Beato Pinamonte da Brembate | |
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Religioso | |
Nascita | Bergamo,1200 |
Morte | Bergamo,1266 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Manuale |
Pinamonte Brembati, conosciuto comePinamonte da Brembate (Bergamo,1200 –Bergamo,1266), è stato unreligiosoitaliano.
Nato nell'agiata famiglia deiBrembati originaria del paese diBrembate di Sopra, venne indirizzato dai genitori agli studi ecclesiastici, tanto che all'età di 18 anni venne ammesso all'Ordine dei frati predicatori[1] direttamente dasan Domenico a Bologna.
A Bergamo fu nominato priore dellachiesa di Santo Stefano, e nel 1253 fondò con alcuni laici laMilitia Sancte Crucis, associazione che si impegnava a contrastare gli eretici.
Qui abbandonò il suo nome anagrafico,Pinamonte Pellegrini oPeregrini[2], assumendo quello diPinamonte da Brembate, anche se in alcuni documenti è identificato comePinamonte Brembati, in onore del paese di cui il suo casato era originario.
Nel corso degli anni si distinse per l'attività di predicatore, la cui sua fama varcò anche i confini della provincia orobica.
La notorietà e l'autorità acquisita gli permisero di essere incaricato a dirigere l'organo dell'Inquisizione, appena insediato nella città di Bergamo, fu ispiratore e promotore, scrivendone lo statuto, della confraternita laicaSocietas militiae sancta e Crucis che era di supporto all'inquizione nella ricerca di cittadini allontanati dalla chiesa[3] In tale attività si adoperò molto
Le sanzioni amministrative imposte agli eretici, unite alle donazioni e ai proventi dell'elemosina, gli permisero di fondare ilconvento di Santo Stefano, successivamente distrutto nel1561 per permettere la costruzione dellemura veneziane.
Tuttavia l'opera per la quale passò alla storia fu la fondazione dell'ente denominato "Opera Pia Misericordia Maggiore" (MIA)[4].Pinamonte decise difatti, unitamente al vescovoAlgisio da Rosciate prima, successivamente dal vescovoErbordo e ad alcuni laici del capoluogo, di farsi carico della situazione di numerosi poveri della città di Bergamo, destinando loro, tramite questa istituzione caritativa, i proventi della riscossione delle imposte dell'inquisizione e delle donazioni ricevute[5].
La data di fondazione risale al1265, e venne accompagnata dalla redazione di dieci capitoli, dettiRegula del pio consorzio, dettati direttamente da Pinamonte e ora conservati presso labiblioteca civica di città alta[6].L'ordinamento prevedeva che i soci raccogliessero i fondi e li consegnassero a quattro incaricati, detticanevari, che avrebbero provveduto a farli giungere a destinazione.
I destinatari di tale istituzione erano tutti coloro che versavano i gravi condizioni economiche: emarginati, vedove, orfani, malati e infermi, che ricevettero aiuti volti alla loro sussistenza, ma anche attenzioni morali.
Con il passare degli anni laMisericordia Maggiore acquisì notevole importanza, giungendo anche a soddisfare i bisogni di ben ventimila persone durante le ondate epidemiche o di carestia.
A partire dal1449 l'ente ricevette inoltre l'incarico, da parte del comune, di curare e gestire laBasilica di Santa Maria Maggiore, mansione tuttora svolta.
Il monaco scrisse ilLegendario, probabilmente nel1254, un documento di riproduzione e copiatura di antichi documenti, perfettamente conservato nelmonastero di Santa Grata in via Arena, che racconta lavite Sancte Grate (vita di santa Grata) e di altri santi[7]. Il monastero conserva un dipinto dove il Pinamonte è dedicato a scrivere il testo accanto alla badessaGrazia d'Arzago.[8]
Dopo la morte, avvenuta nel1266, Pinamonte venne beatificato dalla Chiesa cattolica. I suoi resti sono conservati in un'urna nel convento diSanto Stefano[9].Quando questo venne demolito nel1561, le sue reliquie passarono nellachiesa di San Bartolomeo, sempre nel capoluogo orobico.
La città in cui visse volle ricordarlo dedicandogli una via nel centro dellacittà bassa.
Controllo di autorità | VIAF(EN) 54360371 ·SBNLO1V167674 ·BNF(FR) cb14402625w(data) |
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