Commento:Sebbene l'ISO utilizzi il termine"standard" (ininglese) per indicare le norme, tale termine in italiano è reso da "Norma tecnica" (così come indicato nel sito UNI), mentre il termine"standard" in italiano assume un significato differente, anche se nel linguaggio comune si utilizza il termine"standard" anche per indicare una norma, la quale però è un documento, mentre lostandard è ciò che viene regolamentato da tale documento (ad esempio, il formatostandard "A4" è regolamentato dalla normaISO 216). Se tutte le informazioni in questa pagina si riferiscono alle norme tecniche, ilredirectstandard potrebbe essere cancellato oppure tale titolo potrebbe essere mantenuto come disambigua
Unanorma tecnica[1] (o semplicementenorma[2], chiamata talvolta impropriamente"standard") è undocumento, utilizzato in svariati ambiti, che stabiliscespecifiche tecniche di entità, oggetti, concetti. Più in generale, una norma descrive requisiti di materiali,prodotti, apparecchiature, opere,servizi, organizzazioni, attività, processi, progetti, sistemi, figure professionali, modelli astratti, terminologia, convenzioni, metodologie, sia in generale sia per diverse fasi/aspetti del ciclo di vita di ciascuno di questi elementi. Altra tipologia di norma è lalinea guida ovvero una norma che non contiene requisiti, ma raccomandazioni, esemplificazioni, interpretazioni a sé stanti oppure di supporto ad altre norme.
Le norme che compongono una "famiglia di norme" sono documenti, accomunati dalla medesima serie numerica, che inquadrano complessivamente uno specifico argomento (es. la serie ISO 191nn, cui appartiene laISO 19101, tratta di argomenti digeografia). Tali norme, che possono essere di valenza nazionale o internazionale, sono redatte da appositienti di normazione. Offrono un linguaggio comune di comunicazione fra leimprese, lapubblica amministrazione e gli utenti/consumatori, stabiliscono un equilibrio socio-economico fra i diversi attori che partecipano alle transazionicommerciali, base per qualsiasieconomia dimercato, e sono una base necessaria delle relazioni fracliente efornitore. È da chiarire che, comunque, le norme appartengono ad un vastissimo campo di utilizzo, ben oltre le materie economiche o professionali.
L'adesione alle norme tecniche è volontaria[2], e viene svolta solitamente da parte di soggetti privati o pubblici (ad esempioimprese,organizzazioninonprofit o organismi dellapubblica amministrazione) allo scopo di adeguarsi a particolaristandard dettati dalla norma in esame, per acquisire una certificazione o per potere utilizzare un marchio di conformità.
Le norme tecniche, inlingua inglese, sono chiamate "standard" (ad esempio dall'organismo di normazione internazionaleISO[3]). Da qui la confusione in italiano tra il termine "norma tecnica" e il termine "standard", dove quest'ultimo non corrisponde alla norma, ma a ciò che viene prodotto dalla sua applicazione. Ad esempio la norma tecnicaISO 216 stabilisce diversi standard per le dimensioni degli fogli di carta, denominati con le sigle "A0", "A1", "A2", "A3", A4", ecc. In questo caso quindi ad una singola norma sono associati più standard. Non solo: esistono anche altre norme che definiscono dimensioni di fogli di carta standard, per cui in generale non esiste necessariamente unacorrispondenza biunivoca tra norma e standard.
Inoltre molti standard non derivano da una norma tecnica. Un esempio in tal senso sono i sistemi utilizzati per indicare ifusi orari (UTC,GMT,CEST, ecc.).
Nei campi dell'informatica, dell'elettronica e delletelecomunicazioni, il termine "standard" viene utilizzato ad esempio per indicare specifiche ufficiose o ufficiali, a volte anche puramente convenzionali, prestabilite da un'autorità e riconosciute tali con lo scopo di rappresentare una base di riferimento o paradigma codificato per la realizzazione di tecnologie fra loro compatibili einteroperabili, che siano componentihardware,software o infrastrutture direte. Tale termine è quindi in decisa contrapposizione alle tecnologie cosiddette "proprietarie", cioè sviluppatead hoc dalle aziende, ma che non permettono appunto l'interoperabilità tra sistemi. In genere uno standard definisce le caratteristiche tecniche che il sistema, prodotto, processo o servizio da realizzare deve soddisfare a livello logico-funzionale, garantendo dunque l'interoperabilità tra sistemi, lasciando il resto dell'implementazione, cioè i dettagli realizzativi, in mano ai produttori/realizzatori del sistema, cercando così di favorire al massimo lalibera concorrenza nella produzione e nelmercato.
A causa della volontarietà nella loro applicazione, le norme tecniche si distinguono dallenorme giuridiche. In altre parole, le norme tecniche sono "norme volontarie", mentre le norme giuridiche sono "norme cogenti". Ciò non toglie che le norme giuridiche possano appoggiarsi in qualche modo alle norme tecniche; ad esempio le direttive dell'Unione Europea che regolamentano lamarcatura CE obbligano in certi casi ad attenersi a particolari norme tecniche.[4] O in altri casi, una norma tecnica, anche se nasce come norma volontaria, può essere presa a riferimento da ordinamenti legislativi e amministrativi, diventando dunque vincolante. Di solito tende ad autoaffermarsi per l'autorità dell'istituto di normazione che la emana e/o perché particolarmente richiesta/sentita dalmercato stesso. Al contrario,norme proprietarie tendono ad andare contro l'interesse comune e a creare barriere.
Per queste ragioni le norme tecniche assumono la caratteristica di prodotti editoriali (si noti che la consultazione di una norma tecnica avviene per lo più a titolo oneroso).
Una normade jure può definirsi, in generale, come una specifica tecnica "ufficiale", ovvero approvata da un organo di normazione riconosciuto per l'applicazione della stessa in maniera ripetuta o continuativa, senza che detta norma sia di applicazione obbligatoria (GATT e definizioni delledirettive CEE 83/189).
Una normade facto può definirsi come una specifica tecnica "ufficiosa" che è stata sviluppata da una o più aziende e che ha successivamente acquisito importanza generale grazie alla sua condizione di diffusione nelmercato. Si utilizza per riferirsi a norme consuetudinarie.
Il primo passo per la pubblicazione di una norma è l'approvazione di un documento da parte di un'organizzazione (solitamente di espressione mista governativa e industriale, ma non necessariamente di diritto pubblico[5]) chiamato "ente di normazione". In taluni settori anche grandi imprese private (o associazioni settoriali di imprese) emanano delle prescrizioni a carattere normativo, principalmente rivolte alla loro catena di fornitura (ad esempioindustria automobilistica,alimentare,ferroviaria,aeronautica,navale, costruzioni). Spesso, questo genere di standard settoriali richiama esplicitamente requisiti delle norme in senso stretto oppure viene condiviso con gli enti normatori al fine di pubblicare congiuntamente il testo.
Gli organismi di normazione possono operare a loro volta a livello internazionale o nazionale. Ad esempio l'ISO (Organizzazione internazionale per la normazione) opera a livello internazionale, mentre l'UNI (Ente nazionale italiano di unificazione) opera a livello nazionale. Possono esistere anche organismi di normazione che operano in aree geografiche che comprendono più nazioni, come ad esempio il CEN (Comitato europeo di normazione), attivo all'interno dell'Unione Europea. Gli enti di normazione sono organizzazioni di natura privata e spesso le norme da essi emanate sono documenti commercializzati, cioè venduti ad un determinato prezzo. Questo perché le norme tecniche non sono leggi (o regolamenti), che invece sono pubblicate da enti pubblici.
Nel momento in cui un organismo di normazione nazionale, internazionale o sovranazionale abbia redatto una norma, questa generalmente viene chiamata con una sigla che richiama l'organismo di normazione che l'ha redatta, ad esempio "ISO 9001". Essa può essere successivamente recepita da altri enti di normazione e prendere il nome anche da questi dove viene recepita. Ad esempio, una volta che la ISO 9001 è stata recepita dal Comitato europeo di normazione e dall'UNI, è stata chiamata in Italia "UNI EN ISO 9001", mentre il suo recepimento nel Regno Unito ha dato luogo al nome "BS EN ISO 9001", e così via per le altre nazioni dove è stata recepita. All'atto del recepimento la norma viene tradotta nella lingua adottata dall'organismo di normazione che la recepisce (ad esempio la lingua italiana nel caso dell'UNI).
Prima di essere pubblicate, le norme subiscono un iter, piuttosto articolato (progetto di norma) che, attraverso varie fasi, fa passare il documento da proposta/richiesta a versione definitiva; questo progetto è coordinato da un comitato (nazionale o internazionale a seconda) che, attraverso incontri, emendamenti e votazioni, delibera lo standard e le successive revisioni.
In alcuni casi può la conformità ad una norma può essere certificata da unorganismo di certificazione il quale può agire all'interno di un accreditamento rilasciato da unente di accreditamento emettendo quindi certificazioni di terza parte dette "accreditate". Le regole per l'accreditamento sono stabilite da norme tecniche (esempio:ISO 17021). Qualora l'organismo di certificazione operi al di fuori delle regole di accreditamento, rilascerà certificazioni dette "non accreditate".
Gli enti di accreditamento fanno capo all'IAF (International Accreditation Forum), che è l'organismo mondiale che raggruppa tali organizzazioni la cui attività è l'accreditamento (da non confondere con la certificazione né, tantomeno, con la normazione).
Prima di essere considerato tale dalla comunità internazionale ed essere preso a buon diritto come modello di riferimento, uno standard passa attraverso una serie di fasi di analisi e accreditamento:
Quando possibile, delle specifiche tecniche vengono emesse sotto forma di descrizioni documentate estremamente dettagliate da parte digruppi di lavoro composti da massimi esperti internazionali.
Iltesting e l'utilizzo di tali specifiche da parte della comunità internazionale dei produttori e deilaboratori di ricerca evidenzia le soluzioni migliori. A questo gli enti internazionali possono cominciare a scegliere cosa scartare e cosa mantenere dei vari contributi, producendo l'insieme delle specifiche finali.
Le specifiche finali vengono approvate e quindi rilasciate come standard internazionale da un ente scientifico. Il risultato è un documento che descrive il modello cui le ditte di settore dovranno attenersi, pena l'incompatibilità dei loro prodotti tecnologici.
^A volte, tra i non addetti ai lavori, si pensa al termine "tecnico" come sinonimo di "ingegneristico", "scientifico" o analoghe accezioni; in realtà le norme coprono uno sterminato campo applicativo, trattando temi che sono molto diversi da ciò che comunemente è inteso come "tecnico" (es. psicologia, gastronomia, educazione, materie sociali e politiche, procedure amministrative, marketing, ecc.)
^A seconda dei diversi ordinamenti statali gli enti di normazione tecnica possono essere soggetti di diritto pubblico o di diritto privato; così come possono avere un controllo pubblico oppure coinvolgere nei logo organi direttivi sia soggetti pubblici che soggetti privati (solitamente non mancano imprese industriali). In Italia ad esempio l'ente italiano di normazione l'UNI, coinvolge nei suoi organi direttivi imprese industriali e associazioni rappresentative di imprese industriali, e ha veste giuridica di diritto privato (associazione privata riconosciuta) .