(latino) «Omnia venenum sunt: nec sine veneno quicquam existit. Dosis sola facit, ut venenum non sit.[1]»
(italiano) «Tutto èveleno: nulla esiste di non velenoso. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.»
(Paracelso,Responsio ad quasdam accusationes & calumnias suorum aemulorum et obtrectatorum. Defensio III. Descriptionis & designationis nouorum Receptorum.)
Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, ritratto daQuentin Massys
Fino alXV secolo la composizione e i mutamenti della materia erano spiegati sulla base della dottrina deiquattro elementi diAristotele:acqua,aria,terra efuoco. Paracelso, per la prima volta, aggiunse a essa una teoria che contemplava tre nuovi principi dellamateria (sale,zolfo emercurio),[7] contrassegnata dalla presenza dispiriti della natura responsabili delle sue trasformazioni e cambiamenti. Egli inoltre rifiutò l'insegnamento tradizionale della medicina, dando vita a una nuova disciplina, laiatrochimica, basata sulla cura delle malattie attraverso l'uso di sostanze minerali.
Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim amava farsi chiamare Paracelso, a indicare che lui era sullo stesso piano di (in grecoparà sta pervicino, presso)Aulo Cornelio Celso,romano naturalista ed esperto in arti mediche vissuto nella prima metà delI secolo. Si dice di lui che non avesse un carattere facile ma superbo e orgoglioso. "Alcuni mi accusano di superbia, altri di pazzia, altri ancora di stoltezza"[8]. Ricevette molte accuse, tra cui quella di alcolismo o di non prendere parte alle cerimonie religiose. In realtà egli si considerava undottore delle Sacre Scritture, una sorta di teologo laico, convinto, però, che la fede andasse vissuta dentro di sé, a livello intimo più che collettivo.
Paracelso era figlio di Wilhelm von Hohenheim e di una serva ecclesiastica. Nacque aEinsiedeln, cittadina dellaSvizzera centrale, in una delle case vicine al monastero di Unsere Liebe Frau, una delle stazioni di sosta per i pellegrini diretti aSantiago di Compostela. La figura di sua madre è avvolta dal mistero; secondo alcune voci del tempo sarebbe stata un'isterica, idea forse diffusasi a partire dall'esperienza di Paracelso riguardo a questa malattia nelle donne. Pare, inoltre, che da lei il figlio avrebbe ereditato la bruttezza fisica e le maniere rozze. Nel 1502 si stabilì con il padre inCarinzia, aVillaco. Fu da suo padre, laureato in medicina presso l'Università di Tubinga, che egli ricevette i primi insegnamenti in medicina e in chimica. In seguito, sotto l'abate e alchimistaGiovanni Tritemio, studiòchimica eoccultismo. Per quanto riguarda la sua formazione universitaria, che avvenne tra il 1509 e il 1515, lui stesso dice di aver frequentato varie università. A quanto pare, non subì alcun fascino da parte dellaSorbona di Parigi, che pure era all'avanguardia dal punto di vista del sapere anatomico. La sua fortuna fu quella di venire a contatto con la medicina innovativa dell'Italia settentrionale.
L'università di Basilea in un'antica incisione, dove Paracelso diventa professore nell'anno 1527
La sua vita fu estremamente movimentata, ma difficile da ricostruire, perché notoriamente Paracelso abbellì la sua biografia di particolari inventati e avventurosi. Secondo quanto lui dice, dopo aver lavorato nelle miniere inGermania e in Ungheria, dove apprese i segreti dei metalli, intraprese lunghi vagabondaggi che lo portarono inItalia, soggiornando aTorino e poi inSpagna, in Germania, inInghilterra, inSvezia, inPolonia, inTransilvania; mete plausibili, mentre è molto meno probabile che, come egli stesso dice, sia stato inIndia e inCina. Pare che si fosse recato anche inRussia, alla ricerca delle miniere deiTatari, dove sarebbe stato fatto prigioniero dalKhan, che gli avrebbe svelato dei segreti.
Molto importante fu per lui l'esperienza di medico militare, prima durante la guerra veneziana, più tardi in Danimarca e in Svezia. Tornato in Germania, la sua fama aumentò rapidamente e nel 1527 gli fu offerta la cattedra di medicina all'Università di Basilea. Paracelso, nello stesso anno, fece bruciare pubblicamente dai suoi studenti i testi diGaleno eAvicenna, bollandoli come ignoranti in materia medica, e sostenendo che ognuno possiede dentro di sé le doti necessarie per esplorare il mondo.[9]
Poco dopo iniziò a perdere anche quella stima e fiducia da parte degli studenti che fino ad allora lo avevano salvato dal rischio di allontanamento dall'ambiente universitario. La sua opposizione aperta sia allamedicina tradizionale sia alla nuova medicina nata tra Italia e Francia e la sua indole polemica lo portarono a perdere il lavoro fisso di insegnante presso l'Università di Basilea. Lasciò infatti la città nel gennaio del 1528. Negli stessi anni tra le università francesi e quelle italiane si andavano riscoprendo i classici di Galeno e Avicenna, purificati filologicamente dalle glosse medioevali e integrati da trattati di anatomia "scientifici", oltre a ricerche empiriche che andavano ad attaccare direttamente la tradizione popolare (come per esempio le opere diLaurent Joubert della facoltà di medicina dell'Università di Montpellier) e quelleplatoniche.
ASan Gallo, cittadina dell'Est dellaSvizzera, visse un secondo breve periodo positivo della sua vita. Qui, nel 1531, gli vennero affidate le cure del borgomastro del paese Christian Studer per ventisette settimane. Tuttavia, Paracelso non era tenuto in gran considerazione dai medici teorici di allora. Durante questi anni, infatti, la sua figura si contrapponeva a quella diJoachim Vadiano, il medico e luminare più in vista a San Gallo, cittadina della quale era stato anche sindaco, umanista che però prediligeva la teoria alla pratica e al contatto diretto con il malato. Le fonti indicano che Paracelso fosse spesso consultato per problemi allo stomaco e all'intestino, probabilmente perché la sua fama era maggiore in questo campo che nella chirurgia.
Durante il soggiorno a San Gallo si verificò un evento a partire dal quale si può intuire l'inclinazione profetica della personalità di Paracelso: come egli scrive nella sua operaParamirum, il 28 ottobre del 1531 avvistò un gigantesco arcobaleno. Egli notò che questo indicava la stessa direzione da cui, due mesi prima, era venuta lacometa di Halley. Secondo Paracelso, l'arcobaleno, da lui chiamatoarco della pace, avrebbe portato un messaggio salvifico dopo la discordia annunciata dalla cometa.
Dopo aver passato i restanti anni della sua vita a vagare di città in città, morì aSalisburgo il 24 settembre 1541. È sepolto nella chiesa di S. Sebastiano. Si credeva fosse morto di apoplessia, ma nel tempo sono stati sollevati molti dubbi sulla sua morte e sono state sostenute principalmente due teorie che argomentano a favore di una morte per avvelenamento da mercurio,[10][11] oppure, quando la tomba fu aperta molto tempo dopo, si scoprì che il cranio presentava delle fratture tipiche di una morte violenta. Per quanto riguarda la prima ipotesi, si è fatto notare che Paracelso adoperava spesso il mercurio come medicamento e, di conseguenza, la morte avrebbe potuto essere dovuta all’accumulo graduale della sostanza nelle sue mani, oppure potrebbe essere stato ingerito intenzionalmente da lui o per opera di altri. Nel secondo caso, la ferita, compatibile sia con una grave caduta accidentale sia con una ferita da arma da taglio, non sarebbe plausibile in quanto, nei giorni precedenti il decesso, egli fu molto attivo intellettualmente, il che non sarebbe stato possibile se avesse subito delle ferite così gravi al cervello. Di conseguenza resta in piedi la possibilità di lesioni causate dopo la sua morte, da parte di un maldestro becchino, per esempio.[12] Le scene più commoventi presso la sua tomba si sono verificate nel 1831 quando, durante le terribili settimane delcolera indiano, gli abitanti delle Alpi Salisburghesi si recarono in pellegrinaggio a Salisburgo per implorare non il Santo patrono, ma il medico Paracelso, di risparmiarli dall'epidemia.
Paracelso ritratto nel 1567 nella tipica posa di impugnare l'elsa della sua spada in cui, come indicato dal nome ivi impresso, si diceva fosse contenuto un rimedio miracoloso denominato «azoth».[14] Sullo sfondo compaiono simbolirosacrociani,[15] mentre in alto è riportato il mottolatinoAlterius non sit qui suus esse potest («non appartenga ad altri colui che può appartenere a sé stesso»).[16]
Secondo Paracelso, i migliori insegnamenti per un medico non provenivano affatto dai veneratissimi medici del passato, comeIppocrate,Galeno oAvicenna, bensì dall'esperienza, quella stessa che lui aveva raccolto nei suoi numerosi viaggi e che voleva trasmettere ai suoi alunni. Allo sguardo rivolto al passato, agli antichi, egli voleva contrapporre il progresso, uno slancio verso uno studio più approfondito della natura, in cui era convinto ci fosse la cura per ogni sorta di malattia, riprendendo la concezione ippocratica della «vis medicatrix naturae».
Paracelso introdusse una nuova tipologia dialchimia, non più basata sulla trasmutazione deimetalli, bensì deivegetali, e da lui denominata «spagiria».[17] In particolare, come spiega nei dieci libri degliArchidoxa, nella natura ci sono delle forze guaritrici chiamate «Archei» oarcana,spiriti incorporei che vengono portati alla luce da quest'arte. I quattro arcani principali sono laprima materia, illapis philosophorum, ilmercurium vitae e latintura.
Egli ritiene secondario attribuire l'insorgenza delle malattie allo squilibrio deiquattro umori secondo la teoria allora prevalente,[18] ritenendo invece che la loro origine sia dovuta all'azione di tali arcani, in grado di alterare i tre principi spagirici dell'organismo, operanti neiquattro elementi.[19]
Questi tre elementi basilari, che nella visione paracelsiana compenetrano tutti i corpi, organici e inorganici, uomo compreso, sono costituiti dalsale, lozolfo e ilmercurio, da intendere più che altro comearchetipi spirituali, la cui espressione fisica è solo un aspetto tangibile. Lo stato di salute è quello in cui queste tre sostanze formano unaperfetta unità e non sono riconoscibili singolarmente, mentre nella malattia si separano. Nella prima metà delXVI secolo sostenne infatti:
«Come infatti attraverso uno specchio ci si può osservare con cura punto per punto, lo stesso modo il medico deve conoscere l'uomo con precisione, ricavando la propria scienza dallo specchio dei quattro elementi e rappresentandosi il microcosmo nella sua interezza [...] l'uomo è dunque un'immagine in uno specchio, un riflesso dei quattro elementi e la scomparsa dei quattro elementi comporta la scomparsa dell'uomo. Ora, il riflesso di ciò che è esterno si fissa nello specchio e permette l'esistenza dell'immagine interiore: la filosofia quindi non è che scienza e sapere totale circa le cose che conferiscono allo specchio la sua luce. Come in uno specchio nessuno può conoscere la propria natura e penetrare ciò che egli è (poiché egli è nello specchio nient'altro che una morta immagine), così l'uomo non è nulla in sé stesso e non contiene in sé nient'altro che ciò che gli deriva dalla conoscenza esteriore e di cui egli è l'immagine nello specchio.»
I tre principi
SULPHUR
MERCURIUS
SALIS
Allateoria dei contrari egli opponeva inoltre lateoria dei simili, già presente presso i primitivi e gli Egiziani, secondo la quale una malattia può essere curata con la stessa sostanza da cui è stata causata.
«Gli elementi non sono malati, è il corpo a cadere malato. Così lo scorpione cura il suo scorpione; l'arsenico il suo arsenico; il mercurio il suo mercurio; il cuore il suo cuore.»
Paracelso rifiuta quindi l'interpretazione metallurgica del sapere alchemico e la sua ricerca della produzione di metalli preziosi a partire da quelli più vili. L'alchimia paracelsiana si concentra invece sulle sue ricadute medicinali, collegate ai concetti dielixir, sviluppando le premesse diRaimondo Lullo. Da questo punto di vista Paracelso «può essere considerato un pioniere della chimica farmaceutica poiché creò numerose preparazioni a scopo curativo con sostanze minerali (comemercurio,piombo,zolfo,ferro,arsenico,antimonio,solfato di rame) e vegetali (come illaudano) che puntavano a separare il "buono" dal "cattivo", isolando, a seconda dei casi, attraverso ladistillazione o la concentrazione, uno dei cinque principi attivi da lui individuati»,[21] equiparati ad altrettanti principi delle malattie, e da lui elencati nelVolumen Paramirum, ossiaens astrale,ens venale,ens naturale,ens spirituale edens dei.[22]
L'influsso astrale è ciò che collega, secondo Paracelso, ilmacrocosmo almicrocosmo, ipianeti all'uomo,[23] secondo relazioni disimpatie o antipatie.[19] Il medico può, attraverso lamagia naturale, non solo conoscere questi nessi, ma anche intervenire su di essi per modificarli a scopi terapeutici.[19] Ogni elemento, compreso l'essere umano, è dotato di uncorpo astrale che lo mette in risonanza col mondo degliastri. È nell'astrale che si originano tutte le malattie, e solo in esso che a loro volta è possibile curarle.[19] Per questo Paracelso considerava dei ciarlatani quei medici che non tenessero conto dell'astrologia nelle loro diagnosi, o ne avessero una conoscenza superficiale.[24] Nella sua visione d'insieme che unisceanatomia,filosofia emitologia, egli rilevò ad esempio le seguenti corrispondenzeocculte dei pianeti con gliorgani delcorpo umano:[19]
«Cos'altro è Venere se non l'artemisia che cresce nel vostro giardino? Che cosa è ilferro se non Marte? Questo significa che Venere e l'artemisia sono prodotti della stessaessenza, e che Marte e il ferro sono manifestazioni di una stessacausa. Che cosa è il corpo umano se non unacostellazione degli stessi poteri che hanno formato lestelle nel cielo?[28]»
(Paracelso,Paragranum, I)
In tal modo, essendo lamalattia il risultato di una forza maligna che attacca dall'esterno gliarcana di un organo, il trattamento mirerà a ripristinare l'essenza malata con la somministrazione di un arcano della stessa tipologia di quello colpito. Un male causato da unveleno deve essere trattato cioè da un veleno affine, convertito inmedicamento tramitepreparazioni alchemiche.[29] Questo procedimento peranalogia è in parte simile al principio omeopatico a cui ricorrerà secoli dopoSamuel Hahnemann, del quale Paracelso può essere considerato in un certo senso un precursore,[30] come lo fu dellemedicine esoteriche in generale e in particolare di quellaantroposofica.[31]
Da un punto di vista più intimo, Paracelso dava molta importanza, non meno diIppocrate, all'integrità personale del medico, al suo agire secondo coscienza. Inoltre, vedeva nel celibato un mezzo che permetteva al medico di dedicarsi totalmente alla cura dei pazienti, anche in caso di malattie contagiose e quindi per lui pericolose. Pare, infatti, che egli fosse casto. Secondo Paracelso le malattie, come la salute, provenivano da Dio, dunque il medico non era altro che colui che faceva avvenire quella guarigione che altrimenti sarebbe venuta direttamente da Dio, se il paziente avesse avuto abbastanza fede.[32]
Interessante è la dottrina, anch'essa originale, costruita da Paracelso intorno alla donna. Innanzitutto, egli riconosce che anche alcune figure femminili, nella sua vita, hanno contribuito a formare il suo sapere di medico. Distingue nettamente l'anatomia e lo spirito della donna rispetto a quelli dell'uomo. Per lui la donna èmatrix (matrice), termine con cui non si intendono solo gli organi riproduttivi, ma la totalità di essa. Quello della donna è un piccolo mondo a parte in cui però è racchiuso il grande mistero della vita, che la mette a stretto contatto con il grande mondo della natura. Mentre secondo la tradizione, a partire daIppocrate, la donna è solo il recipiente che raccoglie il seme, per Paracelso la capacità immaginativa della donna incinta è decisiva per la formazione spirituale del figlio. Si hanno sue descrizioni dell'anatomia femminile, anche se molto meno dettagliate rispetto a quelle diVesalio, in quanto basate principalmente sull'osservazione esterna.
Quella di Paracelso è una medicina che pone al centro l'uomo vivo. Egli dava molta importanza a un'attenta osservazione del paziente ed era molto capace nell'immedesimarsi nei suoi disturbi. L'anatomia di Paracelso, infatti, non si basa sulla dissezione come quella diVesalio, bensì sull'esteriorità, sulla capacità del medico di ricollegare isegni sul corpo all'agente interno causa della malattia. Si può dire dunque che pone le basi dellasemeiotica. Nei suoi scritti, nel descrivere le parti anatomiche, inserisce contemporaneamente le sue interpretazioni di esse, non distingue ciò che vede da ciò che pensa.
Per quanto riguarda la chirurgia, il fondamento è conservativo e non aggressivo: bisogna solo stimolare la natura ed essa provvederà da sé. Tuttavia, l'uso di anestesie molto blande faceva sì che egli non praticasse vivisezioni e che le sue operazioni fossero dolorose. Si dedicò particolarmente a studi sullasifilide; secondo la sua teoria la malattia era generata da due fattori connessi: l'influsso astrale, di per sé innocuo, e l'atto impuro, che sorge dalla libido. La sua importanza in campofarmacologico è dovuta al fatto di essere stato il primo a raccomandare l'uso di sostanze minerali e di prodotti chimici per la cura dellemalattie dell'uomo, diversamente da quanto esposto nelle precedenti dottrine dove ci si limitava all'uso dipiante ed estratti vegetali.
Leggere Paracelso presenta una serie di problematiche non facilmente risolvibili. «Egli eramedico,astrologo,mago ealchimista e al contempo nemico della medicina, dell'astrologia, della magia e dell'alchimia tradizionali»[8]. Tutto ciò che scrisse è influenzato da queste discipline e nello stesso tempo è utilizzato polemicamente contro di esse. In Paracelso, la visione scientifica delle cose si mescola sempre con una più spiritualistica e astrologica. «Il profano che si avvicina a Paracelso non può che rimanere stordito dal miscuglio di scienza e superstizione, filosofia e banalità, genio e follia»[8]. Quando tratta di medicina, tratta anche di magia, di alchimia, di astrologia. «Non c'è medicina senza alchimia, non c'è medicina senza astrologia, non c'è medicina senza magia»[8].
Egli afferma: «Sulla Terra c'è ogni tipo di medicina ma non coloro che sanno applicarla»[36]. Non a caso egli stesso, nelParagranum, afferma che i quattro pilastri della medicina sono lafilosofia, l'astronomia, l'alchimia e levirtù. Inoltre il suoCorpus scriptorum è davvero immenso, e pare che egli dettasse le sue pagine a scrittori occasionali. In particolare, la maggior parte delle opere fu dettata al suo pupillo prediletto, Johannes Oporinus, il quale si occupò di pubblicarle dopo la morte dell'autore. Egli è stato definito ilLutero della medicina per il suo spirito di ribellione[37]. In un periodo in cui uscire dai sentieri battuti, in qualsiasi campo, era un'eresia da condannare, Paracelso si gettò in una concezione del tutto autonoma della scienza medica e non esitò a scagliarsi contro le concezioni tradizionali ereditate dal passato e ancora fermamente condivise.
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Secondo uno studio particolare[39], la figura di Paracelso coesa con la medicina di una delle sue famigerate pozioni fu una delle idee-guida che condussero Nietzsche all'elaborazione diCosì parlò Zarathustra, specialmente in ordine al farmaco del "diavolo in corpo".
Nella serie televisivaWarehouse 13 Paracelso è il custode del Magazzino 9.
Per il teatro musicale l'opera Paracelso dal trattato delle Ninfi, Silfi, Pigmei, Salamandre e altri esseri (1994) del compositore italianoFabrizio De Rossi Re.
Nel gioco di ruoloHousehold, il nome di Paracelso viene dato all'omonimo Sprigo della Polvere portavoce dei Liberi Domini.
Ilgioco da tavoloSagani, creato dall'autoreUwe Rosenberg, si ispira alla teoria di Paracelso sugli spiriti della natura responsabili dei cambiamenti della materia.[40]
Nel videogiocoLies of P viene presentato come "leggendarioalchimista" e creatore della spada "Occhio dell'Uroboro".
Nel fumetto "Dago", di Robin Wood e Alberto Salinas, Paracelso salva il protagonista offrendogli le sue "particolari" cure e alla fine dell'episodio troverà il tanto ricercato mitico ermafrodito.
Elf Traktate von Ursprung, Ursachen, Zeichen und Kur einzelner Krankheiten (Undici trattati sull’origine, le cause, i sintomi e la cura di singole malattie), 1520.
Vom Holtz Guaiaco gründlicher heylung (Del legno di guaico), 1529.
^ Heinz Dopsch,Paracelsus – Arzt, Philosoph oder Goldmacher?, in: Ulrich Müller, Werner Wunderlich (a cura di): Künstler, Dichter, Gelehrte. Mittelalter-Mythen, Volume 4, UVK, Konstanz, 2005, p. 950.
^ Werner Heinz,Die gelehrte Medizin zwischen Mittelalter und Humanismus. Wo steht Paracelsus?, in: Albrecht Classen (a cura di): Paracelsus im Kontext der Wissenschaften seiner Zeit. Kultur- und mentalitätsgeschichtliche Annäherungen, Berlin, De Gruyter, 2010, pp. 151-174.
^ Karl Pisa,Paracelsus in Österreich. Eine Spurensuche, St. Pölten-Wien, Verlag Niederösterreichisches Pressehaus, 1991, p. 22.
^Antonio Ricciardi,Commentaria Symbolica, Venetiis, 1591, I, p. 101, dalDictionarium Paracelsi di Gerardus Dorneus del 1575.
^Walter Pagel,Paracelsus: An Introduction to Philosophical Medicine in the Era of the Renaissance, pag. 235, Karger Medical and Scientific Publishers, 1982.
^L'immagine, un rifacimento di quella diHirschvogeldel 1538, è stata pubblicata nel trattatoPhilosophiae magnae Paracelsi (Colonia, eredi di Arnold Birckmann, 1567). L'artista è probabilmenteFrans Hogenberg, attivo presso l'editore paracelsiano Theodor Birckmann (1531/33–1586).
^abcdefgRobert Blaser, "Il fenomeno Paracelso", pag. 16, inQuaderni di Storia della Scienza e della Medicina, I, Università degli studi di Ferrara, 1963.