San Gerardo dei Tintori | |
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Laico | |
Nascita | Monza,1134 |
Morte | Monza, 6 giugno1207 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Santuario principale | Parrocchiale di San Gerardo al Corpo |
Ricorrenza | 6 giugno |
Attributi | bastone con ciliegie; scodella con cucchiaio |
Manuale |
Gerardo dei Tintori oTintore (Monza,1134 –Monza,6 giugno1207) è stato il fondatore di un ospedale con lo scopo di assistere i poveri e i malati di Monza. Consideratosanto dellaChiesa cattolica, è il co-patrono di Monza insieme asan Giovanni Battistapatrono.
L'anno di nascita di Gerardo non si conosce con certezza; secondo lo storico monzeseBartolomeo Zucchi fu il1134, secondo altri il1135 o il1140. Apparteneva ad un'importante famiglia benestante di Monza, appunto i "dei Tintori" (de Tinctoribus) o "Tintore", che fecero la loro fortuna grazie alla tintura dei pannilana, attività molto diffusa all'epoca.
La casa paterna sorgeva sulla riva sinistra delLambro, presso l'attuale ponte detto "di San Gerardino", dove oggi esiste l'omonima chiesa. Tale zona era caratterizzata dalla presenza di mulini e rogge a poca distanza dal Ponte Arena, di epoca romana, i cui resti sono tuttora visibili vicino al Ponte dei Leoni.
Con la discesa diFederico Barbarossa in Italia cominciarono gliscontri fra l'Imperatore ed i Comuni lombardi riuniti nellaLega Lombarda. Tali guerre, secondo il Morigia, segnarono la giovinezza di Gerardo, al tempo ventenne, nonostante, grazie alla propria posizione, non dovette prenderne personalmente parte.
All'età di trent'anni assistette personalmente alla distruzione della città di Milano, osservando la sofferenza e il dolore delle famiglie, delle donne rimaste vedove, degli anziani e dei bambini orfani abbandonati a se stessi. Decise allora di occuparsi dei poveri e dei malati, costituendo dopo la morte del padre un ospedale oltre ilLambro, nei possedimenti dei Tintori.
La fondazione dell'ospedale avvenne certamente entro il1174. In questa data, infatti, Gerardo stipulò con ilComune di Monza e con il Capitolo delDuomo una convenzione nella quale se ne definiva lo status giuridico e amministrativo: l'ospedale dipendeva formalmente dall'autorità ecclesiastica, ma di fatto manteneva una sostanziale autonomia, mentre il Comune ne assumeva l'avvocazia, cioè la tutela giuridica.
Egli era un uomo di grande carità e di profonda spiritualità. Anche se non prese mai i voti ecclesiastici, Gerardo fondò un ordine di conversi laici, che vivevano in comune come i frati, che dovevano giurare fedeltà alla Chiesa. Erano questi ultimi che si occupavano di prestare servizio nell'ospedale. Gerardo era uno di loro e svolgeva anche l'incarico di "ministro", cioè direttore dell'ospedale. Come risulta anche da alcuni documenti degli anni successivi, egli mantenne questo incarico fino alla morte, avvenuta il 6 giugno1207, lasciando tutte le sue ricchezze all'ospedale.
Il suo corpo venne sepolto nella nuda terra nel cimitero dell'antica chiesa di Sant'Ambrogio, che successivamente è stata ampliata ed è diventata l'attualechiesa di San Gerardo al Corpo.
Il corpo di Gerardo venne riesumato quaranta giorni dopo la sua morte, già acclamato come un santo, per iniziativa della popolazione diOlgiate Comasco e collocato in un sarcofago di pietra presso l'altare della chiesa. Nel1740 il sarcofago venne sostituito da un'urna di cristallo con decorazioni d'argento, urna sostituita ulteriormente nel1900, nella quale lo scheletro di Gerardo è tuttora esposto alla vista dei fedeli. L'urna è oggi collocata nella cappella al fondo del transetto destro, dietro l'altare, in quello che è denominato Sacro Deposito.
(San Gerardo dei Tintori, citato daBonincontro Morigia)
La venerazione di Gerardo iniziò ben presto dopo la sua morte: è chiamato "beato" già in un documento del1230, e "santo" in uno del1247.
San Carlo Borromeo, dopo aver fatto compiere un'inchiesta, ne confermò ufficialmente il culto nel1583.
Nel1740 il sarcofago fu sostituito da un'urna di cristallo con decorazioni d'argento, dentro la quale lo scheletro di Gerardo è esposto alla vista dei fedeli. L'urna è collocata nella cappella al fondo del transetto destro.
L'iconografia tradizionale lo rappresenta anziano (visse circa 70 anni) e barbuto, vestito di un saio, con un bastone dal quale pende un rametto di ciliegie; ai suoi piedi si trova un cesto con pane, vino e uova, o una scodella con un cucchiaio, che simboleggiano la sua attività di assistenza ai poveri e agli infermi.
La sua memoria liturgica, iscritta nel calendario dell'arcidiocesi di Milano, è il6 giugno, anniversario della morte. In questa data si celebra a Monza la festa patronale in suo onore: tra la chiesa di san Gerardo al Corpo e il vicino ponte di san Gerardino si svolge una sagra in cui hanno un posto importante le bancarelle che vendono ciliegie, tradizionale attributo iconografico del santo. Alcuni metri a monte del ponte, la statua di san Gerardo, in piedi sopra il suo mantello, viene collocata in mezzo al fiume, a ricordo del più famoso miracolo a lui attribuito. Nell'ottava della festa si apre anche la chiesetta di San Gerardino, solitamente chiusa.
NellaChiesa cattolica san Gerardo è ricordato come ilsanto patrono degli ammalati e delle partorienti.
È il patrono della città diMonza, insieme a sanGiovanni Battista.
Il Santo è, inoltre, particolarmente venerato adOlgiate Comasco in virtù di un miracolo che gli viene attribuito e che vide protagonisti gli Olgiatesi.
A lui sono intitolate ben tre chiese monzesi: laparrocchiale diSan Gerardo "al Corpo", dove sono conservati i suoi resti (a lui preesistente, anticamente intitolata a Sant'Ambrogio, assunse il nome di San Gerardo entro ilXIV secolo).
La piccolachiesa diSan Gerardo Intramurano, popolarmente detta "San Gerardino", sul luogo dell'antico ospedale, di cui originariamente era la cappella (il nome di san Gerardino si è esteso anche al vicino ponte sul Lambro).
Una terzachiesa col titolo diSan Gerardo, che era la cappella dell'altro ospedale costruito alla fine dell'Ottocento (l'attuale Ospedale vecchio).
(San Gerardo dei Tintori, citato daBonincontro Morigia)
La tradizione riguardante san Gerardo, tuttora viva tra i monzesi, è stata scritta per la prima volta dal cronista monzeseBonincontro Morigia il quale, circa cento anni dopo la sua morte, poté raccogliere le testimonianze di «...persone anziane della nostra città di Monza ai quali i conversi ed altri religiosi di buona reputazione e degni di fede, amici intimi e conoscenti del Beato, riferirono ciò che videro con i propri occhi.»
Secondo questa tradizione, san Gerardo operò diversi miracoli in vita e numerosi altri sono attribuiti alla suaintercessione dopo la sua morte. L'inchiesta ordinata da san Carlo Borromeo ne riconobbe in tutto 20. Di alcuni di essi il Morigia scrive di aver raccolto testimonianze giurate dai testimoni diretti e in un caso (la guarigione di Nazario da Sesto) di avervi assistito lui stesso.
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