Nicola Covelli (Caiazzo,20 gennaio1790 –Napoli,15 dicembre1829) è stato unmineralogistaitaliano.
Nacque a Caiazzo in Terra di Lavoro il 20 gennaio 1790 da Giuseppe e da Angela Sanillo. Compì a Caiazzo i primi studi sotto la guida di Giovan Battista de Falco e del professor Bianchi: In seguito fu inviato a Napoli nel novembre 1808 per intraprendere gli studi di medicina sotto l'insegnamento di F. Folineo ma, seguendo la sua naturale inclinazione, si dedicò soprattutto all'approfondimento della chimica, della mineralogia e della botanica. In quest'ultima disciplina ebbe a maestro M. Tenore, col quale collaborò negli anni 1810 e 1811 nel riordinamento del R. Orto botanico[1].
Nel 1812, durante il regno di Gioacchino Murat, fu inviato a Parigi con un gruppo di giovani colleghi, allo scopo di perfezionarsi e si dedicò soprattutto allo studio delle scienze chimiche e naturali, grazie all'insegnamento e all'amicizia di illustri scienziati francesi[2].
Rientrato a Napoli nel 1815, in riconoscimento dei suoi meriti gli fu affidata la cattedra di chimica e di botanica nella R. Scuola veterinaria: per sua iniziativa questa fu arricchita di una farmacia, di un laboratorio di chimica, di un gabinetto di mineralogia e di un Orto botanico.[2].
Il Covelli nel 1822 fu sospeso dal suo incarico di professore di Chimica e Botanica nella Regia Scuola Veterinaria per il suo impegno politico a per aver aderito allaCarboneria, infatti lo ritroviamo, insieme ai fratelli Giovan Battista e Raffaele, nella setta caiatina denominataI Lacedemoni[3]. Gli fu di grande aiuto in queste difficili circostanze il grande naturalista abateTeodoro Monticelli, a cui il C. era legato da amicizia fin dall'epoca del suo ritorno da Parigi. L'incontro col Monticelli, insigne studioso dei Campi Flegrei e del Vesuvio, doveva offrirgliene la grande occasione[2].
Fu professore dibotanica echimica aNapoli e si dedicò per lo più a ricerche sulla composizione delle lave delVesuvio, scoprendo composti e minerali sconosciuti.
Fu membro dellaReale Accademia delle Scienze, dell’Accademia Pontaniana e delReale Istituto d'Incoraggiamento di Napoli[4]. In suo onore è stato denominato il mineralecovellite.
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