Unorologio è composto da 2 o 3 lancette: la lancetta dei secondi, quando presente, compie 1 giro in 1 minuto (60 s), la lancetta dei minuti compie 1 giro in 1 ora (60 min, cioè 3 600 s) e la lancetta delle ore compie 1 giro in 12 ore (720 min, cioè 43 200 s).
L'ora non è un'unità di misura delSI, ma ne è accettato l'uso col SI.[2]
Undodicesimo del tempo compreso tra l'alba e iltramonto. Con questa definizione le ore dei giorniestivi risultano più lunghe di quelle dei giorniinvernali e sono uguali negli equinozi, quando ilgiorno e lanotte sono di pari durata. Prima del1873 inGiappone la misurazione del tempo avveniva con un sistema analogo, in cui sia il periodo di luce che quello di oscurità venivano però frazionati in sei parti chiamatetoki.
La ventiquattresima parte delgiorno solare vero (il tempo che trascorre tra unmezzogiorno e l'altro). Con questa definizione le ore variano un poco durante l'anno a causa della piccola variazione annuale del giorno solare vero, dovuta al fatto che l'orbita dellaTerra intorno alSole è leggermenteellittica e la velocità angolare della sua rivoluzione varia.
La ventiquattresima parte del giorno solare medio. Con questa definizione l'ora è sostanzialmente costante durante tutto l'anno. Minime variazioni sono dovute al fatto che la velocità dirotazione della Terra varia lentamente nel tempo.
Tavola delle «ore ineguali» o «planetarie» diEgnazio Danti, che associa ogni pianeta al rispettivogiorno della settimana: la prima ora è quella che determina la qualità planetaria dell'intera giornata; ad esempio ilsabato è associato aSaturno, ladomenica alSole, e così via. Le ore successive sono associate a pianeti diversi a seconda dei giorni della settimana.[3]
Anticamente lasuddivisione del tempo in ore aveva un valore più qualitativo che quantitativo, nel senso che ad esse venivano attribuiti dei contenutiarchetipici, corrispondenti a determinati fatti o azioni da intraprendere.[4]
ICaldei, a esempio, associavano ogni ora del giorno a unpianeta, che ne determinava la qualità: tale associazione rendeva una certa ora adatta a una specificapreghiera, o a unculto verso un particolaredio; vi erano pianeti che sovrintendevano agliaffari, altri aisentimenti, e così via. La vita dei fedeli veniva scandita con un sistema di rapida successione di diverse possibili attività a seconda del trascorrere delle ore.
Questa tradizione si è mantenuta nelle discipline come l'astrologia e lamagia che tengono conto del calcolo planetario delle ore per stabilireazioni orituali da compiere in corrispondenza di esse, secondo il principio dell'analogia o dellasincronicità.[5] Da questo significato dell'ora deriva il termine «oroscopo», che vuol dire propriamente «leggere l'ora».[6]
^«...planetarie sono chiamate, perché in ciascuna di dette hore predomina, et signoreggia un Pianeta, et di qui hanno preso il nome i giorni della Settimana» (Trattato dell'uso della Sfera di Egnatio Danti, pag. 18, Firenze 1573).
^Thorwald Dethlefsen,Il Destino come scelta, pp. 76-77, trad. it., Mediterranee, 1984.