IlPaese basco, a seconda degli autori noto anche comeGuascogna, è la regione geografica abitata dalpopolo basco, situata a cavallo deiPirenei. Il nome Paese basco non va confuso con quello deiPaesi Baschi, che sono solo una delle regioni componenti il Paese basco vero e proprio, oltre a essere una delle 17comunità autonome spagnole, anche se hanno la stessabandiera, l'ikurrina.
Inbasco la regione è chiamataEuskal Herria, cioè letteralmente "il popolo che parla lalingua basca". A differenza del nome di un qualsiasistato nazionale, il termineEuskal Herria indica sia il luogo geografico abitato dai baschi sia l'insieme stesso dei baschi (come se per intendere "Italia" e "popolo italiano" si usasse la stessa espressione). Questa particolarità si deve al fatto che i Baschi sono sempre rimasti uniti grazie alla propriacultura (principalmente la loro lingua) e quasi mai sono stati unititerritorialmente, quindi un basco è principalmente una persona che parla l'idioma basco (e perciò è chiamatoEuskaldun, cioè "colui che parla il basco") prima di essere una persona che vive nel territorio del Paese basco.
Un altro termine basco con cui si indica il paese èEuskadi, termine coniato daSabino Arana (padre del nazionalismo basco moderno) fondendo le due paroleeusko ("basco") edi ("insieme"). A differenza del termine Euskal Herria, viene impiegato generalmente per riferirsi esclusivamente allacomunità autonoma comprendente le province diBiscaglia,Araba eGipuzkoa.
Il Paese basco non ha una vera e propriacapitale in quanto non è uno stato unitario, ma la città storicamente più importante èPamplona (Iruñea), che fu la capitale delRegno di Pamplona tra ilX e ilXIII secolo il quale rappresenta fino ad ora il massimo grado di espressione politica e di indipendenza mai raggiunto dal Paese Basco. Il Paese basco conta circa 3 milioni di residenti, dei quali 2 500 000 nella parte spagnola (Hegoalde) e 500 000 nella parte francese (Iparralde).
Le vere radici delpopolo basco sono tuttora in parte ignote. Da alcuni studi effettuati sulle caratteristiche fisiche dei baschi si è riscontrata un'affinità con gliuomini di Cromagnon che abitavano iPirenei centro-occidentali nelneolitico. Questo indica che i baschi che oggi abitano il territorio di Euskadi potrebbero forse essere i discendenti di coloro che lo abitavano nelIX millennio a.C. Da quel periodo in poi i baschi vennero a contatto con altre popolazioni, ne vennero influenzati, ma non furono mai assorbiti.
I baschi formarono solo molto tardi un regno unitario poiché vivevano divisi in vari nuclei, anche se concultura,lingua,religione e modi di vivere molto simili, tanto da sentirsi fratelli e aiutarsi costantemente. I primi contatti prolungati conpopolazioni indoeuropee si ebbero con ogni probabilità fra ilX e ilIX secolo a.C., quando iCelti iniziarono a stabilirsi nella penisola iberica, influenzando con la propria cultura quella basca negli anni a seguire.
Gli abitanti degli odierni baschi vennero a contatto con i romani, che li chiamavanoGens Vasconum oVascones. Tra il56 a.C. e il19 a.C. le tribù basche vennero conquistate daiRomani ePompeo fondòPompaelo (attualeIruñea-Pamplona che diverrà la città più importante dei baschi). Dei Romani i baschi accettarono una parte del pantheon (Giove,Marte,Ercole,Diana...) e assimilarono alcune divinità locali a divinità romane[1].
Durante il periodo della conquista romana l'area basca si estendeva per gran parte dell'attualeGuascogna, dellaCantabria, laRioja, il territorio dellaBureba e parte dell'Aragona. Dopo la caduta dell'Impero Romano i baschi subirono numerosi tentativi di invasione: nel406 ci fu la prima invasione dei popoli delnord (Suebi eVandali), ma furono invasi anche daFranchi eVisigoti.
Per tre secoli subirono attacchi continui da questi popoli fino a quando, nel711, i Visigoti, che stavano assediando la città di Pamplona, dovettero fuggire a causa dell'invasionemusulmana nelsud dellapenisola. Durante tale periodo i baschi riuscirono ad ottenere una sorta di stato indipendente, anche se nel602 fu imposto daiMerovingi al neonato ducato diVasconia (esteso dall'Ebro allaGaronna) un proprio duca. Tra il660 e il670 i baschi riuscirono però a eleggere duca un aristocratico appartenente alla propria etnia.
La parte del ducato di Vasconia posto a nord deiPirenei entrò a far parte dell'impero carolingio in una condizione di semiautonomia per la quale dovette continuare a lottare nei secoli successivi. Nel1032 fu definitivamente assorbito dalDucato di Aquitania diGuillerme V, vassallo delregno di Francia.
Da due secoli prima della disfatta del Ducato di Vasconia si stava formando più a sud il Regno di Pamplona. Questo, sotto la guida diSancho il Grande (1000-1035), raggiunse il suo apice, riuscendo a contenere entro i propri confini le sette regioni storiche del Paese basco più qualche territorio limitrofo.
Alla morte del re, però, i contrasti esistenti tra i suoi discendenti fecero in modo che il Regno di Pamplona si dividesse in Alava e Guipuzkoa sotto laCastiglia, Bizcaya per volere dei signorotti locali, Lapourd e Soule prima sotto la Francia e poi sotto l'Inghilterra e Navarra, nucleo primario del regno di Pamplona, che fu definitivamente conquistato dai Castigliani il 21 luglio1512.
Per i successivi tre secoli i baschi non furono più padroni delle loro sorti, ma assoggettati alle corone diSpagna eFrancia. L'unica concessione di autonomia furono ifueros, leggi storiche delle città basche, alle quali le nazioni sovrane dovevano rispetto e obbedienza.
Il 21 luglio1876, però, fu introdotta una legge che riconosceva tutti i sudditi della corona spagnola come cittadini spagnoli e niente altro, per cui, oltre ad altre cose, furono aboliti ifueros, dando l'impressione che il processo di assimilazione dei baschi alla Spagna fosse ormai completato.
IlGernikako Arbola (Quercia diGuernica) è uno dei simboli più importanti dell'indipendenza bascaLa primaIkurrina disegnata daSabino Arana. Aveva i bracci delle croci più stretti rispetto a quella di oggi
Nel1895 ci fu la svolta verso la situazione moderna del Paese basco.Sabino Arana Goiri (disegnatore, tra l'altro, dell'Ikurrina, la bandiera basca) fondò ilPNV (Partido Nacionalista Vasco ovvero Partito Nazionalista Basco) con il quale auspicava di avere una voce nelparlamento di Madrid e poter esporre la questione basca.
Il PNV ebbe una forte espansione politica nelle quattro province di nazionalità spagnola, anche se tra i suoi membri ci fu sempre qualche disaccordo tra gli indipendentisti ed i regionalisti spagnoli. Dal1923 al1930 con la dittatura diPrimo de Rivera furono proibite le attività dell'ala indipendentista, ma fu tollerata l'ala moderata.
Il 5 novembre1933 si votò per un referendum riguardo ad uno statuto (Statuto di Estella) che avrebbe coinvolto le tre province più occidentali (attualiComunità Autonoma dei Paesi Baschi) e ci fu l'84% dei voti favorevoli. Questo risultato non fu mai preso in considerazione fino al1936 quando, il 1º ottobre, il governo repubblicano, per ottenere l'appoggio del nazionalismo basco, accettò lo Statuto Autonomo del '33 e mise a capo della regione autonomaJosé Antonio Aguirre.
Nel1937, però, la vittoria dei nazionalisti diFranco e il suo successivo insediamento come dittatore pose fine a quel poco di autonomia concessa al Paese Basco. La politica di Franco fu centralista e non permise nessuna manifestazione nazionalistica non spagnola. Durante ilfranchismo il PNV, che a causa delle sue caratteristiche di partito era sostenuto in maggior parte dalla popolazione di età matura, rimase per lo più inattivo, tanto da far nascere, nel1952, un nuovo movimento nazionalista chiamatoEkin (Agire), fondato da un gruppo di giovani baschi occidentali che voleva dare nuova forza alla causa basca.
Ekin tentò di collaborare con il PNV, ma quest'ultimo non volle mai accettare, viste le diversità di pensiero dei due gruppi. Nel1958 il gruppo Ekin cambiò nome inEuskadi Ta Askatasuna (Paese Basco E Libertà), meglio noto come ETA.
Sin dal1959 ETA cominciò a far sentire la propria voce con attentati, per lo più con obiettivi militari o politici. Le prime bombe furono piazzate aBilbao,Vitoria eSantander, mentre la prima azione degna di nota fu il tentativo di far deragliare un treno carico di militanti franchisti diretto aSan Sebastián, ma fallì in parte e non vi furono vittime. La prima vittima di ETA fu un agente di polizia ucciso nel giugno del1968 per mano diTxabi Etxebarrieta, il principale dirigente della quinta assemblea del gruppo; questi sarà anche il primo caduto di ETA, ucciso poche ore dopo dalla polizia.
In agosto dello stesso anno ci fu la seconda vittima (il poliziottoMelitón Manzanas) e quindi, da quel momento in poi, il regime franchista dichiarò lo stato d'emergenza. Nel1973 vi fu un attentato"chiave" per la storia della Spagna. Viene, infatti, assassinato con un'autobomba l'ammiraglioCarrero Blanco, neonominato capo del governo da Franco, e questo impedirà quella continuazione del regime auspicato dallo stesso dittatore. Nel settembre del1975 vi furono le ultime fucilazioni del franchismo che provocarono molte proteste in tutto il Paese. Un mese dopo Franco morì e fu incoronato reJuan Carlos, erede designato dal dittatore stesso.
Nel1976 viene redatta la primaAlternativa KAS (Coordinamento Patriottico Socialista) che tra i suoi punti principali annovera l'amnistia per i prigionieri e i rifugiati baschi, la legalizzazione dei partiti indipendentisti, il ritiro delle forze di polizia spagnole, un'economia non oligarchica che rispetti gli interessi delle classi lavoratrici e un nuovo statuto d'autonomia che preveda il diritto all'autodeterminazione e il controllo sulle forze armate, la sovranità basca e la promozione dellalingua basca. Nel1977 fu autorizzata l'esposizione della bandiera basca, proibita sino ad allora. Il 6 dicembre1978 fu messa a votazione la nuova costituzione spagnola, che riscontrò ampi consensi in tutta la Spagna, tranne che nei territori baschi, poiché non riconosce il diritto del popolo basco di autodeterminarsi.
Nonostante questa disparità di risultati il voto fu contato a maggioranza relativa (senza tener conto quindi delle singole regioni) e la nuova costituzione fu approvata senza ratifiche, diventando motivo di successive instabilità. Il 25 ottobre1979 viene indetto un referendum per l'approvazione dello statuto di autonomia per letre province occidentali del Paese basco. Questo statuto fu redatto daMadrid e non prevedeva il coinvolgimento dellaNavarra. La propaganda in favore dello statuto fu fuorviante, in quanto lo dipinse più favorevole al popolo basco di quanto in realtà fosse e fu approvato con una maggioranza del 53,1%.
Ad aumentare la separazione tra le Vascongadas e la Navarra collaborarono la leggeAmejoramento del Fuero Navarro del1982 che non fu sottoposta a referendum e l'articolo 145 della costituzione che afferma chein nessun caso si ammetterà la federazione di comunità autonome. In questi anni nacqueHerri Batasuna (Unità Popolare), un partito politico che raccolse persone anche con ideologie diverse concordanti, però, su uno stesso programma. Il programma di HB è la stessaAlternativa KAS (condivisa anche da ETA) e la sua vita politica si limita aicomuni, per non legittimare le istituzioni spagnole (ad esempio il parlamento).
Nell'ottobre del1982 sale al governo di Madrid ilPSOE (Partido Socialista Obrero Español ovvero Partito Socialista Operaio Spagnolo) che vi rimarrà per quattordici anni. Secondo il PSOE la questione basca si può risolvere solo con l'azione militare contro ETA e il processo di autonomia cominciato nel1976 viene bruscamente interrotto.
Nel1983 si costituiscono gli squadroni della morte delGal, composti da poliziotti spagnoli in borghese e da ex militanti franchisti. Il loro compito è quello di colpire i militanti di ETA sia nelPaese Basco del sud, sia inquello del nord. La loro prima azione è del 16 ottobre1983, quando rapiscono due militanti, i cui cadaveri torturati verranno ritrovati dopo anni.
Durante questo periodo viene promosso il piano ZEN (Zona Especiale Norte) atto a reprimere ogni forma di ribellione. Dal1984 laFrancia incominciò ad espellere dal proprio paese i rifugiati baschi. A partire da questo periodo ETA tentò di negoziare con il governo spagnolo per cessare le ostilità ed ottenere l'ambìtodiritto all'autodeterminazione, ma tutti gli incontri non fruttano i risultati sperati perché secondo ETA chiunque abbia tentato di negoziare con loro non ha mai avuto l'intenzione di assecondare le volontà espresse dall'organizzazione (fondamentali per iniziare un trattato).
Ibarretxe, ex- Lehendakari –presidente del governo dellaregione autonoma dei Paesi Baschi –, si è visto rifiutare dal parlamento spagnolo il nuovo statuto per la regione bascaUn murale a favore dell'indipendenza basca con visibile il logo diBatasuna
Il 19 giugno1987 ETA organizzò un attentato al supermercatoHipercor diBarcellona che costò 21 morti e 45 feriti.[4]
Tra il1986 e il1989 ETA e il governo di Madrid fecero numerosi negoziati politici adAlgeri, quasi sempre associati a tregue bilaterali (nessun attentato e nessun arresto politico) alla fine dei quali sembrava che si fosse giunti ad un accordo concreto tra le parti, ma il governo in ultimo negò (senza nessun motivo apparente) gli accordi presi. Per risposta ETA organizzò una serie di attentati simultanei l'8 aprile1989. Successivamente ci fu ancora qualche incontro, ma nessuno dello spessore di quelli di Algeri.
Nel1992 si formò il movimento sociale per il dialogo e l'accordo chiamatoElkarri, che si occupa di proporre alternative non violente per la risoluzione del conflitto basco. Il 29 novembre1987 tutto il Consiglio Nazionale diHerri Batasuna fu processato e poi condannato a sette anni di carcere (di cui sconterà venti mesi) per aver cercato di diffondere, nello spazio televisivo dedicato al partito, un video di ETA con una proposta di alternativa democratica per il Paese basco.
Il 15 luglio1998 vengono chiusi il quotidiano Egin (Agire) e la radio Egin Irratia (Radio Egin) accusati di aver collaborato con ETA. Il 20 febbraio2003 viene chiuso l'unico giornale scritto integralmente in lingua basca, l'Euskaldunan Egunkaria (Giornale dei baschi), accusato di collaborare con ETA. Il 17 marzo del2003 fu reso illegale il partitoBatasuna per appartenenza a ETA. Negli ultimi anni, quindi, l'attività di ETA è notevolmente diminuita anche per la riduzione dell'appoggio sociale alla sua lotta armata.
Il 30 dicembre2004 nel parlamento basco fu approvato a maggioranza assoluta il nuovostatuto diIbarretxe, ma il 1º febbraio2005, quando questo fu proposto al parlamento spagnolo, fu respinto. Il 24 marzo2006 l'ETA ha dichiarato ilcessate il fuoco totale e a tempo indeterminato per consentire le trattative politiche con il nuovo governo diZapatero, il quale il 29 giugno dello stesso anno dichiarò ai media l'inizio del dialogo con ETA.
Dal 2009 al 2012 il depositario della Lehendakaritza (presidenza della Comunità Autonoma Basca) fu il socialista Patxi López, che governò in coalizione con quello che nel resto della Spagna è il suo primo rivale politico, il Partido Popular. Il partito più votato fu il Partido Nacionalista Vasco (EAJ/PNV) con 30 deputati. Alcuni settori politici affermano che la illegalizzazione del partito independentistaabertzale D3M ha contribuito alla proclamazione del governo socialista in questa Comunità Autonoma. Si sono registrati 100 924 voti nulli (8,84%) attribuibili a questa formazione illegalizzata.[1]
L'origine dellabaionetta (la lama che si aggancia ai fucili per usarli come armi da taglio) è da taluni ritenuta basca, precisamente della città diBayonne, da cui prenderebbe il nome. Si racconta che i cittadini di Bayonne utilizzarono l'espediente di inserire i loro coltelli nelle canne dei fucili per sopperire alla mancanza di munizioni. Altri studiosi però sostengono che non vi siano prove di ciò e che l'arma possa anche essere nata altrove.[5][6][7]
Il berrettobasco, portato alla fama neglianni trenta daifrancesi, è in realtà di origine basca (come dice il nome stesso).[8]
^Joseba Andoni De La Fuente e Maria Claudia Origlia.Prologo, in "Ama lur: Miti, leggende e curiosità dei Paesi Baschi". Messina, Mesogea, 2000. p. 27.ISBN 88-469-2007-4
Joxe Azurmendi, "Das Baskenland". In Michael Raske, Klaus Schäfer, Norbert Wetzel (Hrsg),Der totalitäre Gottesstaat. Die Lage der Christen in Portugal, Spanien und im Baskenland, Düsseldorf: Patmos, 1970.
Joxe Azurmendi, "Die Bedeutung der Sprache in Renaissance und Reformation und die Entstehung der baskischen Literatur im religiösen und politischen Konfliktgebiet zwischen Spanien und Frankreich". In Wolfgang W. Moelleken, Peter J. Weber (Hrsg.),Neue Forschungsarbeiten zur Kontaktlinguistik, Bonn, Dümmler, 1997.ISBN 978-3-537-86419-2
Antonio Elorza,Alsace, South Tyrol, Basque Country (Euskadi): Denationalization and Identity, in Georg Grote,Hannes Obermair (a cura di),A Land on the Threshold. South Tyrolean Transformations, 1915–2015, Oxford-Bern-New York, Peter Lang, 2017, pp. 307–325,ISBN978-3-0343-2240-9.
Gianni Sartori,Indiani d'Europa: Euskal Herria, Scantabauchi, 2004.
Luis Núñez Astrain,La ragione Basca, Alessandria, Edizioni Punto Rosso, seconda edizione italiana 2000.