L'imperatoreTaishō, uncavaliere straniero dell'Ordine della Giarrettiera, che, in quanto di nazionalità straniera, non era autorizzato a usare l'appellativo di "Sir" (che comunque, in quanto sovrano regnante, non avrebbe usato), ma al quale era stato permesso di usare lelettere post-nominali KG (Knight Companion of the Order of the Garter)
Durante il periodo coloniale britannico, il titolo onorifico “Sir” veniva conferito a individui in India che ricevevano specifiche onorificenze britanniche, come l’Ordine della Stella d’India e l’Ordine dell’Impero Indiano. Questi ordini, istituiti rispettivamente nel 1861 e nel 1878, riconoscevano il servizio eminente di funzionari britannici e indiani nell’amministrazione coloniale. I destinatari delle classi superiori di questi ordini, come i “Knights Grand Commander” (GCSI) e i “Knights Commander” (KCSI), avevano diritto al titolo di “Sir” prima del loro nome.
Dopo l’indipendenza dell’India nel 1947, l’uso di tali titoli onorifici britannici è stato gradualmente abbandonato. Tuttavia, l’uso di “Sir” come forma di rispetto persiste in alcuni contesti educativi e formali. Ad esempio, negli ambienti legali indiani, è comune che gli avvocati si rivolgano ai giudici con il termine “Sir” o utilizzino termini equivalenti nelle lingue regionali. Questa pratica è vista come un gesto di cortesia e rispetto verso l’autorità giudiziaria.[2]
Inoltre, l’uso di “Sir” come forma di rispetto è diffuso nella cultura indiana contemporanea. Tuttavia, alcuni osservatori notano che questo uso potrebbe riflettere una persistenza delle gerarchie sociali ereditate dal periodo coloniale. Ad esempio, un articolo discute come l’uso di “Sir” e “Madam” rimanga prominente nella cultura indiana, suggerendo che possa implicare una gerarchia distatus sociale. 
Nel caso di ragazze, giovani donne o di donne non sposate, è preferibile l'appellativo dimiss[6] (/ˈmɪs/), traducibile in "signorina". InAustralia, quando ci si rivolge a un'insegnante di scuola superiore, si è soliti usare l'appellativo di miss, anche per donne sposate[senza fonte].