Ilpassaggio delmar Rosso è un passo della narrazionebiblica che racconta come gliisraeliti guidati daMosè riuscirono a fuggire dagliegiziani che li inseguivano, secondo ilLibro dell'Esodo 13:17-14:29[1]. Questa storia viene anche citata nelCorano, nella Sura 26: Al-Shu'ara' (I Poeti), versetti 60-67.[2] Segna il punto inEsodo in cui gli Israeliti lasciarono l'Egitto ed iniziarono le loro peregrinazioni neldeserto.
Gli israeliti in un primo momento erano schiavi agli egiziani e in seguito Mosè venne scelto per liberarli dalla schiavitù. Gli egiziani dovettero subiredieci piaghe prima che il Faraone decidesse di liberare gli israeliti – dopodiché avvenne il passaggio del mar Rosso. Mosè stese il suo bastone e il mar Rosso venne separato in due parti daDio. Gli israeliti camminarono sulla terra asciutta e attraversarono il mare. Dietro di loro stava venendo l'esercito egiziano in inseguimento. Mosè allora agitò il suo bastone e il mare ritornò normale, sommergendo ed annegando tutto l'esercito egiziano.
Dio sceglie Mosè per condurre iFigli di Israele fuori dall'Egitto, liberandoli dalla schiavitù per portarli nella terra diCanaan, cheDio ha promesso loro. Ilfaraone egiziano in un primo tempo è d'accordo e acconsente alla loro partenza, e gliebrei viaggiano quindi daPi-Ramses a Sukkot e poi a Etham, ai confini col deserto, guidati da una colonna di "nube" di giorno ed una colonna di "fuoco" di notte (Esodo 13:20-22[3]). Lì Dio dice a Mosè di tornare indietro e accamparsi vicino al mare, a Pi-hahiroth, tra Migdol e ilmar Rosso, direttamente di fronte aBaal-Zephon.
Tuttavia Dio fa sì che il faraone perseguiti ed insegua gli israeliti con i carri e li sorpassi a Pi-Achirot. Quando gli Israeliti vedono l'esercito egiziano hanno paura, ma la colonna di fuoco e la nube separa gli sraeliti e gli egiziani. Dio comanda a Mosè di alzare il suo bastone verso l'acqua e per tutta la notte un forte vento orientale divide il mare[4] e gli israeliti lo attraversano, con un muro d'acqua su entrambi i lati. Gli egiziani li inseguono, ma all'alba Dio blocca le ruote dei loro carri e li getta nel panico, e con il riversamento dell'acqua il faraone e tutto il suo esercito vengono sommersi e distrutti (cfr.Salmi 136:15[5]). Quando gli israeliti vedono la potenza del Signore, ripongono la loro fede in Dio e in Mosè, e cantano un canto di lode al Signore per la traversata del mare e la distruzione dei loro nemici (inEsodo 15[6] è chiamataCanzone del Mare).
La narrazione contiene almeno tre se non quattro livelli compositivi. Nel primo livello (il più antico), il Signore soffia e fa ritirare il mare con un forte vento d'oriente, permettendo agli israeliti di passare sulla terra ferma; nel secondo, Mosè stende la mano e divide le acque in due pareti solide; nel terzo, YHWH blocca le ruote dei carri degli egiziani, che fuggono (in questa versione gli egiziani non entrano nemmeno in acqua); nel quarto, laCanzone del Mare, il Signore getta gli egiziani nel "tehomat", il miticoabisso.[7]
Nel 2014 una squadra di archeologi guidati dal professore egiziano Mohamed Abdel-Kader della facoltà di archeologia dell’Università del Cairo, ha ritrovato immergendosi nelle acque delMar Rosso, sulGolfo di Suez ad una distanza di 1,5 chilometri dalla spiaggia, oltre 400 oggetti diversi, tra cui; armi, armature e due navi da guerra su una superficie di 200 metri quadri, databili alXIV secolo a.C. ovvero durante il regno del faraoneAkhenaton[8].
Il primo viaggio degli israeliti avviene daRamses aSuccot. Ramses è generalmente identificata con la moderna Qantir, sito della capitale Per-Ramses dellaXIX dinastia egizia, e Succot con Tel el-Maskhuta nelWadi Tumilat, laTerra di Goscen biblica.[10] Da Succot gli israeliti si diressero verso Etham "ai limiti del deserto", poi tornarono indietro a Pi-hahiroth, posta tra Migdoled il mar Rosso e direttamente davanti a Baal Zephon. Nessuna di queste città è stata identificata con certezza. Una teoria molto seguita è che si riferiscano collettivamente alla regione del Lago Timsah, un lago salato al nord delGolfo di Suez e il maggior bacino d'acqua nelle vicinanze dopo Wadi Tumilat.[11]Il lago Timsah si collegava aPitom in Gesem varie volte con un canale ed un testo del tardo I millennio cita Migdol Baal Zephon comeforte del canale.[12]
Il termineebraico del luogo dell'attraversamento è "Yam Suph". Sebbene tradizionalmente si sia creduto che si riferisse all'insenatura di acqua salata posta tra l'Africa e laPenisola araba, nota initaliano col nome dimar Rosso, questa è una traduzione errata tratta dalSeptuaginta greco, e l'ebraicosuph non significa mai "rosso" ma piuttosto "giunchi".[13] (Sebbene ciò non sia pertinente all'identificazione del bacino d'acqua,suph si equivoca con l'ebraicosuphah ("tempesta") esoph ("fine"), che si riferiscono agli eventi di Esodo).[14]
È opinione generale degli studiosi che la storia dell'Esodo combini una quantità di tradizioni, una al "Mare dei Giunchi" (il lago Timsah, con gli egiziani sconfitti quando le ruote dei loro carri si arrestano) e un'altra al molto più profondo mar Rosso, che permette di raccontare una storia molto più drammatica.[15]
Giunchi tolleranti dell'acqua salata crescono liberamente nella serie di laghi bassi che si estende daSuez verso il nord, nelMediterraneo. GliegittologiKenneth Kitchen e James Hoffmeier affermano che questi laghi di canneti e le paludi lungo l'istmo diSuez sono posizioni accettabili peryam suf.[16][17] L'anticoyam suf non si limita al mar Rosso moderno. Hoffmeier equiparayam suf col termine egizianopa-tjufy (scritto anchep3 twfy) del periodoramesside, che si riferisce ai laghi nel delta orientale delNilo.[18] Descrive inoltre i riferimenti ap3 twfy nel contesto dell'Isola di Amun, che si pensa sia l'odierno Tell el-Balamun.[19] Tell el-Balamun era la città più a nord dell'Egitto faraonico, posta a (31,2586 Nord, 31,5714 Est) circa 29 km sudovest diDamietta.[20][21]
Il passaggio del Mar Rosso è interpretato come anticipazione del battesimo[22] che, nei primi secoli, avveniva per immersione, a indicare la morte al peccato e la rinascita dell'uomo nuovo. Come gli Israeliti vengono liberati dalla schiavitù d'Egitto mediante il passaggio del Mar Rosso, così i cristiani vengono liberati dalla schiavitù del peccato mediante il sacramento battesimale.[23]
Il tema di Mosè al passaggio del mar Rosso venne ripreso daisicofanti diCostantino e applicato allabattaglia di Ponte Milvio (312). Tale tema fu molto in voga nelIV secolo, inciso suisarcofaghi: per lo meno ventinove ne sono sopravvissuti intatti o in frammenti.[24]Eusebio di Cesarea rappresentòMassenzio, annegato nelTevere, nel ruolo del faraone, sia nel suoStoria ecclesiastica sia nella sua eulogiaVita di Costantino.[25]
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