Sinagoga di Firenze | |
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Stato | ![]() |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Indirizzo | Via Luigi Carlo Farini, 6 - 50121 Firenze (FI) |
Coordinate | 43°46′21.83″N 11°15′58.79″E43°46′21.83″N,11°15′58.79″E |
Religione | Ebraismo |
Architetto | Marco Treves |
Stile architettonico | neomoresco |
Inizio costruzione | 1874 |
Completamento | 1882 |
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La principalesinagoga di Firenze otempio maggiore israelitico si trova nel centro storico diFirenze in via Farini. La suacupola verde rame è un punto celebre del panorama cittadino. La sinagoga di Firenze fu inaugurata nel 1882.
La comunità ebraica di Firenze è molto antica. Non si conoscono tuttavia notizie certe e documentate sui luoghi di culto fino all'istituzione della prima sinagoga di rito italiano nel ghetto (1572). Tuttavia una sinagoga è sicuramente esistita presso la zona dove abitavano famiglie ebree nel medioevo e nel primo Rinascimento, cioè in Oltrarno attorno all'attualeBorgo San Jacopo. Probabilmente la primaSinagoga era situata in quella che si chiamava "via dei Giudei", cioè l'attuale via dei Ramaglianti (cfr.ex-sinagoga di via de' Ramaglianti).Nel ghetto esistevano due sinagoghe, una di rito italiano (la prima ad essere fondata) e una di rito sefardita.Le due sinagoghe del ghetto cessarono di funzionare nel1848 con la chiusura del ghetto stesso (che fu completamente demolito a fine Ottocento) e i loro arredi furono trasferiti in dueoratori in via delle Oche, che con l'apertura della nuovaSinagoga monumentale vennero dedicati rispettivamente al rito italiano e a quelloaskenazita. La loro attività cessò soltanto nel Novecento. Prima dellaseconda guerra mondiale venne chiuso l'oratorio di rito italiano e nel1962 quello di ritoaskenazita. I loro arredi furono trasferiti in Israele, rispettivamente alla sinagoga Jad Haghiborim aRamat Gan e allaYeshivah Kerem be-Javne, dove si trovano tuttora. A ricordo dei due oratori resta oggi aFirenze solo una lapide sulla parete esterna dell'edificio[1].
Nel1868,David Levi, presidente dell'Università Israelitica di Firenze, con legato testamentario destinava i suoi beni alla realizzazione di una nuovaSinagoga fiorentina e di un luogo di culto ebraico "degno della città". Cominciò con l'acquisto di un terreno nei pressi del nuovo quartiere della Mattonaia e dipiazza d'Azeglio e sorse così il Tempio maggiore israelitico, costruito sulla base di progetti diMarco Treves, coadiuvato dagli architettiMariano Falcini eVincenzo Micheli e dall'ingegnereEugenio Cioni, per la notevole spesa di un milione dilire di allora. La prima pietra, spedita daGerusalemme, fu posta il 30 giugno1874 e l'inaugurazione ebbe luogo il 24 ottobre1882
L'edificio è rivestito ditravertino (bianco) e pomato rosa, è instile moresco a pianta centrale con cupola mediana e torri laterali con cupolette in facciata. Rientra fra le sinagoghe dette "dell'emancipazione" legate al periodo storico del laicismo statale dopo laBreccia di Porta Pia e la scomunica delRegno d'Italia da parte diPapa Pio IX (1870), che limitando gli influssi delcattolicesimo nella vita pubblica ebbe come conseguenze anche quella di favorire le minoranze religiose, fino ad allora relegate in secondo piano. Le sinagoghe di questa stagione furono in genere progettate quindi come costruzioni indipendenti e non nascoste in edifici per civile abitazione, come avveniva nei ghetti.
Sorgendo in un giardino verdeggiante un tempo ricco di piante esotiche, chiuso da una cancellata di ghisa opera del senesePasquale Franci, il tempio sospinge il visitatore in una lontana atmosfera orientaleggiante. Il giardino ospita anche la scuola della comunità. La cupola centrale, che si innalza su un alto tamburo circolare, è rivestita di lastre di rame dal caratteristico colore verde e segna un'inconfondibile presenza nel panorama fiorentino. È formata da due calotte sovrapposte, quella interna è alta 34 metri e quella esterna ne misura 47[2]
L'interno della sinagoga , inondato da una luce dorata, è completamente rivestito da motivi decorativi diGiovanni Panti dipinti ad arabeschi rossi e blu, in origine lumeggiati a oro. Sulle stesse pareti si aprono le belle vetrate policrome. Circondano il settore mediano della sala i matronei superiori chiusi da cancellate in ferro battuto, ornate da candelabri a sette braccia, i cui modelli furono dati daFrancesco Marini. In fondo è l'Aron haQodesh, rivestito amosaici ed incorniciata dal baldacchino, a sua volta sormontato dalleTavole della Legge, che si trovano anche sulla facciata esterna del tempio. Le porte dell'arca santa - davanti alle quali è accesa una luce perpetua - portano ancora i segni profanatori dei colpi di baionetta inferti dainazisti che tentarono di abbatterle. Durante l'occupazione nazista il tempio era stato utilizzato come garage e fu poi minato dai tedeschi in fuga, ma per circostanze ancora da chiarire, venne solo danneggiato ma non completamente distrutto.
In fondo alla navata di destra si apre una porta per la quale si accede ad un oratorio di ritoashkenazita intitolato al rabbino Samuel Zvi Margulies, in cui sono situate due arche. Al centro del pavimento si trova una stella in marmo nero e giallo proveniente dalla confraternita Mattir Assurim nell'antico ghetto.
La storia della comunità fiorentina può essere ripercorsa nel museo al primo piano, fondato nel1981 e ampliato nel2007 e distribuito su due piani: il primo piano concentrato sulle vicende storiche della Comunità fiorentina e sullaTorah e i suoi ornamenti, nel quale si raccolgono gli oggetti più importanti e preziosi, che vanno dal tardo Cinquecento all'Ottocento, la maggior parte del Seicento e del Settecento; il secondo piano è invece maggiormente dedicato agli oggetti cerimoniali di alcune festività e ad altri in uso in diversi momenti della vita ebraica. Conclude il secondo piano la Sala della Memoria, dedicata alla vicende dellaShoah.
I nomi di 248 ebrei residenti a Firenzeuccisi dai nazisti, incluso il rabbino-capoNathan Cassuto, sono elencati in una grande lapide nel giardino del tempio, dove è anche una lapide più piccola in ricordo di altri ebrei deportati da Firenze, ma non membri della Comunità diFirenze. Una targa simile è anche esposta nellastazione di Santa Maria Novella al binario dal quale partì il treno di prigionieri ebrei diretto verso icampi di concentramento.
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