Il nome scientifico ne sottolinea leproprietà psicolettiche dovute all'azione di varialcaloidi, principalmente lamorfina, presenti nell'oppio grezzo, una sostanza lattiginosa secreta dalla tipica capsula seminifera che caratterizza il generePapaver.
Lefoglie sono alterne, di grandi dimensioni, semplici e oblunghe, con margine sinuato-dentato e prive distipole; le basali presentano un cortopicciolo, le superiori sono invece sessili.
Ifiori sonoattinomorfi,ermafroditi e terminali, con lungo peduncolo e un diametro che può raggiungere i 10 cm. Ilcalice è composto da duesepali caduchi che seccano con la formazione dellacorolla; quest'ultima è formata da quattro grandipetali, pieghettati nel bocciolo, di colore bianco, roseo, rosso o violaceo e con macchie scure alla base. L'androceo è rappresentato da numerosistami circondanti ungineceo che risulta composto da unovario subgloboso poli-carpellare e uniloculare, suddiviso in setti incompleti e contenente numerosiovuli; glistimmi sessili si presentano saldati a formare un disco appiattito sopra l'ovario. La fioritura avviene in giugno-agosto e l'impollinazione èentomogama, ossia medianteinsetti pronubi attratti dai colori e dalnettare prodotto da apposite ghiandole, inettarii, presenti nei petali.
Ilfrutto è un treto, ovvero una grandecapsula deiscente per mezzo di pori situati fra i lobi dello stimma, il quale persiste anche dopo la maturazione. Isemi sono biancastri e reniformi, con superficie reticolata-alveolata,embrione piccolo e ricco diendosperma. I semi cadono solo in seguito a forti scosse di vento perché i pori sono posti nella parte superiore della capsula che non si piega a maturazione.
Contrariamente a quanto si pensa, ilPapaver somniferum non s'incontra soltanto nelle montagne asiatiche: è abbastanza comune anche inEuropa di cui, oltre che delNordafrica, è originario, dove trova gli stessi terrenicalcarei.
IlPapaver somniferum fu importato in Austria in seguito all'occupazione militare dell'Impero ottomano; con l'estensione successiva dell'Impero austro-ungarico nel Nord Italia, il papavero fu introdotto per usi decorativi e alimentari (semi tostati su pane e torte dolci). I semi diP. somniferum sono difatti molto più grandi di quelli delpapavero comune.
NelWienerwald (Austria) i semi di Papaver tostati sono usati per produrre un olio commestibile molto pregiato.
In Italia si trova allo stato spontaneo in tutte le zone costiere, collinari e di bassa montagna (fino a 1 200 m), spesso infestando le zone dove la terra viene mossa per lavori (i semi possono aspettare inquiescenza per diversi decenni le condizioni ideali alla germinazione). Era molto usato nella medicina popolare per curare tosse, diarrea e dolori vari. Un uso molto comune, soprattutto nell'Italia meridionale, era quello per lenire le coliche intestinali nei lattanti e per tenere calmi i bambini irrequieti quando i genitori lavoravano nelle campagne.[2] Il nome comune nelMezzogiorno per ilP. somniferum è "papagna" o "papagno" o in Sicilia centrale "paparina" che è diventato sinonimo di "sonnolenza" e/o di "cazzotto"; anche "papagna" è diventato sinonimo di sberla forte per il grado di stordimento che produce il colpo, al pari della sonnolenza indotta dal questo tipo di papavero.
La varietà spontanea in Italia ha fiori per lo più viola con una macchia più scura alla base, ma può essere anche rosso o bianco. Le capsule, a maturità, si aprono sotto la corona per lasciare cadere i semi al vento, contrariamente ad alcune varietà commerciali, ornamentali o per la produzione di semi, che rimangono chiuse trattenendo i semi anche quando la capsula è secca, facendola somigliare a unsonaglio che produce un caratteristico rumore quando agitato. IlP. somniferum è considerato unapianta di natura infestante per la sua ottima capacità di diffondersi molto facilmente ed è noto per la sua resistenza negli ambienti più ostili.
La capsula, tonda e grossa, contiene numerosi semi. Anch'essi possono presentare alcaloidi come morfina, papaverina, codeina, ecc. Questi sono spesso utilizzati in cucina, in particolare nei paesi dell'Europa dell'Est, per aromatizzare i pani e le pasticcerie o per la produzione di oli alimentari e industriali (colori, saponi). I residui sono usati come mangime per animali.
In diversi paesi europei (come in Italia) la coltivazione estensiva a scopo commerciale delP. somniferum è soggetta ad autorizzazione. Sono comunque reperibili in Europacultivar selezionate appositamente per la grandezza e i colori del fiore, a scopo di giardinaggio.
Il blocco praticato al regime teocratico deitalebani produsse una riduzione della produzione ed esportazione, portandola ai minimi storici[3]. La riapertura dei flussi commerciali da parte dell'Alleanza del Nord, alleati degliStati Uniti, in seguito all'invasione statunitense dell'Afghanistan del 2001, ha permesso a questo paese di ridiventare il primo produttore mondiale[4].
Secondo ilWorld Drug Report dell'Agenzia delle Nazioni Unite per il controllo della droga e del crimine[5], l'Afghanistan nel 2007 ha prodotto il 93% dell'oppio non farmaceutico mondiale. La coltura del papavero è infatti uno dei pochi investimenti proficui per i contadini delle regioni povere e arretrate. La superficie coltivata è stata pari a ben 104 000 ettari nel 2005 e 165 000 ettari nel 2006.
Anche se oggi molti deglialcaloidi usati in medicina possono essere sintetizzati industrialmente (oppioidi), gran parte di essi viene ancora ricavata dal papavero, perché il processo di estrazione risulta più economico.
In Italia la coltivazione estensiva delP. somniferum è regolamentata e soggetta ad autorizzazione governativa, e utilizzata specialmente per la produzione dellamorfina e dioppiacei per uso medico.[6]
In ambiti culturali tradizionali, soprattutto legati al passatoImpero austro-ungarico la coltivazione del papavero per usi di giardinaggio o alimentare è piuttosto comune nel Nordest italiano (Trentino,Alto Adige, e parte settentrionale delBellunese). In territorio nazionale è possibile trovarli sporadicamente allo stato selvatico o naturalizzato, soprattutto nelle regioni del Nord, anche se poco diffuso rispetto alPapaver rhoeas e altre specie diPapaver. In passato decotti e infusi diP. somniferum (foglie, petali, a basso contenuto di alcaloidi oppiacei; a volte le capsule vere e proprie, o meglio le teste cioè i frutti maturi o immaturi, la parte che viene incisa per la produzione dell'oppio), sotto il nome di "papagna", erano utilizzati nel Sud Italia come antidolorifici naturali.[2]
È considerata una pianta infestante per via della sua capacità di riprodursi facilmente, prediligendo i terreni calcarei.