Nacque aLugdunum inGallia (modernaLione,Francia), in una nobile famiglia gallo-romana di rango senatoriale; i suoi avi avevano raggiunto le più alte cariche (prefetto del pretorio,praefectus urbi, ecc.). Suo nonno,Apollinare, era ilPrefetto del pretorio delle Gallie; suo padre,il cui nome è ignoto, fu a sua volta Prefetto del pretorio delle Gallie tra il 448 e il 449. La madre era imparentata con la famiglia degli Aviti.[1] Fece gli studi previsti per i rampolli dell'aristocrazia romana della sua epoca: grammatica, letteratura, retorica, filosofia, geometria, astronomia, musica e diritto;[1] nelle sue lettere riporta i nomi di due suoi insegnanti, Oenio di poesia e Eusebio di filosofia, probabilmente aLugdunum o adArelate, e ricorda di aver avuto dispute filosofiche conClaudiano Mamerto.[1] Conosceva bene ed era in grado di citare autori comeVirgilio,Orazio,Lucano,Giovenale,Marziale,Stazio,Ausonio eClaudiano; aveva una qualche conoscenza diPrudenzio ePlauto, mentre aveva maggiore interesse inMenandro eTerenzio.[2]
In una sua lettera è ricordato un episodio della sua infanzia, risalente all'inizio dell'anno449, quando il consoleAstirio inaugurò la sua magistratura con una grandiosa cerimonia tenuta adArelate: in quell'occasione a Sidonio, che all'epoca era il figlio del Prefetto del pretorio delle Gallie, fu concesso di stare di fianco allasedia curule del magistrato, e di assistere alla declamazione, da parte di Nicezio, di un panegirico in onore del console.[3]
Nel452 circa sposòPapianilla: si trattò di un matrimonio estremamente favorevole per il prestigio e la carriera di Sidonio, dato che la sposa era figlia di quell'Avito che fuconsole (456) e imperatore d'Occidente (455–456): col matrimonio Sidonio entrò in possesso diAvitacum, una grande e sontuosa proprietà nei pressi diClermont-Ferrand. I due sposi ebbero diversi figli, un maschio,Apollinare, e tre femmine, Severiana, Roscia e Alcima. Era cognato diAgricola edEcdicio Avito, probabilmente cugino per parte di madre del senatore gallicoAvito.[4]
Nel luglio del455 il suocero fu proclamato imperatore, e Sidonio lo seguì a Roma; il 1º gennaio456 Sidonio declamò un panegirico in versi in suo onore[5] in occasione dell'assunzione del consolato da parte di Avito, ricevendo poi una statua nelForo di Traiano.[4][6]
Nel457 Avito morì, e gli succedette al tronoMaggioriano, coinvolto nella deposizione del predecessore; le popolazioni della Gallia non riconobbero il nuovo imperatore, il quale marciò contro di esse. Sidonio si schierò contro Maggioriano; si trovava aLugdunum quando la città fu catturata dall'esercito imperiale e fu preso prigioniero, ma poi liberato. Nel458 rivolse a Maggioriano una supplica di alleggerire la punizione perLugdunum sotto forma di un breve componimento poetico; successivamente compose e declamò un panegirico per l'imperatore.[4]
Tra il 458 e il461 tenne una posizione amministrativa minore, probabilmente quella ditribunus et notarius, con Catullino edEutropio come colleghi. Nel 461 è attestato comecomes; in quell'anno si recò da Clermont adArelate, presso la corte di Maggioriano, dove scoprì che gli si attribuiva il componimento di un libello anonimo in cui un personaggio di rilievo era offeso; durante una cena con l'imperatore Sidonio riuscì a scagionarsi.[4]
Nei sei anni successivi alla caduta di Maggioriano Sidonio si tenne lontano dalla politica e condusse la vita dell'aristocratico romano in Gallia. Spesso non è possibile datare con precisione gli eventi narrati nella sua corrispondenza, ma a questo periodo vanno fatte risalire le sue permanenze aLugdunum eAvitacum, lo scambio di visite nelle proprietà terriere di altri aristocratici, tra cuiTonanzio Ferreolo e Apollinare[7] ePonzio Leonzio,[8] la visita al vescovoFausto aRiez,[9] e probabilmente anche la visita alla corte diTeodorico II a Tolosa.[10]
Il lungo periodo diotium fu interrotto dall'assassinio di Teodorico con la conseguente ascesa al trono diEurico (466) e dall'elevazione al trono imperiale diAntemio (12 aprile 467): Sidonio fu infatti incaricato dagli Arverni di recarsi aRoma per portare una petizione al nuovo imperatore; il suo contatto presso la corte,Cecina Decio Basilio, gli consigliò di comporre un panegirico in occasione dell'assunzione da parte di Antemio del secondo consolato (1º gennaio468); il panegirico e l'influenza di Cecina Basilio fecero sì che Apollinare venisse nominatocaput senatus epraefectus urbi.[11] Tra i suoi compiti vi fu quello di garantire le forniture di grano all'Urbe.[12] Fu probabilmente nel 468 o469 che fu nominatopatricius. Si dimise da prefetto nel tardo 468 o all'inizio del 469, per evitare di dover presiedere il processo controArvando, suo amico.
Nello stesso anno venne scelto come successore diEparchio al soglio vescovile diAlvernia, più per i suoi influenti referenti politici e per i suoi sforzi di tenere unita la provincia gallica all'impero che per le sue virtù teologali. Il vescovato di Alvernia aveva fornito diversi santi alla Chiesa, tra cui un recente predecessore di Apollinare,Namazio (vescovo nel446–462), fondatore della cattedrale.
Opera, 1598
Apollinare fu attivo nella difesa armata della provincia contro iVisigoti, che conquistaronoClermont nel474: Apollinare venne imprigionato, ma poi venne liberato per volere di reEurico, rimanendo vescovo fino alla sua morte.
Nella sua opera, tradizione classica eCristianesimo convivono senza difficoltà sia sul piano dei contenuti che su quello formale; è proprio con lui che comincia quel fenomeno di definizione di un patrimonio culturale atto a superare le precedenti contrapposizioni, da cui erano state angosciate personalità comeGirolamo, in nome di una nuova distinzione che vede uniti gli ex "nemici" greci, latini, pagani e cristiani contro il nuovo mondo dei germani.
Johannes A. van Waarden and Gavin Kelly (eds),New Approaches to Sidonius Apollinaris, with Indices on Helga Köhler, C. Sollius Apollinaris Sidonius: Briefe Buch I. Leuven, 2013.
(LA) Gaio Sollio Sidonio Apollinare,[Opere], Parisiis, in Officina Plantiniana : apud Hadrianum Perier, via Iacobaea, 1598.