Laregione del Tigrè[1] (altrimenti nota come Tigrai o Tigray) è la più settentrionale delle dieciregioni (kililoč) dell'Etiopia. È popolata principalmente da persone dietniatigrè etigrina. Precedentemente era nota comeRegione 1. Il suo capoluogo èMacallè (intigrinoMäqälle).
Ha una superficie di 50.286 km² e conta 7.070.260 abitanti.
Nel1895 in seguito all'arrivo dell'esercito italiano nel Tigrè dalla vicina colonia diEritrea scoppiò la cosiddettaGuerra di Abissinia, la prima guerra tra Etiopia e Italia. Nel1935, allo scoppio dellaGuerra d'Etiopia, il Tigrè è uno dei primi territori invasi dall'Italia. Appena conquistato, ilgeneraleEmilio De Bono emise un bando dichiarando l'abolizione della schiavitù e la liberazione di tutti gli schiavi (14 ottobre 1935).[2]
Nel1998, scoppiò unaguerra tra l'Eritrea e l'Etiopia, centrata su una porzione di territorio che apparteneva alla regione del Tigrè e includeva il villaggio diBadammè. Dopo una risoluzione delleNazioni Unite del2002, molte di queste terre vennero assegnate all'Eritrea.
Nel giugno 2023 un rapporto diHuman Rights Watch denunciava tutta una serie di crimini di guerra e crimini contro l'umanità, perpetrate dalle forze della regione Ahmara, volte ad attuare una pulizia etnica nella zona contesa del Tigré occidentale, a danno delle popolazioni tigrine[6].
Al febbraio del 2024, ad oltre un anno dalla firma del cessate il fuoco, il governo regionale del Tigray non ha ancora smobilitato gli otre 270.000 combattenti, come non è ancora stato indetto il referendum per decidere l'assetto amministrativo della regione del Tigray occidentale, al momento controllato dalle forze della regione Amhara, con cui è conteso[7].
Unagola ad ovest di Adigrat nel Tigrè settentrionale
Il 96% della popolazione è dicristiani ortodossi, il restomusulmano. Nello stato predomina l'etnia tigrina, pari a circa il 94,98% della popolazione, mentre il 2,6% è dietnia amarica, 0,7% irob (cioèSaho), e lo 0,05% kunama. La lingua utilizzata nei luoghi di lavoro e documenti pubblici è iltigrino.[8]
Un aspetto particolare dei lavori agricoli nel Tigrè dopo la fine dellaguerra civile del 1991 fu minimizzare i problemi della siccità. Il Tigrè era un tempo coperto di foreste e aveva un microclima che favoriva le piogge. Successivamente le foreste furono abbattute, generalmente per impoverire la popolazione durante le guerre. Conseguentemente, il Tigrè era un paese raggiunto da una discreta quantità di precipitazioni durante lastagione delle piogge, da agosto a settembre, ma perdeva rapidamente queste acque che scorrevano a valle. Nel processo veniva eroso anche il suolo fertile dei campi, che portato a valle dava il caratteristico colore alNilo Azzurro. Dopo alcune settimane di pioggia la campagna era nuovamente inaridita.
Terrazzamenti
Il nuovo governo intraprese due progetti nel Tigrè. Il primo era la costruzione di terrazzamenti. In accordo con le comunità locali, gli abitanti dei villaggi terrazzarono i campi fino alle cime delle montagne alte fino a 2.500 metri. L'obiettivo era evitare che le precipitazioni scorressero via immediatamente cosicché potessero essere trattenute per la stagione agricola. Sulle terrazze più alte si piantarono alberi, soprattutto l'eucalipto che è l'albero dominante in Etiopia ed è originario dell'Australia. Queste piante dovevano creare un nuovo microclima.
Il metodo di terrazzamento era molto semplice, ma richiedeva una buona organizzazione. Lungo posizioni idonee nei campi gli abitanti dei villaggi costruirono muri a secco, utilizzando le pietre che l'erosione aveva portato alla luce. Le piogge, inoltre, erodendo il terreno formavano colate di fango che veniva trattenuto dai muri, poi alzati ulteriormente con le altre pietre messe gradualmente allo scoperto, creando anno dopo anno nuovo terreno terrazzato coltivabile.
Lo straordinario risultato del Tigrè fu la dimensione dell'operazione. Dopo quattro o cinque anni dall'inizio del progetto, quasi tutto il Tigrè, con una superficie di un sesto di quella italiana, fu terrazzato.
Dighe
Il secondo progetto consisteva nella costruzione di nuovi bacini idrici. La diga necessaria per creare questi bacini è tipicamente un terrapieno lungo decine o centinaia di metri, da una parte all'altra di una vallata, e alto 10 o 12 metri. Un'opera come questa richiedeva mesi di lavoro, in cui la gente portava la terra in cesti caricati sulla testa, addirittura senza usare i muli. Generalmente 2.000-3.000 persone - uomini, donne e bambini – trasportavano la terra alla diga in semplici cesti.
Una caratteristica distintiva del Tigrè sono le sue chiese scavate nella roccia. Simili nella loro costruzione a quelle diLalibela, queste chiese possono essere trovate in quattro o cinque assembramenti - Gheralta, Takatisfi,Atsbi e Tembien - cui si aggiunge la località di Wukro. Alcune delle chiese sono considerate addirittura più antiche di quelle di Lalibela, forse risalenti all'VIII secolo.[senza fonte]
In gran partemonolitiche, con progetti che sembrano in parte ispirati dall'architettura classica, si trovano spesso sulla cima difaraglioni oppurecolline molto scoscese, per ragioni storiche di protezione durante gli assedi. Per esempio, l'antico monastero tigrino diDebra Damo è accessibile soltanto inerpicandosi con una corda lunga 25 metri sulla parete verticale di una cima di nuda roccia.[senza fonte]