Iserpenti, detti ancheserpi odofidi, sono indicati comunemente come irettilisquamati appartenenti alsottordineSerpentes (oOphidia;Linnaeus, 1758). Lafilogenesi dei serpenti è collegata strettamente a quella dellelucertole, nome comune dei rettili appartenenti al sottordineSauria, con cui costituiscono l'ordineSquamata. Nelle zone temperate quando arriva l'inverno i serpenti, inadatti a vivere in un clima freddo, si abbandonano a una sorta di coma letargico fino alla fine della stagione fredda.
Secondo un'analisi statistica diScienceAlert del 28 febbraio 2018, dal titolo "Deadliest creatures worldwide by annual number of human deaths as of 2018", i serpenti sono tra gli animali che ogni anno provocano maggiori morti umane.[2] Precisamente i serpenti si trovano al terzo posto, dopo le zanzare e gli stessi esseri umani, e a seguire i cani al quarto posto.[2]
I ritrovamentifossili dei serpenti sono relativamente scarsi, a causa dei loro scheletri fragili che difficilmente si fossilizzano. I più antichi resti fossili attribuibili a serpenti datano a circa 167 milioni di anni fa (Eophis underwoodi) e sono stati ritrovati in Inghilterra. Si suppone che questi antichi serpenti siano derivati da animali del gruppo delle lucertole, probabilmente da forme scavatrici e acquatiche.[3] Si conosce una forma del Cretaceo superiore,Najash rionegrina, che era dotata di duezampe posteriori e diosso sacro; presumibilmente era un animale compiutamente terrestre e scavava tane nel terreno. Una forma attuale, forse analoga a questi antenati scavatori, è il lantanoto del Borneo (Lanthanotus borneensis), una "lucertola" varanoide dalle abitudini semiacquatiche e priva di orecchie esterne.
Probabilmente i serpenti scavatori svilupparono corpi allungati e persero le zampe per adattarsi a un habitat sotterraneo. Inoltre per questo motivo svilupparono anche palpebre fuse e trasparenti.
Altri serpenti fossili risalenti al Cretaceo (Haasiophis,Pachyrhachis,Eupodophis), rinvenuti in strati leggermente più antichi di quelli diNajash, erano dotati di zampe posteriori, ma erano chiaramente forme marine e le zampe non erano del tutto articolate con la pelvi. In ogni caso nel Cretaceo superiore erano già presenti serpenti simili a quelli attuali (Dinilysia) accanto a forme gigantesche dall'incerta collocazione (Madtsoiidae).
Attualmente vi sono numerosi gruppi di serpenti primitivi, come i pitoni e i boa, che possiedono ancora zampe vestigiali, usate esclusivamente nell'accoppiamento per trattenere la femmina. Altri serpenti dotati di questi "speroni" sono iTyphlopidae e iLeptotyphlopidae, noti comunemente come serpenti verme.
Un'altra ipotesi sull'origine dei serpenti suggerisce che questi fossero stretti parenti deimosasauri, grandi lucertole marine del Cretaceo anch'esse derivati dai varanoidi. Nel caso di questi animali, le palpebre trasparenti e fuse si sarebbero sviluppate per fronteggiare condizioni marine potenzialmente dannose, mentre il sistema uditivo sarebbe scomparso a causa di un mancato utilizzo; secondo questa ipotesi i serpenti in origine erano animali marini che successivamente colonizzarono le terre emerse. I fossili diPachyrhachis e delle forme simili testimonierebbero la correttezza di questa ipotesi.
La grande diversificazione dei serpenti moderni cominciò nelPaleocene, dopo la scomparsa deidinosauri e insieme allaradiazione adattativa deimammiferi. Di questo periodo sono note forme acquatiche (Palaeophis,Pterosphenus) e gigantesche (Titanoboa,Gigantophis) sviluppatesi grazie a un clima particolarmente caldo e umido. Uno dei gruppi più comuni al giorno d'oggi, icolubridi, divenne particolarmente diversificato grazie alla dieta a base di roditori che a loro volta erano un gruppo di mammiferi dallo straordinario successo.
I serpenti sono animalicarnivori, si nutrono quindi di piccoli animali, compresi altri rettili e serpenti, uccelli, uova o insetti. Alcune specie sono dotate di un morsovelenoso con il quale uccidono oppure paralizzano la preda prima di nutrirsene; altre invece uccidono le prede per costrizione. I serpenti ingoiano la preda senza masticarla poiché dispongono di un'articolazione estremamente flessibile.
La parte posteriore del palato non è fissata al cranio, bensì è tenuta da legamenti e può essere spostata all'indietro, l'osso quadrato si presenta sviluppato in lunghezza e può essere portato in posizione verticale aumentando così le dimensioni della cavità boccale, inoltre presentano un dilatamento laterale delle ossa mascellari. Questa articolazione viene definita come articolazione rettiliana e permette ai serpenti di aprire la bocca e ingoiare interamente la preda, anche se questa è di grandi dimensioni. All'interno dello stomaco hanno degli acidi che servono a sciogliere la preda.
La pelle è coperta di squame. La maggior parte dei serpenti utilizza lesquame dellapancia per muoversi. Le loro palpebre sono squame trasparenti che rimangono perennemente chiuse. I serpenti mutano periodicamente la loro pelle. Diversamente da altri rettili, questa mutazione è fatta in un solo passo, come uscire da un calzino. Lo scopo della muta è la crescita delle dimensioni del serpente, quindi la muta è indispensabile per migliorare il movimento.
Alcuni autori hanno proposto, sulla base di risultanze di analisimolecolari, di elevare Leptotyphlopidae e Anomalolepidae al rango di superfamiglie a sé stanti (rispettivamente Leptotyphlopoidea e Anomalepidoidea)[5], ma tale impostazione non è universalmente accettata.
I serpenti non si nutrono quasi mai dell'uomo, ma si sono comunque registrati rari casi di bambini e adulti mangiati dai grandi costrittori. Anche le specie più aggressive preferiscono di norma evitare il contatto.
Per l'uomo quindi il pericolo maggiore che deriva dai serpenti non è quello di essere mangiati, ma di esseremorsi, perché alcune specie sono velenose: la diversa composizione delveleno può comportare vari sintomi per ogni morso. Il 15% circa dei serpenti possiede un veleno pericoloso per l'uomo[6].
Non si conosce con precisione il numero di morsi e di morti che i serpenti causano agli esseri umani, perché molte persone, soprattutto inAfrica e inAsia meridionale, non si rivolgono alle strutture ospedaliere, tuttavia si stima che ogni anno ci siano da 425 000 a 1 800 000avvelenamenti da ofidi che causano tra i 20 000 e i 94 000 morti[6].
Laterapia si basa principalmente sul rallentamento dell'assorbimento del veleno e sulla somministrazione di unsiero antiofidico, che dev'essere fatta in ambiente ospedaliero per non rischiare gli effetti di un possibileshock anafilattico.
Il dualismo di fascino e timore che questi animali suscitano in noi ha contribuito al diffondersi dei serpenti come animali da compagnia. Per lastabulazione di gran parte di queste specie occorre unterrario con le pareti di vetro o legno, sebbene poche necessitino di unacquario o di un'acqua-terrario. Tra i più diffusi figurano icolubridi, ipitoni ed iboidi.
Molti serpenti, non soltanto le specie velenose, vengono utilizzati anche nella ricerca medica.
Il serpente ha avuto molta fortuna comesimbolo, sia con significati positivi quali completezza, come nell'immagine acerchio del serpente che si morde la coda (uroboro), oppure espressione diconoscenze segrete, sia con significati negativi come accade nellaBibbia in cuiSatana si presenta sotto forma di serpente, o nellamitologia norrena che vede il serpenteMiðgarðsormr, figlio diLoki, protagonista delRagnarǫk insieme aFenrir. Nella Bibbia il serpente assume anche simboli positivi come ilNehustan diMosè simbolo di resurrezione il cui serpente muta la pelle.
Per gliYaqui messicani il serpente rappresenta losciamano.
Il serpente ha anche una rilevanza simbolica nel contesto onirico.Freud riteneva che il serpente nei sogni avesse una connotazione legata alla sessualità in quanto figura fallica, ma anche una connessione con la creatività. MentreJung pensava che sognare serpenti avesse un collegamento con il conflitto tra coscienza e istinto.[7]
Nell'ebraismo il serpente di bronzo è simbolo di guarigione e della salvezza dalla morte imminente.[8]
^Fry, B. G., Vidal, N., Norman, J. A., Vonk, F. J., Scheib, H., Ramjan, S. F. R., Kuruppu, S., Fung, K., Hedges, S. B., Richardson, M. K., Hodgson, W. C., Ignjatovic, V., Summerhayes, R. & Kochva, E., 2006: Early evolution of the venom system in lizards and snakes. –Nature: Vol. 439, pp. 584-588
^Michael W. Caldwell, Randall L. Nydam, Alessandro Palci, Sebastián Apesteguía. The oldest known snakes from the Middle Jurassic-Lower Cretaceous provide insights on snake evolution. Nature Communications, 2015; 6: 5996 DOI: 10.1038/ncomms6996
^(EN)Serpentes, suThe Reptile Database.URL consultato il 19 dicembre 2015.