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«Siamo Còrsi per nascita e sentimenti, ma prima di tutto ci sentiamo Italiani per lingua, costumi e tradizioni... E tutti gli Italiani sono fratelli e solidali davanti alla Storia e davanti a Dio... Come Còrsi non vogliamo essere né servi e né "ribelli" e come Italiani abbiamo il diritto di essere trattati uguale agli altri Italiani... O non saremo nulla... O vinceremo con l'onore o moriremo con le armi in mano... La nostra guerra di liberazione è santa e giusta, come santo e giusto è il nome di Dio, e qui, nei nostri monti, spunterà per l'Italia il sole della libertà.»
Paoli nacque a Stretta diMorosaglia, figlio minore di Dionisia Valentini e diGiacinto Paoli, che aveva guidato i ribelli corsi nella lotta contro il dominio diGenova.[5] Pasquale seguì suo padre in esilio nel1738, combattendo con onore nell'esercito delRegno di Napoli. A Napoli compì alcuni dei suoi studi e seguì le lezioni diAntonio Genovesi.[7] Al suo ritorno inCorsica, il 29 aprile1755, divenne comandante in capo delle forze ribelli (Generale della Nazione Corsa).[5] Nello stesso anno, a novembre, fu proclamata l'indipendenza della Corsica, che si dotò dicostituzione, amministrazione, sistema giudiziario edesercito.[5] Dopo una serie di attacchi riusciti, cacciò i genovesi da tutta l'isola, escluse alcune città costiere.[5] Quindi si dedicò a riorganizzare il governo, introducendo varie riforme.[5] Fondò un'università aCorte, dove si insegnava inlingua italiana.[5] Nel1767 strappò anche l'isola diCapraia al controllo di Genova che, in crisi, fu costretta a cedere i diritti sulla Corsica allaFrancia, la quale invase in forze l'isola con il proposito di farne un possedimento personale diLuigi XV.[5]
Per due anni Paoli, le cui idee si guadagnarono l'approvazione di filosofi comeVoltaire,Raynal eMably, lottò contro i nuovi invasori, finché nel 1769 venne sconfitto dalle più numerose forze delconte de Vaux, e costretto a rifugiarsi inGran Bretagna, dove il 15 giugno 1778 fu iniziato inMassoneria nellaLoggia "Le Nove Muse N° 325" aLondra[8], giungendo fino al 33º grado. Nel 1789 si recò aParigi con il permesso dell'Assemblea Costituente, e fu rimandato in Corsica con il grado di generale.
Dopo un esilio di vent'anni, prese parte allaRivoluzione francese. Richiamato nel 1790 nella sua patria, il suo viaggio daParigi alla Corsica fu una vera marcia trionfale: accolto favorevolmente in particolare daLafayette, egli venne ricevuto il 22 aprile 1790 dall'Assemblea nazionale e in quell'occasione fu ammesso alClub dei Giacobini, allora presieduto daRobespierre. ReLuigi XVI lo nominò governatore dell'isola. Ritornò in Corsica il 14 giugno 1790 sbarcando aMacinaggio, dove fu accolto trionfalmente dal popolo. L'11 settembre 1792 fu promosso al rango di tenente generale.
Nel 1793, dopo aver partecipato alla fallitainvasione della Sardegna, disgustato dagli eccessi delRegime del Terrore e accusato di tradimento dallaConvenzione, dopo l'occupazione inglese dell'isola convocò un'assemblea pressoCorte con lui stesso come presidente separando formalmente la Corsica dalla Francia. Quindi offrì la sovranità dell'isola al governo britannico ma, non ricevendo sostegno da questo e non ottenendo il titolo di viceré, fu costretto ad andare nuovamente in esilio,[7] e la Corsica, riconquistata dal Direttorio, divenne undipartimento francese.[5] Nel 1796 si ritirò aLondra, dove morì undici anni più tardi nel 1807. Venne sepolto nella chiesaanglocattolica diSt Pancras Old Church nel borgo londinese diCamden e nel 1889 i suoi resti mortali tornarono nel suo paese natale.
«... Lascio cinquante lire sterline annue per il mantenimento di un abile maestro, che nel paese diMorosaglia, luogo di mezzo della pieve del Rostino, insegni a ben leggere e scrivere l'italiano, secondo il più approvato stile normale, e l'aritmetica alli giovinetti di detta pieve, ed agli altri che vorranno profittare di tale stabilimento. ... Avendo desiderato che fosse dal governo riaperta una scuola pubblica inCorte, luogo di mezzo per la maggior parte della popolazione dell'isola, lascio ducento lire sterline annue per il salario di quattro professori, il primo perché insegni la teologia naturale e i principj di evidenza naturale della divinità della religione cristiana; il secondo la etica e ii dritto delle genti; il terzo i principj della filosofia naturale, ed il quarto, gli elementi della matematica. E desidero che agli alunni l'insegnamento dovrà farsi initaliano, lingua materna de' miei nazionali
... In caso poi che questa scuola in Corte non potesse aver luogo, fermo nel proposito di contribuire all'istruzione de' miei nazionali, lascio ducento cinquantelire sterline annue per il mantenimento di cinque alunni in alcuna delle migliori università del continente italiano. Due dovranno essere scelti neldipartimento del Golo, due in quello delLiamone..., il quinto sarà della pieve di Rostino.»
(Testamento di Pasquale Paoli, 23 novembre 1804[9])
L'associazione americanaSons of Liberty fu ispirata da Paoli per la sua lotta contro ildispotismo. Nel1768, l'editore delNew York Journal descrisse Paoli come "un grande uomo sulla Terra".
Diversi toponimi statunitensi lo commemorano:
Paoli, Pennsylvania, in origine punto d'incontro deiSons of Liberty, chiamata inizialmenteGeneral Paoli's Tavern in omaggio al "Generale dei Corsi". Qui avvenne la battaglia di Paoli Tavern in cui, con un attacco notturno, le forze del generale inglese Charles Grey sbaragliarono le truppe coloniali;
A Pasquale Paoli si fa riferimento nell'Ode seconda, nell'operaRime varie diVittorio Alfieri del1776.
«E il crederem? fia ver che un Re sottrarne
A servitude or voglia? Re, che di ceppi apportator pur dianzi Là dove il Côrso impavido s’inscoglia Tanti a Stige mandarne Fu visto; ed ora i lor dolenti avanzi Vuol servi tener, anzi Che a virtute lasciarli ed a bell’opre? Suo dispotico brando, ancor grondante Di quel sangue anelante Vendetta, or fia per noi francar si adopre? [10]Certo, s’egli è, ricopre Voglie or forse non schiette Di generoso indi[11] non regio ammanto. Deh! non fia che da lui troppo si aspette, Sí che ritorni il riso stolto in pianto.[12]»
Nel capitolo 22 del romanzoIl conte di Montecristo, l'autore,Alexandre Dumas padre nomina Pasquale Paoli: «Lasciò alla sua destra la Gorgona, alla sinistra Pianosa e avanzò verso la patria di Pasquale Paoli e di Napoleone.»
^ Pasquale Paoli,Siamo corsi per nascita e sentimenti..., a cura di Gruppi di azione irredentista corsa, presidenza provinciale di Cagliari, Cagliari, Tipografia industriale di E. Granero, 1941,OCLC1277486482,SBNUBO4280429.
^ Ferdinando Serrao de' Gregorj,Gli albori della coscienza nazionale e del Risorgimento italiano fino al 1815, collanaLa coscienza nazionale e il Risorgimento italiano, vol. 1, Roma, Editrice Corso, 1949, p. 239,OCLC49273626,SBNRAV0242454.
^ Lorenzo Ieva,La nozione di meritocrazia, inFondamenti di meritocrazia, Roma, Europa Edizioni, 2018, nota 21,ISBN9788893848756.
^V.1-11. Scoppiò in Corsica verso il 1750 la rivolta contro i Genovesi che se ne erano impadroniti e Pasquale Paoli si pose a capo di essa: non avendo i Genovesi piú speranza di ricuperare il dominio dell’isola, mediante il trattato di Compiègne (13 maggio 1768), la cedettero alla Francia. Il Paoli sostenne la difesa con un coraggio di cui si hanno rari esempi nella storia e a Borgo diè anche una sconfitta ai Francesi; ma a Pontenovo, il 5 maggio 1769, fu vinto. A questi fatti si riferisce l’A. — S’inscoglia, si fortifica tra gli scogli: parola che il Poeta foggiò modellandosi, forse, sul s’imborga, dantesco — (Par., VIII, 61). — Tanti a Stige mandarne; equivale ad ucciderne. Tra il fia e il per si sottintende la cong. che.