Fin dall'antichità il centro ha svolto un ruolo importante nei traffici e nell'assistenza ai viaggiatori lungo l'arteria commerciale del Canal del Ferro, come dimostrano i ritrovamenti di oggetti di bronzo, di monete e di iscrizioni che ne evidenziano l'origine romana. Primo segno vitale è tuttavia l'istituzione della Parrocchia di San Martino nel1199, retta dapprima dai benedettini e poi, dalXIV secolo, dai sacerdoti nominati dall'abate di Moggio da cui dipese. Nel1822 vi sostòSilvio Pellico mentre veniva condotto al carcere dello Spielberg. Fra il 26 e il 30 ottobre 1917, durante lo sfondamento di Caporetto, ci fu sia in paese che sul Monte Calvario un'aspra battaglia fra le truppe austro-tedesche e le truppe italiane in ritirata che avevano organizzato un'ultima difesa per cercare di arginare l'avanzata nemica.
I reparti del bersaglieri insieme ad altre truppe sbandate in ritirata tentarono una strenua difesa nel paese ma furono sopraffatte dalle truppe nemiche che avevano aggirato il blocco difensivo italiano salendo sul Monte Calvario e prendendo il fianco italiano. Sulla postazione del Monte Stivane, subito a destra di Resiutta, persisteva un'opera non ultimata di trinceramento e batterie fisse ancora oggi visibili. La Brigata Pistoia, che presidiava la zona, fu anch'essa sopraffatta prima dal tiro di mortai e poi da un attacco frontale lasciando sul campo circa ventidue morti.
Altro capitolo non conosciuto della storia locale fu, poco prima della fine dellaprima guerra mondiale, l'eccidio, riportato in alcuni diari e testimonianze, attuato dalle truppe austriache presumibilmente in zona Povici, di alcuni soldati e civili di cittadinanza austriaca ma di etnia ceca e/o slovacca accusati di tradimento dopo che la Legione Cecoslovacca, facente parte dell'esercito austriaco, era passata in blocco con gli italiani. Tali eccidi ad opera sempre delle truppe austriache in ritirata risultano essere stati perpetrati anche aPlezzo e a Predil (Raibl).
Lo stemma, riconosciuto con DCG del 10 dicembre 1935[6], è uno scudo troncato: nel primo di rosso, alla corona all'antica d'oro, di sette punte visibili; nel secondo d'oro, al ramo di rose rosse, fogliato di verde.Il gonfalone, concesso con DPR del 26 marzo 1953[6], è un drappo troncato di giallo e di rosso.
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e d'alto senso del dovere, meritevole dell'ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta. Eventi sismici 1976.» — 12 dicembre 2002[7]
A Resiutta, accanto allalingua italiana, la popolazione utilizza lalingua friulana. Ai sensi della Deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[9]. La lingua friulana che si parla a Resiutta rientra fra le varianti appartenenti alfriulano centro-orientale[10].
Dal 1877 al 1995 Resiutta era attraversata dallaferrovia Udine-Tarvisio dove era presente lastazione ferroviaria. Fu dismessa nel 1995 a seguito del raddoppio della linea, il tracciato è convertito apista ciclabile mentre il fabbricato viaggiatori è adibito ad altri usi.
Anna Zanier,La strada ferrata della Pontebba, con Claudio Canton e Roberto Carollo ed il contribuito di Mauro Bigot, Senaus, Udine, 2006, p. 87 e 88,ISBN88-901571-5-1.