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Scrittore

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Ernest Hemingway allamacchina da scrivere

Unoscrittore è una persona che si dedica allascrittura con intenti letterari e artistici[1]. Spesso, questa parola si usa per designare coloro che scrivono perprofessione, in diverse forme e generi più o meno codificati. Abili scrittori possono usare il linguaggio (narrativo o meno) per esprimere idee e immagini. Uno scrittore può comporre in molte differenti maniere tra cui lapoesia, laprosa, lascrittura teatrale. Di conseguenza, uno scrittore può essere classificato comepoeta,romanziere,paroliere,commediografo, ecc.

Lascrittura, intesa come lavoro e attività, per funzionare deve basarsi su unlinguaggio, a sua volta basato su uncodice grafico, che può essereideogrammatico, cioè che rappresenta graficamente le idee, o fonografico, cioè che riproduce i suoni di unalingua, tramite unalfabeto. Dalle iscrizioni preistoriche sulle quali solo si contavano le proprietà, alle successivescritture per cunei, fino aimanoscritti e aidattiloscritti, con lo sviluppo dellemacchine e deglielaboratori diparole su schermo e alle variescritture artificiali, parallela con la storia della scrittura, si svolge una storia degli "strumenti" usati per scrivere e dei "supporti" che permettono una loro conservazione più o meno lunga.

Strumenti

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La nostra civiltà, con l'Antico e ilNuovo Testamento, e i suoi autori culto fin dall'antichità (almenoOmero,Esopo,Platone,Aristotele,Plutarco,Euripide,Marco Aurelio,Tacito,Cicerone,Lucrezio eVirgilio, per dire i più copiati all'avvento dellacarta), ha potuto conservare e tramandare la scrittura tramite ipapiri (benché iLatini scrivessero più spesso su tavolette dicera, con minore stabilità dal punto di vista della conservazione e maggiore facilità d'uso molteplice quando si volevano cancellare).

Oltre ai papiri, buona parte della scrittura antica si svolgeva perincisione d'altri materiali tanto che si dovrebbe includere tra gli scrittori autori diepigrafi,iscrizioni su monete, esigilli. Strumento ne era dunque il metallo appuntito, unbulino o unostiletto qualsiasi. La carta, che si conosceva già dalsecolo I inCina, si cominciò a produrre aSamarcanda (nella zona dell'odiernoUzbekistan) intorno alsecolo VIII e da qui attraverso il mondo arabo fino allaSpagna (a circa metà delsecolo XII). Molti scrittori, altrimenti e prima di ciò, avevano a disposizione la pelle di animali (ovellum in latino, in particolare dipecora), sulla quale tracciavano i loro segni coninchiostri difficili da costruire e maneggiare. D'altra parte lapenna d'oca continuò a essere usata a tale scopo per oltre mille anni, prima dell'arrivo deipennini metallici, poi dellestilografiche[2] e dellepenne a sfera[3].

Dall'inizio del XX secolo, sono entrate in uso lemacchine per scrivere e dal XXI secolo gli elaboratori elettronici (ocomputer), i quali consentono la continua correzione del testo, la sua impaginazione automatica ed il suo passaggio in stampa senza bisogno di composizione o riscrittura sulle macchine da stampa e la correzione delle relative bozze di stampa. Lo strumento dello scrittore influenza anche la velocità di scrittura oltre a tutta una serie di abitudini e rituali, più o meno scaramantici, che ognuno si è solito costruire per lavorare.Honoré de Balzac, per esempio, vestiva una casacca particolare e accendeva quattro candele, prima di gettarsi a forte velocità a scrivere una delle opere più lunghe mai scritta da una singolo scrittore (i 47 volumi deLa commedia umana, che però sono una parte addirittura minore di ciò che scrisse, se si include anche la corrispondenza).

Modi e maniere

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Si dice cheWilliam Shakespeare non correggesse mai, e che scrivesse talmente veloce da non usarepunteggiatura per non dover interrompere il flusso. Un altro scrittore di velocità (esempio facile se si considera la quantità di pagine scritte) fuCharles Dickens, che con poche cancellature e una grafia stabile e larga portava avanti una mole di lavoro di almeno 550 parole al giorno (arrivando fino a 4 000 parole nei giorni più fecondi[4]). Ma è probabile che il record sia diStendhal che scrisse assai meno, ma davvero rapidamente[5].

Lev Tolstoj impiegò 6 anni per scrivereGuerra e pace in almeno 8 stesure, con la moglie Son'ja che ricopiava ogni pagina in bella, essendo tra l'altro una delle poche a saperne decifrare l'urgente pessima grafia[6].Joseph Conrad continuò a scrivere con la penna a immersione dal pennino metallico anche dopo l'invenzione della stilografica, con in più la tendenza a conservare, dopo l'uso, penne rotte e pennini spuntati per ragioni affettive[7].J. R. R. Tolkien scrisseIl Signore degli Anelli in 12 anni, usando il retro dei fogli dove i suoi studenti facevano i compiti, e una penna a immersione.John Cheever scrisse una larga parte della sua opera in mutande, dopo aver raggiunto vestito di tutto punto in ascensore la cantina ed essersi nuovamente spogliato. Pare che avesse paura di interrompere il rituale perché non svanisse l'ispirazione[8].

John Steinbeck,Thomas Wolfe,Francis Scott Fitzgerald eVladimir Nabokov[9] preferivano lamatita, anche se si facevano fotografare con la macchina da scrivere e qualche volta l'utilizzarono in versioni successive alla prima.Georges Simenon, fino a quando assai tardi cedette alla macchina da scrivere, si preparava al lavoro appuntando 50 matite che allineava sulla scrivania, e se si spezzava la punta ad una cambiava direttamente matita senza perdere tempo. Per molti dei suoi libri aveva poi il rituale di segnare su una busta gialla da corrispondenza l'elenco dei personaggi per ricordarsi il nome man mano che la trama continuava a svolgersi[10].

AncheIris Murdoch,Martin Heidegger eGraham Greene preferivano scrivere a mano (e così hanno dichiaratoPaul Auster,Nagib Mahfuz eMario Vargas Llosa).Norman Mailer addirittura si sentì bloccato dalla tastiera e recuperò la vena artistica tornando alla penna. Al contrario, erano affascinati dalla macchina da scrivere scrittori così diversi comeFriedrich Nietzsche,Mark Twain,Jack London[11],Jack Kerouac[12] ecc. Così come alcuni vollero rimanere legati a un certo modello di macchina da scrivere (con il mito, per esempio in Italia, dell'OlivettiLettera 22), senza passare a modelli superiori (elettriche, elettroniche, con diversicaratteri variabili sostituendo la sfera o la "margherita" delle lettere, con cancellazione o a display, che stampava solo dopo approvazione, riga per riga), allo stesso modo alcuni scrittori non vollero mai usare ilpersonal computer (per esempioPrimo Levi).

Tra i "modi", si potrebbero inserire anche le abitudini e i luoghi prescelti, comeMarcel Proust che scriveva sempre a letto[13] tra le pareti ricoperte da sughero, oThomas Carlyle che si fece costruire apposta una stanza isolata acusticamente[14], laddoveKenzaburō Ōe racconta[15] di scrivere meglio mentre ascolta la musica provenire dalla stanza accanto e scelta dal figlio che soffre d'una menomazione mentale. Scrivevano invece ovunqueSaul Bellow,Allen Ginsberg oJean-Paul Sartre, specialmente ai tavolini di un bar, dove a Palermo fu composto in gran parte anche ilGattopardo diGiuseppe Tomasi di Lampedusa.

Superstizioni

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Uno scrittore come il protagonista del filmQualcosa è cambiato sembra comico (specialmente grazie all'interpretazione diJack Nicholson) circondato come vive da manie e superstizioni, ma è vero che diversi scrittori avevano le loro.Émile Zola preferiva scrivere con la luce artificiale e oscurava la stanza con le tende anche quando scriveva di giorno,Thomas Hardy levava le scarpe o le pantofole,Truman Capote si rifiutava di cominciare o finire qualunque cosa di venerdì, eColette prima di mettersi a scrivere cercava almeno una pulce da levare da uno dei suoi gatti.John Keats si lavava simbolicamente le mani, e quando non aveva acqua a disposizione, usava qualunque altro liquido (in genere caffè, di cuiHonoré de Balzac era consumatore esagerato).Mark Twain si vestiva di tutto punto, in genere con una camicia bianca, prima di sedere al tavolo di lavoro.Robert Frost amava scrivere su quaderni di scuola e blocchi a spirale, mentreErnest Hemingway eBruce Chatwin amavano i quadernetti diMoleskine (collaborando alla riuscita della fabbrica che ne fa ora un mito).

Per superstizione,Don DeLillo non rivela niente di quel che sta scrivendo fino a quando non ha finito con l'ultima parola.George Orwell invece non proseguiva se non ne parlava con la moglie (un tipo di collaborazione che aumenta molto nel caso diMalcolm Lowry laddove la moglie arrivava a correggergli ben più di qualche frase). La stenografa cheFëdor Dostoevskij fu costretto a impiegare (per finire in tempo e consegnare secondo contrattoIl giocatore all'editore, dettandolo dal 4 al 29 ottobre1886),Anna Grigor'evna Snitkina, doveva essere davvero brava se l'anno successivo divenne sua moglie (lui aveva 46 anni e lei 21) e vi rimase per tutti i 14 anni di vita a lui rimasti, aiutandolo molto[16].Gabriele D'Annunzio, invece, anche se probabilmente è una leggenda da lui stesso alimentata, cominciò a scrivereLe stirpi canore, poesia inclusa inAlcyone, su una giarrettiera d'una prostituta analfabeta.

Se Tolstoj lasciava entrare e uscire i figli dal suo studio mentre lavorava,Jung imponeva silenzio fino alle altre stanze.John Milton dettò i 10.565 versi delParadiso perduto a cominciare dal1658, quando ormai era cieco[17] da sei anni. Un altro motivo per dettare furono icrampi alla mano, che nonostante impacchi e rimedi vari continuavano ad assillare gli scrittori "a mano" (per esempioHenry James che impiegò appositamente una dattilografa, Theodora Bosanquet, dal1907 fino alla morte, nel1916).

Woody Allen lavora su fogli rigorosamente gialli, mentreDumas usava fogli di colore diverso secondo il genere che affrontava (poesia su fogli gialli, saggi su fogli rosa e narrativa su fogli azzurri)[18].Carson McCullers scriveva indossando il suo maglione fortunato.Isabel Allende non comincia mai un nuovo lavoro in un giorno che non sia l'otto gennaio[19].

Note

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  1. ^scrittóre, inTreccani.it –Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.Modifica su Wikidata
  2. ^Inventate da Lewis Waterman nel1883, ma inaffidabili per le continue macchie o per l'ostruzione del canale di discesa dell'inchiostro, per almeno altri dieci anni. Si passò dalla penna che si caricava versandovi l'inchiostro a quella che lo aspirava con una piccola pompa a vite o a pistone, fino alle cartucce ricambiabili in circa 70 anni.
  3. ^Inventata daLászló József Bíró solo nel1938.
  4. ^Il calcolo lo faPeter Ackroyd, nella biografiaDickens, del 1990.
  5. ^Scrisse o, meglio, dettòLa Certosa di Parma, ossia 560 pagine nell'edizione de "I Meridiani", in meno di 52 giorni, dal 4 novembre, data d'inizio, al 26 dicembre, data di consegna, del 1838.
  6. ^Tatiana Tolstoj,Anni con mio padre, trad. di Roberto Rebora, Garzanti, Milano 1976.
  7. ^Jeffrey Meyers,Joseph Conrad. A Biography, 1991.
  8. ^Lo racconta la figlia Susan inHome Before Dark, 1984.
  9. ^L'autore diLolita inoltre scriveva su cartoncini da catalogo, come si può vedere dalla pubblicazione dell'incompiutoL'originale di Laura, a cura del figlio Dmitri, Adelphi, Milano,2009.
  10. ^È cosa nota e riferita da tutte le sue biografie, per esempio da Stanley G. Eskin,Georges Simenon, edizione italiana a cura di Giovanni Da Campo, Marsilio, Venezia 1996. Simenon, così comeGuy de Maupassant eBenito Pérez Galdós, sono anche ricordati per l'eccessivo appetito sessuale.
  11. ^Il quale arriva a raccontare come il protagonista diMartin Eden, in qualche modo modellato su di sé, vedesse gli editori rifiutare ogni suo manoscritto fino a quando si decise di sottoporre alla loro attenzione un dattiloscritto.
  12. ^Famoso anche per il rullo di carta continuo su cui scrisseOn the Road, e sulla sua trovata di comparare per affinità il ticchettio dei tasti con la musicabebop. Questo tipo di paragone, con anche altri generi di musica, si trova in autori più diversi daThomas Pynchon aDon DeLillo, daLeRoi Jones aDavid Foster Wallace. D'altra parte scrivere ascoltando musica è quasi unostereotipo, mentre ci sono autori che preferiscono il silenzio, motivo per cui alcuni, comeFranz Kafka scrivevano prevalentemente di notte.
  13. ^AncheAlberto Moravia scrisse il suo primo romanzoGli indifferenti a letto, ma perché era convalescente d'una malattia alle ossa.
  14. ^Rischiò di morirci, perché non avendo sufficiente ventilazione ci fumava dentro, e un giorno lo trovarono perciò svenuto. Si decise quindi a far aprire una finestra, rinunciando al silenzio.
  15. ^InUna famiglia, trad. Elena Dal Prà, Mondadori, Milano, 1997.
  16. ^Notizie tratte dal libro di leiDostoevskij mio marito, pubblicato in italiano nel 1942.
  17. ^E ciechi erano ancheJorge Luis Borges,William H. Prescott e, secondo la leggenda,Omero, oltre che parzialmenteJames Thurber e altri. Si veda, tra l'altro, l'articolo diOliver Sacks su "Adelphiana" (2003) scaricabile inpdf.
  18. ^Emily Dickinson al contrario doveva appuntare le prime stesure delle sue poesie su pezzi qualsiasi di carta (liste della spesa, scontrini, ricevute, buste da lettera usate) perché i fogli bianchi quasi la intimorivano.
  19. ^Vediil suo sito ufficiale.

Bibliografia

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A parte i testi citati nelle note, le informazioni sono prese dalle interviste a"Paris Review", e da alcuni dei seguenti libri:

  • Ian Linton,Writing for a living, London, Kogan Page, 1985
  • Robert Hendrickson,World Literary Anecdotes, New York, 1990
  • Raffaele Crovi,Parole incrociate: guida alla scrittura creativa, Casale Monferrato, Piemme, 1995
  • Francesco Piccolo,Scrivere è un tic: i metodi degli scrittori, Roma, Minimum fax, 1996
  • Aldo Busi,Nudo di madre: manuale del perfetto scrittore, Milano, Bompiani, 1997
  • Fruttero & Lucentini,I ferri del mestiere: manuale involontario di scrittura con esercizi svolti, Torino, Einaudi, 2004
  • Dan Crowe e Philip Oltermann (a cura di),How I Write. The Secret Lives of Authors, New York, 2007
  • Harry Bruce,Page Fright. Foibles and Fetishes of Famous Writers, Toronto: McClelland & Stewart, 2009
  • Juan Rodolfo Wilcock,Il reato di scrivere, Milano, Adelphi, 2009

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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