L'innovazione essenziale portata da Rashi sta nel fatto che, anziché continuare solo nel solco della tradizione delMidrash (esegesi, ricerca, spiegazione), egli inizia un commento delle Scritture più aderente al significato letterale delle parole. Acclamato per la sua capacità di presentare il significato basilare del testo in modo sintetico e lucido, Rashi attrae sia gli studiosi eruditi che gli studenti novelli, e le sue opere rimangono il fulcro dello studio ebraico contemporaneo. Il suo commento al Talmud, che copre quasi tutto ilTalmud babilonese (un totale di 30 Trattati), è incluso in tutte le edizioni del Talmud sin dalla sua prima stampa a cura diDaniel Bomberg neglianni 1520. Il suo commentario delTanakh - specialmente quello delChumash ("cinque libri di Mosè") - è un aiuto indispensabile agli studenti di tutti i livelli. Quest'ultimo, da solo, serve come base per più di 300 "supercommentari", che analizzano la scelta di Rashi del linguaggio e delle citazioni, scritti da alcuni dei più grandi nomi dellaletteratura rabbinica.[3] La prima versione ebraica del commentario della Torah, a caratteri mobili, venne stampata a Reggio Calabria nel 1475 daAbraham ben Garton.
Il cognome Yitzhaki deriva dal nome di suo padre, Yitzhak. L'acronimo è a volte anche liberamente esteso aRabbanShelYisrael (Maestro d'Israele), oRabbenuSheYichyeh (NostroRabbi, possa egli vivere). Viene citato nei testi ebraici e aramaici come (1) "Shlomo figlio di Rabbi Yitzhak," (2) "Shlomo figlio di Yitzhak," (3) "Shlomo Yitzhaki," ecc.[4]
Nella letteratura più antica, Rashi viene saltuariamente citato comeJarchi oYarhi in ebraicoירחי?, con l'acronimo interpretato daRabbiShlomoYarhi. Si pensa si riferisse al nomeebraico diLunel inProvenza, comunemente fatto derivare dalfranceselune "luna", in ebraicoירח?,[5] dove si assume Rashi abbia vissuto in un qualche periodo[6] o addirittura sia nato, o per lo meno dove i suoi avi risiedevano.[7] Richard Simon[8] e Johann Wilhelm Wolf[9] affermano che solo gli studiosicristiani si riferivano al Rashi col nome Jarchi e che tale epiteto era sconosciuto agliebrei. IldomenicanoBernardo de Rossi (1687–1775) tuttavia dimostrò che anche gli studiosi ebrei si riferivano al Rashi con l'appellativo Yarhi.[10] Nel1839, Leopold Zunz (1794-1886)[11] asserì che l'uso ebraico di Jarchi era una diffusione fallace di un errore commesso da scrittori cristiani, e che invece bisognava interpretare l'abbreviazione come è conosciuta oggi, cioè:RabbiShlomoYitchaki. Di conseguenza, a partire dalla seconda metà delXIX secolo, l'appellativoJarchi venne considerato obsoleto.[12] L'evoluzione di questo termine è stato esaminato esaustivamente fino alle sue origini.[13]
Rashi e la sua famiglia sopravvissero alla grande persecuzioneantisemita quando aveva 45 anni;[14] molti dei suoi insegnanti, che erano tra i più grande saggiaschenaziti dell'Ebraismo e suoi mentori, non sopravvissero. Dopo l'incendio delleyeshivah aMagonza eWorms da parte deicrociati, Rashi fondò una scuola di successo aTroyes, che durò per generazioni (fino allaseconda crociata). Anche gli insegnanti delle yeshivah e la comunità diSpira con cui Rashi aveva a che fare vennero distrutti durante il suo tempo.
Rashi era figlio unico, nato aTroyes, nellaprovincia di Champagne (Francia settentrionale). Il fratello di sua moglie era Simone il Maggiore,rabbino diMagonza.[15] Simone era discepolo diRabbeinu Gershom Meor HaGolah,[16] che morì quello stesso anno. Da parte del padre, Rashi si dice fosse un discendente di 33ª generazione diYochanan HaSandlar, che a sua volta era discendente di 4ª generazione diGamaliele, che presubilmente discendeva dallaCasa di Davide. Nei suoi corposi scritti, Rashi stesso non fece mai tali affermazioni genealogiche. Anche la fonte rabbinica principale sulla sua discendenza,Responsum No. 29 di Solomon Luria, non fa tali rivendicazioni ataviche.[17][18]
La sua fama in seguito ne fece oggetto di numerose leggende. Una tradizione sostiene che i suoi genitori fossero senza figli per molti anni. Il padre di Rashi, Yitzhak, un modestoenologo, una volta trovò un gioiello prezioso e fu avvicinato da alcunigentili che volevano comprarlo per adornare il loroidolo. Yitzhak accettò di viaggiare con loro alla loro terra, ma in viaggio gettò la gemma in mare. Successivamente fu visitato dalla Voce di Dio o dal profetaElia, che gli disse che sarebbe stato ricompensato con la nascita di un figlio nobile "che avrebbe illuminato il mondo con la sua conoscenza della Torah."[19]
La leggenda afferma anche che la coppia si trasferì aWorms (Germania), mentre la madre di Rashi era incinta. Camminando lungo una delle stradine del quartiere ebraico, fu messa in pericolo da due carrozze in arrivo. Si voltò e si strinse contro un muro, che si aprì a riceverla. Questa nicchia miracolosa è ancora visibile nella parete dellaSinagoga diWorms.[20]
Secondo la tradizione, Rashi fu inizialmente portato da suo padre ad imparare laTorah nel giorno diShavuot, all'età di cinque anni. Il padre fu il suo principale insegnante di Torah fino alla morte, quando Rashi era ancora un giovinetto. Si sposò all'età di 17 anni e subito dopo andò a studiare presso layeshivah di Rabbi Yaakov Ben Yakar aWorms, ritornando da sua moglie tre volte all'anno, perYom Kippur,Pesach eShavuot. Quando Rabbi Yaakov morì nel1064, Rashi continuò a studiare a Worms per un altro anno, nella yeshivah di un suo parente, Rabbi Isaac ben Eliezer Halevi, che era anche ilRabbino Capo di Worms. Poi si trasferì aMagonza, dove studiò con un altro dei suoi parenti, Rabbi Isaac ben Judah, il capo rabbinico di Magonza e uno dei saggi più noti delDucato di Lorena, a cavallo tra Francia e la Germania.
Insegnanti di Rashi erano studenti diGershom ben Judah e di Rabbi Eliezer Hagadol, importantitalmudisti della generazione precedente. Dai suoi maestri, Rashi assorbì le tradizioni orali pertinenti al Talmud come erano stati tramandate da secoli, come anche la comprensione della logica unica del Talmud e la forma di argomentazione. Rashi prese appunti concisi di ciò che imparava nellayeshivah, incorporando tale materiale nei suoi commentari.
Ritornò a Troyes all'età di 25 anni, e dopo la morte della madre gli venne chiesto di unirsi alBeth Din (tribunale rabbinico) della città. Iniziò inoltre a rispondere a quesitihalakhici. Alla morte del capo delBeth Din Rabbi Zerach ben Abraham, Rashi assunse la direzione del tribunale e rispose a centinaia di questioni halakhiche. Verso il1070 fondò unayeshivah che attrasse molti discepoli. Si pensa che il Rashi si guadagnasse da vivere comeviticoltore, poiché dimostra una profonda conoscenza dei relativi utensili e procedimenti, ma non ne esiste prova.[21]
La maggioranza degli studiosi e una tradizione orale ebraica asserisce comunque che egli fosse un viticoltore.[22][23][24] La sola ragione che questa tradizione centenaria che fosse un vignaiolo non sia vera, viene fornita dalla ricerca di Rabbi Haym Solevetchik, che afferma che tutta la terra di Troyes non è la migliore per la coltivazione delle viti. Alcuni riferimenti ad un certo sigillo del suo vigneto si dice non provi che vendesse vino, ma soltanto che fermentava l'uva per suo uso personale.[25]
Sebbene ci siano molte leggende sui suoi viaggi, pare che Rashi non sia mai andato oltre i limiti che vanno dallaSenna alReno. Nel1096, laCrociata dei poveri marciò attraverso tutta la Lorena, uccidendo circa 12000 ebrei e spazzando via intere comunità. Tra coloro che furono uccisi a Worms, figurano i tre figli di Rabbi Isaac ben Eliezer Halevi, l'insegnante di Rashi. Rashi scrisse veriSelichot (poemi penitenziali) che compiangono il massacro e la distruzione delle grandiyeshivah della regione. SetteSelichot del Rashi esistono ancora, tra cui "Adonai Elohei Hatz'vaot", che viene recitato alla vigilia diRosh Hashanah, eAz Terem Nimtehu, che è recitato durante ilDigiuno di Gedalia.
Rashi morì il 13 luglio1105 (29Tammuz 4865) all'età di 65 anni. Fu sepolto aTroyes: il sito approssimativo del cimitero ove fu sepolto venne registrato sull'opera cronologicaSeder ha-Dorot, ma col tempo il luogo del cimitero fu dimenticato. Alcuni anni fa un professore dellaSorbona scoprì una mappa che indicava il sito del cimitero, che ora giace sotto una piazza aperta della città di Troyes. Dopo la scoperta, gli ebrei francesi eressero un monumento nel centro della piazza — un grande globo bianco e nero che mostra in notevole rilievo lalettera ebraicaŠin (ש) (presumibilmente l'iniziale di "Shlomo", nome di Rashi).
La base di granito del monumento ha inciso:Rabbi Shlomo Yitzchaki — Commentatore e Guida. Nel2005, Yisroel Meir Gabbai (che dedica la sua vita professionale al restauro di cimiteri ebraici) ha eretto una targa aggiuntiva su questo sito, che nomina la piazza come sito di sepolture. La targa afferma: "Il luogo su cui ti trovi è il cimitero della città di Troyes. MoltiRishonim sono qui sepolti, tra cui Rabbi Shlomo, noto come Rashi il santo, possano i suoi meriti proteggerci".[26]
Rashi non ebbe figli maschi, ma le sue tre figlie – Miriam, Yocheved e Rachel – sposarono tutte degli studiosi talmudici. Esistono leggende sulle figlie che indossavano itefillin ma, mentre alcune donne aschenazite in tempi medievali indossavano davvero i tefillin, non ci sono prove che le figlie di rashi lo facessero.[27]
La figlia maggiore di Rashi, Yocheved, sposò ilrabbino etosafista Meir ben Shmuel; i loro quattro figli furono: Shmuel (dettoRashbam) (n. 1080), Yitzchak (dettoRivam) (n. 1090), Jacob (Rabbenu Tam) (n. 1100) e Shlomo il Grammatico, che furono tra i più prolifici autoriBaalei Tosafos, principali autorità rabbiniche che scrissero glosse critiche ed esplicative delTalmud e che appaiono a fianco del commentario del Rashi su ogni pagina del Talmud. La figlia di Yocheved, Chanah, fu un'insegnante di leggi e tradizioni sulle donne ebree.
La figlia mediana di Rashi, Miriam, sposò il commentatore talmudico Judah ben Nathan, che completò il commentario del TalmudMakkot, su cui Rashi stava lavorando quando morì.[28] La loro figlia Alvina era una donna erudita le cui abitudini e costumanze furono poi usate come base per decisioni halakhiche successive. Il loro figlio Yom Tov ben Judah in seguito si trasferì aParigi e vi diresse una scuola yeshiva, insieme ai suoi fratelli Shimshon e Eliezer.
La figlia minore di Rashi, Rachel, sposò (e poi divorziò) Eliezer ben Shemiah.
Una traduzione moderna dei commentari di Rashi sulChumash
Il commentario di Rashi sulTanakh — specialmente il suo commentario delChumash — è un compagno essenziale per qualsiasi studio del Talmud a qualsiasi livello. Attingendo da tutta la letteraturamidrashica,talmudica eaggadica (tra cui la letteratura che non esiste più), così come la sua conoscenza dellagrammatica, dellaHalakhah e del funzionamento delle cose, Rashi chiarisce il significato "semplice" del testo in modo che persino un bambino sveglio di cinque anni possa capire.[29]. Egli dichiarò infatti esplicitamente di essere voluto andare alla ricerca, col suo lavoro - discostandosi dal pensiero rabbinico prevalente del suo tempo -, di quello che sarebbe stato il senso originale, letterale della Parola biblica, cioè il cd. "pshat". Allo stesso tempo il suo commentario forma il fondamento di alcune delle più profonde analisi e dei discorsi mistici che vennero successivamente. Gliesegeti dibattono tuttora sul perché Rashi abbia scelto certi passi midrashici e non altri, per illustrare un punto, o perché abbia usato certe parole e frasi e non altre.
RabbiShneur Zalman di Liadi scrisse che "il commentario di Rashi sulla Torah è il ‘vino della Torah’. Apre il cuore e rivela il proprio amore essenziale e timore di Dio."[30] Gli studiosi ritengono che il commentario di Rashi alla Torah sia stato composto dalle conferenze tenute ai suoi allievi nella suayeshivah e si sia evoluto grazie alle domande e risposte generate da questi. Rashi completò questo commentario soltanto negli ultimi anni della sua vita e fu immediatamente accettato come autorevole da tutte le comunità ebraiche, siaaschenazite chesefardite.
Il primo libro stampato inebraico fu il commentario di Rashi alChumash, preparato per i tipi di Abraham ben Garton aReggio, nelRegno di Napoli, il 18 febbraio1475 (questa versione non include il testo del Chumash stesso). Rashi scrisse commentari su tutti i libri delTanakh, tranne iLibri delle Cronache. Gli studiosi biblici ritengono che il commentario che appare col nome di Rashi in questi ultimi sia stato compilato dagli studenti di Rabbi Saadiah del Reno, che incorporò materiale proveniente dalla yeshivah di Rashi. Gli studenti di Rashi, Rabbi Shemaya e Rabbi Yosef, redassero il commento finale sulla Torah: alcune delle loro note e aggiunte sono state incluse anche nella versione che esiste correntemente.
Oggigiorno, decine di migliaia di uomini, donne e bambini studiano il "Chumash con Rashi" nell'esaminarela porzione di Torah letta insinagoga nelloShabbat. Secondo laHalakhah, un uomo può studiare il Rashi per ogni versetto della Torah persino in adempimento del requisito di rivedere laParashah due volte con ilTargum (che di solito si riferisce alTargum Onkelos).[31] Tale pratica è chiamata inebraico: "Shnayim mikra ve-echad Targum" (Due volte la Torah e una volta il Targum).[32] Fin dalla sua pubblicazione, il commentario di Rashi alla Torah è standard in quasi tutti i Chumash prodotti all'interno della comunitàortodossa ebraica.[33]
Una delle prime stampe delTalmud (Ta'anit 9b); il commentario di Rashi si trova in fondo alla colonna destra, continuando per alcune righe nella colonna sinistra
Rashi scrisse il primocommentario completo del Talmud. Il commentario di Rashi, attingendo alla profonda conoscenza di tutto il contenuto del Talmud da parte del suo autore, tenta di fornire una spiegazione completa delle parole e della struttura logica di ogni passaggiotalmudico. A differenza di altri commentatori, Rashi non parafrasa o esclude una qualsiasi parte del testo, ma chiarisce frase per frase. Spesso egli fornisce lapunteggiatura nel testo non punteggiato, spiegando, per esempio, "Questa è una domanda", "Lo dice con sorpresa", "Lo ripete in accordo", ecc.[34]
Come fa nel suo commentario al Tanakh, Rashi illustra spesso il significato del testo utilizzando analogie con le professioni, i mestieri, e lo sport del suo tempo. Traduce anche difficili parole ebraiche o aramaiche nellalingua francese parlata nel suo tempo, dando agli studiosi successivi una panoramica del vocabolario e della pronuncia delfrancese antico. Rashi esercitò un influsso determinante sulla redazione del testo corretto delTalmud: fino alla sua epoca, i testi di ciascun trattato talmudico erano copiati a mano e diffusi nelleyeshivah.
Spesso comprendevano degli errori: a volte un copista scambiava le parole e altre volte incorporava note a margine di uno studente nel testo principale. Grazie al gran numero di mercanti-studiosi provenienti da tutto il mondo ebraico per partecipare alle rinomate fiere diTroyes, Rashi fu in grado di confrontare diversi manoscritti e letture testuali dellaTosefta,Talmud di Gerusalemme,Midrash,Targum e gli scritti delGeonim, e determinare quali versioni dovevano essere preferite.
Tuttavia, nella sua umiltà, dava la preferenza ad interpretazioni di altri studiosi che erano in disaccordo con lui. Per esempio, inChulin 4a, commenta su una frase: "Noi non leggiamo questo. Ma per coloro che lo fanno, la spiegazione è la seguente..."[34] Il commentario di Rashi, che copre quasi tutto ilTalmud babilonese (un totale di 30 trattati), è stato incluso in ogni versione del Talmud fin dalla sua prima stampa nelXV secolo. È sempre situato verso il centro del libro aperto, cioè sul lato della pagina più vicino alla rilegatura.[34]
Alcuni degli altri commentari stampati che vengono attribuiti a Rashi sono stati composti da altri, in primo luogo dai suoi studenti. In alcuni commentari, il testo indica che Rashi morì prima di completare il trattato e che fu completato da uno studente. Questo accade nel Trattato Makkot, le cui parti conclusive sono state composte da suo genero, il rabbino Judah Ben Nathan, e nel TrattatoBava Batra, finito (in uno stile più dettagliato) dal nipote, il Rashbam (Samuel ben Meir). C'è una leggenda che narra che il commentarioNedarim, chiaramente non suo, fosse in realtà composto dalle figlie.[35]
Esistono circa 300 deiresponsa e delle decisionihalakhiche di Rashi. Tali responsa furono copiati e conservati dai suoi studenti. Anche ilSiddur Rashi (Libro di preghiere di Rashi), compilato da uno studente ignoto, contiene i responsa di Rashi sullapreghiera. Altre raccolte includonoSefer Hapardes, redatto da Rabbi Shemayah, un discepolo di Rashi, eSefer Haoraah, preparato da Rabbi Nathan Hamachiri.
Rashi influenzò non solo l'apprendimento tradizionale ebraico, ma anche i circoli non ebraici. I suoi commentari dellaBibbia si diffusero in molte comunità differenti, soprattutto i suoi commentari dei libri dellaTorah. Nei secoli XII-XVII, l'influenza di Rashi si sparse dalle province francesi e tedesche alla Spagna e l'Est.
Fu il primo testo stampato in caratteri ebraici ad appena 14 anni dall'invenzione diGutenberg e dalla prima edizione a stampa della Bibbia latina. Trovò un'ampia diffusione in Francia nella cui lingua venivano tradotte numerose parole ebraiche adottando la più precisa e scientificatraslitterazione dell'alfabeto israeliano.[36]Il monaco francese Nicolas de Lyre di Manjacoria, noto come la "scimmia di Rashi",[37] dipendeva dal Rashi quando scriveva le 'Postillae Perpetuate' della Bibbia. reputava che i commentari di Rashi fossero i "depositi ufficiali della tradizione rabbinica"[38] e fondamentali per comprendere la Bibbia. De Lyre ebbe inoltre una grande influenza suMartin Lutero. I commentari di Rashi divennero alquanto significativi per gliumanisti del periodo, che studiavanogrammatica edesegesi. Gliebraisticristiani studiavano i commentari di Rashi come importanti interpretazioni "autorizzate dalla Sinagoga".[38][39]
L'influenza di Rashi crebbe ancor di più nelXV secolo e, a partire dalXVII secolo, i suoi commentari furono tradotti in molte altre lingue. Il commentario di Rashi ai libri dellaTorah era conosciuto come la prima opera ebraica stampata (stampa avvenuta aReggio Calabria). Gran parte delle sue opere sono state tradotte ininglese da M. Rosenbaum e A. M. Silbermann aLondra a partire dal 1929-1934. Initaliano molti dei suoi commentari biblici sono disponibili nelle traduzioni dellacasa editriceMarietti Editore. Sebbene Rashi abbia avuto un influsso sulle comunità al di fuori dell'Ebraismo, e non econdariamente anche sugli studiosi cristiani, la sua mancanza di connessione con la scienza gli ha impedito di entrare nel dominio generale ed è rimasto molto più popolare tra le comunità ebraiche del mondo.[37][38]
Anche se le interpretazioni di Rashi sono ampiamente rispettate, ci sono molti che criticano il suo lavoro. Dopo ilXII secolo, la critica dei commentari di Rashi divenne comune nelle opere ebraiche come il Talmud. Le critiche si rivolgevano principalmente ai passaggi difficili. Generalmente Rashi fornisce il "pshat" o significato letterale dei testi ebraici, mentre i suoi discepoli, conosciuti come iTosafot (tosafisti), criticano il suo metodo e danno descrizioni più interpretative dei testi. I commentari dei Tosafot si possono trovare nei testi ebraici normalmente a fronte del commentario di Rashi. I Tosafot aggiungono commenti e critiche nei passi in cui Rashi non ha lasciato commenti. I Tosafot vanno però oltre il passo stesso in cerca di argomenti, paralleli e le distinzioni che se ne possono estrarre. Questa aggiuntaesegetica ai testi ebraici è stata vista come un completamento nodale di un "prodotto culturale importante",[40] diventato una parte essenziale dellostudio della Torah.[40][41]
Raschihaus (casa di Rashi), Museo Ebraico,Worms (Germania)
Il commentario di Rashi al Talmud continua ad essere una base fondamentale distudio e interpretazione delrabbinismo contemporaneo. Senza il commentario di Rashi, il Talmud sarebbe rimasto un libro chiuso, ostico. Con esso, qualsiasi studente che sia stato introdotto al suo studio da un insegnante, può continuare ad imparare da solo, decifrando il suo linguaggio e significato con l'aiuto di Rashi.[40]
Nel2006, laBiblioteca nazionale di Israele dellaUniversità Ebraica di Gerusalemme ha allestito una mostra che commemora il 900º anniversario della morte di Rashi (2005), esibendo rari reperti della collezione bibliotecaria scritti da Rashi, come anche varie opere e articoli che riguardano Rashi, la sua vita ed il suo operato.
Voluminosi supercommentari sono stati pubblicati sui commentari di Rashi alla Bibbia e al Talmud, tra cuiGur Aryeh di RabbiJudah Loew (detto ilMaharal),Sefer ha-Mizrachi di Rabbi Elijah Mizrachi eYeri'ot Shlomo di Rabbi Solomon Luria. Quasi tutta laletteratura rabbinica pubblicata a partire dalMedioevo discute il Rashi, usando la sua interpretazione come evidenza a supporto o dibattendo contro di essa - in un modo o nell'altro, Rashi è una base fondamentale dell'esegesiscritturale.
Alfabeto ebraico completo con i caratteri del Rashi [da destra a sinistra].
Il carattere semicorsivo in cui i commentari del Rashi sono stampati sia nelTalmud che nelTanakh è spesso definito come"Carattere Rashi". Questo non significa che il Rashi stesso abbia usato tale tipo di scrittura: ilcarattere tipografico è basato su un semicorsivosefardita delXV secolo. Quello che potrebbe essere chiamato "Carattere Rashi" è stato impiegato dai primi tipografi ebrei, come lafamiglia Soncino. eDaniel Bomberg, un tipografo cristiano aVenezia, nelle loro edizioni di testi commentati (come ilMikraot Gedolot ed ilTalmud, in cui i commentari di Rashi sono posti in primo piano) per distinguere il commentario rabbinico dal testo primario, per il quale è utilizzato invece un carattere quadrato.[42]
^Cybernetics and Systems Volume 42:3, pp. 180-197, 29/04/2011 - disp. online:DOI: 10.1080/01969722.2011.567893 articolo di Yaakov HaCohen-Kerner, Nadav Schweitzer & Dror Mughazc dal titoloAutomatically Identifying Citations in Hebrew-Aramaic Documents. pubbl. da Taylor & Francis: "Per esempio, il libro delPardes scritto da Rabbi Shlomo Yitzhaki, noto con l'abbreviazione Rashi, può essere citato usando i seguenti modelli: (1) "Shlomo figlio di Rabbi Yitzhak," (2) "Shlomo figlio di Yitzhak," (3) "Shlomo Yitzhaki," (4) "Nel nome di Rashi che scrisse nel Pardes"
^ David Einsiedler,Can We Prove Descent from King David?, inAvotaynu: the International Review of Jewish Genealogy, VIII, n. 3, 1992, p. 29.URL consultato il 12 luglio 2013.
^Vedi anche Maurice Liber,Rashi, cit., trad. di Adele Szold, Jewish Publication Society, 1906, p. 56; Irving Agus,The Heroic Age of Franco-German Jewry, Yeshiva University Press, 1969, p. 173; Israel S. Elfenbein, "Rashi in His Responsa," inRashi, His Teachings and Personality, curato da Simon Federbusch, Cultural Division of the World Jewish Congress, 1958, p. 67; Salo W. Baron, "Rashi and the Community of Troyes," inRashi Anniversary Volume, cur. H. L. Ginsberg, American Academy for Jewish Research, 1941, p. 60: "Rashi fu un vignaiolo che cresceva e vendeva uva e commerciava in vino."
^Oxford Bodleian Ms. Oppenheim 276, p. 35a, citato da Grossman,The Early Sages of France, pp.132, 135, n. 45.
^Targum Onkelos (oUnkelus) è iltargum (traduzione inaramaico orientale babilonese. Tuttavia le sue prime origini potrebbero essere state occidentali, inIsraele. Il suo autore si crede sia statoOnkelos, in ebraicoאונקלוס?, un famoso convertito all'Ebraismo in epocatannaitica (35–120 circa). Secondo la tradizione ebraica, il contenuto delTargum Onkelos fu originariamente dato da Dio aMosè sulMonte Sinai, ma fu in seguito dimenticato dalle masse e nuovamente redatto da Onkelos (Talmud, Megillah 3a).
^Shnayim mikra ve-echad Targum (in ebraicoHebrew:שנים מקרא ואחד תרגום?), tradotto: "Due volte la Torah (testo) e una volta il Targum (traduzione)", è la pratica ebraica di leggere laporzione biblica settimanale (parashah) nella maniera prescritta. In aggiunta a sentir letta in sinagoga la porzione della Torah, la persona osservante la deve leggere per conto suo due volte nella rispettiva settimana, insieme alla traduzione (nella versionearamaica delTargum) e/o al commentario di Rashi (Shulchan AruchOrach Chayim285:1-6.); è inoltretradizione leggere anche la relativaporzione dei Profeti (ibid. 285:7). Cfr. Rabbi Dr. Azriel Rosenfeld:"Orach Chayim Summary", cap. 20..
«is work became very popular and his commentary on the Hebrew Bible became the first book printed entirely in Hebrew letters (about 1470 CE), only 14 years after Gutenberg printed his Bible in Latin.»
^abFred Skolnik e Michael Berenbaum, "Rashi",Encyclopaedia Judaica. 2ª ed. Vol. 17, Macmillan Reference USA & Keter Pub. House, 2007.
Elie Wiesel,Rashi, traduzione di l francese da Catherine Temerson, Schocken Books, 2009,ISBN0-8052-4254-6. - ed. ital.Rashi. Il grande commentatore, Giuntina, 2012