Disambiguazione – "Oppiaceo" rimanda qui. Se stai cercando le sostanze psicoattive simili alla morfina, vediOppioide.
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L'oppio si ricava dal lattice che trasuda dalle capsule immature delpapavero officinale.
L'oppio è unostupefacente ottenuto incidendo le capsule immature delPapaver somniferum (papavero sonnifero) e raccogliendone il lattice che trasuda, che poi viene lasciato rapprendere all'aria in una resina scura che viene impastata inpani di colore bruno, dall'odore dolciastro e dal sapore amaro.
Le sostanze o preparazioni farmaceutiche contenenti oppio o suoi derivati sono chiamateoppiacei (da non confondere con glioppioidi, classe di sostanze di varia natura con un effetto farmacologico simile a quello dellamorfina[1]).[2]
Il termine italiano òppio deriva dallatinoòpium che a sua volta viene dalgrecoòpion, presumibilmente forma del diminutivo diopòs (succo). Illattice (denso, giallo-verdastro) ottenuto dalla pianta intera e dai suoi semi, era invece chiamato dai grecimekònion. Altri nomi dell'oppio sonoO-Fu-Jing (lett. "veleno nero") inCina,Ahiphema inIndia,Schemeteriak inPersia e viene tradottoAfyun in arabo eOphion in ebraico.
Il papavero da oppio dopo aver raggiunto la fase di maturazione.
Sono state ritrovate capsule diPapaver somniferum addirittura negli scavi di palafitte dell'uomo di Cro-Magnon datate fra i 20.000 e i 30.000 anni fa, anche se non è possibile stabilire se gli abitanti del sito conoscessero le proprietà di tali piante. Sappiamo per certo invece che iSumeri di 5.000 anni fa le conoscevano bene, e tramandarono l'uso del papavero da oppio alle successive civiltàcaldea eassiro-babilonese: questi ne introdussero l'uso inEgitto verso il 1500 a.C.
IlLibro ermetico dei medicamenti, un antico papiro egiziano, raccomanda l'uso del papavero da oppio come sedativo.Ippocrate, nelIV secolo a.C., consigliava l'oppio come rimedio per numerosi mali, ma già un secolo dopoErasistrato metteva in guardia i suoi allievi e i colleghi medici contro l'uso frequente di questo medicinale, che poteva rivelarsi gravemente dannoso. L'oppio fece il suo ingresso nella civiltà romana quando questa conquistò laGrecia;Dioscoride, nelI secolo d.C., descrive accuratamente la pianta del papavero da oppio e le proprietà della sua linfa, elencando anche una serie di possibili usi. Si deve però aGaleno la diffusione fra i medici di Roma dellateriaca, inventata daAndromaco, medico personale diNerone: un farmaco che conteneva, fra l'altro, una discreta quantità di oppio. Marco Aurelio ne usò in grande quantità, per cui viene considerato da alcuni storici il primo imperatore oppiomane.[3][4]
Dopo la caduta dell'impero romano non vi sono quasi più notizie sul consumo di oppio in Europa, mentre nella farmacologia mediorientale venne introdotto dal medico persianoAvicenna verso l'anno Mille: secondo il suo discepolo e biografoAbu Al Guzani fu proprio questa sostanza la causa della morte del maestro, come in occidenteParacelso morì intossicato dall'oppio dopo aver inventato illaudano, sostanzialmente una tintura di morfina all'1%. Ma già nella seconda metà delMedioevo in Europa il consumo di oppio era andato aumentando, tanto da suscitare reazioni ufficiali nella classe medica: la SantaInquisizione giunse al punto di vietarne l'uso anche come medicinale. NelXVI secolo inTurchia e inEgitto l'uso di oppio era estremamente diffuso a livello popolare.
InCina l'introduzione dell'oppio avvenne presumibilmente verso il 2800 a.C., ma l'uso popolare iniziò solo molto più tardi, verso il 1100 a.C., quando iniziò a diffondersi l'usanza di preparare per alcune festività un dolce a base di oppio. Verso ilXVII secolo in Cina l'uso di oppio esplose quando l'imperatore vietò l'uso del tabacco da fumo, che i cinesi usavano mescolare all'oppio, e si iniziò perciò a fumare oppio puro. Il consumo di oppio aumentò tanto che all'inizio dell'Ottocento i fumatori di oppio in Cina erano circa 10 milioni, e l'oppio veniva importato dall'India tramite la potentissimaCompagnia britannica delle Indie orientali, che ne monopolizzava il commercio. Vista la situazione l'imperatore decise di ridurre le importazioni di oppio inglese e, poiché le sue disposizioni rimanevano lettera morta, nel1839 ordinò di distruggere 20.000 casse d'oppio scaricate dalle navi inglesi aCanton, fatto che scatenò laprima guerra dell'oppio fra Cina eInghilterra (in seguito alla qualeHong Kong passò in mani inglesi), che fu seguita da una seconda nel1856. In Cina nel 1906 venne proibito l'uso dell'oppio (dal 1890 non veniva più importato dalle colonie inglesi, bensì prodotto nel paese) e nel1941 il generaleChiang Kai-shek ordinò la distruzione di tutte le coltivazioni; nonostante ciò nel1946 i fumatori di oppio in Cina erano ancora 40 milioni. La rivoluzione diMao Zedong sradicò finalmente con successo quest'abitudine.
Una fumeria d'oppio in Cina (1902)
NelXIX secolo l'oppio conobbe in Europa il suo periodo di massima diffusione: molti poeti e scrittori ne facevano uso, fra cuiColeridge,Baudelaire,De Quincey (autore deLe confessioni di un mangiatore d'oppio) e altri. Tuttavia il suo uso rimase per lo più circoscritto agli ambienti letterari e non si diffuse mai veramente, per la concorrenza sul piano dell'uso "ricreativo" del suo principio attivo, lamorfina, isolata nei primi anni del secolo daArmand Séquin che la chiamò così in onore diMorfeo, il dio del sonno e dei sogni, mentre un anno più tardiFriedrich Sertürner mise a punto un metodo economico per isolare e produrre la morfina dall'oppio.
In Iran la coltivazione e l'uso di oppio vennero proibiti nel1955, ma la legge venne abrogata 14 anni dopo; larivoluzione Khomeinista nel1979 proibì l'oppio e tutte le altre droghe, sotto pene severissime, mentre in Turchia il divieto di coltivazione è stato emanato soltanto nel1971.
Dopo circa tre mesi dalla germinazione la pianta diPapaver somniferum raggiunge la maturità e fiorisce. I fiori durano solo pochi giorni, poi i petali cadono e resta la capsula, che nel giro di un paio di settimane cresce fino alle dimensioni di un uovo di piccione.
Il momento migliore per estrarre l'oppio arriva qualche giorno prima della piena maturazione della capsula. Le capsule vengono incise leggermente a una a una con uno speciale coltellino (chiamato in India nashtaro nurnee) costruito legando insieme tre, quattro o più piccole lame appuntite, che danno quindi, con un solo movimento, più incisioni parallele lungo le quali sgorgano immediatamente piccole gocce lattiginose: l'oppio. Le goccioline si rapprendono rapidamente, e nel giro di poche ore l'oppio diventa denso e pastoso. Dal biancolatte vira al rossiccio e poi al bruno scuro. Le incisioni si fanno in genere nel pomeriggio, perché la temperatura più fresca della sera rallenta l'addensamento del lattice e quindi aumenta al massimo la resa di ogni capsula. La mattina dopo l'oppio viene raccolto. Ogni capsula viene raschiata delicatamente con una specie di larga spatola a mezzaluna, sulla cui lama man mano si accumula l'oppio. Una capsula dà pochi centigrammi di oppio, e ci vogliono quindi molte ore di lavoro per raccoglierne una quantità significativa.
Essendo unsedativo, l'oppio rallenta i riflessi e la vitalità del corpo, aumentando contemporaneamente l'euforia e la resistenza al dolore fisico, in maniera simile all' etanolo. Se fumato manifesta i suoi effetti molto prima rispetto all'ingestione.Causa inoltre secchezza delle fauci e aumento della temperatura corporea. Durante l'assunzione si può transitare dalla veglia all'inconscio e viceversa. Un uso prolungato può causareascessi, collasso delle vene, malattie al fegato e in rari casipolmonite, oltre ad un indebolimento del sistema immunitario.[5]
Illaudano (tintura di oppio) fu preparato per la prima volta daParacelso, ma venne diffuso daThomas Sydenham come sedativo dellatosse e per calmarediarrea e dolori colici. Attualmente è stato sostituito in medicina da prodotti analoghi sintetici più specifici: lamorfina e i suoi agonisti, insieme allapentazocina, vengono usati in terapia del dolore per la loro spiccata azione analgesica; ilmetadone che non è un derivato dall'oppio è usato solo nello svezzamento daeroina durante la disintossicazione; lacodeina e derivati si usano come sedativi della tosse, mentre ilfentanyl e suoi analoghi trovano uso in anestesia come potentianalgesici.