Gli Stati post-sovietici possono essere suddivisi in cinque raggruppamenti geografici in base alle caratteristiche territoriali e culturali che li accomunano.
L'Europa orientale è la regione orientale dell'Europa delimitata aest dagliUrali e facente completamente parte del continente europeo. La regione è composta dai seguenti Stati:
Dopo ilcollasso dell'Unione Sovietica, gran parte delle ex repubbliche sovietiche adottarono ilcapitalismo come nuovo sistema economico. I collegamenti economici tra le repubbliche vennero rotti, ilprodotto interno lordo in tutti gli ex Stati sovietici (eccetto quelli baltici, che erano occupati) crollò di circa il 40% nel1991. Fu pesante anche l'effetto dell'inflazione. Nel2004, solo iPaesi baltici, l'Armenia, laBielorussia e ilKazakistan avevano raggiunto un livello del PIL maggiore di quello del 1991. Nella stessaRussia il fallimento del capitalismo inteso per migliorare la qualità della vita culminò nella crisi economica del1998, che fu seguita da un ritorno della politica economica interventista del governo.
Variazione prodotto interno lordo (PIL) a prezzi costanti, 1991-2015[1]
*L'economia della maggior parte delle Repubbliche sovietiche iniziò a diminuire intorno al 1989-1990, per cui le cifre indicate per il 1991 non corrispondono ai massimi pre-riforma.
**L'anno in cui il PIL declinò, commutato alla crescita dello stesso.
LaComunità degli Stati Indipendenti è formata da 9 dei 15 Stati post-sovietici: non fanno parte, per loro volontà, Estonia, Lituania e Lettonia mentre Turkmenistan, Ucraina e Georgia si sono ritirate dopo aver aderito. Alcuni credono che questa organizzazione sia stata creata per "permettere un divorzio civile" tra le repubbliche ma i suoi membri da allora hanno firmato un documento che promuove una cooperazione più stretta.
Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva (CSTO)
L'Organizzazione del trattato di sicurezza collettiva è composta da 7 dei 9 membri della CSI, esclusi Georgia, Azerbaigian e Uzbekistan. L'organizzazione si occupa della difesa reciproca tra i vari Stati costituenti. L'organizzazione, pur se fondata da Stati dell'ex Unione delle Repubbliche Socialistiche Sovietiche è aperta all'adesione di altri Stati, gode dellostatus di osservatore all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e ha concluso un accordo di cooperazione nel mantenimento della pace con l'Organizzazione delle Nazioni Unite.
LaComunità economica eurasiatica fu istituita daRussia,Bielorussia,Kazakistan,Kirghizistan eTagikistan. L'Ucraina laMoldavia e l'Armenia hanno lo status di osservatori nella comunità, anche se l'Ucraina ha dichiarato di non voler diventare uno Stato membro. Dato che uno dei prerequisiti per la piena partecipazione è l'avere i propri confini nazionali in comune con la comunità, la Moldavia quindi non può prendere parte all'organizzazione. Nell'ottobre2005 l'Uzbekistan chiese di poter partecipare alla comunità,[3] quando iniziò il processo di unione della CACO e della Comunità economica euroasiatica. Il 25 gennaio2006 si unì all'organizzazione.
L'Unione statale di Russia e Bielorussia fu fondata originariamente il 2 aprile1996, con il nome di "Comunità di Russia e Bielorussia", prima di venire ulteriormente rafforzata il 3 aprile1997. L'input alla fondazione fu dato dal Presidente della BielorussiaAljaksandr Lukašėnka. Sulla carta, l'Unione di Russia e Bielorussia intende perseguire una maggiore integrazione, oltre il traguardo della cooperazione, includendo l'introduzione delrublo russo come valuta comune.
Organizzazioni cui partecipano Stati post-sovietici
GUAM Organizzazione per la democrazia e lo sviluppo economico è un'organizzazione regionale del 2001, i cui membri effettivi sono quattro paesi post-sovietici (Georgia, Ucraina, Azerbaigian e Moldavia). Turchia e Lettonia sono, invece, Stati osservatori.
LaComunità di Scelta Democratica fu istituita nel dicembre2005 su proposta diUcraina eGeorgia e conta sei Stati membri post-sovietici (Ucraina, Georgia,Moldavia e i trePaesi baltici:Estonia,Lettonia eLituania), oltre a tre altre nazioni dell'Europa orientale:Slovenia,Romania eRepubblica di Macedonia. Come ilGUAM prima di esso, questo forum ha lo scopo di contrastare l'influenza russa nella regione. Questo è l'unico forum internazionale centrato nello spazio post-sovietico al quale partecipano anche le repubbliche baltiche. In aggiunta, gli altri tre Stati dell'organizzazione sono tutti membri del GUAM. Il suo principale obiettivo è la promozione della democrazia, dei diritti dell'uomo e delloStato di diritto, contrastando l'ingerenza russa ove si verifichi.
Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO)
L'Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai è composta dallaCina e da cinque Stati post-sovietici: Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan. L'organizzazione è stata fondata nel2001, anche se il suo predecessore, il gruppo Shanghai Cinque, è esistita sin dal1996. Lo scopo dell'organizzazione è principalmente in materia di cooperazione economica e di sicurezza.
Riguardo alle libertà politiche all'interno delle ex repubbliche sovietiche[4], i Paesi sono divisi come segue:
Estonia,Lettonia,Lituania eUcraina sono nazioni "libere", ormai fortemente orientate verso i paesi occidentali (nella lista del2005 l'Ucraina era registrata comeparzialmente libera)
Russia,Bielorussia,Azerbaigian e le quattro nazioni dell'Asia centrale (Uzbekistan,Turkmenistan,Tagikistan, eKazakistan) sono registrate come "non libere", mentre il Turkmenistan in particolare si è posizionata all'ultimo posto ed è stata segnalata come uno degli otto regimi più repressivi dell'anno.
È stato notato che diversi Stati post-sovietici non hanno cambiato leadership a partire dalla loro indipendenza, comeIslom Karimov in Uzbekistan eNursultan Nazarbaev in Kazakistan. Tutti questi avevano in origine mandati a termine, ma attraverso decreti o referendum prolungarono la loro permanenza in carica (una pratica seguita anche dal Presidente dellaBielorussiaAljaksandr Lukašėnka).Askar Akayev delKirghizistan ha svolto in modo simile la carica di Presidente a partire dall'indipendenza della nazione finché è stato obbligato a dimettersi a seguito della rivoluzione del2005.Saparmyrat Nyýazow in Turkmenistan ha governato dall'indipendenza fino alla morte nel2006, creando unculto della personalità intorno a se stesso.
Il problema della successione dinastica è stato un altro elemento che ha affetto le politiche di alcuni Stati post-sovietici, conİlham Əliyev che è divenuto Presidente dell'Azerbaigian dopo la morte del padreHeydər Əliyev, e teorie sui figli di alcuni leader dell'Asia centrale che sono Stati scelti per la successione. La partecipazione del figlio e della figlia di Akayev nelle elezioni parlamentari kirghize del 2005 ha suscitato paure di successione dinastica, e potrebbe aver contribuito al clima anti-Akayev che ha portato al suo rovesciamento.
InBielorussia,Kazakistan eKirghizistan è stato mantenuto ilrusso comelingua ufficiale, ma negli altri Stati post-sovietici questa ha perso il suo status dopo la fine dell'Unione Sovietica. NeiPaesi baltici i russi locali sono considerati come "occupanti", questo in risposta alla pesante occupazione sovietica subita per quasi cinquant'anni e la forzatarussificazione nel passato che ha aumentato il nazionalismo in questi Stati. Non volendo imparare le lingue locali, agli slavi è stata negata la cittadinanza automatica dopo ladissoluzione dell'Unione Sovietica.
Gli Stati post-sovietici hanno avuto a che fare con desideriseparatisti dei territori con differenti caratteristiche etniche o religiose, diverse da quelle della maggioranza della popolazione dello Stato. Le nazioni in cui sono insorte delle regioni separatiste sono:
Dal 20 febbraio1992 al 16 maggio1994 l'Azerbaigian ha combattuto laprima guerra del Nagorno Karabakh (oggiRepubblica dell'Artsakh) culminata con l'Accordo di Biškek che ha resode facto la regione uno Stato indipendente. Le tensioni sono rimaste comunque alte e tra il 2 e il 5 aprile2016 si è consumata laguerra dei quattro giorni, il cui termine è giunto con un accordo di cessate-il-fuoco mediato dalla Russia con l'appoggio degli Stati Uniti. Nel 1993 laRepubblica autonoma Talysh-Mugan è stata velocemente abbattuta dopo l'ascesa diHeydər Əliyev. Il suo leader, il colonnello Alakram Alekper Gumbatov fu arrestato; la regione è oggi integrata nell'Azerbaigian, ma è divisa inrajony separati e non ha autonomia. Anche laRepubblica Autonoma di Naxçıvan, exclave azera, ha cercato di ottenere una maggiore autonomia, che in seguito le è stata concessa.
LaCecenia dopo ladissoluzione dell'Unione Sovietica si sollevò per cercare di ottenere una maggiore autonomia e successivamente l'indipendenza politica: laRussia dovette affrontare i separatisti nellaprima guerra cecena, combattuta tra Russia e Cecenia dal 1994 al 1996 che terminò con la dichiarazione d'indipendenza la nascita dellaRepubblica cecena di Ichkeria cui seguì un secondo conflitto nel 1999 in territorio ceceno da parte dell'esercito russo, per riottenere il controllo dei territori conquistati dai separatisti ceceni che terminò col ripristino del governo federale russo nel 2005 e la fine delle ostilità nel 2009.
La Georgia ha dovuto affrontare unaguerra civile causata dai propositi separatisti dell'Abcasia e dell'Ossezia del Sud. Tra il 5 gennaio1991 e il 24 giugno1992 si combatté unaprima guerra in Ossezia del Sud, dopodiché la Georgia accettò uncessate il fuoco imposto dalla Russia; tra il 7 e il 16 agosto2008 scoppiò unaseconda guerra nel medesimo territorio che lo resede facto uno Stato indipendente. Dal 1991 al 1993 la Georgia ha dovuto combattere anche un'ulterioreconflitto che ha portato all'indipendenzade facto dell'Abcasia. La Georgia è stata anche protagonista di una delle rivoluzioni colorate, laRivoluzione delle rose, che ha portato alla caduta diEduard Shevardnadze e a una crisi inAgiaria, poi risolta dopo la decisione di aumentarne l'autonomia.
La Moldavia ha dovuto combattere dal 2 marzo al 21 luglio1992 laguerra di Transnistria, unconflitto su scala limitata conclusosi con l'indipendenzade facto della regione dellaTransnistria. Nel 1994 anche la regione dellaGagauzia ha richiesto e ottenuto una maggiore autonomia, pur rimanendo fedele allo Stato moldavo.
^Karen Dawisha, Bruce Parrott, Democratization and Authoritarianism in Post-Communist Societies,Democratic Changes and Authoritarian Reactions in Russia, Ukraine, Belarus and Moldova [First Edition] 0521592453, 9780521592451Cambridge University Press, 1997.