Pantalica | |
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Civiltà | Civiltà di Pantalica,Sicula,bizantina |
Utilizzo | Necropoli e villaggio |
Epoca | età del bronzo |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Comune | Cassaro,Sortino |
Dimensioni | |
Superficie | 2 058 600 m² |
Altezza | 424 m |
Scavi | |
Date scavi | 1895, 1899, 1897, 1912, |
Organizzazione | Sovrintendenza di Siracusa |
Archeologo | Paolo Orsi, Luigi Bernabò Brea |
Amministrazione | |
Patrimonio | Riserva naturale orientata Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande |
Responsabile | Regione Siciliana |
Visitabile | Si |
Sito web | www.pantalica.org/ |
Mappa di localizzazione | |
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Modifica dati su Wikidata ·Manuale |
Pantalica (ascoltaⓘ), o meglio lenecropoli rupestri di Pantalica, sono una località naturalistico-archeologica dellaprovincia di Siracusa. Il nome del sito potrebbe derivare dal greco πάνταλίθος “luogo pieno di pietre” oppure dall’arabo Buntarigah “luogo pieno di grotte”, per la presenza di molteplici grotte naturali e artificiali.[1][2] Nonostante ciò servirebbe però un serio studio dipaleolinguistica per poter asserire con certezza l'etimologia in questione, così da poter fuggire da inutili e supposteparetimologie.
Costituisce uno dei più importanti luoghi protostorici siciliani, utile per comprendere il momento di passaggio dall'età del bronzo all'età del ferro nell'isola. Da alcuni archeologi, viene identificata con l'antica Hybla, un regno siculo che dal XIII all'VIII sec a.C. si estendeva dallavalle dell'Anapo aSiracusa.[3]
Nel2005 il sito è stato insignito, insieme con la città di Siracusa, del titolo diPatrimonio dell'umanità da parte dell'UNESCO per l'alto profilo storico, archeologico, speleologico e paesaggistico.
La località di Pantalica ha dato il nome a un celebre racconto diVincenzo Consolo,Le pietre di Pantalica[4], in cui l'altopiano diventa una metafora del cammino dell'uomo.
Il sito si trova su un altopiano, circondato da canyon formati nel corso dei millenni da due fiumi, l'Anapo e ilCalcinara, che hanno determinato l'orografia acanyon caratteristica della zona[5]. L'altopiano così come le vallate sottostanti (definiteValle dell'Anapo) sono delle importanti zone naturalistiche[5]. Nella zona di Giarranauti è presente un bosco. Vari sentieri permettono di visitare il sito. La Valle dell'Anapo è accessibile da due varchi collegati tra di loro, dal lato diSortino e dal lato diFerla[6].
L'area in cui ricadono gli interessi archeologici ha come suo punto più elevato quello dell'anaktoron. L'altopiano è circondato dalle ripide valli che rendono il territorio semi inaccessibile se non per l'agevole accesso (oggi percorso dalla Strada Regionale 11 proveniente da Ferla) dellaSella di Filiporto. Qui venne costruito un ingresso fortificato con un fossato a protezione.
Pantalica ricade nellaRiserva naturale orientata Pantalica, Valle dell'Anapo e Torrente Cava Grande.
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Siracusa e la Necropoli Rupestre di Pantalica | |
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Tipo | Architettonico |
Criterio | C (ii) (iii) (iv) (vi) |
Pericolo | Nessuna indicazione |
Riconosciuto dal | 2005 |
Scheda UNESCO | (EN)Syracuse and the Rocky Necropolis of Pantalica (FR)Scheda |
Manuale |
Nel corso delle ricerche diPaolo Orsi Pantalica venne identificata come l'anticaErbesso, ma le recenti ricerche di Bernabò Brea propendono per l'ipotesi che si tratti dell'antica Hybla abitata storicamente dal reHyblon il quale concesse ai megaresi, condotti daLamis, di stanziarsi in un lembo del suo territorio e fondareMegara Iblea nel728 a.C.
L’ipotesi è molto verosimile perché Pantalica è non solo il più importante fra i centri della Sicilia preellenica ma anche il più vicino a quel tratto di costa in cui sorgeva Megara Hyblaea. Il dominio del re Hyblon doveva comprendere certamente tutto l’altipiano delmonte Lauro e tutta la costa fra Augusta e Siracusa»
(L. Bernabò Brea,La Sicilia prima dei Greci 1958, p.163)
AncheTommaso Fazello nel1558 identificò (erroneamente) Pantalica conErbesso.
Nella prima metà delXIII secolo a.C., tutti gli insediamenti costieri scomparvero quasi all'improvviso per l'arrivo in Sicilia deiSiculi e di altre popolazioni italiche o per altre cause a noi sconosciute; la popolazione indigena quindi abbandonò la fascia costiera e cercò rifugio in impervie e disagevoli zone montane, scelte perché rispondenti ad esigenze di difesa, riunendosi in grossi agglomerati. Questi popoli erano legati culturalmente a Thapsos il centro più importante della zona costiera (evidenziato dallo stile dei manufatti), che aveva anche dei contatti con i commercianti provenienti daMicene.
Verso il1050 a.C. Pantalica perde improvvisamente importanza, la sua popolazione si sposta nellaNecropoli di Cassibile e nei dintorni dove fiorisce lafacies Pantalica II. Ma è uno spostamento temporaneo perché nella prima metà delIX secolo a.C. il sito originario torna ad essere importante. Tuttavia in questa fase intermedia, a causa dell'avvicinamento alla costa, si evidenzia un influsso fenicio nello stile e di conseguenza anche nello scambio commerciale.
Verso l'850 a.C. per una ragione non chiara (i greci non erano ancora giunti a fondare le colonie siciliane) le popolazioni sicule di Pantalica si spostarono dalla costa all'entroterra riappropriandosi dei luoghi più impervi. I siti come Pantalica si moltiplicano anche nella zona sud-orientale della Sicilia mantenendosi in zone interne, fino all'arrivo dei greci che segna una serie di contatti e futuri scontri per il controllo del territorio.
La successiva nascita ed espansione di Siracusa determinò la distruzione della nuova città che Hyblon concesse ai megaresi e probabilmente i Siracusani distrussero anche il regno di Pantalica, essendosi il dominio dellapolis espanso sino all'entroterra, con la fondazione diAkrai nel664 a.C. Di questa cultura restano le vestigia del palazzo del Principe o Anaktoron, nonché una vasta necropoli di ben 5000 tombe a grotticella artificiale, scavate nella roccia[7].
L'area della necropoli non sarà mai del tutto abitata in epoca greca; dovremo attendere i primi secoli delMedioevo[8] cioè nel VI secolo d.C., quando le incursioni dei barbari, dei pirati e poi degliarabi poi nel IX secolo, costringeranno le popolazioni a cercare rifugi sicuri in questi luoghi inaccessibili; si hanno così le testimonianze di epoca bizantina. Ancora oggi sono visibili i resti delle abitazioni scavate nella roccia in epoca bizantina e i resti dei piccoli oratori rupestri dellagrotta del Crocifisso[9], diSan Nicolicchio[10] e diSan Micidiario[11].
Anche dopo l'occupazione araba e l'arrivo deiNormanni il sito era abitato, lo conferma il cronistaGoffredo Malaterra che nel1092 parla di una comunità araba nel sito diPantargia, mentre dell'anno successivo è la bolla delpapa Urbano II che oltre a citare ladiocesi di Siracusa considera anchePentargia.[12]
Il primo studioso ad occuparsi sistematicamente del sito fu l'archeologoPaolo Orsi che nel 1899, nel 1895 e nel 1897 compì ampie campagne di scavo per l'esplorazione del sito.[5]. Il risultato delle sue ricerche fu pubblicato neiMonumenti antichi dei Lincei del 1898.[13]
(Paolo Orsi[14])
Negli anni 50 del '900 fuLuigi Bernabò Brea a proseguire le campagne di scavo.
Pantalica è un luogo suggestivo dove eseguire delle escursioni o semplici passeggiate nella natura. Tuttavia oltre all'aspetto naturalistico appare un passato di millenni attraverso le 5000 caratteristiche tombe a grotticella di cui molte pareti sono costellate.[15]
Non è facile conteggiare attraverso un numero esatto tutte le tombe esistenti a Pantalica perché distribuite anche singolarmente. Tuttavia sono state riconosciute diversenecropoli:
La ragione per cui restano tracce solo delle necropoli e non degli abitati è descritta da Orsi in questo passo:
(Paolo Orsi[14])
In uno dei punti più elevati dell'area, in una posizione dove si domina la visione delle valli si trova la cosiddetta acropoli di Pantalica. Da questo punto era facilmente controllabile l'eventuale arrivo di nemici, qui fu costruito il "palazzo del principe" o "Anaktoron", l'unica costruzione in pietra dell'area. L'edificio dell'Anaktoron risale al XII-XI secolo a.C. e sembra attestare un'influenza di costruttori micenei, particolare che desta particolare interesse per la geografia antropica dell'epoca.
La successiva presenza di popolazioni di cultura bizantina è attestata dai diversi abitati nonché dai piccoli villaggi scavati nella roccia:
In corrispondenza della Sella di Filoporto proprio oltre il piccolo spiazzo in cui lasciare le auto è ben visibile un fossato eretto probabilmente attorno al V secolo a.C. che comprendeva anche delle strutture difensive poi ampliate in epoca bizantina anche con una torre.
Giarranauti è un ampio bosco nella parte superiore dell'altipiano di Pantalica. Questa zona oltre ad essere suggestiva per la presenza di un bosco è anche ricca di testimonianze del passato, soprattutto diEpoca Bizantina. Seguendo i sentieri all'interno del parco si trovano i resti di un villaggiobizantino (stiamo parlando del VI-VIII secolo d.C.), delleconcerie e dellemacine scavate nella roccia.
Il sito di Pantalica presenta delle influenze culturali chiamate comunementecultura di Pantalica diffusasi in altre parti della Sicilia, l'elemento topografico è quello di una localizzazione strategica in un punto alto da dove controllare le varie fonti di sussistenza come pascoli, boschi e coltivazioni.
Nella valle dell'Anapo, nei primi del novecento venne costruita una ferrovia che collegava la costa con l'entroterra passando all'interno dell'area di Pantalica. La ferrovia rimase in funzione sino agli anni cinquanta del secolo scorso, poi venne dismessa. Ad oggi restano percorribili le gallerie e alcuni edifici ferroviari dei primi del novecento. Allora vi era persino la fermata del treno Necropoli di Pantalica.
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