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Fondata, secondo la leggenda, dal principe troianoAntenore, la città fu abitata fin dalXIII secolo a.C. daiVeneti. Durante la loro permanenza nelIV secolo a.C. furono costretti a difendersi dai ripetuti attacchi deiGalli e in questa occasione entrarono in contatto con laciviltà romana con la quale stabilirono solidi legami. Assunto il titolo dimunicipio, nelI secolo Padova, in latinoPatavium, era la più ricca città d'Italia dopo Roma.[4] La città fu una delle capitali culturali del Trecento, grazie alla presenza della signoria deiCarraresi o Da Carrara, che fecero di Padova uno dei principali centri delpreumanesimo. Tra ilXIV secolo e ilXV secolo si sviluppò in concomitanza conFirenze la corrente culturale nota comeRinascimento padovano, e influenzerà la compagine artistica dell'intera Italia settentrionale delQuattrocento.
Padova è conosciuta come "la città dei tre senza", dail Caffè senza porte (Caffè Pedrocchi, aperto 24 ore al giorno in passato),il Prato senz'erba (Prato della Valle), ilSanto senza nome (Basilica di Sant'Antonio di Padova conosciuta dai padovani come "il Santo").
Padova è collocata all'estremità orientale dellapianura Padana, circa 10 km a nord deiColli Euganei e circa 20 km a ovest dellalaguna di Venezia. Il territorio comunale si sviluppa su 93 km² interamente pianeggianti e solcati da vari corsi d'acqua, che hanno dato nei secoli forma e protezione alla città.
La città poggia su un terreno composto di materiali fini e limoso-sabbiosi, mentre i sedimenti ghiaiosi sono rari. La distribuzione dei vari livelli stratigrafici è molto irregolare a causa delle frequenti divagazioni e variazioni che i corsi dei suoi fiumi hanno subito durante l'ultima era geologica (si veda per esempio larotta della Cucca). A ovest della città, nelle aree rurali del quartiere Montà sono ben visibili varipaleoalvei del fiume Brenta.
Considerando l'elevazione del territorio comunale si può notare che:
il territorio ha un'elevazione media compresa tra 10 e 15 metri sopra il livello del mare;
il nucleo storico con al centroPalazzo della Ragione si trova leggermente sopraelevato rispetto al territorio circostante, rendendo tale posizione più appetibile per la fondazione del primo nucleo insediativo;
molti quartieri di Padova si trovano sotto i 10 metri di quota, come Pozzoveggiani e Crocifisso a sud, l'interporto, Granze di Camin.
La città è nata e si è sviluppata all'interno dei bacini idrografici dei fiumiBrenta eBacchiglione, che hanno fortemente condizionato il tessuto urbano e presentano scorci suggestivi in molti angoli della città.[8]
In passato, tali corsi d'acqua erano fondamentali per l'economia cittadina, in particolar modo per la presenza di numerosimulini e per la loro funzione commerciale, secondariamente per congiungere tramite barche la città con la vicina Venezia e gli altri centri della provincia di Padova. Inoltre, i canali hanno rappresentato a lungo un valido complemento delle opere di fortificazione della città.Le opere di ingegneria fluviale che si sono susseguite nel corso dei secoli, soprattutto per impulso delMagistrato alle Acque dellaRepubblica di Venezia (all'epoca chiamato "Collegio dei Savi Esecutori"), hanno permesso di ridurre il rischio di esondazioni molto frequenti in passato che interessavano il tessuto urbano della città. L'attuale complesso sistema di collegamenti e chiuse tra i canali cittadini è in grado di gestire e far defluire onde di piena anche significative, senza gravi pericoli per la città. Le aree ancora a rischio, solo in presenza di piene eccezionali, sono la zona sud-orientale diTerranegra (il cui nome deriva dalle esondazioni a cui era spesso soggetta nei secoli passati), e quella sud-occidentale diPaltana.[9]
Canale in riviera San BenedettoIdrografia di Padova e comuni limitrofi
I corsi d'acqua cittadini principali sono:
Brenta, che ha origine dai laghi diLevico eCaldonazzo, e delimita il quartiere Nord dai comuni limitrofi.
Bacchiglione, che nasce dalle risorgive traDueville eVillaverla inprovincia di Vicenza; convoglia anche le acque a carattere torrentizio dell'Astico (che ne determina travolgenti piene improvvise) e dopo aver ricevuto a Tencarola parte delle acque delBrenta tramite il canale Brentella, cambia nome in Tronco Comune ed entra in città da sud al Bassanello dove si divide in tre rami: canale di Battaglia, Tronco Maestro e canale Scaricatore
Canale Battaglia, canale artificiale finito di scavare nel 1201 che si distacca dal fiume Bacchiglione in località Bassanello (nella periferia meridionale della città) per dirigersi verso i centri a sud della provincia, ricongiungendosi poi attraverso una rete di canali con il tratto finale del fiume.
Canale Scaricatore, che volge verso est convogliando all'esterno della città la maggior parte delle acque del Bacchiglione sul Piovego e sul Roncajette. Fu costruito dal governo austriaco nel 1863, su considerazioni e ipotesi iniziate fin dai tempi della repubblica Serenissima per impedire le periodiche alluvioni della città. Venne rimaneggiato a partire dal 1930 e completato nel secondo dopoguerra per ampliarne la portata aggiungendo un ulteriore canale, il San Gregorio, per meglio trasferire le acque di piena sul Piovego e quindi sul Brenta, non essendo il solo Roncajette in grado di ricevere piene eccezionali.[10]
Tronco Maestro, che scorre verso nord costeggiando le Mura Veneziane del '500 nel primo tratto lungo via Goito e fino alle porte Contarine. Era navigabile fino al porto fluviale di San Giovanni delle navi nei pressi dell'omonima porta.
Naviglio Interno, che si dirama dal Tronco Maestro, attraversa il centro storico a sud e ad est, seguendo quello che era anticamente il percorso del Bacchiglione e si ricongiunge con il ramo principale alle Porte Contarine. Era utilizzato soprattutto per la navigazione. Negli anni '50 venne interrato/tombinato dal ponte delle Torricelle, da lì le acque ora vanno tutte nel canale di Santa Chiara (lungo riviera Ruzante/Businello) che, unendosi al canale Alicorno all'altezza dell'Orto Botanico forma il canale di San Massimo. Questo esce dalla città verso sud-est dal ponte delle Gradelle dove assume il nome di Roncajette.
Canale Piovego, artificiale, scavato nel XIII secolo. Ha origine dalla confluenza del Tronco Maestro e da quello che fu il Naviglio Interno presso le Porte Contarine e prosegue verso ilBrenta eVenezia, delimitando a nord le Mura Veneziane del '500.
Canale Brentella, artificiale, scavato nel 1314 nell'attuale periferia ovest di Padova, che porta al Bacchiglione parte delle acqueBrenta.
Canale Alicorno, scavato nel XIII secolo dai monaci di Santa Giustina per le loro necessità. Ha l'incile sul Tronco Maestro, costeggia le Mura del '500 fino a Porta Santa Croce per poi essere tombinato fino a Prato della Valle dove costituisce il canale attorno all'isola Memmia. Prosegue pressoché tombinato fino all'Orto Botanico dove confluisce nel Canale San Massimo assieme al canale Santa Chiara.
Canale di San Massimo, raccoglie le acque dei canali Santa Chiara e Alicorno, transita per il Giardino Treves, attraversa tombinato l'area dell'ospedale per riapparire in via Cornaro per un breve tratto fino al ponte delle Gradelle da dove cambia nome in Roncajette.
Roncajette è il nome che assume il canale di San Massimo uscendo dalla città all'altezza del ponte delle Gradelle. Corrisponde all'antico tratto in uscita dalla città del Bacchiglione, si dirige verso sud ricongiungendosi aBovolenta con sue stesse le acque provenienti dalCanale Battaglia.
Altri canali sono stati tombinati o interrati a partire da fine '800: Acquette, Bovetta, Santa Sofia, insieme ad una cospicua parte del Naviglio Interno.
Le Porte Contarine
La sequenza Tronco Maestro, Tronco Comune, Naviglio Interno, canali Santa Chiara, San Massimo e Roncajette costituiscono l'antico percorso del Bacchiglione sulle cui ansa e controansa si è sviluppata la citta prima veneta e poi romana.
A partire daglianni cinquanta, le opere di interramento dei canali cittadini, in particolar modo del Naviglio Interno (oggi riviere Ponti Romani e Tito Livio), ne hanno decretato un lungo periodo di abbandono ed hanno alterato irreparabilmente lo stretto connubio tra Padova e le sue acque. È solo neglianni novanta che si è assistito ad un recupero delle vie d'acqua cittadine, ora percorse nuovamente da imbarcazioni che ne promuovono il turismo fluviale.
La città presenta un clima tendenzialmente sub-continentale tipico dellapianura padana, mitigato tuttavia dalla vicinanza al Mar Adriatico. Dal punto di vista legislativo, il comune di Padova ricade nellaFascia Climatica E con 2383gradi giorno,[11] quindi il limite massimo consentito per l'accensione dei riscaldamenti è di 14 ore giornaliere dal 15 ottobre al 15 aprile. Tuttora, per i dati climatici si fa riferimento alla stazione meteorologica dell'Orto Botanico,[12] una di quelle da cui l'ARPAV raccoglie le informazioni inerenti al meteo urbano (l'altra si trova aLegnaro, fuori dei confini comunali). Le temperature di seguito riportate fanno riferimento ai dati relativi al periodo che va dal 1951 al 2000.[13]
A Padova si registrano anche temperature abbastanza basse, in particolare nel periodo che va dalla metà di dicembre alla metà di gennaio, dovute per lo più a masse di aria fredda sub-polare provenienti da nord (Scandinavia) o da est (Est europeo e Balcani) che non troppo spesso portano abbondanti precipitazioni nevose. Il triangolo Padova-Vicenza-Rovigo è la zona più nevosa della pianura veneta, con una media nivometrica annua storica per Padova e provincia che oscilla tra 10 e 30 centimetri, 15–20 cm in città;[14][15] media inferiore a diverse zone del nord-ovest e dell'Emilia, ma maggiore rispetto a Liguria e ad altre zone pianeggianti del nord-est (Venezia, Verona, Udine).
La città soffre del problema del surriscaldamento urbano ed il centro annovera valori superiori alla provincia di ben un grado. È presente il fenomeno dell'inversione termica, con temperature diurne non superiori ai 3 gradi e a volte inferiori agli 0 °C nelle frequenti giornate nebbiose; negli ultimi anni il perdurare della nebbia anche durante il giorno è meno frequente, a differenza della Bassa Padovana e del Rodigino. Negli anni settanta e soprattutto nei novanta del XX secolo, la media nivometrica di Padova è calata, mentre negli anni sessanta, ottanta e nel decennio dal 2001 al 2010 si sono registrati valori maggiori; i record della seconda metà del XX secolo di accumulo nevoso per la città si verificarono nel 1956 e nel 1985 con 55 cm.
Nell'inverno padovano vi sono giornate in cui la temperatura nelle ore più calde arriva a 12 gradi, e si ha una repentina caduta con valori inferiori allo zero al calar della sera, con una notevole escursione termica.L'esposizione alle correnti di bora e l'innevamento del suolo possono invece portare a temperature più rigide, con qualche grado sotto lo zero di notte. Il record assoluto è rappresentato dai -19.8 °C registrati presso l'aeroporto nel gennaio 1985. Molto più rigido e nevoso era il clima invernale tra i secoli XVII e XIX, quando la neve permaneva a lungo al suolo, e le giornate "di ghiaccio" (cioè sempre sotto gli 0 °C nelle 24h) erano piuttosto frequenti. Ricordiamo tuttavia che in quei secoli vennero annoverate temperature molto basse in molte zone d'Europa, periodo infatti noto comePiccola Età Glaciale (vediInverni freddi in Europa dal XV secolo).
Gli inverni sono solitamente piuttosto rigidi, con minime spesso al di sotto dello zero, soprattutto da fine dicembre a metà febbraio; le precipitazioni sono generalmente scarse e solo sporadicamente nevose in questi ultimi anni. Fino a metà anni settanta erano invece abbastanza frequenti e, in qualche caso, anche abbondanti. In questo secolo, dopo una scomparsa quasi totale negli anni novanta del secolo scorso, si sono ripresentate con una certa frequenza, favorite da infiltrazioni fredde provenienti da est. Caratteristici della zona sono infatti i venti da nord-est (la bora dell’alto Adriatico), provocati da basse pressioni che si formano sul Golfo di Genova; questi portano sensibili cali termici e, talvolta, episodi di burrasca con neve (anche questi, del tutto scomparsi per molti anni, evidenziano una certa tendenza al ritorno in questi ultimi anni, soprattutto a fine inverno). Le nebbie sono un fenomeno caratteristico e comune per tutta la val Padana e sono presenti anche a Padova, seppure in misura minore rispetto al passato; la loro diminuzione va riferita più che alla provincia al centro urbano, che costituisce una grossa 'isola di calore'. Le brinate, intense un tempo e durevoli anche per tutto il giorno fino anche a 10 giorni consecutivi, sono molto ridimensionate e solo eccezionalmente insistono in zona urbana per tutto il giorno. Il cuscinetto freddo, fenomeno importante nelle zone più interne della pianura padana, soprattutto nel Piemonte, è a Padova evento ormai piuttosto modesto e raramente produce, come nel lontano passato, precipitazioni nevose durature per scorrimento di aria più calda in quota per l’arrivo di perturbazioni atlantiche. Venti caratteristici su Padova sono quelli da nord/ nord-est (bora e tramontana), lo scirocco (che porta aumenti termici sensibili e talore piogge consistenti), il maestrale in autunno; solo in qualche occasione arriva anche un debolefohn, il vento di caduta caratteristico delle zone alpine, che riscalda le fredde e limpide giornate invernali
Le estati sono molto calde ed afose, con un clima che mette a severo disagio il viaggiatore proveniente da climi più secchi. Non sono pochi i giorni di giugno, luglio ed agosto in cui la combinazione tra alte temperature ed elevate umidità relative rende molto disagevole l’ambiente climatico. Le precipitazioni sono in genere scarse, ma talvolta l’irruzione di aria fredda produce episodi temporaleschi anche di forte intensità, soprattutto verso la fine dell’estate; frequenti sono le grandinate, anche con dimensioni pericolose dei chicchi (2 settembre 1982, 28 agosto 2003 le più rovinose), e i colpi di vento talvolta producono danni consistenti. Le temperature massime sono attorno ai 34, 35 °C e possono perdurare anche per più giorni; punte da record si sono verificate nel luglio 2006, con anche 37 °C, indotte da anticicloni a matrice nord-africana.La temperatura più alta fu registrata all'Orto Botanico nell'agosto 2003 con +39.8 °C.
A tal proposito vengono riportati i dati meteorologici principali riferiti al periodo 2000-2016 (stazione di Padova Orto Botanico). I suddetti dati sono stati resi disponibili dall'ARPAV.[16]
Frequentemente la città è soggetta a temporali estivi, che allo scontro di masse d'aria diverse (fronti freddi che interrompono la calura) possono diventare violenti, con grandinate e forti colpi di vento soprattutto nella prima metà di giugno e nell'ultima di agosto. Fra le diversetrombe d'aria che si sono verificate, particolari furono quella distruttiva dell'agosto 1756 e quella che sfiorò la città per poi investireVenezia nel settembre 1970.
Laprimavera e l'autunno sono stagioni di passaggio, per loro natura incerte e spesso turbolente. Sono generalmente le stagioni più piovose (la più secca è l'inverno) e presentano forti differenze termiche da mese a mese. Se marzo e novembre possono presentarsi come mesi invernali, con gelate e nevicate, ad aprile ed ottobre si possono anche godere i primi/ultimi caldi (pur se raramente e a livelli gradevoli, non fastidiosi come l'afa estiva); mentre maggio e settembre hanno caratteristiche nettamente più vicine all'estate, specialmente per quanto riguarda il primo mese autunnale, mentre l'ultimo mese primaverile è più frequentemente perturbato.
Le primavere negli ultimi anni dimostrano una certa tendenza ad un prolungamento della stagione fredda, con ripetuti afflussi freddi dai Balcani che si susseguono anche fino ad aprile inoltrato, con episodi anche nevosi. Discreti sono gli apporti di pioggia. Maggio è caratterizzato dai primi caldi che possono arrivare anche sui 30 °C. Anni anomali presentano periodi caldi anche in aprile, ma la tendenza degli ultimi anni per i mesi di marzo e di aprile è per un clima fresco, caratterizzato da tempo prevalente da est. In questi mesi compaiono anche i primi temporali caratteristici della pianura padana, solo eccezionalmente di una certa intensità
L’autunno negli ultimi decenni dimostra sempre più una tendenza ad essere un prolungamento dell’estate, con temperature abbastanza alte nel primo periodo, in lenta discesa verso il suo finire; sembrano comunque ormai assenti le poderose irruzioni di aria fredda che a partire da metà novembre un tempo segnavano l’arrivo della stagione fredda; solo qualche episodio di maestrale preannuncia in questi ultimi anni il sopraggiungere dell’inverno. La stagione autunnale a Padova è contraddistinta solitamente da un guasto nel tempo verso la fine di settembre, da belle giornate in ottobre, che durano anche per un lungo periodo e infine da un clima umido e nebbioso in novembre. Le precipitazioni possono essere a volte abbastanza intense, con sciroccate pronunciate; più raramente, si hanno autunni secchi.
L'etimologia deltoponimo è incerta, ma è evidente l'assonanza con l'antico nome delPo(Padus). Vi si potrebbe riconoscere la radiceindoeuropeapat-, in riferimento forse a un luogo pianeggiante e aperto, contrapposto alle vicine zone collinari (in latino da questa radice deriva la parola "patera" che sta appunto per "piatto"), a cui si deve aggiungere un ulteriore suffisso "-av" (come nel fiume Timavo), di antica origine venetica, indicante appunto la presenza di un fiume, appunto il Brenta-Medoacus. Inoltre la terminazione "-ium", nel nome romano Patavium, indica la presenza di più villaggi poi unificatisi.[17]Il nome italiano della città, assonante nella terminazione con Genova (Genua) e Mantova (Mantua), mostra uno slittamento dall'anticoPatavium a unPadua tardoantico e altomedievale, rimasto, ad esempio, anche nell'esonimo inglese della città.
La cosiddettaTomba di AntenoreFoto di Padova con indicato il corso del Medoacus, le vie romane e le mura cittadine
Insediamentipreistorici sono stati accertati dall'archeologia, già a partire dall'XI secolo a.C. -X secolo a.C.,[N 1]topograficamente in corrispondenza dell'odierno centro di Padova.La leggenda narra che la fondazione di Padova sia avvenuta nel 1132 a.C. per opera diAntenore, un principe troiano scampato alla distruzione diTroia; leggenda riportata anche dallo storico padovanoTito Livio, nel suoAb urbe condita" (la storia di Roma) per sancire l'antica alleanza che univa la propria città aRoma.
Rappresentando uno dei principali centri della culturapaleoveneta, l'antica Padova sorse all'interno di un'ansa del fiumeBrenta (durante l'antichità chiamatoMedoacus Major) che allora (probabilmente fino al589) scorreva nell'alveo dell'odiernoBacchiglione (al tempo denominatoMedoacus Minor oEdrone), entrando in città nei pressi della attuale Specola.
Nel 302 a.C. Patavium dovette sostenere l'attacco portato da una flotta spartana condotta dal principeCleonimo. Gli spartani, dopo aver attraccato le loro navi alla foce del Brenta, in un primo tempo riuscirono nel loro intento di saccheggio, cogliendo di sorpresa gli abitanti della città. Ma poi i patavini, riorganizzatisi, ricacciarono in mare gli invasori greci, infliggendo loro gravi perdite; infatti solo un quinto della loro flotta riuscì a mettersi in salvo prendendo il mare.[18]
Resti di una parete del vecchio anfiteatro romano.
Già a partire dal 226 a.C. gli antichi patavini strinsero un'alleanza conRoma contro iGalli Cisalpini, alleanza poi confermata più volte, in particolare al tempo dellaBattaglia di Canne (216 a.C.) e dellaguerra sociale (91 a.C.), quando Padova e altre città transpadane combatterono al fianco dei romani. Dal 49 a.C. divenne unmunicipium romano, e in etàaugustea entrò a far parte dellaX Regio, della quale costituiva uno dei centri più importanti.
Durante l'epoca imperiale la città divenne molto ricca grazie alla lavorazione delle lane provenienti dai pascoli dell'altopiano di Asiago. Dalla città passavano (o partivano) numerose strade che la congiungevano con i principali centri romani dell'epoca: lavia Annia che la congiungeva conAdria eAquileia, la via Medoaci che portava allaValsugana e all'altopiano di Asiago, la via Astacus che la congiungeva conVicentia, lavia Aurelia che portava adAsolo, la via Aponense che la collegava ai centri termali deiColli Euganei. Sia a nord che a sud della città vi erano estesecenturiazioni. Inepoca romana il territorio di Padova era attraversato da un'altra importantestrada romana, lavia Gallica.
Con la caduta dell'impero Padova riuscì a mantenere un'economia solida, ma nel primo periodo delleinvasioni barbariche fu più volte devastata, prima dagliUnni nel 452-453 e poi nel 601 daiLongobardi diAgilulfo, che la incendiò e la rase al suolo per impedire il ritorno dei bizantini. Le invasioni, unite alle periodiche alluvioni, portarono a un crescente spopolamento del comune. Verso la fine dell'VIII secolo, la stabilità portata daCarlo Magno e le opere di bonifica e canalizzazione eseguite daibenedettini fecero ripartire l'economia cittadina e posero fine a due secoli di crisi, dando il via alla riurbanizzazione. I danni delle successive alluvioni, mitigati dalle opere dei monaci, furono aggravati dalle devastazioni operate in città dagliUngari nell'899, nonché dai terremoti del 1004 edel 1117.[19]
Questi secoli videro la progressiva affermazione delpotere temporale dei vescovi in città e la sempre maggiore influenza nelle campagne di famiglie di origine tedesca efranca come iCamposampiero, gliEste, iDa Romano e iDa Carrara. Si delineò di conseguenza la contrapposizione traguelfi e ghibellini, che appoggiavano rispettivamente il papato e l'impero, una divisione che avrebbe portato alle sanguinose lotte intestine dell'età comunale.[19]
NelBasso Medioevo Padova si distinse comeLibero comune, partecipando alla Lega Veronese e allaLega Lombarda contro l'imperatoreFederico Barbarossa.[19] Nel periodo comunale la città si arricchì e al 1222 risale la fondazione dell'Università, una delle più antiche del mondo.[20] Passata tra le file ghibelline durante la dominazione diEzzelino III da Romano,[19] alla sua morte tornò sotto il controllo dei guelfi e divenne oggetto di continui attacchi dei ghibellini veronesi che portarono, nel 1318, allasignoria deiCarraresi. Ebbe inizio un periodo di nuovo splendore per Padova, in cui fiorirono l'economia e le arti. Famiglie nobili alleate, come iBuzzaccarini, commissionarono il ciclo di affreschi del Battistero del Duomo ed eressero la Chiesa dei Servi. Nello stesso periodo, tuttavia, proseguirono le guerre con Verona, nonché quelle con Venezia e Milano. L'ambizione dei Carraresi segnò la fine degliScaligeri veronesi e degli stessi Carraresi, che dapprima videro l'occupazione di Padova da parte del duca di MilanoGian Galeazzo Visconti dal 1388 al 1390 dopo la presa di Verona nel 1387, e poi furono definitivamente sconfitti dallaRepubblica di Venezia nel 1405 nellaguerra di Padova, dopo la quale ebbe inizio il lungo periodo didedizione a Venezia.[20]
Nei successivi quattro secoli Padova, pur perdendo importanza politica, poté godere della pace e della prosperità assicurata dalla signoria veneziana, nonché della libertà garantita alla sua Università, che richiamò studenti ed insegnanti da tutta Europa, divenendo uno dei maggiori centri dell'aristotelismo e attirando numerosi ed illustri intellettuali, comeGalileo Galilei. Nel 1509, durante laguerra della Lega di Cambrai, Padova dovette subire un terribile assedio, che fu però respinto. Dopo lo scampato pericolo, la Serenissima procedette ad opere di fortificazione, costruendo lacinta muraria che ancora oggi presenta gran parte dell'aspetto originale. Nel 1571 Padova contribuì alla vittoria di Lepanto inviando cento gentiluomini tra cui si distinsero i condottieri di galera PataroBuzzaccarini e Marcantonio Santuliana.
Nel corso dellaprima guerra mondiale, la città era il quartier generale delle forze militari italiane. Merita un cenno il fatto che l'ardimentosa (e pacifica) impresa delVolo su Vienna, didannunziana memoria, prese le mosse dalle vicinanze di Padova (Castello diSan Pelagio in comune diDue Carrare, 9 agosto 1918). Nei pressi della città, aBattaglia Terme il castello di Lispida fu adibito a residenza del re Vittorio Emanuele III. AVilla Giusti (in localitàMandria di Padova) fu firmato l'armistizio che pose termine al conflitto.
Nellaseconda guerra mondiale Padova fu un importante centro dellaresistenza contro il nazifascismo. Numerosi studenti e insegnanti universitari parteciparono allalotta partigiana, a cominciare dallo stesso rettoreConcetto Marchesi.Per questo motivo l'Università degli Studi di Padova fu premiata (unica università italiana a ricevere tale onorificenza) con lamedaglia d'oro al Valor Militare. Alla rivolta partigiana iniziata in città nella notte tra il 26 e 27 aprile 1945, fece seguito nella tarda serata del 28 aprile l'ingresso delle truppe di liberazione britanniche e neozelandesi.[21]
Gli anni del dopoguerra sono stati per Padova di continuo sviluppo urbanistico ed economico grazie anche alla sua collocazione geografica, al centro di importanti vie di comunicazione che hanno favorito industrie e servizi.La crisi sociale e politica deglianni settanta vide il polarizzarsi delle tensioni in vicende spesso collegate all'estremismo di frange della comunità studentesca di Padova. Fu una delle città dove organizzazioni comePotere Operaio eAutonomia Operaia furono più forti, insieme aRoma eBologna. Questi movimenti a forte componente studentesca nacquero sotto l'egida di professori della facoltà di Scienze politiche qualiAntonio Negri. In città leBrigate Rosse misero a segno il loro primo delitto rivendicato con l'attacco alla sede dell'MSI nel 1974.
A Padova agirono anche organizzazioni eversive neofasciste comeOrdine Nuovo e soprattutto laRosa dei venti, organizzazione eversiva parallela alSID, servizio segreto delle forze armate italiane, accusata di collaborare anche con strutture dellaNATO nella lotta al comunismo.[22] Negli anni novanta molti furono i politici e gli imprenditori padovani coinvolti nei vari scandali diMani pulite eTangentopoli.[23]
Tra la fine del XX e l'inizio delXXI secolo, la città ha vissuto importanti cambiamenti urbanistici, con la costruzione di nuovi moderni edifici direzionali e residenziali e con un profondo rinnovo della viabilità, articolatosi intorno alla realizzazione dellatangenziale cittadina e dellatranvia di Padova.
Lo stemma è stato riconosciuto con decreto del Capo del Governo del 22 agosto 1941.[24]
Stemma
«D'argento, alla croce di rosso. Corona: d'oro gemmata di otto fioroni (cinque visibili).»
Gonfalone
«Drappo di bianco alla croce di rosso, ornato di volute alternate di fogliami d'oro, terminante nel basso con cinque liste, di cui la mediana di rosso e le altre quattro laterali di bianco cariche delle volute suddette, bordate e frangiate d'oro. Il drappo sarà appeso ad un'asta orizzontale e sostenuta da cordoni d'oro ad un’altra verticale, ambedue le aste foderate di velluto rosso con bullette dorate poste a spirale. L'asta verticale sarà cimata da una sfera armillare dorata di tre cerchi disposti in forma di croce.»
«Per i valori espressi nel campo sanitario e didattico durante la “Grande Guerra”, dove Padova si distinse nell’assistenza sanitaria, divenendo una vera e propria “Città ospedale militare”. La città riuscì a sopperire alla carenza di medici impegnati al fronte, si approntarono circa 8000 posti letto in edifici pubblici e privati, organizzando altresì corsi accelerati di medicina e chirurgia per oltre 1000 studenti provenienti da tutte le università italiane.» — 28 marzo2025[25]
L'apparato monumentale (nella più vasta accezione) del contesto urbano, quale oggi si offre all'osservazione del visitatore, testimonia largamente le varie fasi della vicenda storica patavina.
Se, difatti, non è più presente alcuna traccia delle (supposte) origini preistorico-leggendarie, ogni altra fase cronologica ha lasciato tangibili manifestazioni in altrettanti luoghi salienti e caratteristici, a partire dall'Arena romana, passando per le varie cinte murarie, torri medievali, palazzi di età signorile, chiese ed altri luoghi di culto (cristiani e non), edifici simbolici del potere civile, templi della cultura (ilBo, l'Orto botanico), fino ad espressioni di architettura d'avanguardia (quali, ad esempio, il monumento diDaniel Libeskind ai caduti delle Torri Gemelle di New York, o laTorre Net).
LaSinagoga di Padova,[26] situata nella zona centrale del ghetto (adiacente alle piazze) con gli antichi cimiteri ebraici – situati nella contrada Savonarola – testimoniano la vivace attività della comunità giudaica nella città.
Palazzo Sacerdoti inPrato della Valle uno degli edifici più caratteristici della città, fu progettato nel 1922 dall’ingegnereAugusto Berlese (1884-1941) in uno stile che risente di suggestioni di vario tipo (liberty, romanico, bizantino).
Iportici del centro di Padova si sviluppano per circa 25 km,[28] issando Padova al secondo posto dietro a Bologna, che possiede unarete di portici estesa e ramificata come nessun'altra in Europa.[29] La costruzione dei portici in città è un'antica tradizione, se ne trovano in stile romanico, gotico, rinascimentale, neoclassico e moderno.[30] Originariamente lo sviluppo totale era maggiore, ma dopo che Padova fu sottomessa dallarepubblica di Venezia (1405), diverse famiglie nobiliari eliminarono segmenti di porticati per dare risalto alle facciate dei propri palazzi.[28]
La città dal periodo medievale in poi ha avuto tre cerchie di mura che fortificavano la città succedutesi nel tempo.
La prima cerchia, costruita tra il 1195 e il 1210, è quella delle mura cosiddette "comunali" perché eretta durante il periodo del libero comune padovano. Essa cingeva la parte più centrale della città, la cosiddetta "insula" poiché interamente circondata da canali (oggi in parte scomparsi). Di questa cerchia restano tre porte: due di esse ancora oggi transitabili (porta Molino,porta Altinate,porta della Cittadella Vecchia) mentre una terza fu inglobata nel Trecento nelle strutture delCastelvecchio. Inoltre rimangono numerosi tratti della cinta muraria lungo l'antico percorso, spesso inglobati tra costruzioni moderne.
Nel corso del Trecento, con l'espandersi delle aree urbanizzate furono realizzate, in vari momenti, le mura cosiddette "carraresi" perché costruite in gran parte durante la signoria dei Da Carrara. Di queste mura restano pochissimi resti visibili in alzato, e sono perlopiù inglobate in altre costruzioni e fortificazioni rinascimentali. Queste mura di stampo ancora medievale resistettero, con opportuni adattamenti, all'assedio che Padova subì nel 1509 ad opera delle truppe dellalega di Cambrai.
In seguito a questo assedio laSerenissima decise di dotare la città di una nuova cerchia di mura adatta a resistere all'introduzione dell'artiglieria nelle tecniche di guerra. I lavori iniziarono nel 1513 per andare avanti circa fino alla metà del XVI secolo. Questa cerchia è ancora esistente quasi per intero seppur in diversi stati di conservazione a seconda dei vari tratti. Il suo perimetro è di circa 11 chilometri, con 20 bastioni e 6 porte (sulle 8 originarie). Queste mura sono solitamente denominate "veneziane" o "rinascimentali".
Secondo dati del 2005, la città di Padova può vantare2,5 km² diverde pubblico, di cui1,7 km² di verde attrezzato (compresi i parchi-giochi per bambini, le piste ciclabili, i campi polivalenti ecc.), che corrispondono al 2,7% della superficie comunale[31]. Nel 2006 Padova ha vinto il primo premioLa città per il verde, assegnato in occasione della manifestazioneEuroflora svoltasi aGenova.[32]
Al 31 dicembre 2019 la popolazione residente nel comune di Padova era 210 077 abitanti secondo i dati ISTAT.[34]
Nel 2017 i nati sono stati 1 438 (6,84‰), i morti 2 582 (12,29‰)[35] con un incremento naturale di -1 144 unità rispetto al 2015 (-5,44‰). Il 31 agosto 2024, su una popolazione di 210 440 abitanti, si contavano 36 836 stranieri (18,0%). Le famiglie contano in media 2,08 componenti (in costante calo).[36] Inoltre Padova è con 2 263,64 ab/km² la città più densamente popolata del Veneto.
Al 31 dicembre 2023 Padova risultava tra le città in Italia ad aver ricevuto il numero più alto di immigrati interni ed esterni (ovvero nuovi residenti trasferiti da altre zone d'Italia e dall'estero). Oggi solo il 44% degli abitanti risulta essere nato nel comune, mentre gli immigrati costituiscono la maggioranza della popolazione residente (56% nel 2023), provenienti in minima parte dalla provincia (5%) e in larga parte dalle altre provincie del Veneto, dal meridione e dalle isole (31%, e in costante aumento), in particolare da Puglia, Campania e Sicilia. I residenti a Padova nati all'estero costituiscono il 20% della popolazione residente e sono anch'essi in costante aumento. Il dato non tiene conto delle c.d. "seconde generazioni" ovvero residenti nati a Padova con origini familiari in altre parti d'Italia e del mondo.[37]
Il dato sulle provenienze geografiche non tiene conto degli oltre 47mila studenti fuori sede che popolano il capoluogo euganeo[38], in larga parte provenienti da altre regioni d'Italia, e dei tantissimi domiciliati in città per motivi di lavoro e ricerca (quasi 50mila).[39]
A Padova è stata istituita una "Commissione specialeCittà metropolitana", con lo scopo di coordinare le politiche del comune di Padova e dei comuni limitrofi su tematiche di importanza sovracomunale.[40] Nel 2012 l'area metropolitana di Padova contava 401 269 abitanti.
Padova, come tutto il Veneto, a partire dagli anni 1990 è divenuta meta di immigrazione[41][42] con 36 836 residenti stranieri, pari al 18,0% della popolazione residente, al 31 agosto 2024.[43]
I cittadini stranieri residenti a Padova che hanno acquisito la cittadinanza italiana dal 2007 al 2020, sono 9 110, pari al 3,2% della popolazione residente, e in costante aumento.[44]
La comunità straniera più numerosa è quella proveniente dallaRomania con il 27,0% di tutti gli stranieri presenti sul territorio, seguita dallaMoldavia (10,9%) e dallaRepubblica Popolare Cinese (8,4%).
Padova è nota per essere la città dei "senza"[46][N 5]:
"Santo senza nome", perchéSant'Antonio, di cui è tradizionalmente popolare la devozione, è comunemente chiamato "il Santo" perantonomasia, con speciale riferimento allaBasilica omonima;
"Caffè senza porte", perché il monumentaleCaffè Pedrocchi, storico locale cittadino, sino al 1916, era aperto ventiquattro ore al giorno;
"Prato senza erba", perché ilPrato della Valle, spettacolare "piazza", la più grande d'Europa secondo alcuni,[47] era in realtà fino alla fine delXVIII secolo, periodo in cui assunse la sistemazione attuale grazie ad Andrea Memmo, una superficie paludosa[48] dove si svolgeva la famosa "Fiera del Santo", trasformata in Fiera Campionaria nel 1919.
"Capitello senza colonna", perché presso l'angolo nord-ovest del Palazzo della Ragione, detto il "Salone" dai Padovani, (coordinate:45°24′26.5″N 11°52′29.2″E45°24′26.5″N,11°52′29.2″E) all'incrocio di una volta, c'è un capitello ma manca la colonna sottostante.
Non sono molti, invece, a conoscere la storia delle "due gatte", che pure figurano tra le più curioseicone della città:
lagatta di Sant'Andrea, una statua situata su unacolonna nel piccolo sagrato antistante allarelativa chiesa. Il monumento, composto da una scultura in pietra raffigurante un leone posto su una colonna d'età romana, è stato più volte distrutto, ricostruito e sostituito con copie, l'ultima delle quali è stata abbattuta il 23 settembre 2013 da un mezzo di trasporto in manovra.
È l'incrocio obliquo tra le vie: Roma, San Francesco, Otto febbraio e San Canziano (praticamente, l'angolo destro, guardando il portone principale del Palazzo del Bò).
È tradizionalmente considerato il punto più centrale della città, e pare si chiami così dal nome di una locanda o osteria che ivi sorgeva. Anche se oggi la circolazione veicolare è praticamente abolitain loco, fu proprio al Canton del Gallo che venne installata la prima pedana per il "vigile" che doveva disciplinare il traffico[50].
L'origine del toponimo viene fatta risalire all'Alto Medioevo, durante il quale in questo luogo pare si tenessero iduelli dicampioni ebravi (due categorie di "spadaccini"mercenari che – in sostituzione degli effettivi portatori degliinteressi controversi – si affrontavano conarmi rudimentali in una sorta diordalia ogiudizio di Dio, ossia il surrogato, secondo le usanzebarbariche, delprocesso come mezzo di appianamento delle litigiudiziarie). I sanguinosi scontri attiravano folle di curiosi, che dovevano accomodarsi oltre i paletti (lestanghe, appunto) delimitanti l'agone.
Risulta che ilfenomeno fosse disciplinato da unalegge locale, in vigore dal 1236 al 1275. Essa, peraltro, oltre a stabilire i compensi dovuti acampioni obravi, disponeva che questa "professione" fosse appannaggio dei soli padovani, o quanto meno di chi risiedesse nelle vicinanze della città.[51]
In realtà diverse città dell'ex Repubblica Veneta (tra cui la vicinaVicenza) denominano "Stanga" la zona esterna alla loro porta orientale; è possibile chestanga stia semplicemente perzona posta a oriente (si confrontistangare, lemmalagunare pergirare a sinistra con un'imbarcazione,sanca estânga, ovverosinistra rispettivamente inveneto e inromeno).
La città di Padova è principalmente servita dal polo universitario-ospedaliero dell'Azienda Ospedale-Università di Padova (un tempo Ospedale Giustinianeo e poi Ospedale Civile). Altro nosocomio cittadino è l'Ospedale S. Antonio (ex Centro Traumatologico Ortopedico, CTO) appartenente alla stessa Azienda Ospedale-Università di Padova. È inoltre sede dell'Istituto Oncologico Veneto (IOV), struttura riconosciuta comeIstituto di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS) dedicato alla cura dei tumori e alla ricerca in campo oncologico.
Sempre in città vi è la sede del Centro Militare di Medicina Legale (CMML), ex-Ospedale Militare, e il Complesso Socio Sanitario dei Colli, ex-Ospedale Psichiatrico ora adibito a centro poliambulatoriale dell'ULSS. Nel 2003 è stato chiuso il centrale Ospedale Geriatrico.
Con oltre 50 000 ricoveri l'anno, il polo dell'Azienda Ospedaliera di Padova è uno dei più grandi ospedali del nord e uno dei poli d'attrazione in Italia.[52][53]
Il Centro Gallucci presso l'Azienda Ospedaliera di Padova occupa un posto rilevante in Italia per i trapianti e la chirurgia cardiaca. Prende il nome dal cardiochirurgoVincenzo Gallucci che a Padova nel 1985 eseguì il primotrapianto di cuore in Italia. Inoltre presso il centro è stato eseguito il primo impianto di cuore artificiale in Italia il 10 dicembre 2007.[54]
Le associazioni di pubblica assistenza presenti nel territorio della città sono la sede padovana dellaCroce Rossa Italiana, laP.O. Croce Verde, la Croce Bianca, la ZIP Onlus e la Croce Padova.
(inglese) «For the great desire I had to see fair Padua, nursery of arts, I am arrived… and am to Padua come, as he that leaves a shallow plash to plunge in the deep, and with satiety seeks to quench his thirst.»
(italiano) «Per il grande desiderio che avevo di vedere la Bella Padova, culla delle arti, sono arrivato… ed a Padova sono venuto, come chi lascia uno stagno per tuffarsi nel mare, e a sazietà cerca di placare la sua sete..»
L'università venne fondata, secondo la tradizione, da un gruppo di studenti e professori che migrarono dall'Università di Bologna alla ricerca di una maggiore libertà accademica tanto da assumere il motto "Universa Universis Patavina Libertas" ovvero "tutta intera, per tutti, la libertà nell'Università di Padova". È certo che scuole di diritto e medicina esistevano a Padova prima del 1222, questo infatti è l'anno nel quale per la prima volta in un atto notarile della città si nomina con precisione lo Studio Patavino (quindi già esistente) ed è così convenzionalmente ritenuto essere l'anno di fondazione.
Nel 2004 è stata istituita laScuola Galileiana di Studi Superiori, con la collaborazione e sul modello dellaScuola Normale Superiore diPisa. Alla scuola si accede tramite un concorso molto selettivo; gli studenti ammessi si iscrivono ai corsi dell'Università di Padova, ma in più hanno alcuni benefici (ad esempio vitto e alloggio presso un collegio universitario), devono avere una media di esami particolarmente alta (almeno 27), e in più devono frequentare obbligatoriamente alcuni corsi specifici.
L'Ateneo gestisce anche nove Musei scientifici, fra cui ilMuseo di storia della fisica, ed è tra i membri fondatori del consorzio interuniversitarioCINECA.
La città ospita inoltre ilConservatorio Cesare Pollini, fondato nel 1878 e dedicato all'omonimo pianista, che ne fu anche il primo direttore. Vi ha sede laScuola Italiana Design, istituto post-diploma specializzato nel design industriale e nella comunicazione del prodotto, che costituisce il dipartimento formativo del Parco Scientifico e Tecnologico Galileo.
Fondata il 25 novembre1599 su iniziativa del cardinaleFederico Baldissera Bartolomeo Cornaro, l'Accademia Galileiana di Scienze Lettere ed Arti, denominata inizialmenteAccademia dei Ricovrati, ha sede presso laLoggia dei Carraresi e si occupa della promozione delle discipline umanistiche e scientifiche.
Premio letterario Galileo per la divulgazione scientifica
IlPremio letterario Galileo per la divulgazione scientifica è nato nel 2006 ad opera del comune per ricordare le tradizioni cittadine nella ricerca scientifica e promuovere la diffusione della cultura tecnico-scientifica. Si avvale di una doppia giuria: la prima di accademici, scienziati, giornalisti e uomini di cultura (presieduta, nel corso delle otto edizioni, da personalità comeUmberto Veronesi,Carlo Rubbia,Margherita Hack, Paolo Rossi,Mario Tozzi,Piergiorgio Odifreddi ePaco Lanciano) che segnala una rosa di cinque testi, la seconda di studenti provenienti da varie scuole d'Italia che scelgono il testo da premiare.
Sono due i quotidiani storici che normalmente si occupano dellacronaca locale della città:il Gazzettino e ilMattino di Padova. Dal 12 novembre 2002 viene venduto in abbinamento alCorriere della Sera anche ilCorriere del Veneto, che ha sede a Padova e che dedica alla città due pagine al giorno di cronaca locale, in abbinamento con la cronaca diRovigo. Da diverso tempo è presente ancheIl Padova, quotidiano che riassume notizie di attualità e politica patavina e dedica diverse pagine anche alla cronaca nazionale ed estera. Sono presenti anche alcuni giornali a distribuzionegratuita qualiLeggo, che ha una sua redazione in città e ha pagine di cronaca e sport locali,Metro eCity.
Nel passato la città ha avuto altre due testate di cronaca locale:L'Eco di Padova, nato nel 1977, edito dallaRizzoli e chiuso nel 1980 e l'edizione padovana deil Resto del Carlino dal 1957 al 1983.
Nella storia Padova ha sempre avuto il suo posto come città di spettacolo. Attorno al 60-70 d.C. fu edificato il teatro romano detto "ilZairo", le cui fondamenta riaffiorano in occasione di bonifiche e sistemazioni della canaletta che circonda Prato della Valle.[61][62]Fanno riferimento sia agli spalti superiori che contenevano una volta le gradinate originarie, sia alla loggia teatrale che ospitava lo spettacolo stesso[senza fonte].
Alla città è legata la danza allapavana ossia alla padovana, una delle più celebri forme musicali tra i secoli XVI e XVIII. Nel 1524, a Padova fu costruito per la prima volta dopo l'età classica uno spazio interamente dedicato alle rappresentazioni teatrali, laLoggia Cornaro; mentre il 25 febbraio 1545 si costituì legalmente, con atto notarile, una compagnia di comici teatranti, la prima testimonianza al mondo di una società di commedianti professionisti, nascita simbolica dellaCommedia dell'arte[63]. I principali teatri padovani sono:
La cucina padovana si basa su una lunga tradizione ricca di piatti per lo più prodotti freschi e di origine contadina, tra questi i più noti sono ibigoli, i secondi basati sullagallina padovana e latorta pazientina.[66]
Padova Vintage Festival in settembre presso il centro Culturale San Gaetano
La"Settimana della cultura scientifica e tecnologica", che si svolge da marzo ad aprile.
La"Maratona di Sant'Antonio", in aprile. Essa ripercorre negli ultimi 18 chilometri la strada che sant'Antoniomorente, a bordo di uncarro trainato dabuoi, fece il 13 giugno 1231, partendo daCamposampiero per arrivare all'Arcella.
Rievocazione del Transito di Sant'AntonioLuminarie per il Natale 2012
Fiera campionaria, in maggio: è la più grande rassegna intersettoriale del Nord Est, raggiunta da più di duecentocinquantamila visitatori. Sono presenti mille espositori raggruppati in cinque settori: arredamento, enogastronomico, turismo, tempo libero, artigianato.
Rievocazione del Transito di sant'Antonio, sera del 12 giugno. La rievocazione storica in costume vuole celebrare l'ultimo viaggio di sant'Antonio: egli infatti dimorava a Camposampiero quando percepì che la sua vita terrena volgeva al termine, chiese dunque di essere trasportato verso l'amata Padova per esalare l'ultimo respiro. Steso su un carretto trainato dai buoi, non riuscì però a raggiungere le porte della città e venne ricoverato presso l'allora convento francescano di Santa Maria de' Cella (la leggenda vuole che sia stato fondato da san Francesco in persona), dove morì (il luogo dove spirò il santo si trova oggi all'interno del Santuario di Sant'Antonio d'Arcella). La rievocazione storica del transito parte da Piazza Azzurri d'Italia, prosegue lungo via Tiziano Aspetti, viale Arcella e termina presso il santuario di Sant'Antonio d'Arcella; un concerto di campane di tutte le chiese di Padova precede la messa.
Festa di Sant'Antonio, 13 giugno. Dopo una solenne messa celebrata nel mattino dalvescovo nellabasilica, nel pomeriggio segue una seconda messa solenne, celebrata dal padre provinciale deiFrati Minori Conventuali, dopo la quale la reliquia del mento del Santo, preceduta dalla statua, è portata in processione per le vie del centro della città, seguita da una sfilata delle confraternite con i rispettivi gonfaloni, e dalle autorità. La processione si snoda lungo le principali vie del centro storico secondo il seguente percorso: piazza del Santo, via del Santo, via San Francesco, via Roma, via Umberto I, Prato della Valle, via Beato Luca Belludi, Piazza del Santo. Terminano l'evento il discorso del Sindaco e la Benedizione con la reliquia del Dito del Santo.
"Sherwood Festival", in giugno-luglio;Radio Sherwood, una radio indipendente padovana, dà vita allo Sherwood Festival, importante evento cittadino della durata di un mese. Sul palco si avvicendano importanti gruppi musicali della scena alternativa italiana ed internazionale.
nel 2005 e nel 2006 si è svolta laNotte bianca in giugno (all'inizio dell'estate) e dicembre (in occasione delNatale).
"Padova Pride Village", il "gay village del nord-est", evento aperto a tutti organizzato a partire dal 2008 dal circolo Arcigay Tra l'altro Padova, nel quale si succedono eventi musicali, rassegne teatrali e cinematografiche e dibattiti, oltre alla consueta attività da discoteca. Si svolge tra i mesi di luglio ed agosto.
Rievocazione Medioevale presso Arcella ogni settembre con "Palio di Sant'Antonin"
"Villeggiando" in luglio e agosto; eventi e spettacoli nella più suggestive ville e piazze padovane.
"Padova grand prix" e"World country roller marathon" in settembre. La competizione mondiale dipattinaggio a rotelle.
Premio Biennale Internazionale di Architettura "Barbara Cappochin"
Lo statuto suddivide il territorio comunale in quartieri. Prima della legge n. 42/2010, che ha soppresso lecircoscrizioni nei comuni con meno di 250 000 abitanti, i sei quartieri erano organi elettivi; a decorrere dal maggio 2014 sono stati sostituiti con i Comitati di quartiere, organismi collegiali composti da residenti nominati dal sindaco, con funzioni consultive e propositive e di supporto all'amministrazione. La delimitazione territoriale è rimasta invariata.
Quartiere 1 Centro Detto anche Centro storico, si estende per 5,2 km2, pressoché totalmente entro le mura cinquecentesche. Il cuore del quartiere Centro è idealmente identificabile con le famose Piazze (dei Signori, delle Erbe e della Frutta) ravvivate quotidianamente dai tradizionali mercati. Il territorio è solcato dal Piovego, navigabile dalle Porte Contarine fino al casello autostradale di Padova Est. L'area si suddivide in cinque zone abitative: zona Portello, zona Ospedali, zona Santo-Prato della Valle, zona Piazza Castello-Riviere, zona Savonarola-Piazza Mazzini-Stazione Ferroviaria. Nel 2015 contava 25 962 residenti[67], con densità abitativa pari a 4 994 abitanti per km2. La sede è inpiazza Capitaniato.[68]
Comprende le seguenti unità urbane (dati aggiornati a dicembre 2015):[67]
Quartiere 2 Nord Chiamato anche Arcella - S. Carlo - Pontevigodarzere, ha una superficie di 6,71 km2 e racchiude i rioni Arcella, San Bellino, San Carlo e Pontevigodarzere. Il confine settentrionale corrisponde in pratica con il tracciato locale del Brenta, a sud è delimitato dalla ferrovia Milano-Venezia, ad est dall'asse viario Plebiscito-Bigolo-Manca, ad ovest dai binari della Padova-Castelfranco Veneto. Nel 2015 contava 39 145 abitanti[67], con densità abitativa pari a 5 832 abitanti per km2. La sede è in viale Arcella, presso l'ex scuola Marchesi.[69]
Comprende le seguenti unità urbane (dati aggiornati a dicembre 2015):[67]
Quartiere 3 Est È chiamato anche Brenta-Venezia, Forcellini-Camin ed ha una superficie di 28,02 km2. Comprende i seguenti rioni: Ponte di Brenta, San Lazzaro, Mortise, Torre, Pio X, Stanga, Forcellini,Terranegra, San Gregorio, Camin, Granze. Confini: nord, comune di Cadoneghe; est, comuni di Vigonza e Noventa Padovana; sud, Quartiere 4, comune di Saonara, Legnaro e Ponte San Nicolò; ovest, Quartieri 2, 1 e 4. Vi scorrono tre canali: il Piovego, il San Gregorio, lo Scaricatore. In zona Stanga si trova la nota via Anelli. Al 2015 la popolazione ammontava a 38 132 abitanti[67], con densità abitativa pari a 1 361 abitanti per km2. La sede è in via Boccaccio, a Terranegra.[70]
Comprende le seguenti unità urbane (dati aggiornati a dicembre 2015):[67]
Quartiere 4 Sud-Est Viene chiamato anche S. Croce-S. Osvaldo, Bassanello-Voltabarozzo ed ha una superficie di 17,58 km2. La popolazione al 2015 ammontava a 47 003 abitanti[67], con densità abitativa pari a 2 674 abitanti per km2. La sede è in via Guasti, alla Guizza.[71]
Comprende le seguenti unità urbane (dati aggiornati a dicembre 2015):[67]
Quartiere 5 Sud-Ovest Viene chiamato anche Armistizio-Savonarola ed ha una superficie di 14,05 km2. La popolazione al 2015 ammontava a 28 008 abitanti[67], con densità abitativa pari a 1 996 abitanti per km2. La sede è in piazza Napoli, alla Sacra Famiglia.[72]
Comprende le seguenti unità urbane (dati aggiornati a dicembre 2015):[67]
Quartiere 6 Ovest Il quartiere è chiamato anche Brentella-Valsugana ed ha una superficie di 21,88 km2. La popolazione al 2015 ammontava a 32 096 abitanti[67], con densità abitativa pari a 1 467 abitanti per km2. Data l'estensione, ha due sedi, una in via Dal Piaz alle Cave e una in via Astichello ad Altichiero.[73]
Comprende le seguenti unità urbane (dati aggiornati a dicembre 2015):[67]
Il Listón a Natale 2007; a sinistra, il Bò, a destra il Municipio
Il Centro (Quartiere 1 Centro) nell'ottica dei Padovani si estende grosso modo all'interno delle mura cinquecentesche.È caratterizzato da molte zone pavimentate con il tipicociottolato romano o con isanpietrini inporfido (come ilListon), perché corrisponde tendenzialmente all'area più antica della città.
Non si identifica con la zona limitata delle Piazze, anche se queste ultime ne costituiscono il cuore economico e culturale.
Via San Fermo, nel tratto pedonalizzato, ospita i negozi per loshopping più lussuoso.
Nel quartiere è compreso anche ilPortello, corrispondente alla parte orientale del centro, cosiddetto perché nelle vicinanze diPorta Ognissanti (spesso chiamata anch'essa col nome di Portello) si trovava un porto fluviale sulPiovego. Nella percezione dei Padovani è un sottoquartiere a parte, tanto che i suoi abitanti un tempo avevano diritto ad essere identificati con un nome a sé:porteàti, ossia abitanti del Portello. Oggi questa distinzione è poco sentita e non ha più molto significato, ma una volta questa zona della città aveva caratteristiche proprie che la distinguevano dalle altre: era in particolare un'area popolare e povera. Oggi ospita buona parte degliIstituti Universitari.
Arcella (Quartiere 2 Nord) è la zona nord della città di Padova. Il suo confine è ben delineato dallaferroviaVenezia-Milano a Sud e dal fiume Brenta a Nord (comprendendo il rione di Pontevigodarzere).Nota per essere il luogo della morte disant'Antonio (l'evento è ricordato dal santuario di Sant'Antonino) e per essere stata la periferia agricola di Padova fino allaseconda guerra mondiale, l'Arcella ha conosciuto nel dopoguerra un impetuoso sviluppo urbanistico, fino al raggiungimento degli attuali 38 000 abitanti. Il metrotram la collega in maniera migliore con il centro cittadino.Arcella è anche il nome del vicariato delladiocesi di Padova che comprende le parrocchie di Sant'Antonio ("Sant'Antonino"),San Carlo Borromeo (San Carlo), San Gregorio Barbarigo (San Gregorio), San Giovanni Battista (Pontevigodarzere), San Lorenzo da Brindisi, San Bellino, San Filippo Neri, Santissima Trinità, Gesù Buon Pastore, Sacro Cuore, Maternità B.V. Maria (Altichiero).
Pontevigodarzere (Quartiere 2 Nord) è situata in corrispondenza dei due ponti che collegano la zona a nord di Padova con la città stessa. Deve il nome al primo comune limitrofo, Vigodarzere appunto.Inizialmente zona rurale, si è velocemente espansa nel periodo della ricostruzione dopo essere stata quasi rasa al suolo dai bombardamenti degli alleati nel tentativo di fermare la ritirata tedesca.Dista circa 3 km dal centro cittadino, è una zona in fase di riqualificazione grazie al completamento della tangenziale nord che permette al traffico di raggiungere la nuova strada "del Santo" senza passare per via Pontevigodarzere.Fa parte del quartiere 2-Nord che comprende anche Arcella e San Carlo.È sede della principalemoschea di Padova, che sorge proprio a fianco della parrocchia di San Giovanni Battista.Lachiesa parrocchiale di Pontevigodarzere, dedicata aSan Giovanni Battista, fu costruita nel1924 in sostituzione di un antico oratorio. La parrocchia venne eretta nel1925 con territorio dismembrato da quelle di Altichiero, Arcella, Meianiga e Torre[74].
Parte del Comune di Padova prima dellaprima guerra mondiale, Ponte di Brenta confina con il comune diVigonza, dal quale è separato dal fiumeBrenta.
Nato attorno ai traffici di barcaroli e viaggiatori, il borgo è caratterizzato dalla presenza di alcune notevoli ville patrizie veneziane, tra le quali spicca Villa Breda con il suo parco, oggi di proprietà della Fondazione "Vincenzo Stefano Breda", voluta dall'omonimo senatore del Regno e a lui intitolata. La villa, oggi sede museale, si affaccia sul fiume, dal quale avveniva l'accesso fino alla costruzione verso la fine delXIX secolo della ferrovia Padova-Venezia, ad opera sempre del senatore Breda, che con l'occasione creò una fermata esattamente in asse con il viale di accesso alla villa, dal lato del parco. Al senatore Breda sono tra l'altro intitolati l'ospizio per anziani e l'ippodromo di Padova, situati anch'essi nella frazione, l'asilo infantile, situato nella piazza principale e la modernissima struttura per persone affette dasclerosi multiplaCasa Breda, di recente costruzione, nel quartiere Brentelle.
Il parco della villa ospita una pista per cavalli, primo ippodromo cittadino, e delle scuderie ottocentesche, retaggio della passione del patrizio per l'ippica.
Nella piazza principale di Ponte di Brenta si affacciano l'antica chiesa parrocchiale di San Marco e San Michele, di aspetto settecentesco. All'interno, opere di Luca Giordano e un pregevole organo dell'epoca.
Una piccola località di Ponte di Brenta èTorre, che secondo la storia inepoca medievale raggruppava le attuali frazioni di Mortise, Ponte di Brenta, Arcella eAltichiero. C'è chi afferma cheSant'Antonio sia morto a Torre invece che all'Arcella, in quanto quest'ultima all'epoca non sarebbe neppure esistita.
LaGuizza (Quartiere 4 Sud-Est) è uno dei quartieri più meridionali della città, estendendosi dalla zona del Bassanello sino al confine settentrionale del comune diAlbignasego.Quartiere residenziale, con una forte densità abitativa, è stato interessato dalla costruzione del principali asse del Metrotram cittadino, che ha il capolinea in questo quartiere. Rappresenta il principale punto di accesso alla città per il traffico proveniente dalla parte meridionale della provincia. La storia del quartiere, da quando era una stazione di posta alla sua incorporazione nella città, è al centro di gran parte della narrativa dello scrittore padovanoPiero Sanavìo.
La Madonna Pellegrina (Quartiere 4 Sud-Est) è una zona anticamente nobile di Padova situata tra il Ponte del Bassanello, il Ponte Quattro Martiri e le mura cittadine. Gode di efficienti servizi di trasporto tra i quali ilmezzo tramviario, che passa a sud-est del quartiere, e gli autobus 3, 8, 11, 22 e 24. Il centro della Madonna Pellegrina è Via d'Acquapendente, dove hanno sede il santuario che dà il nome alla zona e la caserma del 2º reparto celere della Polizia di Stato.[75] Nel territorio vi sono alcuni spazi verdi, fra questi il lungargine Scaricatore, dove nel 1981 furono uccisi i carabinieri Enea Codotto e Luigi Maronese in un conflitto a fuoco con un gruppo di terroristi tra i quali vi eranoFrancesca Mambro eValerio Fioravanti. I militi hanno ricevuto lamedaglia d'oro al valor militare e la città li ricorda con una statua e una manifestazione ufficiale che si tiene ogni anno il 5 febbraio.
Sacra Famiglia (Quartiere 5 Sud-Ovest) si trova a circa 1,5 chilometri dal municipio del capoluogo; tuttavia la parte più a nord est del quartiere è in pratica a ridosso delle mura di Padova. La località confina a sud ovest col comune diAlbignasego precisamente con la frazione di Mandriola-Sant'Agostino divisa da quest'ultima dal fiumeBacchiglione. Nel novembre 2010, la località è stata la zona di Padova più colpita (dopoSalboro) dall'alluvione del Veneto del 2010. Nella località ha sede il consiglio di quartiere n.5; in essa si trova anche uno dei maggiori club tennistici del capoluogo.
La località si sviluppa su un territorio totalmente pianeggiante; a sud-ovest è bagnata dal fiume Bacchiglione che la separa dal comune diAlbignasego. Proprio a ridosso del fiume, si concentra la maggior parte delle coltivazioni della zona. La località è posta a circa 8 chilometri a nord-est deiColli Euganei e a 21 chilometri a ovest dallalaguna veneta.
Fino aglianni quaranta era un insieme di casupole circondate dalla campagna, salvo un piccolo sbocco sullemura (porta San Giovanni), poi la cementificazione (che prosegue fino ai nostri giorni) ha in gran parte neutralizzato le coltivazioni della zona e ampliato di molto la piccola località. In particolare neglianni settanta si è costruito il prosieguo del rione, edificando decine di nuovi condomini. Ancora oggi prosegue questo fenomeno.
Della vecchiaMontà (Quartiere 6 Ovest), situata sulla strada Padova-Ponterotto-Taggì di Sotto a circa 4 km dal centro della città, rimane solo l'antica intitolazione della chiesa parrocchiale diSan Bartolomeo, risalente al XVI sec. Dello scorso secolo, invece, è la fondazione della parrocchia di Sant'Ignazio di Loyola. Rimane ancora visibile dietroVilla Ottoboni, ai piedi della zona del cavalcaferrovia costruito negli anni 80, parte dell'antico Arzeron sopraelevato che attraversava il territorio fuori delle mura cittadine. Questa zona della Montà era detta "borgo dea paja".Dai primi anni del 2000 il territorio della frazione è stato soggetto a forti trasformazioni insediative ed è stato di fatto inglobato nel capoluogo. Nel 2004 è stato completato il cavalcavia di Corso Australia che ha nel contempo eliminato l'unico semaforo ancora esistente sulla tangenziale e contribuito a rompere l'isolamento della frazione con il resto della città. Nel 2017 è stato inaugurato il sottopasso di via Montà che ha agevolato l'ingresso al centro città.[76]
Del quartiere Montà, fanno parte anche le zone di Sant'Ignazio e Ponterotto.
Si tratta di una delle più grandi zone industriali d'Europa, con una superficie di 10 milioni e 500 000 m2. All'interno di essa si trovano oltre 1 300 imprese, con una notevole diversificazione produttiva ed industriale, e vi operano più di 50 000 persone provenienti da tutto il Veneto. Al suo interno si trova il più grandeinterporto multimodale d'Italia e uno dei più importanti in Europa, nato il 6 giugno del 1973. Quasi tutte le merci provenienti dall'Europa o da inviare a destinatari europei transitano, infatti, per Padova.
La storica tradizione di crocevia tra alcune delle principali vie di comunicazione nazionali ha favorito lo sviluppo economico cittadino.[79] Le antiche strade romane che passavano o arrivavano a Padova hanno originato molte delle odierne strade che si diramano dalla città. Lavia Annia che collegavaAdria eAquileia, la Medoaci che portava a nord-ovest, la Astacus perVicentia, l'Aurelia versoAsolo e l'Aponense per iColli Euganei sono state integrate con altre strade costruite in armonia con lo sviluppo del territorio provinciale e del tessuto urbanistico cittadino.
La città si è sviluppata secondo il sistema dell'urbanistica romana, con icardini nelle odierne vie Dante e Barbarigo e idecumani nelle vie S. Francesco e Vescovado. Un altro importante polo fu l'odierna via Altinate, da cui partiva il ramo orientale della Annia. All'incontro di queste strade sono state costruite le piazze che formano il centro cittadino, in particolarePiazza delle Erbe,Piazza della Frutta,Piazza dei Signori ePiazza del Duomo, che al tempo dei romani era l'Umbelicus Urbis.[79] Di grande rilievo èPrato della Valle, la seconda piazza in Europa per estensione dopo laPiazza Rossa diMosca; costruito nel 1775 nella zona a sud del centro cittadino, è uno dei principali luoghi di ritrovo, ospita il più grande mercato cittadino[N 11] ed è sede di importanti eventi sportivi, musicali ecc.[80]
Lungo lemura cinquecentesche si trovano la circonvallazione stradale interna e quella esterna, oggi meno congestionate dopo la costruzione delle tangenziali. Tra le opere costruite nel nuovo millennio, significativi sono i due cavalcavia colleganti il popoloso quartiereArcella al centro della città, che hanno alleviato il pesante traffico gravante sul vecchio cavalcavia vicino alla stazione ferroviaria.
Padova è circondata da un anello di tangenziali che formano ilGrande Raccordo Anulare di Padova, il cui sviluppo supera i 30 km. Per l'80% del percorso è composto da quattro corsie principali più due di emergenza, in prossimità di Padova Est le corsie diventano sei più due. Il progetto già approvato prevede di dare in gestione l'intero sistema cittadino di tangenziali alla societàAutostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova S.p.A..
Attorno a Padova sono presenti 4 uscite autostradali: quelle di Padova Est e Padova Ovest sulla A4, la Padova Sud all'imbocco della A13 e la Padova Zona Industriale sul raccordo tra le due autostrade, che lambisce la periferia sud-orientale.
La sola altra stazione nel territorio comunale aperta al traffico passeggeri, lastazione di Ponte di Brenta, è stata chiusa nel 2015 congiuntamente con l'apertura, poco più ad est ma nel territorio comunale diVigonza, della nuovastazione di Busa di Vigonza.
Nel 1911 fu attivata la ferroviaPadova-Piazzola, prolungata aCarmignano nel 1923; tale arteria, a servizio dei traffici suburbani verso nord, fu soppressa nel 1958.
All'interno della città sono state realizzate banchine per l'ormeggio di piccole imbarcazioni a uso privato/turistico. Ve ne sono alle porte Contarine, al Bassanello e nei pressi del ponte di Voltabarozzo.
Il porto fluviale vero e proprio non è in attività, nonostante siano state realizzate 400 metri di banchine e un terminal container diRFI per il trasbordo dei container da nave a treno.[81]; lo stesso è inserito nel contesto dell'idrovia Padova-Venezia, progettata all'inizio deglianni sessanta, che parte dall'interporto, attraversa il fiume Brenta e quindi il Novissimo, per arrivare alla conca Gusso, l'unica di tutto il canale; dopo un ulteriore breve tratto in terraferma supera l'argine di conterminazione lagunare e raggiunge il canale di grande navigazione Malamocco Marghera. Il percorso totale è di 27,575 km.
Da diversi decenni è stata riattivata la navigazione turistica fluviale tra Padova e Venezia a bordo dello storico 'Burchiello'. A cavallo tra la fine degli anni novanta e l'inizio degli anni 2000 è stata rimessa in funzione anche la navigazione in altri corsi d'acqua cittadini, che a tale scopo sono stati dragati e organizzati.
L'aeroporto di Padova "Gino Allegri" è principalmente utilizzato dall'aviazione militare e dai voli sanitari a supporto dell'attività del policlinico cittadino. È anche sede di un aeroclub, che organizza voli privati e scuole guida con piccoli aerei ad ala fissa e alianti.
Il sistema deltrasporto pubblico è gestito daBusItalia Veneto. Il principale asse è larete tranviaria, attualmente costituita dalla solalinea SIR1, che serve il centro storico della città e i suoi principali monumenti collegandolo con la periferia Nord (Pontevigodarzere) e Sud (Guizza), integrato con una rete di autolinee urbane e suburbane. Dal 2023 sono in fase di costruzione i progetti delle nuove linee SIR2[82][83] e SIR3[84][85]. La prima collegherà due comuni della Provincia situati a Est (Vigonza) e a Ovest (Rubano) della città,[82] mentre la seconda partirà dalla Stazione ferroviaria per giungere a Voltabarozzo.[84]
La sede comunale si trova a Palazzo Moroni, in Via del Municipio, 1.
IlCorpo di Polizia Municipale di Padova è l'organo amministrativo che svolge il servizio diPolizia municipale nell'ambito del Comune di Padova. È stato fondato il 21 novembre1868.
Nel 2009 si parlava dell'imminente apertura in città dei consolati diCina eRomania[87], ma a tutto il maggio del 2013 non sono ancora stati realizzati.
La squadra di calcio delPadova terzo classificato nel campionato italiano 1957-58
IlPadova è la storica compagine calcistica cittadina. La squadra, fondata nel 1910, ha militato per 16 stagioni inSerie A (di cui 14 tra il 1929 ed il 1962 e le ultime due tra il 1994 ed il 1996) annoverando tra le sue file giocatori comeKurt Hamrin eAlessandro Del Piero e allenatori comeNereo Rocco eBéla Guttmann. Il miglior risultato raggiunto è il terzo posto inSerie A nella stagione1957-1958. Memorabile fu anche laCoppa Italia 1966-1967, in cui ibiancoscudati giunsero alla finale, persa colMilan (1-0), dopo aver sconfitto l'Inter in semifinale per 3-2. Negli ultimi anni ha preso importanza ilderby tra il Padova e ilCittadella, l'altra squadra della provincia,[N 12] con cui ha spesso giocato nella stessa divisione a partire dalla stagione1998-1999. Attualmente il Calcio Padova disputa il campionato diSerie C sul terreno dellostadio Euganeo.
Di buon livello calcistico neglianni dieci eanni venti fu l'Associazione Sportiva Petrarca Calcio, che nel campionato del1922 rubò aibiancoscudati lo scettro di regina cittadina. In quella stagione fu eliminato nel girone a tre squadre di semifinale dallaNovese, che disputò poi la finale sconfiggendo la Sampierdarenese e laureandosi Campione d'Italia. IlPetrarca ha cessato l'attività nel 2016.
La principale squadra di pallavolo maschile è laPallavolo Padova, che milita nel campionato diSerie A1. Nel suo palmarès spicca la conquista dellaCoppa CEV nel 1994. Tra il 2004 e il 2007 la principale squadra di pallavolo femminile era rappresentata dalVolley Club Padova, che ha disputato due campionati diSerie A1 prima di cedere il titolo sportivo aForlì[90] e di proseguire l'attività solo a livello giovanile. Nella stagione sportiva 2005-2006 Padova è stata l'unica città a essere rappresentata nei massimi campionati di A1, sia nel volley maschile che in quello femminile, rispettivamente dalSempre Volley e dalVolley Club Padova.
La squadra di rugby delPetrarca campione d'Italia 1973-74
Importante è il ruolo di Padova nel rugby nazionale; ilPetrarca, sezione dell'omonima polisportiva, vanta la vittoria in 15 campionati nazionali tra il1970 e il2024, oltre a quattrocoppe Italia.LeFiamme Oro contribuiscono al palmarès cittadino con ulteriori cinque scudetti tra il1958 e il1968, prima di scioglieri nel 1978 e rifondarsi a Milano nel 1985 e successivamente trasferirsi a Roma.Altre realtà di rilievo che hanno militato in massima divisione sono ilCUS Padova e, più recentemente, ilValsugana.
Tra le donne, invece, figura la squadra femminile del Petrarca, chiamataPerle Nere, attiva tra fine anninovanta e primiduemila, pioniera della disciplina in città, e più recentemente quella del citato Valsugana, le cui giocatrici sono chiamate familiarmenteValsugirls.Quest'ultima compagine ha vinto 4 scudetti tra il2015 e il2022 e contribuisce a fare di Padova, con 24 campionati nazionali vinti, la città più scudettata del rugby italiano dopoTreviso.
La squadra scacchistica a squadre di Padova, legata alClub Italiano di Scacchi "Guido Cortuso" di Padova e sponsorizzata dall'Obiettivo Risarcimento, società italiana di risarcimento sanitario, è da anni la miglior realtà italiana degli scacchi nazionali a squadre avendo vinto per 13 volte ilCampionato italiano di scacchi a squadre e le ultime sette (al 2024) consecutive e per una volta laCoppa europea di scacchi per club . In passato a Padova è stato organizzato un importante torneo di scacchi internazionale ilFestival scacchistico internazionale di Padova.
Le compagini cittadine più importanti nellascherma sono state l'antica Accademia Comini, ilPetrarca Scherma e il Cus Padova, che hanno formato atleti vincitori diOlimpiadi e Campionati del Mondo. La squadra italiana di sciabola giunta seconda alleOlimpiadi di Londra 1948 era composta da atleti padovani allenati dal grande maestro Guido Comini. La fiorettista padovanaFrancesca Bortolozzi ha conquistato ori olimpici e mondiali (Barcellona 1992 edEssen 1993), gli sciabolatoriMarco Marin eGianfranco Dalla Barba hanno conquistato titoli olimpici e mondiali (Los Angeles 1984,L'Aia 1995) e la sciabolatriceAnna Ferraro è stata campionessa del mondo a squadre (Seul 1999). IlTrofeo Luxardo di Padova, giunto nel 2007 alla 50ª edizione, è l'unica prova di Coppa del Mondo di sciabola che si disputa in Italia.
A Padova ha sede la squadra dihockey in-line maschile deiGhosts fondata nel 1998, nel cui palmares figurano lo scudetto del 2003, la seconda posizione nella prima edizione della Champions League del 2003, la Coppa Italia del 2006 e i secondi posti in serie A nel 2006 e nella Supercoppa Italiana dello stesso anno. La maggiore squadra cittadina difootball americano sono iSaints, che nel 1992 vinsero ilSilverBowl, il campionato di seconda divisione.
Un'altra gloria dello sport patavino è il pilotaRiccardo Patrese, che ha ceduto aRubens Barrichello il primato (il suo era di 256) del maggior numero di gare disputate inFormula 1, dove risultò vincitore di seiGran Premi. Discreta la carriera del pilotaGiorgio Pantano, vincitore del campionato 2008 dellaGP2 e con qualche Gran Premio disputato in F1 nel 2004.
Tra gli avvenimenti sportivi annuali più rilevanti c'è lamaratona di Sant'Antonio, un evento che si tiene solitamente in aprile, con partenza daCampodarsego(PD) e arrivo in Prato della Valle. L'astista ucrainoSergey Bubka il 30 agosto 1992 realizzò alColbachini dell'Arcella il suo terzultimo record del mondo (6.12) nelmeeting Città di Padova,[91] la manifestazione di punta dell'atletica cittadina che si tiene dal 1987 con scadenza annuale.
^Altri personaggi che in qualche modo rendono famosa Padova sonoStendhal per aver sostenuto cheil caffè Pedrocchi è (era) il migliore d'Italia, eOscar Wilde per il suodramma intitolatoLa duchessa di Padova (1883 circa).
^È la data tuttora celebrata comefesta del Santo dai padovani.
^Esistono poi altri "senza" (probabilmente di originegoliardica-universitaria) che però non sono ben conosciuti nella cultura degli abitanti padovani:
"Capitello senza colonna", in riferimento al capitello che si trova sotto l'angolo delSalone verso Via Fiume, attaccato alla volta ma senza la sottostante colonna;
"Cavallo senza cavaliere", in riferimento al monumento diDonatello al condottiero Erasmo da Narni, detto ilGattamelata, e che è conservato nelPalazzo della ragione;
"Chiesa senza facciata", perché la Basilica di Santa Giustina in Padova, progettata con la facciata inmarmo, ne è rimasta priva, con soli mattoni a vista;
"Bo senza stalla" o "Bo senza corna": si tratta del Palazzo centrale dell'Università, chiamato il "Bo" (che in dialetto significa "bue") perché sorge sull'area dove anticamente esisteva un'osteria con l'insegna del Bucranio (ilcranio delbue), frequentata non solo da commercianti di bestiame, ma poi anche dai primi studenti e professori universitari;
"Gatta senza coda", con riferimento al condottiero Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, il cuimonumento equestre, opera di Donatello, sorge sulla Piazza del Santo;
"Cavour senza occhiali": è il monumentobronzeo aCamillo Benso, conte di Cavour, che sorge sull'omonima piazza centrale, il cui viso (contrariamente alla ben nota iconografia) è privo dei caratteristiciocchiali. Ciò perché il viso stesso è stato ricavato dal calco dellamaschera funebre di Cavour, con la sola correzione degli occhi da parte dello scultore (l'informazione è stata fornita dal compianto scultore padovanoLuigi Strazzabosco, possessore del calco funebre suddetto);
"Orologio senza catena": si riferisce all'orologio costruito da Jacopo Dondi nel 1344 che non ha le solite lancette ed una catena con degli ingranaggi ma dei cubi che ruotano a mostrare data e ora.
^Passa quasi inosservata un'altra statuetta, sommariamente riproducente una gatta seduta in posa antropomorfica, con un "topo" tra le grinfie. Il piccolo manufatto è posto a pochi metri dalla "gatta principale".
^In realtà, Copernico era una sorta di "dilettante" di lusso dell'astronomia, poiché traeva i mezzi del proprio sostentamento dalla carica dicanonico, affidatagli da un suo ziovescovo di Frombork, nellaWarmia.
^Copernico studiò medicina (tra il1500 ed il1503), peraltro senza laurearsi; questo abbandono non gli impedì di essere considerato un medico di successo, oltre che un professionista deldiritto amministrativo in relazione all'incarico di canonico già rammentato.
^A Padova Galileo perfezionò ilcannocchiale, con cui, dalla sua casa in Padova, avrebbe successivamente scoperto i4 satelliti di Giove.
^Tutti gli enti culturali del circuito "Musei civici" sorgono nel comprensorio Scrovegni-Eremitani-Arena romana
^Il mercato di Prato della Valle si svolge solo al sabato
^Il Cittadella nelle stagioni 1999-2000 e 2000-2001 mentre militava inSerie B, giocò nelloStadio Euganeo e mutò il nome in Cittadella Padova
^Dati pubblicati nel librettoNaturalmente Padova... Tre percorsi per scoprire una città che allarga i suoi confini verdi (maggio 2007, edito dal Comune di Padova).
^Fonte: pubblicazioneNaturalmente Padova, distribuita alla cittadinanza dal Comune di Padova.
^Giuseppe Toffanin jr.,Le strade di Padova, cit., voce "Citolo da Perugia", pag. 127, ove è ricordata la lunga canzone dileggiatoria che iniziava così:
«Su, su, su, chi vol la gatta, venga innanti del bastione, dove in cima de un lanzone la vedrete star legata, su, su, su, chi vol la gatta?»
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Furio Gallina,Gli anni del vulcano.Leconseguenze dell'eruzione del Tambora nella provincia di Padova, Padova, GoPrint, 2021,ISBN 9788894401967.
Pier Giovanni Zanetti, Acque di Padova 150 anni del Canale Scaricatore, Cierre Edizioni, 2013,ISBN 978-88-8314-726-5
In neretto icapoluoghi di regione, in corsivo lecittà metropolitane. (1): lo statuto dell'Emilia-Romagna indica lacittà metropolitana di Bologna come capoluogo della regione.