Ilnervo ottico è il nervo che trasmette le informazioni visive dallaretina alcervello. Il medico e filosofo grecoAlcmeone di Crotone scoprì per primo il nervo ottico, sebbene non descrisse le sue funzioni.
Il nervo ottico è il secondo di 12 paia dinervi cranici, ma è considerato come parte delsistema nervoso centrale; infatti, le fibre sono ricoperte dallamielina prodotta daglioligodendrociti, e il nervo ottico è avvolto nellemeningi (dura madre, aracnoide, pia madre). Tecnicamente, assieme alnervo olfattivo, non sono nervi ma una continuazione del sistema nervoso centrale.
Il nervo ottico - lungo circa cinque centimetri - lascia l'orbita attraverso ilcanale ottico, raggiungendo ilchiasma ottico, in cui si assiste ad unaparziale decussazione (incrocio) delle fibre nervose: infatti quelle provenienti dalle emiretine nasali si incrociano e proseguono neltratto ottico controlaterale.
La via ottica origina daifotorecettori dellaretina (cellule deiconi per visione a colori ad alta risoluzione, cellule deibastoncelli per visione notturna monocromatica — ma la risoluzione spaziale è molto bassa perché molti recettori convergono su un'unica fibra del nervo ottico). I fotorecettori contraggonosinapsi con le cellule bipolari della retina, che a loro volta contraggono sinapsi con le cellule multipolari della retina o cellule gangliari. Dalle cellule multipolari nascono infine le fibre ottiche che costituiscono il nervo ottico.
Vi sono tre tipi di fibre ottiche:
Maculari: al chiasma metà fibre incrociano, l'altra metà prosegue diretta
Nasali: si incrociano totalmente
Temporali: non incrociano e continuano dirette
Dal chiasma ottico parte il tratto ottico, costituito da fibre maculari metà dirette e metà crociate, fibre nasali crociate, fibre temporali dirette.Il tratto ottico mette capo al corpo genicolato laterale del talamo, dove la maggior parte delle fibre termina.Dal corpo genicolato laterale del talamo originano fibre talamo-corticali che formano la radiazione ottica, che passando nel braccio retrolenticolare dellacapsula interna e lateralmente al corno occipitale delventricolo laterale giunge alla corteccia cerebrale dei labbri e del fondo dellascissura calcarina, sede dall'area ottica primaria nel lobo occipitale (area 17). In corrispondenza dell'area 17, vi sono le aree 18 e 19 di Brodmann, ovvero le aree presupposte alla funzione del riconoscimento delle immagini osservate. Una lesione dell'area 17 comporta cecità "vera", mentre una lesione delle aree 18 e 19 determina cecità "psichica", ossia una condizione nel quale il soggetto riesce a vedere, ma non riesce a riconoscere quel che osserva.
Una parte delle fibre ottiche che non terminano nel corpo genicolato laterale del metatalamo raggiungono lalamina quadrigemina delmesencefalo e terminano neltubercolo quadrigemino superiore e nelnucleo pretettale. Da qui parte la via ottica riflessa, per i movimenti riflessi in risposta a stimoli luminosi.
Dal tubercolo quadrigemino superiore nascono fibre tetto-pontine, tetto-bulbari e tetto-spinali. Le prime due sono dirette e terminano nelponte e nelmidollo allungato; le tetto-spinali dirette si uniscono alle tetto-spinali dirette della via acustica riflessa (idem le crociate).
Dal nucleo pretettale partono fibre dirette alnucleo di Edinger-Westphal del mesencefalo, dove nascono fibre per l'innervazione del muscolocostrittore della pupilla e delciliare, responsabili rispettivamente dellamiosi (costrizione pupillare) in condizioni di forte luminosità e del riflesso diaccomodazione visiva, ossia l'adattamento dell'occhio alla visione di oggetti vicini.
Dal nucleo pretettale partono anche fibre dirette alnucleo intermedio laterale del corno laterale, dove ha sede ilcentro cilio-spinale di Budge, dal quale originano fibre per innervazione del muscolo dilatatore della pupilla per lamidriasi (dilatazione pupillare) in condizioni di scarsa luminosità o stati emozionali particolari.
Una lesione a carico del nervo ottico produce perdita della vista permanente.