LoStato fascista è una forma diStato sorta nella prima metàXX secolo, caratterizzata dall'ideologiafascista e contraddistinta daautoritarismo,nazionalismo ecorporativismo.
Si caratterizza per ribaltare la concezione delloStato liberale (affermatasi con laRivoluzione francese e proseguita, dopo laseconda guerra mondiale, nellademocraziapluralista): i gruppi sociali e i loro molteplici interessi (politici, religiosi, culturali) non si considerano più indipendenti e preesistenti rispetto allo Stato, ma ne sono assorbiti (totalitarismo); secondo la definizione diGentile, «per il fascista tutto è nello Stato e nulla [...] ha valore fuori dallo Stato».[1] Nello statuto delPNF del 1932 il partito stesso viene definito una milizia al servizio dello Stato fascista[2].
Ciò si traduce nell'ulteriore ribaltamento di un principio generale liberaldemocratico: nello Stato liberale, la sfera di libertà del privato è illecito (tutto ciò che non è espressamente vietato), laddove nello Stato fascista è illegittimo (tutto ciò che è espressamente permesso). Poiché tutto è nello Stato, esistono un'ideologia di Stato e unamorale di Stato. Lo Stato fascista tende ad affermare anche unamistica di Stato; in Italia tuttavia, nonostante iPatti lateranensi, incontra un ostacolo nella rivendicazione di indipendenza dellaChiesa cattolica.[3]
Nella stessa logica,famiglie,associazioni,sindacato,partito appartengono allo Stato come sue articolazioni; il partito è unico, e l'adesione al medesimo sostanzialmente obbligatoria; l'informazione è sotto il controllo dello Stato; le stesse attività culturali e ricreative appartengono allo Stato. In ambito lavoristico, lo Stato fascista transita dall'esperienza del sindacato unico a quellacorporativa; l'economia è l'unico settore non del tutto statalizzato, dal momento che laproprietà privata resta garantita,[3] ma il mondo del lavoro e delle imprese è completamente regolamentato dai sindacati e dallecorporazioni.
L'esperienza dello Stato fascista in senso stretto non è sopravvissuta allaseconda guerra mondiale.[3][4]
Altro è l'uso politico del terminefascismo per designare ledittature militari e altri regimi, coevi o posteriori. Le innumerevoli e inconciliabili interpretazioni del fascismo hanno dilatato enormemente il concetto, al punto che si è parlato di «fascismo» in relazione a esperienze politiche spesso incomparabili, sia tra loro, sia con il fascismo storico: l'Argentina di Perón, laGrecia dei colonnelli, laQuinta Repubblica diDe Gaulle, gliStati Uniti sotto lapresidenza Nixon, iregimi socialisti, l'Iraq diSaddam Hussein.[5]
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