Si differenziavano dallereligioniufficiali,[2] perché si trattava diriti esercitati da gruppi ristretti, entro i quali era vietato l'accesso ai comuniprofani.[1] Venivano praticati spesso neitempli, il cui aspetto esteriore era quello discuole, dove laconoscenza costituiva un tutt'uno con ladisciplina pratica, i cui segreti erano custoditi e insegnati da cerchie riservate dimaestri-sacerdoti.[3]
L'etimologia del vocabolo risalirebbe a una radiceindoeuropea, «my», che aveva il significato, di origineonomatopeica,[4] di chiudere labocca (da cui deriva per esempio il termine «muto»).[5] Da questa radice sarebbero derivati i termini greci μύω [mýō] («occultare»),[6] μύησις [mýēsis] («iniziazione») e μύστης [mýstēs] («iniziato», da cui anche «mistico»).[4]
Una delle caratteristiche fondamentali, condivisa dai diversi culti misterici, consiste nel fatto che l'insieme dellecredenze, delle pratiche religiose, e gli insegnamenti sulla loro vera natura, venivano rivelate esclusivamente agliadepti dopo averli ammessi tramite una specificainiziazione; costoro avevano l'obbligo di nonprofanarne il segreto, il quale doveva rimanereineffabile, altrimenti potevano essere puniti persino con la morte.[1]
Altra caratteristica principale delle discipline occulte era quella di avere caratteresalvifico. L'azione iniziatica era destinata a trasformare radicalmente la vita deldiscepolo, offrendogli una prospettiva di liberazione totale rispetto ai suoi problemiesistenziali, concernenti la sopravvivenza quotidiana e l'inevitabilecaducità di ogni essere umano.
Attraverso vari stadi diiniziazione infatti, i nuovi allievi, accolti dopo varie prove dallo «ierofante», cioè dall'officiante supremo, pervenivano alla visione delladivinità, che, essendo morta e rinata, garantiva loro la «liberazione», ovvero ilsuperamento della normalecondizione umana e delle proprie limitazioni individuali. La «resurrezione» del dio, a cui partecipava l'iniziato, indicava una nascitadi là dalla morte, oltre questo mondo, comprovando che la vita umana non sarebbe terminata con la sua fine terrena.
Per provocare nel futuro adepto questo tipo di esperienza, si faceva talvolta ricorso allo stimolo disostanze psicotrope, che ingeneravano in lui uno stato ditrance profonda simile allapremorte, della durata di circa tre giorni, durante i quali egli aveva la possibilità di compiere unviaggio extracorporeo per visitare i mondispirituali e convincersi della loro esistenza.[7]
La genesi e lo sviluppo storico delle forme religiose misteriche, espressione di unacultura popolare spesso contrapposta alla religiosità delleistituzioni ufficiali, avvennero prevalentemente in ambitoagreste erurale.[2] Dal ciclo naturalevita-morte-rinascita scaturiva peranalogia la visione misterica della sorte dell'uomo che rinasce a nuova vita. Attraverso la rappresentazione drammatica, simbolica e spirituale dell'alternanza ciclica delle stagioni e dei fenomeninaturali, attuata nei riti di iniziazione, i proseliti raggiungevano il compimento delle loro esigenzeescatologiche esoteriologiche.[2]
AnchePitagora, dopo essere stato iniziato ai misteri egizi, fondò unascuola esoterica aCrotone, inCalabria, i cui aderenti erano vincolati da un solenne giuramento.[9] Si tramanda che un personaggio di nomeCilone, proprio perché non ritenuto degno di appartenervi, guidò per vendetta una rivolta contro i pitagorici determinando la distruzione della loro scuola.[9][10]
In seguito la tradizione dei misteri sarebbe sopravvissuta attraverso ilMedioevocristiano nelle forme delle correntimistiche deiCavalieri Templari, delGraal, o dellascuola di Chartres, spesso dando luogo asocietà segrete o a movimenti accusati dieresia come quello deiCatari.[13] Queste scuole, insieme ad altri influssi provenienti da più parti, avrebbero preparato il terreno al rinnovamento operato in età moderna dalla confraternita deiRosacroce,[7] la cui origine rimane avvolta da un'aura di leggenda.[14]
Nellamassoneria, che rivendica le proprie origini dai misteri dell'antico Egitto oltre che delTempio di Salomone,[15] si ritrovano le modalità con cui per essere ammesso, ildiscepolo deve dimostrare di voler aspirare alla saggezzaspirituale, e di saper dominare le passioni fisiche per poter essere condotto ad una serie di esperienze sottili sulpiano astrale.[7]
«Vi era in ogni nazione antica degna di chiamarsi civile, una Dottrina Esoterica, un sistema designato con il nome diSaggezza, e coloro che si erano votati alla sua prosecuzione furono dapprima denominati uomini saggi o dotti [...]Pitagora chiamava questo sistema ή γνώσις τών όντων [hé gnòsis tòn ònton], laGnosi oConoscenza delle cose che sono.[16]»
(Alexander Wilder,New Platonism and Alchemy, pag. 6, Albany, N.Y., 1869)
Il nucleo degli antichi misteri sarebbe stato preservato attraverso i secoli, secondo la Blavatsky, da unafratellanza occulta dimaestri spirituali che avrebbero indotto lei stessa a rivelarli e a riproporli al genere umano in forme nuove. AnalogamenteRudolf Steiner, con la fondazione dellaSocietà antroposofica nel XX secolo, si prefiggeva esplicitamente un rinnovamento dei misteri, il cui scopo però, già a partire dalle iniziazioni rosacrociane, sarebbe stata d'ora innanzi la rivelazione delCristo, a differenza di quelle antiche senza più ricorrere all'ottundimento della coscienza causato dalle droghe.[7]
L'associazionePietas Comunità Gentile contribuisce oggi alla continuità dei culti misterici attraverso iniziative come leDionisiache, svolte nel chiostro dell'ex convento dei Padri Riformati aPulsano, in collaborazione con enti locali e il Museo Archeologico di Pulsano territoriale. L’evento, dedicato adArtemide eDioniso, ha proposto una rilettura simbolico-rituale dellareligione romana, con pratiche ispirate all’esperienza misterica, tra cui suoni sciamanici, canti e riti sotto la luna. Pietas, realtà attiva a livello nazionale e internazionale, ha inoltre edificato due templi nella zona jonica dedicati adApollo eMinerva, promuovendo una ripresa concreta del culto gentile e dei suoi archetipi esoterici.[17]
^A quest'onomatopea, tipica di chi è impedito a parlare, allude ad esempio il brano delFlauto magico diMozart, operainiziatica, in cuiPapageno appare con un lucchetto alla bocca emettendo i ripetuti mugoliimhmh, per implorare che gli venga tolto (cfr. Francesco Attardi,Viaggio intorno al Flauto magico, pag. 344, LibreriaMusicaleItaliana, 2006).
^Marco Aurelio Marchi,Dizionario tecnico-etimologico-filologico, alla voce «mistero», vol. I, pag. 538, Tipografia di Giacomo Pirola, 1828.
Aa.Vv.,Eleusis e Orfismo: i Misteri e la tradizione iniziatica greca, Feltrinelli, 2015.
Robert Gordon Wasson, Albert Hofmann, Carl A. P. Ruck,Alla scoperta dei misteri eleusini (1978), trad. it. di Roberto Fedeli, Milano, Apogeo Editore, 1996.
Rudolf Bultmann,Il cristianesimo primitivo nel quadro delle religioni antiche, trad. it. di Luciano Zagari, Garzanti, 1964.
Rudolf Steiner,L'iniziazione segreta: nelle antiche religioni e nel cristianesimo primitivo, Casa del libro, Fratelli Melita, 1990.
Walter Burkert,Antichi culti misterici, Roma-Bari, Laterza, 1987.
Marion Giebel,I culti misterici nel mondo antico, Genova, ECIG, 1993.
Fritz Graf,I culti misterici inSalvatore Settis (a cura di),I Greci: storia, cultura, arte, società, Torino, Einaudi Torino, 1997, vol. II, tomo 2; ripubblicata anche come AA.VV.Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, Milano, Ediz. deIl Sole 24 ORE, 2008 (quinto volume).
Károly Kerényi,Miti e misteri, Torino, Einaudi 1950; nuova edizione Torino, Bollati Boringhieri, 2010.
Ita Wegman,The Mysteries, Forest Row, Temple Lodge Publishing, 2016.
Sulle teorie diJean-Pierre Vernant circa il rapporto della religione di Stato con l'iniziazione misterica e il suo ruolo erosivo del potere assoluto facente capo allecaste politico-sacerdotali, si veda: