croce erano ancora conficcati i chiodi, tre (se i piedi erano stati inchiodati insieme) o quattro; fu ritrovato anche iltitulus, cioè l'iscrizione con il motivo della condanna. Sant'Elena portò alcuni frammenti della croce e gli altri oggetti aRoma; durante la traversata delMare Adriatico la nave si trovò in mezzo a una tempesta, l'imperatrice gettò uno dei chiodi in mare e subito le acque si placarono. Dei due o tre chiodi superstiti, uno fu montato sull'elmo da battaglia di Costantino, l'altro o gli altri furono modellati a forma di morso per il suo cavallo. Essi fecero certamente parte delle insegne imperiali almeno fino al395, quandosant'Ambrogio ne parlò nella sua orazione funebre per l'imperatoreTeodosio I.
Arma Christi dal codiceRoyal 6 E VI : James le Palmer,Omne Bonum (V.1:Absolucio-Circumcisio), 1360-1375 circa, 345 x 190 mm (su foglio 455 x 310),Londra,British Library
Dopo il ritrovamento da parte disant'Elena, nel corso dei secoli gli strumenti della Passione furono disseminati in diversi luoghi. Numerose chiese affermano di possederne uno o più.
Per valutare la possibilità che tali oggetti siano autentici, occorre verificare due ipotesi:
se i reperti che sant'Elena affermò d'avere trovato fossero oppure no le autentiche reliquie dellaPassione di Gesù;
se esiste una documentazione storica che permetta di ricondurre gli strumenti oggi esistenti a quelli ritrovati da sant'Elena.
La croce di Gesù rinvenuta dasant'Elena veniva conservata aGerusalemme; nelVII secolo fu razziata dai Persiani e recuperata dall'imperatore bizantinoEraclio, quindi nel1187 andò perduta nellabattaglia di Hattin, in cui i cristiani furono sconfitti.
Nel corso dei secoli, tuttavia, ne erano stati prelevati molti frammenti di varie dimensioni che si trovano oggi in diversi luoghi. Alcuni tra i più grandi sono aLiébana (Spagna),Roma,Parigi. I frammenti più piccoli sono numerosissimi: nelXVI secoloGiovanni Calvino affermava ironicamente che ci si sarebbe potuta costruire una nave. Si trattava però di una esagerazione:un catalogo compilato nell'Ottocento mostra che il volume complessivo di tutti i frammenti noti è molto inferiore a quello che poteva avere la croce.[senza fonte]
Nella basilica diSanta Croce in Gerusalemme aRoma si conserva la testa di un chiodo che vi sarebbe stato portato direttamente da sant'Elena. Inoltre dei frammenti della croce e una parte deltitulus crucis, l'iscrizione con il motivo della condanna.
NelDuomo di Milano vi sarebbe il chiodo modellato a forma di morso, rimasto a Milano dopo la morte di Teodosio. La prima documentazione sicura della sua presenza però risale al Medioevo. Conservato ordinariamente in una nicchia in cima all'abside, a circa 42 metri da terra, viene esposto ai fedeli una volta all'anno: per raggiungere la nicchia l'arcivescovo sale con un ascensore artisticamente decorato chiamatonivola.
NelDuomo di Monza è custodita laCorona ferrea, che sarebbe il diadema dell'elmo di Costantino. Tradizionalmente si ritiene che con il sacro chiodo sia stata battuta la lamina metallica circolare inserita al suo interno. Recenti analisi però hanno trovato che tale lamina è, in effetti, d'argento (l'identificazione della Corona col diadema di Costantino, invece, potrebbe essere corretta).
Un altro chiodo sarebbe inserito nellaSacra Lancia usata dagli imperatori delSacro Romano Impero, oggi conservata aVienna. La tradizione la identifica con la lancia con cuiLongino trafisse il costato di Gesù.
La presunta corona di spine si conservava aCostantinopoli; nelXIII secolo il re di Franciasan Luigi IX la acquistò e la collocò nellaSainte-Chapelle da lui fatta costruire aParigi per ospitarvi questa e altre reliquie. Oggi essa non ha più spine perché nel corso dei secoli furono tutte staccate e donate a chiese o personaggi di riguardo.
La presunta colonna utilizzata dai soldati romani per flagellare Gesù su indicazione di Pilato è conservata oggi aRoma, presso laBasilica di Santa Prassede, fatta giungere direttamente daGerusalemme nel XIII secolo dal cardinaleGiovanni Colonna.
La lancia utilizzata secondo la tradizione daLongino per trafiggere il costato di Cristo crocifisso, è tradizionalmente identificata con laLancia Sacra conservata nel tesoro imperiale diVienna.
Il panno di lino cheSanta Veronica utilizzò per asciugare il volto di Gesù durante la salita al calvario, sul quale rimase impresso il volto di Cristo.Di questa reliquia esistono diversi esemplari al mondo ad oggi conosciuti, di cui il più famoso è quello nella basilica di San Pietro in Vaticano.
Altri simboli e oggetti legati alla passione di Cristo
IlSanto Graal, il calice usato da Gesù nell'Ultima Cena che alcune tradizioni vogliono sia stato utilizzato poi daGiuseppe d'Arimatea per raccogliere il sangue sgorgato dal costato di Cristo durante la crocifissione
Latunica di Gesù, che la tradizione vuole conservata aTreviri
Idadi con i quali i soldati si giocarono a sorte la tunica di Cristo