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Regio Esercito

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Regio Esercito
Bandiera di guerra del Regno d'Italia
Descrizione generale
Attiva4 maggio1861 – 18 giugno1946
NazioneItalia (bandiera) Italia
ServizioForza armata
TipoEsercito
RuoloFanteria
Cavalleria
Artiglieria
Truppe corazzate
Genio
Fanteria motorizzata
Dimensione~935 000 uomini (1915)[1]
~3 045 000 uomini (1918)[2]
~1 875 000 uomini (1940)[3]
~3 095 000 uomini (1943)[4]
~76 500 uomini (1944)[5]
~254 000 uomini (1945)[6]
Stato MaggioreTorino (1861-1864)
Firenze (1864-1871)
Roma (1871-1943)
Brindisi (1943-1944)
Salerno (1943-1945)
Roma (1945-1946)
MottoAvanti Savoia!
ColoriTricolore italiano
Battaglie/guerre
Missioni dipeacekeepingCorpo di spedizione italiano nella Saar
Corpo di spedizione italiano in Alta Slesia
Corpo di spedizione italiano a Creta
Anniversari4 novembre (dal1918)
Parte di
Forze armate del Regno d'Italia
Reparti dipendenti
Reali Carabinieri
Guardia alla frontiera
Comandanti
Capi di Stato MaggioreLuigi Cadorna
Armando Diaz
Pietro Badoglio
Alberto Pariani
Rodolfo Graziani
Vittorio Ambrosio
Mario Roatta
Raffaele Cadorna
Simboli
Stellette
Fonti citate nel corpo del testo
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

IlRegio Esercito fu l'esercito delRegno d'Italia dal 4 maggio1861 al 18 giugno1946.[7] Nato dall'Armata Sarda dopo laproclamazione del Regno d'Italia, è stato impiegato in tutte le vicende belliche del Regno, inclusa laterza guerra d'indipendenza, ilcolonialismo e soprattutto laprima e laseconda guerra mondiale. Dopo lanascita della Repubblica Italiana cambiò la propria denominazione inEsercito Italiano.

Storia

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L'unità d'Italia e la creazione

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Lo stesso argomento in dettaglio:Armata Sarda, Corpo dei Bersaglieri e Guardia nazionale italiana.

Le importanti riforme attuate dallo Stato Maggiore diVittorio Emanuele II per riconvertire la vecchiaArmata Sarda nel nuovo esercito, erano iniziate alla fine del1859 immediatamente dopo la conclusione dellaseconda guerra di indipendenza. Le operazioni di riunione, di tutte le forze militari disponibili nellapenisola italiana iniziate negli ultimi mesi del1859 conclusero la loro prima fase organizzativa nel marzo del1861.

L'esercito delRegno di Sardegna, dopo laspedizione dei Mille, incorporò l'Esercito delle Due Sicilie e l'Esercito meridionale garibaldino tra le sue file e subito dopo la nascita del Regno d'Italia assunse il nome diRegio Esercito Italiano, ai sensi deldecreto Fanti - dal nome del Ministro della GuerraManfredo Fanti - emanato in data 4 maggio1861 - inglobando in esso anche ilCorpo dei Bersaglieri. Dopo laproclamazione del Regno d'Italia la successiva legge 4 agosto 1861 n. 143 istituì laguardia nazionale italiana.

«Vista la Legge in dati 17 marzo 1861 (*), colla quale S.M. ha assunto il titolo diRe d'Italia, il sottoscritto rende noto a tutte le Autorità, Corpi ed Uffici militari che d’ora in poi il Regio Esercito dovrà prendere il nome diEsercito Italiano, rimanendo abolita l'antica denominazione d’Armata Sarda. Tutte le relative inscrizioni ed interazioni che d’ora in avanti occorradi fare o di rinnovare, saranno modificate in questo senso.»
La formazione delle truppe alpine

Nel Regio Esercito la prima idea di soldati specializzati nei combattimenti in alta montagna nacque nel 1859: un consistente gruppo di volontari al comando diGiuseppe Garibaldi, e sostenuti dalprimo ministro piemonteseCavour, assunse la denominazione di "Cacciatori delle Alpi"; in realtà i primi reparti specializzati hanno origine per l'Italia nel 1786.[8] Proprio questa nuova unità liberòVarese,Como eBrescia. Un'altra vittoria dei Cacciatori, sempre al comando dall'eroe dei due mondi, ottennero l'unico successo italiano nellaterza guerra d'indipendenza il 21 luglio 1866 aBezzecca, ritirandosi successivamente dietro ordine del sovrano con la famosa rispostaObbedisco che diventerà il motto del 52º battaglioneAlpi.[9]

Ai 20reggimenti di fanteria sardi esistenti se ne aggiunsero poi 46, ai 9 di cavalleria altri 10, e 26 battaglioni ai 10 dibersaglieri.[10]

La lotta albrigantaggio postunitario italiano e laterza guerra d'indipendenza italiana (che causò 1 886 perdite)[11] furono i primi impegni della nuovaforza armata, costituito inizialmente da cinquecorpi d'armata, ognuno dei quali articolato su 3divisioni di fanteria, ognuna delle stesse a sua volta era una unità poliarma con fanteria, cavalleria ed artiglieria;[12] i 320 000 soldati ed 11 000 ufficiali erano quindi raggruppati in 18 divisioni.[13]

La presa di Roma, la riforma Ricotti e i primi impegni coloniali

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Lo stesso argomento in dettaglio:Alpini, Colonialismo italiano e Presa di Roma.

Il 20 settembre1870, sotto il comando delgeneraleRaffaele Cadorna, ibersaglieri del IVCorpo d'armata, entrando attraverso labreccia di Porta Pia aprirono un varco nelle mura di Roma edoccuparono la città che divenne lacapitale delRegno d'Italia.[11]

Intanto a partire dallo stesso anno e fino a quasi tutto un decennio il generaleCesare Francesco Ricotti-Magnani, ricoprì l'incarico diMinistro della Guerra; questi promosse una riforma di riorganizzazione; nel 1872 venne creato un nuovo corpo specializzato: gliAlpini.[14] Con la legge 30 giugno, n. 3204 - che dispose la soppressione dellaguardia nazionale italiana - l'esercito venne ripartito in tre grandi scaglioni: "esercito permanente", "Milizia Mobile" e "Milizia Territoriale"; mentre la successiva legge 11 luglio 1876 n. 160 creò laMilizia Comunale,

Allo scoppio, il 5 febbraio1885, dellaguerra d'Eritrea, ilcolonnelloTancredi Saletta sbarcò con meno di 1.000 uomini aMassaua, inEritrea. Tuttavia ilcolonialismo italiano subì una battuta d'arresto nel1896 con labattaglia di Adua avvenuta nell'ambito dellaguerra di Abissinia.[11]

Il tenente colonnello Menini incita i suoi alpini durante la battaglia di Adua del 1896

L'anno successivo iniziarono gli impegni internazionali, nell'ambito della collaborazione con un corpo internazionale per la pacificazione della rivolta contro la dominazioneturca durante laguerra greco-turca del 1897, a cui il Regno d'Italia durante larivolta di Creta con l'invio di un corpo di spedizione sbarcato aSuda, nell'isola diCreta, il 25 aprile1897. Parallelamente verranno costituiti iRegi corpi truppe coloniali - in Eritrea,Somalia e, successivamente, in Libia - per coadiuvare le truppe italiane nel controllo del territorio; queste truppe dovevano formare anche una classe media coloniale legata agli interessi degli imprenditori italiani.[15]

Il 14 luglio1900 venne costituito aNapoli ilCorpo di spedizione italiano in Cina con reparti di esercito e fanteria di marina per contrastare laribellione dei Boxer inCina e difendere laconcessione italiana di Tientsin ed iprotettorati europei.[11] Il 29 settembre1911 iniziò laguerra italo-turca, con il Regio Esercito che entrò il 5 ottobre aTripoli, nella primavera1912 occupò ilDodecaneso e finì di conquistare ilFezzan nel1914.[11]

La prima guerra mondiale e l'intervento in Albania ed in Macedonia

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Lo stesso argomento in dettaglio:Organizzazione del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale, Ordine di battaglia del Regio Esercito al 24 maggio 1915, Campagna di Albania e Fronte italiano (1915-1918).

Il 24 maggio1915 l'esercito italiano avanzò oltre il confineaustro-ungarico segnando l'apertura delle ostilità anche per l'Italia nellaprima guerra mondiale.L'inizio del conflitto aveva accresciuto a 12 i corpi d'armata e a 25 le divisioni, e l'esercito italiano aumentò fino a raggiungere le 900 000 unità. Anche le iniziali 600 mitragliatrici 3 000 bocche da fuoco di vari calibri si moltiplicarono enormemente durante la ostilità[senza fonte]. Il Regio Esercito, entrò in guerra con una grave carenza nella dotazione delle armi automatiche, ricevette dalla Francia 1 729 esemplari difusil mitrailleur Mle 1915 CSRG, nel calibro originale francese 8 mm Lebel,[16] che però si rivelarono inadatti allaguerra di trincea. Furono impiegate nelleautoblindoLancia 1Z come armi per l'equipaggio, ma a causa della loro inaffidabilità e dell'ingombro eccessivo, vennero ben presto sostituiti in questo ruolo dalCarcano Mod. 91. Alla fine della guerra gli esemplari rimasti furono rapidamente dismessi. Nel corso della guerra inoltre presero vita gliArditi, venne potenziato ilServizio Aeronautico; vennero inoltre utilizzati, seppur sporadicamente, alcuni carri armatiRenault FT.

Un obice scudato dell'artiglieria italiana durante la prima guerra mondiale

Nell'estate del1916 si concluse lasesta battaglia dell'Isonzo che portò alla conquista diGorizia, grazie anche alla presa delMonte Sabotino ad opera della 4ª Divisione agli ordini diPietro Badoglio. La 12ª ed ultima battaglia dell'Isonzo segnò invece, il 24 ottobre 1917, la catastroficasconfitta di Caporetto. Le forze austro-tedesche sfondarono proprio nel settore del XXVII Corpo d'armata comandato dal "fuggiasco di Tolmezzo" (Pietro Badoglio), ma laresistenza delle truppe sul Piave e sul monte Grappa dal 10 novembre al 4 dicembre 1917 posero fine alla fase negativa della guerra. L'anno successivo, il1918, labattaglia del solstizio (15-22 giugno) edi Vittorio Veneto (23 ottobre-3 novembre) segnarono la definitiva vittoria italiana.[17]

Nel 1918 il Regio Esercito fu impiegato anche all'estero: inFrancia con ilII Corpo d'armata combatté aBligny (15 - 23 luglio) e lungo loChemin des Dames (10 - 12 ottobre); inAlbania vinse labattaglia di Malakastra (6-9 luglio).

Operò anche sul fronte dei Balcani, con laCampagna di Albania e l'impegno inMacedonia, dove fu inviato uncorpo di spedizione. Le truppe italiane occuparonoDurazzo il 29 dicembre 1915 eBitola il 18 novembre 1916[17] rimanendo fino al 1918.

Il conflitto mobilitò circa 4 000 000 di militari, fece circa 600 000 caduti e 1 500 000 tra feriti e invalidi.[17] Dopo la fine dellaprima guerra mondiale la milizia territoriale e quella mobile vennero sciolte confluendo nell'esercito.

Il ventennio fascista, la guerra di Etiopia, la guerra di Spagna e l'invasione dell'Albania

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Lo stesso argomento in dettaglio:Guerra d'Etiopia, Guerra civile spagnola, Invasione italiana dell'Albania e Corpo Truppe Volontarie.
Bandiere del Regio Esercito risalenti allaprima guerra mondiale
Il libretto personale di un soldato del Regio Esercito (13º reggimento artiglieria) tra le due guerre mondiali

Dopo la conclusione vittoriosa dellaGrande Guerra, il Regio Esercito venne ridimensionato congedando la maggior parte deireggimenti di cavalleria e fanteria e vennero sciolti gliArditi.

Durante ilventennio fascista ilgoverno Mussolini tra gli anni '20 e '30 emanò alcune riforme relative all'assetto generale; e nel 1923 ilServizio Aeronautico viene separato dall'esercito trasformandosi nellaRegia Aeronautica. In questi anni inoltre videro la luce i primi reparti corazzati.[18] Negli anni trenta ilRegio Corpo Truppe Coloniali coadiuvò quelle nazionali durante il completamento dell'occupazione della Somalia, fino ad allora controllata solo parzialmente dalle truppe italiane nelle zone attorno alla capitale Mogadiscio e a pochi presidi lungo la costa. Il1935 fu l'anno d'inizio dellaguerra d'Etiopia a cui il Regio Esercito partecipò varcando ilMareb il 3 ottobre ed entrando inAddis Abeba il 5 maggio1936.[19]

Intanto durante glianni trenta erano state progettate e prodotte nuove armi come il pezzo contraereo90/53 Mod. 1939, l'obice149/19 Mod. 1937 e il mortaioAnsaldo 210/22 Mod. 1935 ma pochissimi esemplari furono prodotti e distribuiti per carenza di risorse. Nel campo dell'armamento individuale vi fu l'introduzione delBeretta MAB 38 (usato da truppe speciali come la185ª Divisione paracadutisti "Folgore"), la mitragliatriceBreda Mod. 37 o la pistolaBeretta M34 per ufficiali, anche se la stragrande maggioranza delle truppe utilizzarono armi obsolete risalenti ancora al primo conflitto mondiale, e i nuovi carri armati disponibili erano il carroL3, leggero e con armamento fisso, e l'M11/39, carro medio costruito con l'armamento principale in casamatta e armamento secondario in torretta, ma che si rivelò non particolarmente efficace.

Il cannone 90/53 Mod. 39

Con lo scoppio dellaguerra civile spagnola nel 1936, venne inviato inSpagna in aiuto dei Nazionalisti diFrancisco Franco ilCorpo Truppe Volontarie, nel 1937 venne istituito il corpo dellaGuardia alla frontiera, seguite alla riforma del reclutamento con Regio decreto 24 febbraio 1938-XVI, n. 329 e dal relativo regolamento di esecuzione di cui al Regio decreto 6 giugno 1940, n. 1481. Fu istituito il primo reparto paracadutisti, una compagnia di fanti libici inquadrati da ufficiali e sottufficiali italiani, che effettuò il primo lancio il 28 marzo 1938 aCastel Benito, in Libia.

Nell'aprile del 1939, in seguito all'invasione italiana dell'Albania, l'esercito occupò e presidiò le più importanti città dell'ex regno diZog I.[19]

La seconda guerra mondiale

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Lo stesso argomento in dettaglio:Superesercito, Battaglia delle Alpi Occidentali, Campagna dell'Africa Orientale Italiana, Campagna italiana di Grecia, Campagna del Nordafrica, Divisioni del Regio Esercito nella seconda guerra mondiale, Reparti italiani al fronte orientale e Fronte jugoslavo (1941-1945).

Allo scoppio dellaseconda guerra mondiale quando laGermania nazista invase laseconda Repubblica di Polonia, l'Italia dichiarò la propria "non belligeranza" poiché Mussolini, conscio del fatto che leguerre di Etiopia e diSpagna avevano pesantemente intaccato le scorte dell'esercito e bloccato il suo ammodernamento. Tuttavia i fulminei successi dellaWehrmacht e l'impressione che il conflitto sarebbe durato poco indussero però ilduce a bruciare le tappe e a sancire l'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale il 10 giugno1940. Al momento dell'entrata in guerra il Regio Esercito diponeva di 75 divisioni, ma presentava gravi carenze nell'armamento: infatti l'artiglieria risaliva al primo conflitto mondiale, i carri armati erano leggeri con corazza ed armamento inadeguati, mancavano gli automezzi, lemitragliatrici erano insufficienti, le divise erano di pessima qualità e mancavano equipaggiamenti e attrezzature adatte alle aree dove si sarebbe operato (Libia,Unione Sovietica, Albania,Grecia).

CarriM13/40 in movimento nel deserto, aprile/maggio 1941

Durante lacampagna di Francia, labattaglia delle Alpi Occidentali fu la prima operazione in cui venne impiegato il Regio Esercito, e si risolse con una vittoria tattica italiana bilanciata dall'occupazione italiana di alcuni comuni lungo il confine, cone sancito dall'armistizio di Villa Incisa. Si concluse con la sconfitta invece l'iniziativa inAfrica orientale dove, nonostante il successo ottenuto con la conquista dellaSomalia britannica, i reparti del Regio Esercito ivi stanziati rimasero fin dall'inizio isolati dalla Madrepatria subendo, nel maggio1941, un'inevitabile disfatta nellaseconda battaglia dell'Amba Alagi. Ai soldati italiani sconfitti venne comunque tributato da parte delle vittoriose truppe britanniche l'onore delle armi. L'ultima disperata resistenza in questo teatro di operazioni fu attuata dalle unità al comando delgeneraleGuglielmo Nasi nel corso dellaBattaglia di Gondar, che ebbe termine con la resa degli ultimi presidi nel novembre 1941.[20]

Nel frattempo, in Africa settentrionale, le poco numerose ma molto mobili e ben equipaggiate forze dellaWestern Desert Force sconfissero e fecero prigionieri decine di migliaia di soldati italiani, distruggendo inoltre le dieci divisioni della 10ª Armata (tra cuiCirene,Marmarica,Catanzaro) e conquistando le piazzeforti diBardia eTobruch oltre che l'interaCirenaica. Per sostenere il Regio Esercito in questo teatro i Tedeschi inviarono in aiuto un gruppo di divisioni raggruppate nell'Afrika Korps al comando del generaleErwin Rommel. Negli anni che seguirono l'Armata Corazzata Italo-tedesca riuscì a spingersi sino a circa 80 km da Alessandria d'Egitto ma in conseguenza della sconfitta diEl Alamein anche la Libia dovette essere abbandonata alle forze britanniche, mentre le ultime resistenze ebbero termine nel maggio1943 inTunisia, dopo che questo territorio era stata occupato dalle forze Italo-Tedesche come reazione all'Operazione Torch.

Nell'ottobre 1940 ebbe invece inizio lacampagna italiana di Grecia. L'operazione risultò essere mal pianificata e mal preparata, con i soldati italiani che si ritrovarono quasi subito in inferiorità numerica e in una difficile situazione logistica rispetto ai Greci e che vennero conseguentemente respinti fin dentro i confini albanesi. Il lento ma continuo affluire dei rinforzi italiani permise poi di fermare l'avanzata ellenica ma l'elemento determinante per l'esito del conflitto fu l'intervento tedesco. Contemporaneamente all'azione in Grecia reparti tedeschi, italiani e ungheresiinvadevano la Jugoslavia, piegandone la resistenza in undici giorni.

Da quel momento il Regio Esercito dovette impegnarsi in un ingrato e logorante compito di occupazione di parte del territorio greco e jugoslavo dove furono schierate nel periodo 1941-1943 oltre 30 divisioni; il teatro balcanico fu l'area dove furono impiegati il maggior numero di soldati italiani. Fin dal luglio 1941 in vaste zone della Jugoslavia si sviluppò la crescente resistenza deipartigiani jugoslavi diJosip Broz Tito che misero a dura prova le truppe italiane in Montenegro, Bosnia, Dalmazia e Slovenia. Nonostante l'ingente spiegamento di forze, le continue operazioni anti-partigiane e la collaborazione deicetnici, nel 1943 le divisioni del Regio Esercito subirono una pesante sconfitta nellabattaglia della Neretva.

Nel luglio1941 Mussolini decise l'invio alfronte orientale di un corpo di spedizione italiano raggruppato nelCSIR (Corpo di Spedizione Italiano in Russia) e ampliato un anno dopo fino a creare l'ARMIR (ARMata Italiana in Russia). L'Armata Rossa e il rigore dell'inverno russo misero a dura prova i soldati italiani al fronte, travolti dall'operazione Piccolo Saturno e dall'offensiva Ostrogožsk-Rossoš'. Circa 80 000 militari non tornarono mai in Italia.[20]

Nel luglio 1943 gliAlleati diedero il via all'invasione della Sicilia e in poco più di un mese presero il completo controllo dell'isola.

La guerra di liberazione

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Lo stesso argomento in dettaglio:Regno del Sud, Guerra di liberazione italiana, Guerra civile in Italia (1943-1945), Esercito Cobelligerante Italiano e Resistenza italiana.
Puglia, settembre 1943: dopo l'armistizio, Vittorio Emanuele III passa in rassegna una formazione del Regio Esercito, probabilmente appartenente alI Raggruppamento Motorizzato.

Caduto il governo Mussolini il 25 luglio 1943, il maresciallo d'ItaliaPietro Badoglio fu incaricato dal re di guidare il governo e iniziò a intavolare le trattative di resa con gli anglo-americani, l'armistizio venne firmato il 3 settembre 1943 e reso pubblico dagli Alleati l'8 settembre, poco dopo anche Badoglioconfermava la notizia.

All'annuncio dell'armistizio, laWehrmacht diede il via alla già preparataOperazione Achse, le truppe tedesche intimarono ai reparti italiani di scegliere se continuare a combattere al loro fianco o di deporre le armi, le unità del Regio Esercito che rifiutarono queste intimazioni vennero attaccate e generalmente sopraffatte, in alcuni casi si ebbero fucilazioni di massa dei prigionieri come durante l'eccidio di Cefalonia, in altri casi alla resa seguì la decimazione degli ufficiali. Solo inSardegna eCorsica il Regio Esercito ebbe la meglio sui tedeschi. NeiBalcani alcuni di coloro che riuscirono a fuggire all'internamento entrarono a far parte dei movimenti partigiani locali, creando anche proprie unità nazionali come le divisioni partigianeGaribaldi eItalia.[21]Anche in Italia i soldati del regio esercito sfuggiti alla cattura da parte tedesca entrarono nelle unità partigiane e della Resistenza, tra cui leformazioni autonome militari e ilfronte militare clandestino. Inoltre, alGoverno Badoglio fu permesso di dar vita alI Raggruppamento Motorizzato per combattere insieme agli anglo-americani. Il battesimo del fuoco di questa unità si ebbe nel dicembre 1943 con la positivabattaglia di Montelungo. Il I Raggruppamento Motorizzato diventòCorpo Italiano di Liberazione fino all'ottobre 1944, quindi furono organizzati cinqueGruppi di Combattimento che risalirono l'Italia, sempre insieme agli Alleati, fino aMilano eVenezia.[21]

Laseconda guerra mondiale costò al Regio Esercito 161 729 tra morti e dispersi fino all'8 settembre 1943, 73 277 nel periodo settembre - ottobre 1943, circa 12 000 nella lotta di liberazione e circa 60 000 periti neicampi di concentramento.[21]

Il secondo dopoguerra e la nascita della Repubblica Italiana

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Lo stesso argomento in dettaglio:Esercito Italiano.

Il 14 novembre 1945 gli Alleati stabilirono la struttura del Regio Esercito che doveva rimanere in vigore fino alla stipulazione deltrattato di Parigi. Le forze italiane vennero dunque ripartite in quattro sezioni:

LoStato Maggiore diramò disposizioni in tal senso nel marzo1946. Ognuno degli 11 comandi territoriali disponeva di uncentro addestramento reclute a livello reggimentale e di un reggimento fanteria autonomo, tranne laSicilia che poteva avvalersi di due divisioni. Una divisione, due battaglioni e sei raggruppamenti rimasero invece alle dirette dipendenze degli Alleati. Nel corso del 1946 le tre divisioni di sicurezza interna si tramutarono inbrigate su due reggimenti di fanteria e un gruppo diartiglieria, mentre lacavalleria italiana riprese vita tramite l'assegnazione ad ogni divisione di un gruppo disquadroni dotati di veicoli cingolati.[21]

Con lanascita della Repubblica Italiana e la decisione diUmberto II di lasciare il paese, dopo aver sciolto l'esercito dal giuramento di fedeltà al Re, ma non alla Patria, il Regio Esercito prese a definire le forze di terra italiane e cambiò nome inEsercito Italiano.

Personale

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Composizione

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Le truppe erano costituite in massima parte da cittadini italiani, sebbene fossero presenti anche individui di nazionalità diversa, soprattutto con lo sviluppo delcolonialismo italiano e neiregi corpi truppe coloniali furono inquadrati indigeni residenti nelle colonie africane. Nel corso dellaseconda guerra mondiale furono anche istituitetruppe straniere nel Regio Esercito.

Modalità di arruolamento

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L'arruolamento avveniva in massima parte tramite chiamata ilservizio militare di leva in Italia, sebbene fosse possibile ricorrere all'arruolamento volontario, in tal caso erano previsti requisiti particolari, come non essere sposati e non essere stati destinatari di condanna penale per alcuni reati previsti dalla legge.

In ogni caso il personale affluiva presso i rispettividistretti militari - situati in quasi tutte leprovince - e da questi inviati ai varireggimenti di assegnazione che si occupavano direttamente di tutto il ciclo addestrativo: vestizione presso il deposito di reggimento (o di battaglione/gruppo nelleunità alpine), addestramento di base presso un appositoplotone di istruzione e in breve tempo affiancamento al personale più anziano, poiché non erano specificamente previste strutture dedicate all'addestramento militare.

Inquadramento

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  • Esercito in servizio permanente - comprendeva il personale militare servizio permanente a sua volta formato dalle classi alle armi per il compimento degliobblighi di leva e le classi congedate da poco ma che potevano essere immesse, in caso di richiamo, incontingente militare alle armi.
  • "Milizia Mobile" - comprendeva tutte quelle classi incongedo militare che avevano lasciato l'esercito ed era formata dalle quattro classi più giovani in congedo dopo le 5 classi destinate a completare l'esercito di prima linea. Costituiva, in caso di richiamo, nuove unità che erano previste fin dal tempo di pace, e poteva contare sulla carta su 900 compagnie difanteria, 60 diartiglieria e 10 digenio militare.[23]
  • "Milizia Territoriale" - comprendeva le classi in congedo più anziane, in particolare le sette classi successive a quelle della milizia mobile, ed era prevalentemente adibita alle scorte dei prigionieri di guerra e solo eccezionalmente collaborava alle azioni dell'esercito. Con compiti principalmente di servizio territoriale in quelle località rimaste temporaneamente sprovviste di reparti di truppa dell'esercito. Secondo l'organizzazione del Regio Esercito durante la prima guerra mondiale in caso di mobilitazione generale avrebbe potuto contare su 198 battaglioni di fanteria, 8 reggimenti di Alpini, 9 battaglioni del genio e 113 compagnie presidiarie.[24]
  • "Milizia Comunale" - svolgeva funzioni di servizio nel comune dei residenti dei richiamati, e in essa erano inquadrati i militari in congedo residenti nel comune, senza distinzione di arma, corpo e categoria, cominciando dagli appartenenti alle classi più giovani. Per il loro comando era prescritto che dovevano precettarsi annualmente gli ufficiali superiori e inferiori scegliendoli tra quelli appartenenti alle categorie in congedo.[25]

Dotazione ed armamenti

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Armamento individuale

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L'armamento individuale e di accompagnamento per lafanteria era costituito principalmente da:[26]

Carri armati

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Lo stesso argomento in dettaglio:Carri armati italiani fino alla seconda guerra mondiale e Divisioni_del_Regio_Esercito_nella_seconda_guerra_mondiale § Divisioni_corazzate.

Fino al1938 icarri armati non erano raggruppati in divisioni corazzate, ma facevano parte alle divisioni difanteria. A partire da quell'anno, l'Italia iniziò a formare divisioni di quel genere e al momento dell'entrata dell'Italia nella seconda guerra mondiale l'esercito poteva contare tre divisioni corazzate, alle quali se ne aggiunsero altre quattro nel corso del conflitto anche se i carri italiani si rivelarono più obsoleti e meno efficaci rispetto a quelli deglialleati della seconda guerra mondiale.

Treni militari

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Lo stesso argomento in dettaglio:Treni armati del Regio Esercito.

Il Regio Esercito utilizzò i treni in entrambe le guerre mondiali: nella Prima sulFronte italiano, nella Seconda neiBalcani.

Corpi disciolti

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I corpi disciolti durante la storia della forza armata furono laGuardia nazionale italiana esistita tra il 1861 ed il 1876 e poi i corpi e reparti delletruppe straniere nel Regio Esercito. Tra i principali vi erano:

Cacciatori d'Africa
Lo stesso argomento in dettaglio:Cacciatori d'Africa.

Truppe coloniali italiane stanziate in Africa.

Cacciatori d'Albania
Lo stesso argomento in dettaglio:Cacciatori d'Albania.

Truppe italiane stanziate in Albania.

Guardia alla frontiera
Lo stesso argomento in dettaglio:Guardia alla frontiera.

Truppe stanziate ai confini terrestri del Regno d'Italia.

Guardia nazionale italiana
Lo stesso argomento in dettaglio:Guardia nazionale italiana.

Truppe post-unitarie impiegate nella repressione delbrigantaggio.

Guardia reale albanese
Lo stesso argomento in dettaglio:Guardia reale albanese.

Truppe impiegate per la protezione del Governatore Italiano in Albania.

Legione Redenta di Siberia
Lo stesso argomento in dettaglio:Legione Redenta di Siberia.

Truppe impiegate come esercito coloniale nellaConcessione italiana di Tientsin.

Raggruppamento centri militari
Lo stesso argomento in dettaglio:Raggruppamento centri militari.

Truppe composte essenzialmente da stranieri impiegate nella Seconda guerra mondiale.

Legione croata
Lo stesso argomento in dettaglio:Legione croata.

Truppe composte essenzialmente da stranieri impiegate in Croazia.

Gradi

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Lo stesso argomento in dettaglio:Gradi del Regio Esercito.

Come ogni altro esercito del periodo, anche il Regio Esercito fondava la propria organizzazione umana sullagerarchia militare.

Note

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  1. ^Ordine di battaglia REI 1915
  2. ^Ordine di battaglia REI 1918
  3. ^Ordine di battaglia REI 1940
  4. ^Ordine di battaglia REI 1943
  5. ^Ordine di battaglia 1944
  6. ^Ordine di battaglia nel 1945
  7. ^Nascita dell'Esercito Italiano, suesercito.difesa.it.URL consultato il 24 ottobre 2017(archiviato il 24 ottobre 2017).
  8. ^Copia archiviata, suassociazionenazionalecacciatoridellealpi.it.URL consultato il 24 aprile 2011(archiviato dall'url originale il 21 settembre 2011). Origine Storica del Termine "Cacciatori delle ALPI" - accesso 24 aprile 2011
  9. ^Copia archiviata, suassociazionenazionalecacciatoridellealpi.it.URL consultato il 24 aprile 2011(archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016). Cacciatori delle Alpi - Giuseppe Garibaldi - accesso 24 aprile 2011
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Bibliografia

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