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Ilsocialismo è un complesso diideologie, movimenti e dottrine legato a orientamentipolitici disinistra tendente a una trasformazione dellasocietà finalizzata a ridurre ledisuguaglianze fra i cittadini sul piano sociale, economico e giuridico.
Originariamente tutte le dottrine e movimenti di matrice socialista miravano a perseguire i propri obiettivi attraverso l'abolizione delleclassi sociali e la soppressione totale dellaproprietà privata deimezzi di produzione e discambio. Fino al 1848, i termini socialismo ecomunismo erano considerati intercambiabili. In quell'anno, nelManifesto del Partito Comunista diMarx edEngels, si opera la distinzione tra "socialismo utopico" e "socialismo scientifico", il solo, quest'ultimo, che secondo Marx ed Engels può garantire la transizione verso una fase successiva, il "comunismo", per evidenziarne polemicamente le differenze con il primo.
Per socialismo si intende uguaglianza formale con l'obiettivo di raggiungere anche quella sostanziale. Nel pensieromarxista, il socialismo e ilcomunismo divennero due fasi dellarivoluzione: la fase socialista, cioè quella dellestatalizzazioni, che facevano parte delladittatura del proletariato, che si realizzava in un nuovo concetto di Stato, diverso da quello borghese; poi la fase comunista, che prevedeva l'abolizione delle classi, intesa come libera associazione di tutti.
Contrariamente all'anarchismo, che fin dall'inizio prevedeva una abolizione di qualsiasi organizzazione statale, questa concezione di Karl Marx prevedeva quindi due fasi: la dittatura del proletariato e la società senza classi. La seconda fase fu abbandonata quasi subito dai regimi delsocialismo reale; infatti, nella fase comunista si prevedeva la dissoluzione dello Stato, perché considerato a quel punto inutile poiché i beni e imezzi di produzione erano tornati alla collettività. Oggi, data l'evoluzione dei tempi, le due fasi vanno a coincidere. Dunque, si può parlare di una sostanziale coincidenza dei due termini socialismo e comunismo. Molto spesso sono usati come sinonimi, ma il termine socialismo sembra possedere un'accezione più ampia.
Contemporaneamente si sviluppava un'altra forma di dottrina di analoga matrice socialista, l'anarchismo, un'ipotesi di organizzazione i cui obiettivi egualitari in termini economici sociali e civili venissero fondati sull'autonomia e la libertà degli individui, contrapponendosi a ogni forma di potere costituito compreso quello statale. Tale dottrina, prendendo le mosse dal pensiero dell'illuministaWilliam Godwin, si concretizzava nelle teorie diPierre-Joseph Proudhon, fin dagli esordi in polemica con Marx. Lo scontro divampò progressivamente nel corso del secolo, e ulteriormente all'interno dell'Associazione internazionale dei lavoratori (Prima Internazionale), portando tra il 1871 e il 1872 a una prima scissione, concretizzata nel 1896. Nel XX secolo, marxisti e anarchici si troveranno spesso a condividere e combattere insieme nelle fasi iniziali dei moti rivoluzionari di ispirazione socialista come laguerra civile spagnola o larivoluzione d'ottobre russa, giungendo in fasi successive a scontri e repressioni da parte delle fazioni marxiste verso i socialisti libertari (rivoluzione anarchica spagnola,rivolta di Kronštadt,insurrezione rivoluzionaria d'Ucraina, e altri). Il filone, nel tempo, si è suddiviso in aree con diverse connotazioni, fondendo temi propri di varie ispirazioni, originandosocialismo libertario,anarco-comunismo,anarco-sindacalismo, eccetera.
In ogni modo, il terminecomunismo continuò a essere un sinonimo disocialismo per tutto l'Ottocento. I partiti che prendevano parte allaSeconda Internazionale, tutti definitivamente di ispirazione marxista dopo il IV congresso di Londra del 1896, venivano denominatisocialisti osocialdemocratici.
Il socialismo è una corrente di pensiero legata ai movimentipolitici che, a partire dalXIX secolo, lottarono per modificare la vita sociale ed economica delleclassi meno abbienti e in particolare delproletariato.Ilmovimento operaio da cui scaturì il socialismo pose per la prima volta il problema dellagiustizia sociale. In una prospettiva di analisi teorica storica, quindi, mentre si vede il periodo feudale come caratterizzato dal predominio dell'aristocrazia e del clero, e il periodo post-rivoluzioni francese ed americana come caratterizzato dall'ascesa al potere sociale dellaborghesia (e quindi del liberalismo e del capitalismo), il socialismo dovrebbe essere lo stadio successivo, caratterizzato dal predominio delle classi popolari che detengono il potere economico e asserviscono, o addirittura annullano, lo Stato.
Il socialismo si oppone inizialmente alliberalismo classico, che postula illiberismo in economia, chiedendo invece la nazionalizzazione o la socializzazione di tutte o parte delle attività economiche e dei mezzi di produzione. Il criterio economico socialista di gestione delle risorse e di produzione non è quello del profitto individuale ma quello della ricerca del bene comune collettivo. Il socialismo contesta inoltre l'idea delle neutralità delle istituzioni statali rispetto allalotta di classe e si batte per un mutamento del ruolo delloStato o, addirittura, nella versione avanzata dall'anarchismo, per la sua eliminazione.
Sul piano internazionale il movimento socialista nasce come un movimento favorevole all'autodeterminazione dei popoli, contrapponendosi alnazionalismo e all'imperialismo occidentali. Nell'ala riformista e della socialdemocrazia la linea politica è spesso pacifista, mentre storicamente i socialisti rivoluzionari hanno auspicato una rivoluzione violenta.Nella prassi tuttavia, soprattutto durante il periodo dellaprima guerra mondiale, molti partiti socialisti o correnti di essi finiscono per abbandonare ilpacifismo e l'internazionalismo, appoggiando le imprese belliche dei loro paesi con motivazioni patriottiche. Un esempio è il nazionalismo dell'Unione Sovietica che scaturì dalla politica diStalin delsocialismo in un solo paese prima e dalla "grande guerra patriottica" poi (anche se per i più ortodossi ciò che si instaurò nella Russia post-rivoluzionaria non si può definire esattamente "socialismo").
Partiti e movimenti estremamente diversi fra loro si sono definiti socialisti: molti di essi sopravvivono ancora oggi e formano una delle più importanti correnti politiche inEuropa, nonché la principale componente della sinistra europea, con la definizione di socialdemocrazia. Il movimento socialista conosce numerosissime scissioni, accuse reciproche di aver tradito gli ideali originari asservendosi alloStato liberale, ecc. La scissione più importante è probabilmente quella verificatasi all'indomani dellarivoluzione d'ottobre, che vede una larga fetta della sinistra dei partiti socialisti staccarsi e scegliere la denominazionecomunista, già utilizzata in passato da alcuni teorici socialisti comeKarl Marx. Per informazioni sulcomunismo e su altre particolari correnti del socialismo si rimanda alle pagine relative, così come per l'illustrazione dettagliata delle dottrine dei vari pensatori socialisti.
Non è da trascurare la corrispondenza tra il socialismo originario e la matrice dell'illuminismo, sia in rapporto agli aspetti esteriori che connettono le due dottrine nei tratti unificanti della lotta all'oscurantismo e per l'emancipazione dell'umanità, sia in relazione alle corrispondenze di alcune figure chiave in entrambi i contesti, comeFilippo Buonarroti eAdam Weishaupt.
Il terminesocialismo utopico, qui usato, come vedremo verrà introdotto solo in un secondo tempo da Marx per distinguere e contrapporre il suosocialismo scientifico, che pretendeva essere fondato su basi logiche, storiche, sociali ed economiche rigorose, certe e verificate, da quelli precedenti alle sue teorie, e all'epoca a volte in contrasto su diverse questioni, definiti da Marx utopisti in quanto, sempre secondo la visione marxiana, non basati su dati scientifici ma su aspirazioni ideali.
Il terminesocialismo scientifico viene coniato daKarl Marx per indicare la sua visione del socialismo, illustrata nelle sue numerose opere sulla società, sullastoria e sull'economia. In opposizione al socialismo utopico, Marx riteneva che la prassi del movimento operaio dovesse essere ispirata da una rigorosa analisi.A Marx si deve la nozione dilotta di classe, illustrata nelManifesto del Partito Comunista del 1848. Marx si propone nelle sue opere di dimostrare come ilcapitalismo, gestito dallaborghesia, opprimesse ilproletariato (lavoratori industriali) nella fase storica in cui scriveva. Nell'operaDas Kapital (Il Capitale), Marx analizza come i capitalisti comprassero forza lavoro dai lavoratori, ottenendo il diritto di rivendere il risultato dell'attività produttiva ottenendo così profitto (vedimarxismo per i dettagli); questo, secondo Marx, porta ad un'insostenibile sperequazione nella distribuzione della ricchezza.
Per Marx era solo questione di tempo: le classi lavoratrici di tutto il mondo, presa coscienza dei loro comuni obiettivi, si sarebbero unite per rovesciare il sistema capitalista che le opprimeva. Lo considerava un risultato possibile di un processo storico in atto.
Dalle rovine del capitalismo sarebbe sorta, dopo un periodo di transizione (dittatura del proletariato) in cui lo Stato avrebbe controllato i mezzi di produzione, una società in cui la proprietà sarebbe passata alla società stessa nel suo complesso: lo Stato era quindi destinato a dissolversi. La proprietà privata sarebbe stata limitata agli effetti personali. La conseguenza della proprietà collettiva dei mezzi di produzione sarebbe stata, nell'ottica di Marx, la fine della divisione della società inclassi sociali e, di conseguenza, la fine dello sfruttamento e la piena realizzazione dell'individuo. L'ateismo, caratteristica del socialismo marxista, era una conseguenza logica delmaterialismo dialettico che ilmarxismo adottava come metodo.
Dalle teorie di Marx e dei suoi contemporanei originarono molti orientamenti diversi, tutti in qualche modo connessi con le basi fondamentali del pensiero socialista: alcuni presero da Marx solo il metodo di analisi dellasocietà, mentre altra parte del movimento socialista ne abbracciò con entusiasmo la parte rivoluzionaria, mettendo in secondo piano il pensiero dei socialisti non marxisti. La nascita di una società di uomini liberi e uguali dal punto di vista dei diritti è il concetto chiave attorno ai quali si articolano tutti i progettilibertari; le idee anarchiche entrarono presto in conflitto sia con le concezioni riformiste del socialismo che con le concezioni marxiste, in particolare per quanto riguarda l'uso dello Stato come mezzo rivoluzionario. GlianarchiciMichail Bakunin ePëtr Alekseevič Kropotkin, che presero l'avvio dalle idee del socialista utopico di matriceanarchistaPierre-Joseph Proudhon, vengono oggi considerati i principali rappresentanti ottocenteschi del socialismo libertario, ma alcune delle idee basilari affondano le radici inGodwin.
Fra gli italiani, un noto esponente del socialismo libertario èGino Bianco[2].
Associazione internazionale dei lavoratori o Prima internazionale
Fu nel segno del socialismo ancora unitario che nel 1864 fu creata la Prima Internazionale dei lavoratori oAssociazione internazionale dei lavoratori, l'organizzazione che raggruppava i movimenti socialisti di tutta Europa, vedendo al suo interno come principali, ma non sole componenti, tanto la corrente anarchica quanto quella marxista.L'organizzazione vedeva confluire socialisti, anarcocomunisti, repubblicani, mazziniani, marxisti. I mazziniani, contrari alle teorie che si basavano sullalotta di classe, pensavano di risolvere i problemi sociali attraverso la solidarietà nazionale, si ritirarono per primi dall'Internazionale (conGiuseppe Garibaldi,socialista nazionale, che si espresse, al contrario, a suo favore) e l'intera organizzazione ebbe successivamente un prevalente orientamento marxista.La differente visione politica delle due correnti principali sfocerà alcongresso dell'Aia del 1872 in una reale spaccatura in seno all'Internazionale e allo sviluppo di movimenti di matriceanarchica, quali, ad esempio, ilsocialismo libertario. In epoca diSeconda Internazionale, durante il IV congresso diLondra nell'estate del 1896, si consumerà il definitivo allontanamento tra marxisti e libertari.
Fu chiamatarevisionista la corrente moderata eriformista delmarxismo che sorse verso la fine delXIX secolo, originata dall'osservazione che il comportamento dell'economia capitalistica non sembrava corrispondere alle previsioni del marxismo.
Dopo la depressione degli ultimi decenni delXIX secolo infatti, era iniziato un nuovo periodo di prosperità che sembrava riabilitare illibero commercio e la fiducia nelcapitalismo e per questo la componente moderata del socialismo (che all'epoca veniva chiamata indifferentemente socialismo democratico osocialdemocrazia) elaborò la "teoria revisionista", che in pratica si prefiggeva di abbandonare il marxismo per giungere alla completa accettazione dell'economia di mercato, magari con qualche "aggiustatina". Da allora coloro che accettarono il revisionismo e proseguirono sulla via del capitalismo per realizzare riforme nell'interesse dei lavoratori furono indifferentemente chiamati "socialisti democratici" o "socialdemocratici" (un'esatta differenza tra i due termini si avrà solo nella seconda metà del Novecento). Coloro che invece avversavano il revisionismo e la via riformista furono i "socialisti marxisti" e i "comunisti o socialrivoluzionari" (insieme chiamati genericamente "massimalisti"). Il maggior esponente del revisionismo fu il tedescoEduard Bernstein (1850-1932).
Si definiscesocialdemocrazia quell'insieme di movimenti socialisti che accettano il concetto dieconomia di mercato, di proprietà privata e il muoversi all'interno delle istituzioni liberali.
La socialdemocrazia si pone tra il socialismo marxista e il riformismo borghese. Essa infatti, in un primo tempo, pur ponendosi in prospettiva critica nei confronti del capitalismo, non ritenne ancora tempo per una sua totale abolizione.
Il ruolo che si assicurarono i partiti socialdemocratici nei decenni tra ilXIX eXX secolo fu quello di lottare sia contro ilriformismo borghese, che avrebbe portato la classe operaia a legarsi troppo al sistema capitalistico, che contro l'avventurismo rivoluzionario marxista, che avrebbe portato a scontrarsi con le strutture ancora solide del sistema. La socialdemocrazia non tende a farsi garante della sopravvivenza del sistema, ma vuole lavorare al suo interno per portare uno spirito di rinnovamento e di trasformazione costante.
Le evoluzioni successive portano la socialdemocrazia a farsi portatrice del compromesso tra il riformismo liberale dei borghesi e i principi più importanti della dottrina socialista riformista: durante gli anni tra i due conflitti mondiali, con la proposizione di due modelli forti come quello sovietico e quellofascista, i socialdemocratici rappresentarono l'alternativa democratica e riformista. Socialdemocrazia ecomunismo giunsero spesso allo scontro frontale, in cui i socialdemocratici vennero trattati da "socialtraditori" o "socialfascisti", per ritrovare successivamente un progetto comune contro ilregimefascista enazista.
Nel secondo dopoguerra, la socialdemocrazia riassume in occidente un ruolo importante tra le forze politiche dominanti nonché il naturale approdo per tutti isocialisti riformisti e i democratici progressisti, essa fu inoltre capace di proporre significative trasformazioni, come la nazionalizzazione di alcuni settori produttivi, l'instaurazione di un'economia mista e il raggiungimento di forme di sicurezza sociale per i lavoratori.
Le socialdemocrazie contemporanee sono partiti politici che hanno abbandonato l'idea della divisione della società in classi contrapposte e ogni progetto di stampo ottocentesco; del vecchio modello rimane solo la prospettiva internazionalista che ribadisce il principio di un'azione comune tra tutte le forze socialiste, socialdemocratiche o genericamente riformiste dei singoli Paesi, nel rispetto delle diverse storie nazionali, delle diverse situazioni economiche e della pluralità delle tradizioni culturali e ideologiche. In molti casi inoltre, anche significative componenti del mondocristiano sociale e riformista hanno trovato nella socialdemocrazia un ottimo approdo.Invece ilsocialismo democratico mira alla completa soppressione delcapitalismo però tramite libere elezioni e senza rivoluzioni violente.
I socialisti riformisti pensavano che il socialismo fosse la naturale evoluzione della società occidentale, che sarebbe dovuta evolvere naturalmente da capitalista in comunista per via dellecontraddizioni interne delcapitalismo, tramite una sequenza di riforme.
In senso generale consocialismo di stato si intende qualsiasi varietà di socialismo che si basa sulla proprietà deimezzi di produzione da parte dellostato. Il socialismo di stato viene spesso indicato semplicemente come "socialismo"; il termine "di stato" viene solitamente aggiunto solo dai socialisti con una visione differente, desiderosa dicriticare ilsocialismo distato, come, ad esempio, glianarchici.
Oggi, molti partiti politici europei dellasinistra, sono sostenitori di varie forme di proprietà statale in forma disocialismo democratico. Questi socialisti moderati non sostengono il rovesciamento dello Stato capitalista in una rivoluzione socialista, quindi accettano anche la continuazione dell'esistenza dello Stato capitalista e del sistema economico capitalista, ma rivolto verso fini più sociali.
Dei socialisti democratici di oggi, soltanto un'esigua parte spera ancora su una graduale e pacifica transizione dal capitalismo al (pieno) socialismo, attraverso l'evoluzione piuttosto che larivoluzione. La maggior parte dei socialisti democratici però ha acquisito integralmente la visione propria dellasocialdemocrazia: hanno cioè aggiornato il pensiero socialista ottocentesco e non rifiutano tutti gli aspetti del capitalismo, non proponendosi di superarlo nell'immediato, ma di perfezionarlo raggiungendo l'"economia sociale di mercato" oppure l'economia mista. Essendo falliti ilsocialismo utopico, ilsocialismo rivoluzionario e ilsocialcomunismo, tutte le organizzazioni "socialiste" moderne dichiarano di ispirarsi al socialismo democratico e al giorno d'oggi isocialisti democratici sono quelli che chiamiamo a volte "socialdemocratici" e a volte "socialisti": ciò è dovuto al fatto che tutti i socialisti sono approdati al "socialismo democratico" divenendo "riformisti democratici". Per contro, ilmarxismo pre-revisionista sostiene che una rivoluzione socialista è l'unico modo pratico per implementare cambi radicali nel sistema capitalistico. Inoltre, sostiene che dopo un certo periodo di tempo sotto il socialismo, lo Stato deve "estinguersi", producendo una società comunista.