Sicilia – VedutaImmagine satellitare della Sicilia, di alcune isole circostanti e della punta sud-occidentale dellaCalabria, che costituisce l'estrema propaggine continentale dellapenisola italiana.
La regione si compone sostanzialmente dell'Isola di Sicilia, la più grande isola delmar Mediterraneo, e di varie altre isole e arcipelaghi.
Capo Peloro rappresenta l'estremità orientale dell'isola e dell'intera regione; le isole diStrombolicchio,Pantelleria eLampedusa, invece, rappresentano rispettivamente le estremità settentrionale, occidentale e meridionale.
La Sicilia è una regione prevalentementecollinare (per il 61,4% del territorio), mentre per il 24,5% èmontuosa e per il restante 14,1% èpianeggiante; la pianura più estesa è laPiana di Catania. Il rilievo è vario e, mentre nella Sicilia orientale si può riconoscere nell'Appennino siculo l'ideale continuazione dell'Appennino calabro, la Sicilia centrale e occidentale ospita massicci isolati. Si trova nelleMadonie la seconda vetta più alta dell'isola dopo l'Etna (3.357 metri): ilPizzo Carbonara (1.979 metri).
Tanto l'isola principale quanto le isole circostanti sono interessate da un'intensa attività vulcanica. I vulcani più importanti sono l'Etna, loStromboli eVulcano. Essi hanno la singolarità di appartenere a tre tipologie differenti: eruzioni di lave basaltiche intervallate a periodi di calma il primo; eruzioni continue, e fontane di lava, il secondo, le cui caratteristiche sono state prese come modello tipologico dagli scienziati del settore, che hanno coniato il termine "tipo stromboliano" per designare le attività similari dei vulcani terrestri; infine di tipo esplosivo o "pliniano" il terzo, caratterizzato da lunghi periodi di apparente calma ed eruzioni violente.
Infine si ricorda l'attività eruttiva che nelXIX secolo, nella zona del canale di Sicilia denominata banco di Graham, ha portato alla nascita dell'effimeraisola Ferdinandea.
La Sicilia è una regione totalmente insulare: è costituita, oltre che dall'isola principale, da un insieme diarcipelaghi e diisole minori che formano circa l'1,11% di tutta la superficie regionale (circa 285,4 km² su25832,4 km² totali)[16]. Compresa l'isola di Sicilia, vi sono 19 isole abitate (33 172 abitanti nelle sole isole minori).
I principali gruppi di isole del grande arcipelago della Sicilia sono leEolie, leEgadi e lePelagie; leisole dello Stagnone e leisole Ciclopi, invece, costituiscono due piccoli arcipelaghi rispettivamente a ovest e a est dell'isola siciliana, di fronte alle coste diMarsala, neltrapanese, e diAci Trezza, nelcatanese. Completano la serie le due isole disabitate di Vendicari e Portopalo a sud di Siracusa.
Per quanto riguarda ilaghi naturali, fatto salvo ilLago di Pergusa e quello semi-artificiale delLago Biviere di Lentini, la Sicilia ne è praticamente priva. Il lago di Pergusa, di origine tettonica[17], è celebre per gli antichissimi miti e leggende che lo riguardano e per lafauna e per laflora che lo circonda; tutt'intorno a esso corre unautodromo, in passato sede di un Gran Premio diFormula 3000. Il lago è stato a rischio di prosciugamento, non avendoimmissari, a causa del costante prelievo di acqua per uso civile.
Ilclima della Sicilia è generalmentemediterraneo secco, con estati calde e molto lunghe, inverni miti e piovosi, stagioni intermedie molto mutevoli. Sulle coste, soprattutto quella sud-occidentale e sud-orientale, il clima risente maggiormente delle correnti africane per cui leestati sono torride. Durante la stagione invernale, nelle zone interne, le temperature sono leggermente più rigide, avendosi così un clima mediterraneo ma con caratteristiche simili a quelle delclima continentale.
Laneve cade in inverno al di sopra dei 900-1000 metri ma talvolta può nevicare anche a quote collinari, le nevicate sulle zone costiere e pianeggianti sono rarissime, quando avvenute sono sempre state molto esigue e riscontrabili solo durante forti ondate di freddo. I monti interni, in particolare i Nebrodi, le Madonie e l'Etna, hanno un clima di tipo appenninico. L'Etna si presenta solitamente innevato da ottobre a maggio. Soprattutto d'estate non è raro che soffi loscirocco, ilvento proveniente dalSahara. La piovosità è in genere scarsa e si rivela insufficiente ad assicurare l'approvvigionamento idrico in alcune province dove possono avvenire vere e propriecrisi idriche.
Questa tabella riassume i dati raccolti da trestazioni meteorologiche esemplificative presenti in Sicilia:[18]
Il culmine del processo di unificazione italiana si ebbe con laSpedizione dei Mille, che sbarcò in Sicilia nel maggio1860, e la conquista della Sicilia fu una premessa fondamentale della creazione del futuroRegno d'Italia.
Συράκουσαι (Siracusa) fu la più grande metropoli del mondo greco[19].Calascibetta, negliErei, tipico esempio di "città rurale" dell'entroterra siciliano
L'antica suddivisione in territori consisteva in tre valli (val di Mazara,val di Noto eval Demone). La Regione siciliana è attualmente suddivisa in 9 province regionali e 391 comuni. All'inizio delXX secolo le province erano 7: Castrogiovanni - poi Enna - e Ragusa hanno raggiunto lostatus di capoluoghi solo, rispettivamente, nel1926 (dallo smembramento delle allora province di Catania e Caltanissetta) e nel1927 (prendendo parte dei comuni del libero consorzio comunale di Siracusa). Agrigento si chiamava Girgenti.
Le attuali nove province, chiamate "regionali", furono istituite negli anni 1970, con legge della Regione, come consorzi di comuni; in precedenza, nel 1946, lo Statuto aveva sancito l'abolizione delle amministrazioni provinciali.
La Sicilia è fra le più popolose regioni italiane (la quinta dopoLombardia,Lazio,Campania eVeneto). In età classica, l'isola era fra le zone più popolate del Mediterraneo, e alcune città rappresentavano importanti poli urbani delmondo greco. Palermo e Messina erano tra le città più prospere sia dal punto di vista demografico, sia da quello economico. D'altra parte la Sicilia accolse in epoca normanno-svevacoloni lombardi, vale a dire genti provenienti dal Nord Italia; e in età aragonese gruppi provenienti daiBalcani si stabilirono nelle zone della Sicilia occidentale, specialmente in quella montana e collinare.
Nel XVI secolo l'isola aveva più di un milione di abitanti; mentre al primo censimento delRegno d'Italia, nel 1861, i siciliani risultarono 2 932 000, aumentando a più di 3,5 milioni agli inizi del Novecento.
Nei decenni seguenti si verificò l'esodo di massa verso le Americhe, dove c'è una numerosa comunitàsiculoamericana, e l'Europa; mentre tra il 1961 e il 1971, i siciliani si spostarono verso ilNord Italia. Dagli anni ottanta del Novecento, la diminuzione del tasso di natalità ha contribuito a rallentare la crescita demografica; è la terza regione d'Italia con la più alta natalità e tra quelle con il più alto numero di giovani.
Il fenomeno emigratorio si è ridotto notevolmente ed è ormai equilibrato dall'immigrazione straniera, che in Sicilia è cominciata prima che nelle altre regioni italiane con l'insediamento di una colonia tunisina aMazara del Vallo.
All'interno dell'isola si registrano gli spostamenti dalle aree montane e collinari economicamente depresse, verso le zone costiere e le grandi città. Le zone di maggior addensamento demografico sono le fasce costiere delle zone cuspidi nord-occidentali (Trapani) e nord-orientali (Messina), il versante dell'Etna e le aree di Palermo e Siracusa. Nel2003 la popolazione residente superò per la prima volta i 5 milioni di abitanti, raggiungendo i 5.094.937 abitanti nel 2013. Da allora, tuttavia, il numero di abitanti risulta costantemente in calo. Nel 2018 la Sicilia scende per la prima volta sotto i 5 milioni di abitanti.
Lalingua ufficiale parlata in Sicilia è l'italiano, ma gran parte della popolazione locale parla anche ilsiciliano[21]. Quest'ultimo, nonostante sia riconosciuto come lingua dall'UNESCO, dall'Unione europea e da altre organizzazioni internazionali, non gode di tutela da parte dallo Stato Italiano; tale riconoscimento gli viene però dalla Regione siciliana, che ne promuove il patrimonio linguistico nelle scuole[22]. Il siciliano è inoltre ritenuto lingua regionale ai sensi della Carta europea per le lingue regionali e minoritarie, il cui l'articolo 1 afferma che perlingue regionali o minoritarie si intendono le lingue che non sono dialetti della lingua ufficiale dello stato. LaCarta Europea delle Lingue Regionali o minoritarie è stata approvata il 25 giugno 1992 ed è entrata in vigore il 1º marzo 1998. L'Italia ha firmato tale Carta il 27 giugno 2000, ma non l'ha ancora ratificata.
Nel dominio delle tradizioni popolari rientrano le varianti dellalingua siciliana, che tra l'altro furono l'unico complesso del gruppo italo-romanzo a precedere il toscano nell'elevarsi a dignità poetica e letteraria con lascuola siciliana diFederico II di Svevia, tanto da contendere al toscano, per un periodo abbastanza lungo, il primato quale lingua nazionale.
La poesia dellaScuola siciliana era scritta in siciliano "illustre" perché arricchito da francesismi, provenzalismi e latinismi,[26] da numerosi poeti (non tutti siciliani) attivi prima della metà delDuecento nell'ambiente della corte imperiale. Alcuni tratti linguistici con questa origine vennero adottati anche dagli scrittori toscani delle generazioni successive e si sono mantenuti per secoli o fino a ora nella lingua poetica (e non) italiana: dalle forme monottongate comecore eloco ai condizionali in-ia (es.saria persarebbe) ai suffissi in uso in Sicilia derivati dal provenzale come-anza (es.alligranza perallegria,membranza, usanza, adunanza) o-ura (es.freddura,chiarura,verdura) e altri ancora[27][28][29] o vocaboli come il verbosembrare perparere che perDante eraparola dotta (di origine provenzale, giunta anch'essa all'italiano attraverso la lirica siciliana).[30] LaScuola siciliana insegna una grande produttività dell'uso dei già menzionati suffissi e dei prefissi (questi ultimi per lo piùderivanti dal latino) comedis-: disfidarsi,s-:spiacere,mis-:miscredere,misfare e tanti altri ancora. Erano già presenti abbreviazioni comedir (dire) oamor (amore) e altri latinismi; ad esempio la parolaamuri (siciliano) si alternava conamore (latinismo).[26] Il contributo della scuola siciliana fu notevole:
«...Qualunque cosa gli italiani scrivano, viene chiamato siciliano...(tradotto)»
Nicosia, tra i principali centri di lingua gallo-italica
In pratica, nel siciliano possono distinguersi diverse stratificazioni: a livello fonetico si hanno incontri consonantici di orizzonte prelatino e altri che sembrano apparentarsi alle moderne lingue della zona balcanica. L'etimologia, invece, rimanda alla dominazione romana, quella bizantina e soprattutto quella araba. Per esempio, l'arabogibel (montagna) è componente di molti toponimi:Gibilrossa,Gibilmanna,Mongibello,Gibellina. Si hanno inoltre diverse province idiomatiche in cui il siciliano s'infrange con caratteristiche locali, e isole etno-linguistiche autonome.
Per quanto concerne il patrimonio letterario popolare, va detto che l'ideazione spontanea isolana si muove nell'ambito letterario tanto su temi religiosi o moralistici quanto su soggetti profani, come nel caso dei testi epici del ciclo carolingio del famosoTeatro dei Pupi, degli strambotti in ottava siciliana, e della favolistica che, per quanto appaia ristretta nella tematica, presenta sempre uno sviluppo narrativo esemplare: avvio realistico, ingresso di elementi e fattori sovrumani ben graduato o comunque verosimile, cura attenta dei dettagli, anche nei momenti più fantastici, e una vivacità d'articolazione che non viene mai meno, sia nelle più struggenti vicende amorose o in quei racconti che s'imperniano su un umorismo talvolta sfiorante il grottesco o il surreale.
Molti di questi racconti non sono ancora stati codificati del tutto. Esistono tanteleggende (come le quattro diGammazita,fratelli Pii,Uzeta eColapesce) che hanno una variante in ogni città (della leggenda di Colapesce esistono una trentina di versioni codificate) tale da costituire una vera e propriamitologia siciliana[31].
«Bisogna far conoscere interamente la vera, la grande anima della nostra terra. La responsabilità maggiore di questa missione dobbiamo sentirla noi musicisti perché soltanto nella musica e nel canto noi siciliani sappiamo stemperare il nostro vero sentimento. Ricordatelo.»
Le tradizioni popolari sicule sono numerose e multiformi, poiché vi s'impressero non poche e divergenti colonizzazioni. È facile rammentare, infatti, che l'isola fu via via dominata da Greci, Romani, Bizantini e Arabi, Normanni, Spagnoli e Francesi, tanto per fare gli esempi più palmari. Com'è ovvio, ciascuno di codesti influssi si esercitò sulla locale etnia in modo più o meno generalizzato, amalgamandosi e scontrandosi di volta in volta con le tradizioni preesistenti, a cominciare da quelle autoctone. La civiltà siciliana e la sua cultura spontanea appaiono perciò insulari, se paragonate agli analoghi frutti che maturano inSardegna e inCorsica, ma di una ricchezza e di una peculiarità ottimali per uno studioso. Basti ricordare che il folkloristaGiuseppe Pitrè dedicò un'opera in venticinque volumi alle tradizioni popolari di quest'area, inglobandovi con pertinenza descrizioni etnografiche e prospettive storiche.
Il mondo delle credenze e delle leggende, in vario modo, si apparenta al patrimonio favolistico, poetico e musicale poco sopra delineato, costituendone non di rado la fonte prima. Come quasi in tutte le regioni italiane, si rintracciano quivi componenti pagane e cristiane, più o meno commiste, e superstizioni che toccano tutti gli aspetti della vita umana. Nell'area messinese e in quella palermitana, per esempio, è tuttora vivo il ricordo diColapesce, ma molti altri personaggi di natura acquatica ricorrono un po' in tutto il folklore isolano. A prescindere dai più noti ricordi di origine classica, si può qui segnalare la sirena che ogni anno, secondo la vecchia credenza diModica, nella notte tra il 24 e il 25 gennaio, emerge dal fondo del mare con un canto dolcissimo e pronta a predire il futuro a chi sappia avvicinarla. Immagini e motivi più inquietanti si registrano altresì in ricorrenza o meno di date precise. Così aCapodarso si ritiene che almeno una volta l'anno si svolga una vera “fiera” di spiriti, nei pressi di un ponte fatto erigere daCarlo V e nel corso della quale si vende, fra l'altro, della frutta che è destinata a divenire d'oro, l'indomani. ATermini Imerese è radicata una leggenda secondo la qualeSalomè, la figlia di Erodiade, sarebbe approdata, a suo tempo, a codesti lidi in cerca d'espiazione per la morte diGiovanni Battista, da lei provocata; fece perciò costruire una chiesa in memoria del martire, ma non appena essa fu terminata sarebbe scaturito dalle viscere della terra un fiume di sangue che tutto inaridiva intorno. La bella peccatrice si sarebbe allora annegata in quei flutti.
Non appena ciò avvenne – prosegue la leggenda – il giume di sangue sprofondò sottoterra. Ma ogni anno, nella notte di vigilia diSan Giovanni, per incantamento, Salomè e il corso di sangue riapparirebbero in superficie, fermando ogni fremito di vita, sino a quando, al mattino, il disco solare, recante la testa decollata del Battista, non costringe nuovamente Salomè e il relativo fiume a ritornare negli inferi. Similmente, aNoto si parla di un tesoro nascosto sepolto in una grotta e custodito dai fantasmi degli “infedeli” che lì l'avevano sepolto; aSciacca, si tramanda una fosca storia di sangue che comprende la reiterata resurrezione dei morti, a scopo di vendetta, e così via. Il panorama delle credenze attive non è meno ricco di richiami a tempi precristiani. Per esempio, i doni annuali ai bambini sono recati in commemorazione del ritorno dei morti nelle prime notti novembrine.
Negli stessi giorni nei locali pasticcieri sono usi confezionare dei dolci, detti appunto dei “morti”, di soggetto macabro: scheletri, teschi e ossa. L'usanza in parola e particolarmente viva nel Palermitano e nel Catanese. La festa diSanta Lucia (13 dicembre), e i giorni immediatamente susseguenti, sino alla vigilia di Natale, sono tenuti propizi per trarre oroscopi sull'andamento dell'imminente anno nuovo. L'Epifania, infine, è unanimemente considerata il primo giorno di carnevale. A proposito di festività merita anche d'esser ricordata la cavalcata del Gigante e della Gigantesca che si svolge a Messina nel giorno di ferragosto, festa dell'Assunta, quasi contrapponendosi alla processione della “vara”: una costruzione piramidale ornata d'immagini di angeli e che reca al vertice le statue della Madonna e di Cristo. Un'equivocabile impronta cristiana ha per contro la “diavolata” diAdrano: un dramma sacro che vede il vittorioso combattimento dell'arcangelo Michele contro legioni di diavoli e contro la stessa Morte. Naturalmente, lo stesso può dirsi per le famose celebrazioni palermitane della patronaSanta Rosalia, commemorata in tre date diverse, l'11 gennaio, il 15 luglio e il 14 settembre, con imponenti processioni e con gigantesche “vare”, analoga alla “vara” messinese. Su di un altro piano, si segnalano anche le tavolette di ex voto conservate nel santuario diTrecastagni (Catania).
Per quanto riguarda alcuni aspetti della cultura ergologica, ben noto è il tipico carretto isolano ad alte ruote, solitamente intagliato e dipinto con scene che s'ispirano alle vicende cavalleresche, narrate dai cantastorie e dall'Opera dei Pupi. Sulle origini di questo mezzo di locomozione non mancano le discussioni fra gli specialisti dell'inizio del secolo. Giuseppe Cocchiara ha però dimostrato che il sistema viario dell'isola non poté permettere la nascita di tale mezzo se non in pieno XVIII secolo. Peraltro gli esemplari più antichi sino a noi pervenuti del carretto siciliano non risalgono, di norma, oltre la metà dello scorso secolo. Negli esemplari più addietro nel tempo le ornamentazioni d'intaglio e le pitture possono essere di soggetto sacro, anziché “carolinge”. Non è certo, tuttavia, questa distinzione iconologica a garantirne l'antichità. Per ciò che concerne l'architettura spontanea osserveremo che essa rientra pienamente nell'orizzonte dello “stile mediterraneo”, tipico di tutto il Mezzogiorno. Qua e là, tuttavia, s'individuano anche agglomerati o singoli edifici a forma ditrulli.
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Carretto sicilianoFangotto nello stile dellaCeramica di Caltagirone. La ceramica del centro calatino viene generalmente considerata una delle espressioni materiali dellasicilianità
Per molto tempo letradizioni popolari, frutto di una cultura millenaria e dell'uso di una lingua comune, il siciliano, sono rimaste vive, più nei paesi che nelle grandi città. Tali tradizioni, particolari e a volte pittoresche, sono state la causa per cui, nel corso dei secoli, si è creato uno stereotipo tradotto nel terminesicilianità, intendendo con esso una sorta di particolarità e di differenziazione del carattere isolano rispetto a quello delle regioni confinanti.
Nei suoi scrittiMarco Tullio Cicerone definiva i siciliani «gente acuta e sospettosa, nata per le controversie».
La famiglia siciliana tradizionale forma di massima un gruppo molto allargato che include anche i cugini più lontani e non è chiusa su sé stessa. È diffusa l'abitudine alle grandi tavolate per pranzo o per cena, soprattutto in estate. Gli orari sono spostati un po' più avanti rispetto al nord, arrivando a pranzare anche alle due di pomeriggio e cenare verso le nove-dieci nella bella stagione.
Gesualdo Bufalino definiva la Sicilia la terra dellaluce e del lutto, luogo di contraddizioni di estremi che si uniscono: così nell'immaginario il siciliano appare come un uomo solare e accogliente ma anche losco e sospettoso, convinto che il suo modo d'essere sia il migliore e il più giusto.Tomasi di Lampedusa dichiarava nel suoIl Gattopardo che inSicilia tutto cambia affinché nulla cambi perché, se sono gli stessi siciliani a ricercare il cambiamento allo stesso tempo lo frenano, timorosi che esso possa spodestare le secolari abitudini e i privilegi acquisiti.
Il senso a volte tragico deldestino ma anche dell'orgoglioso attaccamento alla propria terra e alle proprie radici è testimoniato anche nella letteratura. Notevole è il ritratto lasciatoci daGiovanni Verga, capofila delverismo, nel cosiddettoCiclo dei vinti (che includeI Malavoglia) in cui al culto della "roba", il bene materiale ricavato dalla terra e dal lavoro si deve adeguare anche il senso pur così sacro della famiglia, i cui personaggi, che vogliono cambiare il mondo, sono puniti dalla mala sorte che li obbliga a tornare al punto di partenza, alla loro terra e alle loro radici.Riflessioni amare del Verga sulla vita: anche lui, raggiunto il benessere, si rifugerà dal Nord nella sua amata Catania dove, disincantato dalla vita, passerà i suoi ultimi anni.
Singolarità d'atteggiamenti si riscontrano in altri siciliani,Mario Rapisardi eGiuseppe Aurelio Costanzo colpevoli, secondoBenedetto Croce di aver trasformato ilpoema in "saggiosociologico".Ma la denuncia che fanno non è fine a sé stessa ma si congiunge a grandi ideali: giustizia sociale, necessità di cambiamento, ribellione contro un ordine sociale ingiusto che simbolicamente rappresenta la classe degli umili e degli oppressi che invece nell'opera di altri scrittori siciliani è solo capace di rinunce.
Il forte sentimento di appartenenza alla Sicilia, nei paesi d'emigrazione, ha prodotto la nascita di numerose comunità di immigrati siciliani e spesso ha suscitato forti ripercussioni razziste; è noto, negliStati Uniti, il caso dei nove operai siciliani linciati dalla folla aNew Orleans nel 1891, pur essendo del tutto estranei ai fatti di cui erano accusati[32][33]). Spesso, totalmente integrati nella società anglosassone, i siculo-americani sono tuttavia oggetto di discriminazione mediante stereotipi alimentati anche da film famosi e o da serie televisive. Frequente è l'accostamento alla criminalità mafiosa, quasi sinonimo di sicilianità, fino al razzismo vero e proprio.[34][35]
Il fercolo di Sant'Agata durante la festa patronale a CataniaCarro trionfale per il "festino" di Santa Rosalia a Palermo del 1850.Il carnevale diAcireale.
Le feste religiose cattoliche rivestono una grande importanza all'interno delfolklore siciliano. Tra le feste più rappresentative si possono menzionare:
Culla dell'Opera dei Pupi è Palermo dove sono presenti numerosi teatri oltre a un museo e una scuola famosa come quella della famigliaCuticchio e in particolare diMimmo Cuticchio. Altro importante centro èAcireale, cittadina barocca, che vide fiorire quest'arte grazie ai numerosi maestri pupari, fra cui il celebreEmanuele Macrì, a cui è dedicato l'omonimo museo-teatro dove, quotidianamente, è possibile assistere alle rappresentazioni dei maestri pupari. Inoltre, adAlcamo,Partinico eSciacca si distinse la famiglia Canino, soprattuttoGaspare Canino.
L'uso dei gesti è presente nella cultura siciliana sin dalla più remota antichità; il motivo probabile è da ricercare nei suoi rapporti culturali e commerciali con i popoli dell'area mediterranea dai tempi più remoti. La grande rimescolanza di lingue e popoli ha senz'altro accentuato l'uso delgesto per meglio comprendersi; è infatti abbastanza naturale, quando non ci si comprende bene tra gente di lingua diversa, usare i gesti per accentuare la comprensibilità del dialogo.
Giuseppe Pitrè, tra gli altri, si occupò anche della gestualità siciliana, raccogliendo tutte le informazioni possibili inUsi e costumi, credenze e pregiudizi del popolo siciliano (1889). Tra le varie informazioni, si riporta la leggenda che narra di un re che, arrivato in Sicilia, vuole mettere alla prova due suoi sudditi sulla supposta capacità di dialogare senza parole. I due sudditi, presi alla sprovvista, passano il test e provocano grande meraviglia nel sovrano. La gestualità si dice sia uno degli aspetti della teatralità del siciliano, uno dei tanti modi di dimostrare la necessità di recitare e dar sfogo alla grandecreatività[37].
La gestualità non deve essere confusa con lalingua dei segni, anche se alcuni gesti somigliano a quelli della grammatica dellaLIS. Un interessantedocumentario del regista sicilianoLuca Vullo,La voce del corpo, ne ha fatto l'oggetto di un filmato di successo internazionale[38][39].
Il rapporto sull'ecosistema urbano stilato daLegambiente eIl Sole 24 Ore riguarda la qualità ecologica delle 107 province italiane dall'affidabilità del sistema di trasporto urbano, dalla superficie verde per abitante, dall'efficienza del sistema idrico, dalla qualità dell'aria, dei chilometri dipiste ciclabili, dalla quantità di acque reflue depurate, dalla diffusione delleenergie rinnovabili, dalla gestione dei rifiuti e dalla lororaccolta differenziata[40]. Il dato per la Sicilia non è confortante poiché vede i propri capoluoghi in fondo alla classifica nazionale:
Il terminemafia oCosa nostra si riferiva del resto originariamente solo all'organizzazione criminale siciliana. Nel ventunesimo secolo, però, il termine mafia è associato anche ad altre organizzazioni mafiose come lacamorra campana, la'Ndrangheta calabrese o fuori dall'Italia, lamafia russa, lamafia albanese o leTriadi cinesi. Le sue origini vengono fatte risalire tradizionalmente alla rivolta deiVespri siciliani e sono poste in relazione all'antica setta deiBeati Paoli, al centro del racconti popolari siciliani.[41] Tuttavia è doveroso precisare che tale asserzione è poco condivisa e considerataleggendaria; buona parte degli studiosi ritiene di datare il fenomeno alXVI secolo, quando in varie parti d'Italia si erano formate congregazioni paracriminali sul tipo di quella citata daAlessandro Manzoni nel suo capolavoroI promessi sposi (I "bravi" diDon Rodrigo). A torto o a ragione, secondo la maggioranza della ricerca storiografica[42], la sua nascita si fa risalire convenzionalmente all'inizio dell'Ottocento, quando icampieri gestivano quotidianamente i terreni della nobiltà siciliana e ibraccianti che vi lavoravano. Era gente violenta, che faceva da intermediario fra i proprietarifeudali e i braccianti, spesso in condizioni simili a quelle deiservi della gleba che, per meglio esercitare il loro mestiere, si circondavano di violenti guardiani prezzolati[43]. Da qui nacque la gerarchia dicapi epicciotti che, nella sua logica gerarchica, esiste ancora ai giorni nostri.Tuttavia, come precisa lo storicoG. C. Marino[44] con altri studiosi, molto probabilmente l'origine dellamafia è molto più antica, dato che illatifondo con tutte le sue strutture e conseguenze storico-sociali e politico-economiche, in Sicilia è presente fin dall'epoca normanna.
Solo dall'Unità d'Italia però la mafia ha cominciato a evolversi nella forma attuale, venendo messa in ginocchio grazie all'operato del "prefetto di ferro"Cesare Mori -inviato dalregime fascista- e venendo poi potentemente sostenuta dal governo statunitense prima e dopo lo sbarco degli Alleati nellaseconda guerra mondiale. Daglianni cinquanta in poi, la mafia si aggancia sempre più strettamente alla politica: daVito Ciancimino in poi alcuni esponenti della politica siciliana sono stati indicati come collusi. E c'è stato anche il periodo delle grandi guerre interne: laprima (nel1962) e laseconda guerra di mafia (nel1981).
La prima volta che si parlò apertamente dei rapporti che legano la politica e la mafia in Sicilia fu a inizio secolo in occasione dell'omicidio dell'ex sindaco di PalermoNotarbartolo, il cui mandante era il parlamentareRaffaele Palizzolo, rimasto impunito[45]. Dopo la fine delfascismo gli Alleati nominarono sindaci esponenti di primo piano della mafia, comeCalogero Vizzini. Numerosi furono poi i legami tra mafia ed esponenti delseparatismo siciliano.
Nel tempo il legame tra politica e mafia è continuato a essere un aspetto essenziale del controllo e della gestione diappalti e fondi pubblici. Sfruttando la leva di complicità eomertà, in molte province della Sicilia le scelte politiche avvengono a volte per convenienze mafiose. Innumerevoli i casi di appalti pilotati a ditte controllate dalla mafia, di speculazioni legate aipiani regolatori comunali, di leggi regionali a favore di talune categorie, ecc. Per questo motivo sono sorte alcune leggi antimafia volte a limitare le collusioni. Ogni anno però continua lo scioglimento di diversiconsigli comunali sparsi nel territorio siciliano per infiltrazione mafiosa.
Fuori dalla Sicilia si sono spesso alimentati cliché derivati dagli stereotipihollywoodiani sul genere deIl padrino che ritraggono la Sicilia come un paese dominato quotidianamente dalla violenza, mentre l'influenza dellapiovra è in realtà più sotterranea di quanto non si creda. Non solo sono stati dati per scontati gli stereotipi cinematografici, ma facili generalizzazioni estese dei siciliani generano talvolta ingiuste discriminazioni sociali nel resto dell'Italia così come all'estero. A questo scopo sono sorte numerose associazioni culturali in Italia e all'estero volte a salvaguardare e a fare conoscere la ricca realtà artistica, linguistica e umana dell'Isola.
In molte aree viene tacitamente sfruttato ilvoto di scambio, senza un'apparente mobilitazione da parte dello Stato. Con laglobalizzazione e l'afflusso di emigrati clandestini in Sicilia guidati da scafisti senza scrupoli, la mafia ha esteso le sue alleanze verso i paesi in via di sviluppo e alle mafie provenienti da questi.
Eclatanti i casi di politici e magistrati collusi con la mafia: il caso che forse ha fatto parlare di più è stato quello diGiulio Andreotti (che i giudici hanno ritenuto assolto con sentenza definitiva per quanto riguarda i reati successivi al1980, sostenendo comunque, per i reati prescritti, «un'autentica, stabile e amichevole disponibilità dell'imputato verso i mafiosi fino alla primavera del 1980»[46]) e l'ex presidente della RegioneSalvatore Cuffaro, condannato in via definitiva a sette anni per rivelazione di segreto istruttorio, e ancora sotto indagine per concorso esterno inassociazione di tipo mafioso.
«Ma la mafia era, ed è, altra cosa: un sistema che in Sicilia contiene e muove interessi economici e di potere di una classe che approssimativamente possiamo dire borghese; e non sorge e si sviluppa nel vuoto dello Stato (cioè quando lo Stato, con le sue leggi e le sue funzioni, è debole o manca) ma dentro lo Stato. La mafia insomma altro non è che una borghesia parassitaria, una borghesia che non imprende ma soltanto sfrutta.»
Lo statuto speciale siciliano[47], emanato da reUmberto II il 15 maggio1946[48] (quindi precedente alla Costituzione della Repubblica italiana, che lo ha recepito per intero con la legge costituzionale n. 2 del1948[49]), diede vita alla Regione siciliana, prima ancora dellanascita della Repubblica Italiana, avvenuta convenzionalmente il 2 giugno seguente.
Il nome ufficiale è "Regione siciliana" e non "Regione Sicilia" per una motivazione storica oltre che per il rapporto istituzionale che lega l'isola all'Italia. La Regione siciliana (in assonanza con la "Repubblica Italiana") nasce come ente originariamente sovrano e legato all'Italia da un rapporto pattizio e potenzialmente paritetico[50]. Questa condizione giuridica, che dà vita al medesimo utilizzo dell'aggettivo dopo il nome ufficiale dell'ente, è dovuta a ragioni principalmente politiche di carattere indipendentista che fanno leva sul fatto che l'entità amministrativa siciliana è considerata una fonte primaria del diritto alla pari della Repubblica italiana. In virtù della sovranità e della volontà del popolo siciliano di darsi un proprio statuto autonomo, infatti, i padri fondatori dello statuto siciliano hanno voluto marcare una sostanziale pariteticità, ma non antiteticità, giuridica, storica e politica tra il popolo siciliano e il popolo italiano. Non a caso la Sicilia è l'unica regione d'Italia in cui l'organo legislativo è anche chiamatoparlamento.
La storia politica di sessant'anni di autonomia speciale in Sicilia, e dei suoi governi, ha vissuto momenti di vivacità, che hanno portato a definire la politica siciliana una sorta di "Laboratorio politico", e altri più bui.
Dal2001 il presidente della Regione non è più eletto dall'Assemblea Regionale Siciliana, ma direttamente dai cittadini.Il presidente della 59ª giunta della Regione, eletto il 5 novembre2017, èNello Musumeci, fondatore del partito regionalista#DiventeràBellissima e sostenuto da una coalizione dicentro-destra.Il presidente della 60ª giunta della Regione, eletto il 25 settembre2022, èRenato Schifani, sostenuto da una coalizione dicentro-destra. La presidenza della Regione ha sede a Palermo, a Palazzo d'Orleans.
L'Assemblea regionale siciliana è l'organolegislativo della Regione siciliana eletta per la prima volta nel maggio1947. È eletta a suffragio universale e composta, a partire dalla sua XVII legislatura (2017) da 70 deputati.[51]. Ha sede a Palermo, nelPalazzo dei Normanni. Il parlamento siciliano, nato nel 1130, è considerato il più antico d'Europa[52].
Grazie alloStatuto autonomistico, la Regione ha competenza esclusiva (cioè le leggi statali non hanno vigore nella regione) su una serie di materie, tra cuibeni culturali,agricoltura,pesca,enti locali[53],ambiente,turismo,polizia forestale epolizia locale. Il relativo personale quindi è nei ruoli della Regione e non dello Stato, ed è più numeroso che nelle altre Regioni a statuto ordinario. Ogni modifica alloStatuto speciale, trattandosi di legge costituzionale, è sottoposta alla cosiddetta procedura aggravata, cioè a una doppia approvazione, a maggioranza qualificata, da parte delle Camere.
Per quanto riguarda la materiafiscale, la totalità delleimposte riscosse in Sicilia dovrebbe rimanere, infatti, sul territorio e ogni anno lo Stato Italiano sarebbe tenuto a fornire un ammontare da stabilirsi, con piano quinquennale, di denaro pubblico proveniente dalle altre Regioni per finanziare la Sicilia, così come stabilito dall'art. 38 delloStatuto della Regione siciliana.
Lo Stato verserà annualmente alla Regione, a titolo di solidarietà nazionale, una somma da impiegarsi, in base a un piano economico, nella esecuzione di lavori pubblici.
Questa somma tenderà a bilanciare il minore ammontare dei redditi di lavoro nella Regione in confronto della media nazionale.
Si procederà a una revisione quinquennale della detta assegnazione con riferimento alle variazioni dei dati assunti per il precedente computo.
Altro aspetto importante è contenuto nell'art. 37 delloStatuto della Regione siciliana:
Per le impreseindustriali ecommerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti e impianti, nell'accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti e impianti medesimi.
L'imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima.
La bandiera e lo stemma della Regione siciliana presentano ambedue i colori giallo e rosso, divisi in diagonale, con al centro latriscele e ilgorgoneion; venne utilizzata per la prima volta nel1282 nellaRivoluzione del Vespro dai siciliani, volendo simboleggiare l'unità della Sicilia nello scacciare gliAngioini.
La bandiera è utilizzata, secondo la legge regionale istitutiva, la n. 1 del2000[56], in tutti gli edifici pubblici regionali.
Ilgonfalone della Regione siciliana è stato adottato con la legge regionale n. 12 del 1990, approvata dall'Assemblea regionale siciliana[57]. Il gonfalone è costituito da uno scudo formato dalla triscele e dagli stemmi normanno, svevo e aragonese delRegno di Sicilia, collocati su un fondo azzurro, a sua volta collocati su uno scudo inquartato con i colori giallo e rosso aranciato.
Composto daVincenzo Spampinato, eseguito per la prima volta dall'Orchestra Sinfonica Siciliana e adottato nel2003,Madreterra fu il primo inno ufficiale adottato da una regione italiana[58]. Sorsero polemiche per la decisione di scrivere un testo ufficiale in italiano anziché insiciliano, tuttavia diversi siciliani con profondo spirito identitario ne hanno riproposto recentemente versioni alternative con il testo in siciliano[59].
Medaglia d'oro al valor civile della Regione siciliana
Concessa ai "familiari dei cittadini residenti in Sicilia deceduti nel compimento di atti eroici... ai cittadini non residenti in Sicilia che siano deceduti nel compimento di atti eroici a favore del popolo siciliano... a quei cittadini che abbiano compiuto atti eroici a favore del popolo siciliano senza essere deceduti" (art. 5, Legge regionale 5 novembre 2004, n.15)[60].
Medaglia d'oro al valore sportivo della Regione siciliana
Concessa ai cittadini nati o residenti in Sicilia che ottengano risultati sportivi a livello internazionale. (art. 7, Legge regionale 5 novembre 2004, n.15)[61].
«Per la partecipazione all'evento sismico del 6 aprile 2009 in Abruzzo, in ragione dello straordinario contributo reso con l'impiego di risorse umane e strumentali per il superamento dell'emergenza» — Roma, decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 ottobre 2010[62]
Grazie alla crescita economica degli ultimi anni, la Sicilia è l'ottava economia regionale d'Italia in termini di PIL totale. Una serie di riforme e investimenti sull'agricoltura come ad esempio l'introduzione di moderni sistemi di irrigazione hanno reso competitiva questa importante industria.[63] Negli anni '70 c'è stata una crescita dell'industria attraverso la creazione di alcune fabbriche.[64]Negli ultimi anni[quando?] è cresciuto anche il settore dei servizi con l'apertura di numerosi centri commerciali.[65] Il turismo è un'importante fonte di ricchezza per l'isola grazie al suo patrimonio naturale e storico. Oggi la Sicilia sta investendo ingenti somme di denaro sulle strutture alberghiere ed extralberghiere, al fine di rendere il turismo più competitivo.[66] Tuttavia ancora oggi, la Sicilia continua ad avere un PIL pro capite inferiore alla media italiana e una disoccupazione più elevata rispetto al resto d'Italia.[67] Questa differenza è principalmente causata dall'influenza negativa dellamafia che è ancora attiva in alcune aree sebbene sia molto più debole che in passato.[68]
Di seguito la tabella che riporta ilPIL[69], prodotto in Sicilia ai prezzi correnti di mercato nel2006, espresso in milioni di euro, suddiviso tra le principali macro-attività economiche:
Macro-attività economica
PIL prodotto
% settore su PIL regionale
% settore su PIL italiano
Agricoltura, silvicoltura, pesca
2923,3 €
3,52%
1,84%
Industria in senso stretto
7712,9 €
9,30%
18,30%
Costruzioni
4582,1 €
5,52%
5,41%
Commercio, riparazioni, alberghi e ristoranti, trasporti e comunicazioni
15159,7 €
18,28%
20,54%
Intermediazione monetaria e finanziaria; attività immobiliari e imprenditoriali
17656,1 €
21,29%
24,17%
Altre attività di servizi
24011,5 €
28,95%
18,97%
IVA, imposte indirette nette sui prodotti e imposte sulle importazioni
L'agricoltura è stata ed è ancora oggi una delle grandi risorse economiche della Sicilia grazie alla varietà e qualità delle produzioni. Notevole è laproduzione dei cereali - tra cui ilfrumento, specie della pregiata varietàgrano duro, essenziale per la produzione delle migliori qualità dipasta. Il frumento già in passato rendeva la Sicilia essenziale per l'approvvigionamento deiRomani, tanto che l'isola era chiamatail granaio di Roma. È abbondante quella delleolive, che assicura un'ottima produzione diolio. Fino all'inizio del XX secolo è stata anche diffusa la coltivazione delriso, importato dagli Arabi e ingrediente di diversi piatti tipici[71].
Strutture rurali immerse nella campagna delnisseno
Importante è la produzione deicarciofi di cui il territorioniscemese e il distretto agricolo diCerda sono fra i più grandi produttori europei.Tra lafrutta secca spiccano per qualità lemandorle, lenocciole e ilpistacchio - pregiato quello diBronte - che sono alla base di molti prodotti dolciari.
Un importante contributo viene anche dalla coltivazione intensiva di specie, una volta esotiche, come ilkiwi di eccellente qualità e perfino dimango, nella zona diFiumefreddo.La carota novella diIspica, laciliegia dell'Etna coltivata nel comprensorio diGiarre, l'olio d'oliva dei Monti Iblei, dei colli nisseni e delle colline ennesi, il limone Interdonato della Messina jonica, il limone diSiracusa, il melone diPachino e ilpistacchio verde diBronte sono prodotti a denominazione di Origine Protetta - Protezione Transitoria Nazionale con decreto ministeriale.Uno dei frutti più tipici è il "kaki" (in italiano caco o loto). Famosa per isuoi kaki èMisilmeri. Un'altra peculiare produzione siciliana è quella dellesbergie. Questo frutto, dolce e profumato, costituisce unendemismo che trova diffusione solo nellavalle del Niceto.
La tradizionale coltivazione dellavite consente la produzione di ottimi vini, sia rossi sia bianchi, che sono sempre più conosciuti e apprezzati in tutto il mondo. La produzione, pur notevole, stentava un tempo a inserirsi nei mercati a causa della eccessiva frammentazione dei produttori e di imprecisi standard qualitativi; essa ha avuto una svolta decisiva a partire daglianni novanta, quando l'impiego di nuove tecniche enologiche, i finanziamenti pubblici che hanno facilitato l'arrivo di grandi produttori di vino da altre parti d'Italia e anche dall'estero, la nascita di una scuola universitaria locale di enologi (Università di Palermo facoltà di Agraria con sede staccata a Marsala presso l'Istituto Agrario "A. Damiani"), hanno favorito la rinascita dei vini siciliani, già famosi in epoca romana, e la loro affermazione a livello internazionale delle sueD.O.C. e la nascita dellaD.O.C.G. Cerasuolo di Vittoria.
Tra i vitigni autoctoni più noti si annoverano i "rossi", come ilNero d'Avola, ilNerello mascalese, il Frappato che concorre insieme al Nero d'Avola alla D.O.C.G.Cerasuolo di Vittoria, il Nerello Mantellato, il Nerello Cappuccio, il Perricone e il Nocera, e i "bianchi", tra i quali il più noto è indubbiamente ilBianco d'Alcamo, la cui rinomanza è riconosciuta in tutto il mondo, l'Inzolia, ilGrillo, il Catarratto, il Grecanico, il Carricante, la Minnella Bianca, ilMoscato di Pantelleria detto ancheZibibbo e laMalvasia delle Lipari.
Viti d'Inzolia crescono spontanee tra le dune diMenfi
Un importante e sempre più sviluppato settore è quello della coltivazione, in serra, difiori pregiati, come ad esempio leorchidee, favorito dal clima caldo-umido che ha raggiunto e superato per produzione quello di altre regioni tradizionalmente produttrici. Oggi i fiori di Sicilia vengono acquistati e spediti in tutta l'Europa.
Inoltre è presente il mercato ortofrutticolo più grande d'Italia aVittoria.
In Sicilia, circa 650 000ettari di terreno sono dedicati all'agricoltura disemina e 400 000 alle colture permanenti[72].
Nellapiana di Gela viene coltivato anche ilcotone; il prodotto siciliano costituisce il 78% della produzione nazionale[73].
Sono allevati ovini, caprini ed equini, mentre ibovini, un tempo presenti in numero limitato, oggi sono allevati soprattutto nellibero consorzio comunale di Ragusa, dove si allevano animali dellarazzafrisona erazza modicana. Questi ultimi producono un latte molto sostanzioso, benché in quantità scarse rispetto ai bovini d'allevamento (è una razza semi-addomesticata), utilizzato principalmente nella produzione di formaggi freschi ("provole"), delpiacentino ennese, con l'aggiunta dizafferano, o delcaciocavallo ragusano, l'unico del genere in Sicilia ad avere meritato il marchio DOP. Una tipica razza di equini dirazza sanfratellana viene allevata sui Nebrodi, nella zona di San Fratello, da cui prende nome.La superficie dedicata aiprati e aipascoli in Sicilia raggiunge i 235 000 ettari[74]. Sono originarie dell'isola anche le più antiche razze canine italiane: ilCane di mannara ed ilCirneco dell'Etna.
Marzamemi, borgo di pescatori famoso per la sua tonnara, costituisce una risorsa preziosa per la Sicilia, che è la prima regione italiana per quantità di prodotto catturato, per consistenza di flotta (33% della flottapeschereccia italiana) e numero di pescatori impiegati[75].
AMazara del Vallo ma anche in altre zone marine della costa mediterranea della Sicilia, si pratica l'allevamento di pesci comespigole,orate, tonni (ingrasso); aGanzirri, nella zona nord di Messina, quello diostriche emitili. Inoltre aTrapani sono ben note lesaline da cui sin dall'antichità si produce finissimosale marino.
Unelettrodotto che supera lostretto di Messina esporta dalla Sicilia una parte dell'energia elettrica che in essa è prodotta, ma soprattutto consente alla regione di ricevere oltre la metà dell'energia proveniente dal nord Europa, richiesta dai 5 milioni di abitanti siciliani. L'energia principale, più una parte di quella ausiliaria prodotta dalle centrali energetiche della regione, viene utilizzata nelle città e per le linee ferroviarie elettrificate da 3 kV.Dalla società di sviluppo e gestione di elettrodotti Terna si farà un secondo elettrodotto tra Sorgente e Rizziconi nonché il potenziamento della rete della regione fino a 380 kV.
Anche se le centrali tradizionali sono abbastanza diffuse e hanno una buona produzione, lefonti alternative, nonostante le enormi potenzialità in merito che ha la Sicilia, sono ancora poco diffuse: sono sperimentali alcunecentrali eoliche, mentre verrà presto attivata aEnna, nelPolo Industriale delDittaino, una centrale utilizzante lebiomasse per produrre energia a bassi costi, il primo impianto di questo tipo esistente nell'Italia meridionale.
Ilpilone di Torre Faro, posto nella striscia di terra dell'isola siciliana più a nord-est
Nei pressi diAdrano, tra il1981 e il1987, venne costruita dall'Enel, nell'ambito di un progetto europeo, laCentrale Solare Eurelios che erogava 1 Megawatt di potenza; la centrale poi rimase inutilizzata. Nel 2011,Enel Green Power ha avviato lo smantellamento della centrale solare termicaCentrale Solare Eurelios per fare spazio a un impianto fotovoltaico; a lavori ultimati il nuovo impianto sarà in grado di generare 14 milioni di kWh (il fabbisogno di consumo di oltre 5.000 famiglie).[77]
Negli anni novanta è stata costruita, nella zona diSortino, una centrale idroelettrica che produce energia utilizzando un salto di oltre 100 metri creato fra due laghi artificiali costruiti appositamente. Questa centrale, la prima nel suo genere, fu costruita per poter sostenere i massicci consumi diurni delle industrie della zona diPriolo. Il bilancio energetico della centrale è decisamente negativo, ma permette di accumulare energia in esubero prodotta di notte, per pompare l'acqua al bacino superiore e poi l'acqua viene utilizzata di giorno per produrre energia a sostegno dei consumi diurni delle industrie della zona. Entrata in servizio nel 1989, è situata nella valle dell'Anapo, nel comune di Priolo Gargallo. Il serbatoio (lago) superiore raccoglie anche le acque del bacino idrografico superiore dell'Anapo,con un volume di 5,6 milioni di m3. Ha una potenza efficiente di500 MW e una potenza di pompaggio di580 MW, grazie a 4 gruppi turbina/pompa reversibile da125 MW in produzione e che assorbono145 MW in pompaggio. Il salto tra i serbatoi è di circa 312 m.
Nonostante la regione non abbia livelli di industrializzazione paragonabili a quelli del Nord Italia, tuttavia presenta complessivamente un apparato industriale più vivace del resto del Sud Italia grazie anche alla presenza dei più grandi stabilimenti del meridione e di numerosi distretti industriali, concentrati nella piana diGela, nei pressi diAugusta,Siracusa,Milazzo edEnna (area industriale del Dittaino) con industrie di trasformazionechimicapetrolifera, energetica, elettronica e agroalimentare.
Tuttavia Palermo e Catania sono le città che presentano più di un distretto industriale. In particolare la città di Catania presenta ben tre grandi distretti industriali specializzati in quasi tutti i settori, dall'agroalimentare alla meccanica, dall'elettronica alla chimica.Da ricordare è inoltre una quarta area d'eccellenza sempre nei pressi di Catania, la cosiddetta "Etna Valley" ovvero una grande zona industriale all'avanguardia per la produzione elettronica.
In Sicilia vengono sfruttati i giacimenti di petrolio e metano di Ragusa.
Le miniere dizolfo dei liberi consorzi comunali di Enna, Caltanissetta e Agrigento sono state chiuse, a partire dalla metà delXX secolo, a causa della forte concorrenza dello zolfo americano estratto con ilmetodo Frasch e quindi venduto a prezzi notevolmente più bassi; il diverso processo estrattivo in Sicilia era divenuto troppo costoso e perciò scarsamente remunerativo. Altre miniere di sali potassici, utilizzati in vari settori dell'industria, sono state chiuse, alla fine deglianni ottanta, nel territorio del libero consorzio comunale di Caltanissetta essendo divenuta più conveniente economicamente l'importazione dall'Est europeo. In passato, erano fiorenti anche l'estrazione delgesso e dellapietra-pece nel ragusano (per l'estrazione di idrocarburi) anche queste però sono state marginalizzate nel corso del Novecento.
Importante è attualmente, dal sottosuolo siciliano, l'estrazione delpetrolio in terraferma dai pozzi diRagusa. Altri pozzi sono stati trivellati, neglianni novanta al largo delle coste meridionali siciliane, nelCanale di Sicilia dove sono state installate alcune piattaforme petrolifere visibili al largo diRagusa (Piattaforma Vega). Sono presenti anche giacimenti di gasmetano. Da rilevare l'estrazione del famosoPerlato di Sicilia, che fa diCustonaci uno dei più importanti bacini marmiferi in Italia.
L'industria del turismo è favorita dalla presenza sul territorio di numerosi siti archeologici (Morgantina,Segesta,Selinunte,Valle dei Templi eVilla del Casale) e di bellezze artistiche e naturali che suscitano l'interesse dei visitatori. Oltre al turismo balneare che vanta celebri attrattive composte dalle variegate coste e le isole minori, grandissima importanza ha il turismo culturale grazie alle città d'arte.
Si è investito sulla capacità ricettiva di strutture alberghiere, favorendo un incremento delle presenze nell'isola. Gli arrivi turistici nel 2019 sono stati di 2.723.913 italiani (+1,4% rispetto al '18) e 2.396.508 stranieri (+3,7% rispetto al '18, il 20% sono francesi)[78]. Secondo i dati dell'Osservatorio economico di Confartigianato Sicilia le presenze turistiche raggiungono i 15,1 milioni nel 2018 (esattamente 15.135.359, +2,9% rispetto al 2017[79]), dopo la contrazione del -5,6% nel 2016[80]. Tra le regioni italiane, la Sicilia si posiziona al 10º posto per numero di arrivi, che rappresentano il 3,9% dei turisti che hanno effettuato un viaggio in Italia e al 13º posto per numero di presenze, che rappresentano il 3,5% del numero complessivo di notti trascorse dai clienti negli esercizi recettivi presenti in tutta la penisola.[81]
Secondo il rapporto sul turismo enogastronomico italiano 2019 presentato alla Bit di Milano, la Sicilia è la regione più desiderata dai turisti italiani per questo tipo di turismo, con il 15% delle preferenze, seguita da Toscana e Emilia Romagna[83].
La classifica del PIL pro capite delle città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) e dei liberi consorzi (Siracusa, Agrigento, Ragusa, Trapani, Caltanissetta ed Enna) nel 2021 è la seguente[2]:
In Sicilia sono presenti un parco nazionale, cinque parchi naturali regionali e molte riserve naturali come aree marine protette e zone umide, che coprono complessivamente il 10,5% del territorio della regione[84][85].
La Sicilia dispone di varie autostrade, che collegano tra loro le principali città della regione.
Autostrada A18 Messina-Catania, che collega le due maggiori città della Sicilia orientale, a pedaggio. Nel 2003 ha registrato un traffico di circa 28 milioni di autoveicoli. È molto importante anche per l'assenza di adeguate vie alternative per il traffico pendolare. Nel tratto nella città metropolitana di Messina l'autostrada è un seguito di ponti e gallerie, dato che i monti Peloritani giungono fino al mare; nella città metropolitana di Catania l'Etna scende dolcemente verso il mare e dunque spariscono le gallerie (centri principali attraversati:Taormina,Giarre,Acireale); l'autostrada è completata dalladiramazione A18 dir della lunghezza di 5 km che porta verso il centro di Catania.
Autostrada A29 Palermo - Mazara del Vallo, e la diramazione Alcamo - Trapani, entrambe senza caselli, collegano il capoluogo con la parte occidentale della regione. Essa è l'autostrada in cui nello svincolo diCapaci, morirono il giudiceGiovanni Falcone, sua moglie e la sua scorta; in tale svincolo per entrambi i sensi di marcia sono state poste due colonne metalliche per ricordare la tragedia. È priva di stazioni di rifornimento. Centri principali attraversati:Alcamo,Castellammare del Golfo,Castelvetrano,Mazara del Vallo.
Raccordo autostradale 15 otangenziale di Catania è un asse viario di fondamentale importanza della lunghezza di 24 km che permette di aggirare il centro urbano di Catania. Mette in comunicazione l'A18 per Messina con l'A19 per Palermo e l'autostrada per Siracusa, oltre a diverse strade statali della Sicilia orientale.
Autostrada Catania-Siracusa è stata aperta al transito nel dicembre del 2009 e ha una lunghezza totale di 25 km. Collega il RA 15 (tangenziale di Catania) all'uscita Augusta-Villasmundo dellaSS 114 Orientale Sicula dove senza soluzione di continuità prosegue con caratteristiche autostradali fino all'autostrada Siracusa-Gela (A18); centri principali attraversati:Augusta,Lentini-Carlentini.
Tutta la rete ferroviaria siciliana risente del fatto che, essenzialmente, ricalca i tracciati ormai obsoleti delle origini e non risponde nel suo complesso alle esigenze di mobilità della regione. La maggior parte delle linee è a binario unico con tratte a doppio binario (169 km) solo sulle due direttrici principali, tirrenica e ionica; oltre l'85% rimangono ancora a binario unico (1.209 km).La rete ferroviaria della Sicilia infatti è essenzialmente costituita di linee ascartamento normale diRFI e i servizi sono svolti daTrenitalia. La linea, ascartamento ridotto, che si snoda intorno all'Etna è invece di pertinenza del ministero delle Infrastrutture e i servizi sono svolti dallaFerrovia Circumetnea. Le ferrovie elettrificate costituiscono oltre il 60% (circa 800 km) del complesso mentre i restanti 583 km di linea sono percorsi solo dai mezziDiesel; la rete elettrificata adotta il sistema, comune al resto delle linee italiane ordinarie, acorrente continua a 3 kV.
Le linee attuali sono in gran parte risalenti ai primi decenni dell'unità d'Italia, eccetto la trattaCaltagirone-Gela aperta all'esercizio alla metà degli anni settanta (ma chiusa a causa del crollo di un ponte) e la variante tra Messina e Patti che comprende una nuovagalleria dei Peloritani.I lavori di ammodernamento e raddoppio della tratta Palermo-Messina sono incominciati molti anni fa e non se ne prevede ancora la conclusione; è in corso di velocizzazione la Palermo-Agrigento e di potenziamento della tratta Fiumetorto-Caltanissetta Xirbi. Nonostante la sua validità turistica la ferrovia dellaValle dell'Alcantara, fino aRandazzo, fu chiusa dopo un parziale ammodernamento e lo stesso avvenne per la Noto-Pachino nonostante attraversi l'Oasi di Vendicari.
È del tutto scomparsa la vasta rete ferroviaria statale ascartamento ridotto che collegava numerosi centri abitati dell'interno dell'Isola, tra loro e con la rete FS.Un programma in corso di realizzazione è la trasformazione del tratto urbano della Ferrovia Circumetnea tra Catania e Paternò in metropolitana a doppio binario, a scartamento normale ed elettrificata, ma è in funzione ancora solo il tratto urbano interno alla città di Catania.Un programma a lunga scadenza prevede il potenziamento dell'itinerario Messina-Catania-Palermo, previa rettifica di tracciato su gran parte delle tratte ferroviarie esistenti.
I servizi offerti su tutta la rete risultano fortemente ridimensionati rispetto al passato con la riduzione dei collegamenti verso il resto del paese a soli 10 treni a lunga percorrenza da Roma, Napoli e Milano verso Palermo, Messina e Siracusa.
La Sicilia è una delle regioni più all'avanguardia nel traffico aereo italiano, principalmente per via dei crescenti afflussi turistici e del fatto che sia un'isola posta al centro del Mediterraneo.
Evoluzione del traffico passeggeri negli aeroporti siciliani
Aeroporto di Catania-Fontanarossa "Vincenzo Bellini" primo scalo siciliano e del Mezzogiorno, sesto a livello nazionale. Tra i progetti futuri: prolungamento della pista e molo dedicato alle compagnie a basso costo, in modo da raggiungere i 20 milioni di passeggeri.
Aeroporto di Comiso "Pio La Torre" (che serve ancheChiaramonte Gulfi), aperto al traffico civile il 30 maggio2013 si trova al centro dei liberi consorzi comunali di Ragusa, Caltanissetta, Enna, Siracusa e della parte Sud del catanese.
Altri piccoli aeroporti sono:
Aeroporto di Pantelleria, riqualificazione e ampliamento fino a una capacità di 300.000 passeggeri.
Palazzo Chiaramonte Steri, sede del rettorato dell'Università di Palermo.
Inoltre, è presente a Palermo la sede distaccata dell'Università LUMSA. Il polo territoriale universitario più giovane è di certo quello di Trapani, che rientra nelle attività dell'Università degli studi di Palermo. ATrapani hanno sede cinque facoltà: Agraria, Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Matematiche. In totale, i treatenei pubblici più il semipubblico di Enna contano circa 180.000 iscritti.
I livelli dell'università siciliana non sono alti. Uno studioCensis-la Repubblica del 2005 (che non include Enna perché ancora in via di istituzione) classifica Palermo (63.400 iscritti) e Catania (50.700 iscritti) tra i mega atenei, cioè con oltre 40.000 iscritti, mentre Messina (39.600 iscritti) viene posta tra gli atenei medi, tra 40.000 e 20.000 iscritti. Lo studio porta avanti una serie di valutazioni basate su quattro campi (i servizi offerti agli studenti, le borse di studio, le strutture e ilweb) per stilare una classifica di ogni gruppo di atenei. Palermo è classificato 7º (a pari merito con l'Università di Bari), mentre Catania è 10º su undici mega atenei. Messina invece è 15º su 18. Nei primi due casi, sono le strutture a determinare la bassa classifica (i voti, in centodecimi, sono rispettivamente 71 e 76, i più bassi del gruppo), mentre Messina è carente soprattutto per quanto riguarda i servizi (74).
Si è seguito lo stesso criterio per ogni singolafacoltà, la cui classifica però coinvolge tutti gli atenei. Se si escludono quelle non valutate, le facoltà siciliane ricorrono spesso negli ultimi posti: tutte e tre per quanto riguarda l'Economia (Catania, Palermo e Messina), Messina e Catania perMedicina echirurgia, la sola Messina perScienze della formazione, ancora la coppia Messina-Catania perScienze matematiche, fisiche e naturali, Palermo perScienze politiche e Messina perScienze statistiche. La facoltà migliore sembra Scienze della formazione di Palermo, che è al sesto posto nazionale con 89.4/110[87].
Numerosi infine sono i media online comeLive Sicilia,BlogSicilia,PalermoReport,MessinaWeb,CataniaOggi,TP24,Il Fatto Nisseno, sono alcuni tra i maggiormente seguiti.
La storia del cinema in Sicilia inizia già nei primi anni delXIX secolo con l'arrivo del cinematografo deifratelli Lumière (il più noto e diffuso poi nel mondo) nell'aprile del 1897 alTeatro Garibaldi diPalermo, a distanza di poco più di un anno dalla prima proiezione cinematografica pubblica al Grand Café delBoulevard des Capucines diParigi, il 28 dicembre1895. Lo sviluppo e l'espansione, nel tempo, hanno registrato opere cinematografiche,case di produzione e cineasti di rilievo. Nel corso dei decenni inoltre l'Isola, con le sue città grandi e piccole, i suoi paesaggi e i suoi numerosissimi letterati, ha fornito le basi per molti ed importantiset cinematografici. SecondoIMDb (International Movie Database), sono più di duemila i titoli girati in Sicilia (inclusi i film a soggetto, i documentari e le pellicole ispirate dalle opere letterarie dei prolifici autori siciliani). Escludendo ilLazio, che comprendeRoma, quindiCinecittà e i molti altri stabilimenti cinematografici, la Sicilia è laRegione italiana più prolifica e fertile per numero di set cinematografici, per un film intero o solo per una scena. Questo, nei decenni, ne ha determinato la nascita di un linguaggio e gusto specifici che caratterizzano il profilo dell'opera cinematografica stessa. L'alternarsi diCase di produzioni cinematografiche italiane e straniere che scelgono la Sicilia come set per i propri lungometraggi e serie TV è in continuo dinamismo.
Nel1913 a Catania nacque una "Morgana film", ma di questa società non si conoscono produzioni, mentre in unaomonima società fondata a Roma nel 1914 ebbe il ruolo di direttore artistico il commediografo cataneseNino Martoglio, dirigendo i soli tre film prodotti da quella azienda, e tra essiSperduti nel buio, ambientata a Napoli, ma interpretato da numerosi attori siciliani, tra cuiGiovanni Grasso eVirginia Balistrieri.
I film in bianco e nero interpretati negli anni trenta daAngelo Musco e dal suo gruppo teatrale furono tra i primi lungometraggi di successo girati in Sicilia.AncheLuigi Pirandello seguì con interesse l'evolversi della cinematografia, partecipando alle sceneggiature di alcuni film intorno al 1933.
«La Sicilia è indubbiamente una delle due grandi isole letterarie del continente, l'altra è l'Irlanda. Entrambe hanno un'importantissima tradizione di scrittori e poeti, al punto che si dovrebbe riflettere sul legame specifico che esiste tra la condizione insulare e il bisogno di scrittura. Un bisogno spesso strettamente legato al tema della nostalgia, visto che, quando gli scrittori vivono lontani dall'isola natia, sublimano la nostalgia attraverso la scrittura.»
La produzione letteraria è stata molto viva nel corso dei secoli, inizialmente grazie alla corte diFederico II con la suascuola siciliana. Tra il1230 e il1266 sotto la corte sveva si sviluppò il primovolgare illustre degno di questo nome. Per quanto il suo uso restasse confinato alle corti italiane e alla letteratura, dopo gli Svevi venne ripreso dagli scrittori toscani che ne vennero fortemente influenzati anche grazie al prestigio letterario della Scuola, al cui capofila,Giacomo da Lentini, è attribuita l'invenzione delsonetto. Grazie anche allo stile poetico dei Siciliani, tra cui ancheCielo d'Alcamo, molte delle loro parole ed espressioni passarono nel toscano illustre, base della lingua italiana.
Tra i più celebri scrittori siciliani vissuti tra il XIX ed il XX secolo, vi sono i romanzieriveristiGiovanni Verga eLuigi Capuana, ma ancheFederico De Roberto, nativo di Napoli, che visse a Catania (città d'origine della sua famiglia dove è ambientato il suo capolavoro,I Viceré, del 1894), e poi i premi NobelLuigi Pirandello, romanziere e autore teatrale conosciuto in tutto il mondo, eSalvatore Quasimodo, pioniere dell'ermetismo.
Prolifico autore di teatro è statoGiuseppe Fava, noto soprattutto per il suo lavoro di giornalista.
Un caso particolare di testo letterario è il memoriale del contadino semianalfabetaVincenzo Rabito, interrotto nel 1971 e poi pubblicato postumo dall'editore Einaudi con il titoloTerra matta.
Nellecolonie greche venivano preparate pientanze a base di pesce, olive, fave, pistacchi e verdure fresche, accompagnate davino. IRomani disboscarono vaste porzioni della Sicilia per coltivare in modo estensivo il grano, che veniva panificato nell'Isola con semi di papavero, di cumino o di sesamo, ed introdussero il consumo delle lumache e delgarum, oltre a dare un nuovo impulso alla vinificazione ed alla produzione di uve da tavola.[89]
Le influenze musulmane risalgono in particolare alladominazione araba della Sicilia nel X e XI secolo, e includono l'uso di albicocche, zucchero, agrumi, meloni dolci, riso, zafferano, uva passa, noce moscata, chiodi di garofano, pepe, pinoli e cannella, oltre al cous-cous. Si riscontrano anche influenzenormanne nella preparazione di alcuni piatti di carne. La comunità ebraica che risiedeva nell'isola ha lasciato un segno profondo, soprattutto nel sugo all'aglio o nella preparazioni a base di frattaglie.GliSpagnoli introdussero numerosi prodotti dal 'Nuovo Mondo', tra cui cacao, mais, peperoni, e pomodori, insieme ad altri prodotti.La cucina fa parte dell'identità comune per i siciliani ed è un motivo di attrazioneturistica. A causa di una massicciaemigrazione dall'Isola, questa cucina è presente anche nel resto d'Italia e in diversi Paesi.
Variegata e articolata, la cucina siciliana è a volte ritenuta la più ricca di specialità e la più scenografica d'Italia.[90] Grazie al suo clima mite, l'isola è ricca dispezie epiante aromatiche:origano,menta,rosmarino,basilico vengono utilizzati largamente. Il terreno fertile producearance elimoni in grande quantità.Mandorle,ficodindia,pistacchio eolive sono altri simboli culinari nei quali l'isola eccelle. Gran parte della cucina dell'isola si basa sull'uso di verdure fresche come melanzane, peperoni e pomodori e pesce come tonno, orata, branzino, seppie e pesce spada. Alcuni dei cibi più noti sono lacassata siciliana, gliiris, ilcannolo siciliano, lagranita e learancine.
Una sua caratteristica è quella di avere un gran numero di pietanze a diffusione esclusivamente locale: nella maggior parte dei casi si tratta di varianti della stessa ricetta regionale, ma in alcuni casi questi cibi, come ad esempio lepanellepalermitane, hanno una preparazione e una commercializzazione rilevata esclusivamente nella loro zona di origine.
La coltivazione della vite e la vinificazione fu portato inSicilia occidentale dai fenici fra il VIII e il VII secolo a.C. Nella Sicilia orientale la vitivinicoltura si diffuse sin dall'epoca della colonizzazione greca, (VII-VI sec. a.C.) con il tradizionale sistema detto ad "alberello".Diversi sono ivitigni autoctoni dell'isola, sia bianchi sia rossi:Zibibbo, (introdotto per opera dei Fenici a Pantelleria),Nero d'Avola,Grillo,Frappato,Perricone,Inzolia.
La nascita nel1773 delMarsala come vino liquoroso è incentrata sulla figura del commerciante inglese John Woodhouse. Il Marsala è stato il primo vinoDOC della storia vinicola italiana[91].Anche il vinoBianco d'Alcamo ha ottenuto il riconoscimentoDenominazione di origine controllata.Dopo che per decenni il vino siciliano è stato utilizzato comevino da taglio per i vini francesi e piemontesi, per la forte gradazione alcolica, a partire dagli anni '60 l'affinarsi delle tecniche di vinificazione ha portato all'istituzione di numerosi vini a denominazione d'origine controllata. Il sololibero consorzio comunale di Trapani produce il 10% del vino italiano.
La presenza di lunga data dell'uomo in Sicilia ha fatto sì che l'isola sia piena di luoghi d'interessearcheologico. Questa è una breve lista delle aree archeologiche:
L'architettura arabo-normanna è lostile delcostruire proprio dell'epoca normanna, che si diffuse principalmente in Sicilia nelXII secolo.L'aggettivo "arabo" deriva da alcuni elementi architettonici-decorativi riconducibili al mondo arabo-musulmano; mentre quello "normanno" dall'architettura, dalla cultura e stirpe reale dominante. L'apice dello stile si conosce specialmente ad un secolo quasi dallaconquista della Sicilia da parte dei Normanni, avvenuta nel 1071, quando i nuovi reali cercarono di creare un proprio stile architettonico che, racchiudesse le varie culture presenti sull'isola.Definizione "romantica"ottocentesca, vuol quindi sottolineare le caratteristiche culturali e artistiche vigenti nel periodo, le quali elaborarono una sintesi architettonica unica comprendente vari stili (romanico-gotico,bizantino,arabo,normanna). Durante ildominio normanno, in Sicilia nei secoli XI e XII, queste tipologie d'arte sincretizzate diedero luogo ad una fioritura di edifici, capolavori della scuola architettonica arabo-normanna.
In seguito al fiorire di interventi di ricostruzione succeduti al devastanteterremoto che investì ilVal di Noto nel1693 alcuni artisti adottarono uno stile comune che oggi ricade sotto la denominazione dibarocco siciliano. Prima di questa data il barocco era stato impiegato nell'isola in modo ingenuo, evoluto dall'architettura autoctona piuttosto che derivato dai grandi architetti barocchi diRoma. In seguito al sisma, moltiarchitetti locali adottarono questo stile, che è riconoscibile non solo dalle sue tipiche linee curve e motivi decorativi barocchi ma anche dalle ghignantimaschere eputti, e dall'apparenza particolarmente sgargiante raramente visibile altrove. La loro interpretazione dello stile condusse a una forma d'arte personalizzata e radicata nei vari territori come ilVal di Noto (liberi consorzi comunali diRagusa eSiracusa) e la città metropolitana di Catania. Nel penultimo decennio delXVIII secolo lo stile finì con l'essere rimpiazzato dalle nuove mode che proponevano ilneoclassicismo.
In Sicilia sette siti hanno avuto il titolo dipatrimonio dell'umanità dall'UNESCO per la loro importanza storica, artistica, archeologica e naturalistica:
L'isola inoltre condivide insieme al resto della nazione e altri sei paesi (Marocco, Grecia, Spagna, Cipro, Croazia, e Portogallo) il riconoscimento per ladieta mediterranea, (2013)
Losport in Sicilia si è sviluppato a un certo livello solo dalsecondo dopoguerra in poi. Resistono tuttora alcuni sport tradizionali, come l'antinna a mari e illiu-bo, ma per quanto riguarda gli sport famosi a livello internazionale solo recentemente si è arrivati al livello degli altri atleti nazionali.
Ilcalcio è lo sport più seguito. Esso sbarcò in Sicilia alla fine dell'Ottocento, grazie ai marinai delle navi mercantiliinglesi che ingaggiavano vere e proprie sfide con i portuali negli spiazzali dei porti diPalermo eMessina, città che vantano infatti due dei club calcistici più antichi dell'isola.
I rosanero hanno raggiunto il 5º posto in tre occasioni (2005-2006,2006-2007 e2009-2010), partecipando 5 volte all'Europa League, e hanno disputato tre finali diCoppa Italia (1974, 1979 e 2011). I rossazzurri si sono invece classificati per tre volte ottavi (1960-1961,1964-1965,2012-2013) e sono arrivati in semifinale nellaCoppa Italia 2007-2008. Il Messina nellaSerie A 2004-2005 si piazzò in 7ª posizione sfiorando la qualificazione inCoppa UEFA e ottenendo la possibilità di partecipare allaCoppa Intertoto, poi revocata per il mancato ottenimento della licenzaUEFA da parte del sodalizio biancoscudato[109].
Esistono numerose rivalità locali e regionali ma ilderby Palermo-Catania è considerato per antonomasiaderby di Sicilia e risale agli inizi del XX secolo quando il Catania si chiamavaUnione Sportiva Catanese e il PalermoAnglo Palermitan Athletic e posteriormentePalermo Foot Ball and Cricket Club. Il primoderby nell'isola risale al18 aprile 1901, giocato tra l'Anglo Palermitan Athletic e ilMessina Football Club, conclusosi con la vittoria per 3-2 dell'Anglo Palermitan.[110]
Negli sport a squadre, il primo titolo nazionale risale allo scudetto di pallavolo del1978, con la conquista delcampionato italiano maschile di pallavolo da parte dellaPaoletti Catania. Da allora nei trent'anni successivi (fino a tutto il2008) le squadre siciliane si sono aggiudicate in tutto 49 edizioni dei campionati nazionali (ma tra questi solo 8 volte a livello maschile) nei vari sport di squadra.
IlCatania Beach Soccer è il club più titolato d'Italia con 14 trofei nazionali complessivi: due campionati diSerie A, seiCoppe Italia e seiSupercoppe italiane. Milita inSerie A, il massimo campionato Italiano. Vanta inoltre varie partecipazioni alla massima competizione Europea, laEuro Winners Cup, tra cui una finale e una semifinale.
L'unica competizione europea è stata vinta dallaTrogylos Priolo (2 scudetti e un'Eurolega nella pallacanestro femminile). Nella pallacanestro da ricordare anche l'Orlandina, la più importante squadra siciliana maschile per numero di partecipazioni al massimo campionato nazionale (7) che vanta anche una partecipazione allaBasketball Champions League eTrapani Shark con attualmente alla sua seconda partecipazione inLega Basket A. Mentre nel femminile loSport Club Alcamo ha disputato 6 volte il campionato di A1, raggiungendo la finale dellaCoppa Ronchetti.
La Targa Florio, dipinto di Margaret Bradley del 1930, riprodotto nel francobollo che ne celebra il centenario.
L'evento internazionale più seguito sin dai primi anni delNovecento, è sicuramente laTarga Florio tra le strade diCaltanissetta e Palermo sulle montagne delle Madonie. Gara automobilistica conosciuta in tutto il mondo fin dalla sua fondazione nel1906 per opera diVincenzo Florio Jr., dall'anno 1977 tale corsa, per problemi di sicurezza, si trasformò inrally di interesse locale o nazionale così da essere declassata a livello internazionale. L'evento internazionale che è stato per anni l'appuntamento fisso della Sicilia è stato ilGran Premio di Formula 2 (poiFormula 3000) all'autodromo di Pergusa. L'evento più importante in assoluto probabilmente è stata laXIX Universiade, ospitata nel1997 tra Palermo, Catania, Messina e altri centri minori. Segue l'Europeo femminileItalia 1968 dipallacanestro, disputato a Messina,Ragusa, Catania e Palermo. Nel2003 Catania è stata la sede deiGiochi Mondiali Militari e nel2006 ha ospitato il Campionato Europeo dihockey su prato.
Un'auto in un momento della competizioneRally Targa Florio nella città metropolitana di Palermo.
Per quanto attiene l'atletica leggera, l'evento più conosciuto a livello internazionale è ilgiro podistico internazionale di Castelbuono la corsa su strada più antica d'Europa che si corre ogni anno il 26 luglio dal 1912.IlTrofeo Sant'Agata è una corsa podistica su strada che si corre tutti gli anni il giorno 3 febbraio per le strade del centro di Catania. Nelle sue 47 edizioni, ha visto fra i partecipantiStefano Baldini vincitore dellamaratona all'Olimpiade diAtene 2004.
^ Numerosi i dati di flussi dell'incoming nazionali ed internazionali 2018-2019 in una delle ultime relazioni ufficiali:Il turismo in Sicilia - Rapporto 2019 (PDF), supti.regione.sicilia.it, p. 26.URL consultato il 14 gennaio 2024.
^Un dato riscontrabile dal rapporto regionale e che cita tra le fonti la Confartigianato Sicilia: Osservatorio Turistico e dello Sport della Regione Siciliana,Il turismo in Sicilia - Rapporto 2018 (PDF), supti.regione.sicilia.it.
Ingrassetto sono indicate le città metropolitane. In luogo delle province, in Sicilia vi sono i liberi consorzi comunali; in Valle d'Aosta le funzioni della provincia sono espletate direttamente dalla regione, in Friuli-Venezia Giulia le province sono state abolite come enti amministrativi e rimangono esclusivamente comeunità territoriali sovracomunali non amministrative; mentre in Trentino-Alto Adige le province sono enti autonomisui generis.