Diverse sono le ipotesi che si fanno sulle origini del nome "Monteleone": il Pieri ipotizza una derivazione dal nome proprio latinoLeo, altri dapapa Leone IX.
Tale pontefice, dopo essere stato eletto nella città tedesca diWorms, si reca aRoma per ricevere l'elezione canonica; nel viaggio, durante il febbraio del1049, passa anche nel luogo dove sorgerà di lì a poco Monteleone.
È anche probabile che gli orvietani, con questo nome, vogliano sottolineare la forte funzione difensiva del castello.
Monteleone d'Orvieto è attraversato dai fiumiChiani, dai torrentiRipignolo eFossalta; non lontano dal capoluogo, alla Fonte del Ss. Crocifisso, nasce il fiumeNestore, importante affluente di destra delTevere.
Il paese è all'interno dellaVal di Chiana romana, indicando con tale termine la parte della valle che nel Medioevo apparteneva allo Stato Pontificio e distinguendola così dalla Valdichiana aretina e senese un tempo ricompresa nelGranducato di Toscana;Fabro e Monteleone d'Orvieto sono i due ultimi comuni della lunga e stretta valle del fiumeChiani che inizia nellaprovincia di Arezzo, attraversa laprovincia di Siena e finisce con le due province Umbre diPerugia eTerni.
L'assetto geologico del territorio in cui si trova la dorsale collinare di Monteleone d'Orvieto è il risultato delle vicendetettoniche che hanno interessato la zona fra ilmiocene ed ilplio-pleistocene.
Il Cattuto nel1988 propone una ricostruzionepaleogeografica per un'area ricomprendente anche Monteleone. Da tale studio si desume che durante ilpliocene medio-superiore, la linea di costa del mare era orientata in direzione Nord/Ovest-Sud/Est ed occupava le attuali valli dei fiumiChiani ePaglia.
In questo mare delpliocene, in corrispondenza del territorio compreso fraCittà della Pieve e Monteleone, si depositarono ampie zone di sedimenti trasportati poi dal paleofiume Nestore che, defluendo verso Sud-Ovest, portò il suo carico solido in corrispondenza dell'antica linea di costa.
Il materiale risulta oggi distribuito in maniera regolare, presentando una classificazione molto tipica, su un'ampia superficie, i cui insiemi di strati orizzontali più alti ed interni del materiale depositato (caratterizzato dai sedimenti più grossolani), è oggi ben evidenziato dalla formazione del conglomerato diCittà della Pieve, cittadina situata a pochi chilometri da Monteleone.
La struttura della dorsale collinare è quindi costituita in alto dasedimenti fini, medi e grossolani.
Procedendo dall'alto verso il basso della serie si ritrovano le seguenti sequenze:
sabbie e sabbie limose
deposito di conglomerato
sabbie limose argillosea
sabbie gialle
I versanti che definiscono la dorsale collinare su cui si erge l'abitato del capoluogo sono interessati da fenomeni di dissesto attivi e/o quiescenti. I fossi si trovano in fase di scalzamento dell'alveo e ciò crea valli incassate fra pareti anche a strapiombo. Non a caso fra il novembre2012 ed i primi mesi del2013, il clima particolarmente piovoso[4], ha creato gravidissesti idrogeologici alcuni dei quali - in particolare ad ovest del capoluogo - hanno dato vita a modificazioni significative della morfologia dei luoghi, con lo scivolamento, orizzontale e verticale, di ampie zone adiacenti all'abitato.
L'editto diFederico II è undiploma dato a Città della Pieve perché rimasta a lui fedele; l'Imperatore vi definisce in maniera minuziosa le zone ed i comuni limitrofi alla Città, che a quel tempo ha una superficie di10.467 ettari e confina con Chiusi,Castiglione del Lago,Paciano,Panicale,Piegaro, Monteleone, Ficulle, Fabro,San Casciano dei Bagni eCetona. Deve quindi appartenere al dominio di Castel della Pieve
«tutto il territorio coltivato e non coltivato che si stende fino alla località detta “Guado Burgo” dalla parte di Orvieto, tutto il terreno coltivato e non coltivato al di là ed al di qua del fiumeChiana, verso Salci, Figgine, Camporsevoli e Cetona, e che si stende fino alla strada maggiore, ossia vecchia, che mena dalla Città di Chiusi alla Città di Orvieto, a partire da un certo punto, denominato “Ponte Spada” nel terreno Chiusino - tutto il terreno coltivato e non coltivato fino al fiume Tresa, e ai fossi di Caioncola – e verso Paciano, e Panicale, tutto il terreno che si stende fino al fosso “Moiano”, alla fonte di S.Galgano, alla strada che va a Panicale, Colle di Monte S.Marcello e Strada Maggiore del Piegaro - e ancora tutto il terreno verso l'eremo di S.Giovanni e verso Monteleone, fino alNestore, giungendo alla località detta di “Giove” e poi discendendo all'altra località della Chiana detta “Guado Burgo” sopra nominata»
La prima testimonianza storica del territorio comunale di Monteleone d'Orvieto fu rinvenuta nel1878, quando venne scoperta, nelle vicinanze del capoluogo, una tomba a camera contenente alcune urne appartenenti al periodoetrusco; su di esse sono presenti iscrizioni in latino e tirreno.
La circostanza fa presupporre una comunità etrusca nel territorio, risalente alII-III secolo a.C., soggetta alla lucumonia[5] diChiusi,dodecapoli etrusca molto vicina.Lo storico cinquecentesco Cipriano Manente afferma che il castello diMonteleone viene fondato daOrvieto nel1052 a guardia dei suoi confini settentrionali. Lo studioso monteleonesePietro Momaroni, sposta la data di fondazione delcastrum alla fine del1100.
Fino a qualche tempo fa si poteva affermare con certezza che il primo documento ufficiale in cui si legge il nome di Monteleone è un atto diFederico II del1243 (vedi tabella a lato) dove l'imperatore fissa i nuovi confini di Castel della Pieve (Città della Pieve) a lui fedele. Contrariamente a tale tesi il Corgna scrive nel 2004 che, in unaBolla pontificia diCelestino III del1191, laMisurati inopiam, vengono citate le parrocchie dipendenti dal Vescovo diChiusi in numero di venticinque Pievi; al confine con le Diocesi diPerugia edOrvieto il documento richiama "Pozzuolo Umbro,Casamaggiore,Paciano,Panicale,Tavernelle,Piegaro,Castel della Pieve,Monteleone, Salci, Camporsevoli,Trevinano,Santa Fiora". In realtà, in tale documento, non si cita espressamente Monteleone ma laChiesa di S. Pietro, probabilmente riferendosi alla chiesa di S. Pietro e Paolo la collegiata di Monteleone, ma di questa circostanza, al momento, non vi è certezza.
Nel1278 il Comune diOrvieto determina i confini dei propri castelli e nel relativo documentoMonteleone viene indicato come Piviere; nelcatasto del contado orvietano del1292 è descritto, con le relative stime anche il“Plebarium Montis Leonis.
Dal punto di vista ecclesiastico è assoggettato all'antichissimaDiocesi di Chiusi, città all'epoca controllata daOrvieto; nel Seicento entra a far parte della Diocesi diCittà della Pieve.[6]
Durante la costruzione delduomo di Orvieto, nella prima metà del XIV secolo, sorgono aMonteleone alcune fornaci per la costruzione di laterizi e la fabbricazione di materiale musivo e vetri; alcuni artigiani locali, primo fra tuttiConsiglio Dardalini, ma non solo, sono impegnati nell'opera didoratura delletessere deimosaici.
AlXIV secolo risale pure la prima stesura di un antico statuto di cui si dota la Comunità per regolare la vita interna del Castello.
Sempre in quel periodo già esistono od hanno origine alcuneConfraternite religiose:
laConfraternita della Morte, che si prefigge il compito del seppellimento dei defunti, ha una origine anteriore, legata forse alla costruzione del castello.
La Fonte del SS. Crocifisso, dove nasce il Nestore.
Tali istituzioni religiose sopravvivono per molti secoli fino aglianni cinquanta, quando vengono sciolte dalle autorità ecclesiastiche per motivi politici legati alla presenza di elementi iscritti a partiti di matricemarxista (PCI ePSI) all'interno delle stesse, cosa che la Chiesa non può, in quel periodo di guerra fredda, evidentemente sopportare.[7]
IlCastello diMonteleone rimane sotto il diretto controllo orvietano fino al1373, poi, per volere diCarlo IV passa al Visconte di Turrena, quindi viene ceduto al Conte Ugolino di Montemarte daCorbara ma è anche conteso daiConti di Marsciano che possiedono già il vicinissimo fortilizio denominato Castel Brandetto[8].
Terre, castelli e ville della nuova Diocesi
Secondo la loro antica importanza, i luoghi della Diocesi vengono suddivisi in:
5 castelli:Trevinano e Salci nel territorio orvietano, Mongiovino, Montalera e Colle S.Paolo nel territorio perugino;
18 ville: San Biagio, San Donato, San Bartolomeo, ultra lanis, nel territorio diCittà della Pieve; Camporsevoli e le Piazze nel territorio fiorentino; Missiano, Ceraselo, S.Bartolomeo del Piegaro nel territorio diPerugia; altre dieci situate nel cosiddettoMarchesato diCastiglione del Lago, cioè:Vaiano, Strada, Porto,Pozzuolo, Petrignano,Casamaggiore, Gioiella,Badia, Sanfatucchio, ePanicarola con Macchie.
Nel1398Papa Bonifacio IX cede il castello al conte Francesco di Corbara al prezzo di un falcone annuo che deve essere pagato nel giorno diSan Pietro. I discendenti del conteFrancesco di Montemarte rimangono senza prole e il castello passa sotto il dominio di BartolomeoDella Rovere, nipote diPapa Sisto IV; nel1481 il Comune di Orvieto riacquista il castrum.
Nel finire delXV secolo la Contessa Manfilia, dei Conti di Montemarte da Corbara, sposatasi con un Bandini diCittà della Pieve, rivendica i diritti ereditari suMonteleone; ha così inizio una causa legale che vede però i Bandini passare alle vie di fatto con l'invasione di parte del territorio orvietano: è l'origine di una lunga guerra che si protrae per alcuni anni e si conclude l'11 luglio1497 con il Trattato di Pace diMonteleone; le condizioni sono sfavorevoli ad Orvieto che perde Salci, ma riesce a mantenere il castello di Monteleone.
In questo stesso periodo il Comune di Orvieto provvede a restaurare e rinforzare le costruzioni difensive del castello: commissiona i lavori all'architetto Belforte di Jacopo daComo. In particolare viene ristrutturata la porta nord del paese con la creazione di una vera e propria rocca, ilcassero difeso da robuste mura e da un fossato con ponte levatoio.
Nel1601 viene istituita la nuova Diocesi diCittà della Pieve di cui Monteleone è uno dei principali paesi (ved. tabella " Terre, castelli e ville della nuova Diocesi)
A questo periodo risale la costruzione della chiesa del SS.moCrocifisso, recentemente restaurata.
Nel1738 vengono traslati aMonteleone i resti del Santo MartireTeodoro che è proclamato coprotettore del paese accanto ai titolari della chiesa principale: i SS.mi ApostoliPietro ePaolo.A questo periodo risale anche l'origine delle primerappresentazioni teatrali organizzate da alcuni giovani e realizzate nei locali comunali che, durante tutto l'arco dei tre secoli, i monteleonesi hanno trasformato nell'odierno “Teatro dei Rustici”.
Nel corso dell'Ottocento il paese viene assoggettato per alcuni anni alla dominazione francese; torna subito dopo a far parte nuovamente dei territori delloStato Pontificio.
Il primo nucleo dellaBanda musicale viene costituito nel1848 con il nome di“I dilettanti del suono e del canto”, associazione ancora oggi esistente e funzionante.
Alla fine dell'Ottocento, nel1888 viene costruita la torre dell'orologio sulle macerie di un'altra torre preesistente.
Tra i resti più antichi sono da annoverare la porta nord, costruita alla base di una delle torri di pietra della cinta muraria; alcuni brandelli delle antiche mura difensive sono poi ancora visibili in varie zone del centro storico
Il leone sui colli raffigura il nome stesso del comune ed inaraldica simboleggia la forza, il coraggio, la grandezza, il comando, la magnanimità.
Tale simbologia risulta già esistente dai più antichi documenti d'archivio risalenti alla fine del Quattrocento, insigilli diceralacca, successivamente nei primitimbri ed infine nelle carte intestate del comune.
La corona è simbolo di dominio feudale e di nobilesignoria.
I rami di quercia e di ulivo sono gli ornamenti esteriori che contraddistinguono gli emblemi civici dei comuni italiani e rappresentano rispettivamente, fin dall'antica Roma, l'uno forza, potenza, virtù, coraggio, dignità e perseveranza, l'altro è segno di pace.
Nella chiesa del SS. Crocifisso il leone rampante su tre colli si può osservare sia dipinto all'interno in una delle porte laterali dell'altare maggiore, sia all'esterno, scolpito su una pietra datata1636 sopra la porta d'ingresso.[9] Lo stemma è anche visibile in un grande riquadro in cotto nella torre dell'orologio.
Il gonfalone è un drappo partito di giallo e d'azzurro.
Chiesa SS. Apostoli Pietro e Paolo, collegiata insigne, sita nel centro storico in corso Vittorio Emanuele II; custodisce la pregevole tavola dellaMadonna col Bambino tra i santi Pietro e Paolo. L'opera è da ascriversi alla bottega delPerugino. Sempre all'interno della Collegiata vi è lacripta diSan Teodoro;
Chiesa del SS. Crocifisso (1600), appena fuori dalle mura, ha al suo interno un altarebarocco, è stata recentemente ristrutturata[9];
Chiesina di Pian Pistolla, fuori dal paese lungo la strada che conduce a Città della Pieve;
Chiesa dalla SS.ma Annunziata lungo la via principale del borgo in corso Vittorio Emanuele II;
Chiesa di Sant'Antonio oggi adibita a museo parrocchiale;
Cimitero monumentale di fineXVIII secolo, con annessa una chiesa.
Torre dell'orologio (1888) in laterizi, sita in piazza Bilancini: nelle intenzioni dei progettisti doveva divenire la sede del comune di Monteleone,[10];
Pozzo Medievale, ricostruito prima degli anni ottanta su disegno originale;
Fonte del capoluogo (basso medioevo), è un complesso unico, recentemente oggetto di un lavoro di restauro. La fonte è situata poco fuori dalle mura del paese, laddove nasce il fiume Nestore affluente destro del Tevere; serviva per l'approvvigionamento idrico e per dissetare gli animali. Vi è un ampio lavatoio un tempo usato dalle donne del castello;
Osteria (XIV secolo) edificio fuori dalle mura, era una stazione di cambio dei cavalli;
Castel Brandetto o Berneto, castello costruito nell'XI secolo, distrutto nel 1350, poi ricostruito: oggi è un casale privato di cui rimangono poche vestigia dell'antica costruzione difensiva;
"Teatro dei Rustici" (1700), ricavato dal palazzo signorile sede del Podestà o del Vicario che nel Medioevo veniva generalmente inviato da Orvieto.
Castrum Montis Leonis: antica pianta della parte iniziale del centro storico
Il centro storico di Monteleone d'orvieto ha una pavimentazione nelle vie costituita di sampietrini e nelle piazze vi sono basole dibasalto, materiale quest'ultimo ripreso dalla pavimentazione del secondo dopoguerra, che andò a sostituire le vecchie basole di fine Ottocento, friabili e deteriorate.
Le abitazioni sono collocate lungo la via principale centrale, chiamata fino ai primi del NovecentoVia Dritta, oggi CorsoVittorio Emanuele II e la parallelaVia Torta oggiViaMazzini. Le altre strade del centro storico sono le panoramiche:Via Uscidietro eVia degli Orti, che guardano il Monte Arale eMontegabbione, mentreVia della Ripa ha come sfondo il versante dellaVal di Chiana ed il monteMonte Cetona.
Entrati dalla "Porta nord", porta principale di accesso al paese, si può subito ammirare "PiazzaGaribaldi": sotto il suo pavimento vi è la "cisterna medievale", che rappresentava una sicura scorta d'acqua per il castello. La cisterna è ancora esistente, ma tra glianni cinquanta esessanta l'antico pozzo è stato rimosso.
Anticamente in piazza Garibaldi vi erano anche due Chiese oggi distrutte; la "Chiesa della Madonna della Torre", così chiamata per il campanile posto sulla torre sopra la porta nord: tale edificio di culto apparteneva al comune. La demolizione avvenne nei primi anni dell'Ottocento per motivi legati alla sicurezza essendo la chiesa pericolante.
Sempre in piazza Garibaldi si poteva trovare anche una seconda chiesa quella diSan Giovanni Decollato, dove aveva sede laConfraternita più antica di Monteleone: quella della morte; l'edificio religioso fu distrutto quando tale Confraternita decise di trasferire la sede nella "Chiesa diSan Antonio".
Un tempo nella piazzetta vi era anche uno dei forni del castello.
Lungo il corso, nell'antica "Via dritta", a sinistra si trova laChiesa della SS.ma Annunziata, con la sua facciata risalente al1779 e ristrutturata nel2004; al suo interno è conservata la statua dellaMadonna Assunta; anticamente era anche la sede dell'omonima Confraternita, poi trasformata inoratorio della Confraternita del SS.mo Sacramento.
Attigua alla chiesa si trova la casa delCappellano, sede per molti anni del Presepe Vivente, recentemente riacquisita alla Parrocchia.
Proseguendo lungo il corso, a destra vi è lacasa che dette i natali al compositore e direttore d'orchestraAttilio Parelli: una lapide in suo ricordo rammenta questa geniale personalità.
Poco più avanti, sempre a destra, si può ammirare laChiesa parrocchiale, centro della vita del castello sin dai primi anni della sua esistenza. Aveva - un tempo molto lontano - portici di fronte e di lato: la testimonianza di ciò è facilmente rinvenibile ancora oggi nel muro a nord. Accanto sorgeva anche il cimitero.
Quando venne costruito l'edificio di culto aveva una sola navata e quattro cappelle; dietro l'altare principale vi era anche un coro. Durante i secoli la chiesa ha conosciuto ampliamenti e varie modificazioni; tra il1815 ed il1821 vennero costruiti la facciata ed ilcampanile inlaterizi provenienti dalle fornaci che all'epoca erano fiorenti a Monteleone.
Le campane sono quattro: a nord vi è il “Campanone”, la campana maggiore, dal forte timbro armonico ed un tono maestoso.
Lecappelle laterali sono state tolte e la chiesa oggi ha tre navate.
Oggi al posto delcoro vi è l'abside e ancor sotto si trova lacripta del corpo di San Teodoro Martire, decorata negli anni trenta dal prof. Guglielmo Ascanio.
Negli anni cinquanta la chiesa assunse l'aspetto definitivo che ha ancora oggi: fu innalzata, vennero aperte delle finestre in alto per una migliore illuminazione e venne interamente decorata; più recentemente è stata realizzata la nuova pavimentazione.
A sinistra dell'altare maggiore si trova l'altare dedicato all'Annunciazione ed a destra trova posto la cappella del Sacro Cuore, realizzata dai monteleonesi per celebrare la fine della seconda guerra mondiale.
La via Cassia
È molto probabile che per Monteleone passi l'anticaVia Cassia. Non ultima prova ne è il concordato del 26 gennaio1828 fra laSanta Sede ed ilGranducato di Toscana, in cui viene decisa la riapertura di tale importantissima via.
Riporta il Bolletti nel 1830
«... A confermare definitivamente... la mia proposizione, che per Città della Pieve passava laVia Cassia, serva il Concordato del di 26. Gennajo 1828, fatto tra i Commissarj della S. Sede, e del Governo Toscano, in cui fu decretato il ristabilimento dell'antica Via Cassia, la quale daArezzo, eChiusi passa perCittà della Pieve, e quindi passando sotto Monte Leone, eFiculle perOrvieto, entra nella strada Romana che conduce alla Metropoli della Chiesa, la quale strada incominciata sin dal Giugno 1828. prosegue ad effettuarsi.»
(Giuseppe BollettiNotizie istoriche di Città della Pieve,Perugia1830)
Proseguendo nella passeggiata lungo il corso, a pochi metri sulla sinistra vi èPiazza Cavour,[11] con il caratteristico“Pozzo”, un'antica cisterna a servizio della comunità; si tratta di una costruzione delXIX secolo in laterizi - a copertura di un altro deposito d'acqua medievale - ancor più antica.
Il pozzo è stato ricostruito negli anni ottanta su disegni originali: la grata, il braccio della carrucola e le pietre della base e bordatura sono autentiche.
Appena si lasciata piazzaCavour si trova subito PiazzaPietro Bilancini, la principale del paese, fino ai primi anni del Novecento denominataPiazza dell'Orologio e successivamentePiazza Umberto I; solo nel1956 prende l'attuale denominazione in ricordo del poeta e critico letterario monteleonesePietro Bilancini (1864 –1895), che nella Piazza ha la sua casa natale in cui, anche in questo caso, è apposta la lapide in suo ricordo.
Nella parte alta della piazza vi è la Chiesa di sant'Antonio di Padova, oratorio dellaConfraternita della Morte: la facciata è del1700. A nord si trova la torre dell'orologio, costruita nel1888 su progetto di Filidio Lemmi[12], ed in fondo alla piazza vi sono i locali della Parrocchia e la Biblioteca Comunale.
La piazza è sostenuta da un robusto muro che la separa dallastrada del Sassone, che parte dal paese, attraversa l'antica porta Sud e scende verso la campagna; sopra la muraglia, tra i palazzi, si può ammirare il panorama dellaValdichiana Romana[13].
Il "Croco" di Monteleone
In poche zone d'Italia si produce lozafferano e Monteleone d'Orvieto è fra queste.
Questa specificità è già ricordata nelloStatuto medievale del1600 (ripreso a sua volta dallo statuto del1407): due dei suoi articoli sono dedicati alla coltura dello zafferano, uno ha il titolo “Della Pena di chi darrà danno in orto croco o robba di altri” che così statuisce:
«...et se alcuna bestia entrarà nel croco di altro paghi il padrone di quello per ogni bestia come nella vegnia piena, et si creda al giuramento del P(ad)rone di detto Croco, se havrà il croco per o non per qualsivoglia porco paghi venti 20 soldi…»
(Trascrizione di Sergio Giovannini dell'Antico Statuto di Monteleone del1600, ripreso dal analogo documento del1407 – Archivio Comunale di Monteleone d'Orvieto)
L'altra norma statutaria tratta “Di quello che meterà erba nelle, biade, legumi, Vignie, Are, Prati, di altri”
«Quello il quale mieterà erba di notte in biade et legume di altri paghi doi 2 libre, et il giorno venti 20 soldi, et se lo farrà manualmente paghi di notte venti 20 soldi, et di giorni cinq(ue) 5 soldi, et se in Croco venti 20 soldi...»
(Trascrizione di Sergio Giovannini dell'Antico Statuto di Monteleone del1600ripreso dal analogo documento del1407 – Archivio Comunale di Monteleone d'Orvieto)
Ancor più avanti si trova Piazza del Municipio, con l'edificio comunale anticamente sede della Congregazione di Carità;[14] nello stesso palazzo erano collocate le scuole.
Nella stessa piazza, di fronte al Municipio, vi è il“Teatro comunale dei Rustici”, e alle sue spalle, si possono ammirare i resti delle antiche mura; dalla parte opposta, si giunge alla Via del Muro dove si trovano anche qui vecchie mura ed un ampio panorama sulla vallata delChiani.
Dal teatro, proseguendo attraverso un'antica via dove è posto un vecchio forno della Comunità rimasto fino ai nostri giorni, si giunge alla Piazza del Torrione, così denominata perché è delimitata da un muraglione costruito alla fine dell'Ottocento a sostegno del terreno scosceso sopra al quale anticamente esistevano le mura del castello.
Tale piazza, che chiude l'estremo lato sud del paese, è una terrazza che si affaccia su un amplissimo panorama che spazia dalla montagna diCetona a Monte Arale, scoprendo tutta la vallata delChiani fino al monte Amiata ed ai monti Cimini, quindi le dolci colline umbre fino al monte Peglia, punteggiate da antichi borghi: a SudFabro, mentre tra gli ulivi, stretto da due alti cipressi si scorge untabernacolo, è ilCrocifisso posto all'incrocio dove la strada del Sassone si divide a destra verso la località dettaSan Biagio e a sinistra verso quella denominata Pineto; in entrambi i luoghi anticamente esistevano due chiese di campagna di cui oggi non resta più traccia.
Verso est, vi è l'abitato diMontegabbione e vicino, circondato da alti cipressi il cimitero, costruito nella seconda metà dell'Ottocento, anch'esso con mattoni cotti nelle fornaci locali; ancor più vicino, sopra un aspro burrone, si può ammirare Castel Brandetto, oggi un elegante casale, ma, come attestano i documenti, antichissimo fortilizio di proprietà deiConti di Marsciano, fondato prima dello stesso Monteleone e distrutto daiMonaldeschi nel1350, per ritorsione contro il conte Bulgaro, appartenente ad una famiglia collaterale dei Bulgarelli.
Al Torrione, ammirando il dolce panorama, che ricorda gli ampi paesaggi dei dipinti delPerugino ci si può sedere e concedere un momento di riposo e di meditazione!
L'acronimo S.T.I.N.A. sta per sistema territoriale di interesse naturalistico del Monte Peglia e Selva di Meana; il parco, istituito nel2000, interessa l'area alto-collinare e montana di cui Monteleone d'Orvieto è parte integrante, insieme ai comuni diAllerona,Castel Viscardo,Fabro,Ficulle,Montegabbione,Orvieto,Parrano,San Venanzo eTodi (unico comune dellaprovincia di Perugia). Complessivamente lo S.T.I.N.A. si estende su una superficie di 47.159 ha di cui 4.535 di area protetta.
Comprende al suo interno tre aree naturali, centri medievali ben conservati, siti paesaggistici di particolare interesse naturalistico, faunistico, paleontologico.
Aree protette
della Selva di Meana, la più grande, che diverrà un parco interregionale di 6.000 ettari insieme la vicina riserva naturale del Monte Rufeno nelLazio;
dell'Elmo Melonta che interessa laValdichiana umbra ed ha quale caratteristica una natura selvaggia poco accessibile;
diSan Venanzo, che con i suoi 120 ha è la più piccola, ma caratterizzata dalla presenza originale di una zona vulcanica con alcuni minerali e rocce uniche al mondo.
Circa il 10% della popolazione è immigrata. Si tratta di rumeni e albanesi, ma sono presenti molte altre nazionalità. Il dato della popolazione scolastica è ancora maggiormente influenzato dai nuovi italiani.
Il dialetto, pur marcato, non fa riferimento a particolari influssi umbri, poiché il paese di Monteleone si trova a cavallo fra 3 province (Terni,Perugia,Siena) e 2 regioni (Umbria eToscana); esso risente maggiormente di alcune accentature toscane.
L'intero ambito dell'Alto Orvietano ha tale dialetto, pur con significative variazioni, che non ha legami particolari con i territori circostanti.[16]
Tale diversità dipende dall'erezione nel1600 della diocesi diCittà della Pieve: il solo comune attualmente appartenente alla provincia di Terni che vi entra a far parte è proprio Monteleone d'Orvieto; nel1986, con l'unione di tale diocesi all'arcidiocesi di Perugia, anche Monteleone segue la stessa sorte di Città della Pieve.
Museo parrocchiale all'interno della chiesa di Sant'Antonio. La collezione è composta da dipinti ed oggetti sacri di pregio e di importante valore storico.[17]
Monteleone possiede il "Teatro dei Rustici" del1700 che prende il nome dalla compagnia Filodrammatica dei Rustici, presente ed attiva dal1800 fino a dopo il1950.
Santa Maria è la frazione più popolosa del comune di Monteleone d'Orvieto: secondo i dati del censimento Istat2001, gli abitanti sono 606.
L'abitato si trova a 254 m s.l.m., è posto nella parte a sud del comune, confina conFabro, è attraversato dallaStrada statale 71 Umbro Casentinese Romagnola (oggi SR 71) ed è diviso dal fosso omonimo. La frazione è adagiata nella lunga e strettaVal di Chiana, non molto distante dal fiumeChiani.
L'abitato è ubicato a circa 2 km dalla stazione ferroviaria e dal casello autostradale dell'A1 diFabro.
Il nome della frazione deriva dalla antica chiesa di Santa Maria Maddalena risalente alXV secolo.
Negli anni novanta sono venuti alla luce degli antichi resti di una fornace e una tomba molto povera del I–II secolo d.C.: rappresentano le più antiche testimonianze storiche del comune di Monteleone d'Orvieto. Tale ritrovamento sta a significare che nella zona dove adesso sorge la frazione, vi era un abitato probabilmente rurale; a tal proposito è da tenere conto che in epoca etrusco-romana la zona era fertile, il Chiani navigabile e a poca distanza passava l'importantissimavia Cassia.
La frazione ha l'economia più florida del paese basata sulle attività commerciali, agriturismo e artigianato.
Provenendo daSanta Maria e risalendo laSR 71, dopo il piccolo agglomerato dello Spiazzolino si incontra la frazione diColle, suddivisa in due abitati distinti: Colle Basso e Colle Alto; a quest'ultimo si accede attraverso alcune strade comunali. Gli abitati si trovano rispettivamente a 340 ed a 352 m s.l.m.
La probabile origine del nome deriva dalla posizione del centro abitato più antico, Colle Alto, posto su una collinetta.
La storia della frazione è legata strettamente alle due chiese private che sono presenti nei due agglomerati che la costituiscono.
La chiesa di San Cristoforo venne costruita a Colle Alto dalla famiglia Cecchetti accanto alla loro casa; in data 4 luglio1758, fu benedetta e consacrata ed eretta in Oratorio pubblico.
Nel campanile vi sono due campane: una piccola, dedicata all'Addolorata ed una, più grande, dedicata al patronoSan Cristoforo. L'anno di fusione di quest'ultima è il1706, 52 anni prima della consacrazione della chiesa. Gli abitanti erano soliti celebrare la festa del santo nel mese di maggio.
L'agglomerato di Colle Basso si è formato in epoca più recente.
Anche in tale luogo esiste una chiesa privata, costruita a fine Settecento, dedicata alla Madonna del Soccorso: si trova nel palazzo della famiglia Cecchini. Di essa si hanno poche notizie, perché classificata Oratorio privato; dal XX secolo assolve anche la funzione di oratorio semipubblico, contemporaneamente alla costituzione del primo nucleo di Colle Basso.
Nel piccolo campanile vi sono alcune campane, di cui due dedicate al Crocefisso ed una alla Madonna del Soccorso, fuse nel 1817 da Pietro Sini di Acquapendente.
I principali atti adottati in materia urbanistica nel comune di Monteleone d'Orvieto sono gli strumenti programmatori generali comunali ed in particolare:
il Piano di fabbricazione la cui approvazione risale al1982; è il primo atto generale di programmazione del territorio;
ilPiano regolatore generale comunale del2004; ha dato una definitiva sistematizzazione alla programmazione comunale in materia urbanistica, recependo gli strumenti provinciali, quali il PTCP, le norme regionali, nazionali ed i vincoli di salvaguardia territoriale.
Nel comune di Monteleone d'Orvieto sono presenti 151 imprese attive.[18]. Le attività prevalenti sono legate all'agricoltura (comprese le molte attività agrituristiche) come avviene anche in tutto il territorio di riferimento, l'Alto Orvietano.
In particolare le attività delle 151 imprese sono così suddivise:
agricoltura 40% (Nell'area di riferimento, l'Alto Orvietano, il dato è di 39,1%)
Tale attività ha ancora una grandissima importanza rappresentando il 40% delle imprese del territorio. In esse sono racchiuse molte aziende agrituristiche che sono divenute ormai un motore dello sviluppo turistico in quanto non stanno subendo la crisi che in questi ultimi anni si abbatte in tale settore.
Particolari imprese si rivolgono anche nella produzione all'ingrosso di carni di coniglio echianina e dello zafferano, in quest'ultimo caso riprendendo una tradizione locale medievale.
Il paese ha una particolare vocazione turistica, dato confermato dalle moltissime attività presenti in tale settore; dall'ultime rilevazioni[19] risultano in forte crescita le presenze negli agriturismi, case vacanza, bed and breakfast, che in pochi anni (2005-2007) sono passate da 5000 a 9000 su base annua.
L'A.S. polisportiva è nata nel1994, è molto attiva può usufruire di un palazzetto dello sport, dedicato al ricordo di"Marco Barbanera" e costruito i primianni novanta; ha al suo interno campi datennis,calcetto,pallavolo,pallacanestro ecc. e gestisce anche un campo di calcio esterno (intitolato a Giampiero Maresci), attualmente sede della squadra "Santa Maria Maddalena".
All'interno della moderna struttura trova posto lasquadra dicalcio a 5, autonoma con proprio presidente, affiliata allaFIGC e vi si svolgono anche attività divolley femminile.
Altre attività della struttura sono legate al campo da tennis coperto.
Il palazzetto unico per genere, struttura e grandezza presente nel territorio dell'Alto Orvietano.
Come già accennato esiste anche unaAssociazione "Santa Maria Maddalena", creata nellafrazione di Santa Maria, di recente costituzione (2006), ma già conta più di 40 giocatori. È iscritta al campionato di calcio UISP.
È attivo anche ilCircolo del Tennis "Ugo Uccellini” che gestisce un campo da tennis all'aperto in terra rossa battuta; l'associazione organizza ogni anno torneo estivo, corsi, affitta il campo ed organizza altre iniziative.
^Secondo le serie storiche a disposizione dei meteorologi che iniziano dal1811, solo nel1876 un vi fu un inverno similare, ma in quel caso le punte di maggiore piovosità ebbero una minore consistenza
^Territorio sottoposto allucumone, magistrato supremo che detiene il potere politico, militare e religioso presso gliEtruschi.
^In diverse parti d'Italia il decreto delSant'€Uffizio viene reso pubblico attraverso la stampa e l'affissione di manifesti (vediScomunica ai comunisti)
^Se il passaggio di Monteleone ai Montemarte in quel periodo è un fatto certo, della vicenda vi sono discordanti versioni, quella appena prospettata è solo l'ipotesi più attendibile, ma dai documenti si ricavano almeno quattro tesi alternative su come avviene effettivamente l'acquisizione:
Ugolino acquista nel gennaio1369 i castelli dall'ImperatoreCarlo di Boemia e nel1375 ne acquista i diritti anche dal Signore diChiusi.
Guglielmo di Beaufort, sempre nel gennaio1369, muove lite sopra i castelli di Monteleone e Montegabbione e li vende ad Ugolino di Montemarte; la tesi è sostenuta da Filippo Antonio Gualterio.
Nel1370 Monteleone, insieme al castello di Montegabbione, viene donato dall'Imperatore a Guglielmo di Beaufort che usa il castello nella sua guerra contro Orvieto; nel1373 Monteleone passa ad Orvieto ed è affidato ad Ugolino che però non può entrarvi perché contrastato dai Bulgarelli conti di Marsciano.
«MONTE LEONE. Surse il paese verso il1052, e nel1373 il visconte di Lorena lo prese a forza, supponendolo appartenente al Chiusino, e nel1374 lo vendè alla famiglia Montemarte, alla quale lo riprese nel1377. Ha territorio in colle e piano: il paese ha molti fabbricati, circondati di mura, e la collegiata de' ss. Pietro e Paolo apostoli.»
^Così chiamata perché è la parte della vallata appartenente allo stato Pontificio, per distinguerla dalla Valdichiana Senese ed Aretina appartenente al Granducato di Toscana
^Istituzione di beneficenza che gestiva un presidio di pronto soccorso
^Dalla chiesa diSant'Antonio di Padova provengono laDecollazione di San Giovanni Battista e due tele raffigurantil'Annunciazione. I dipinti hanno uno stile accademico tipico degli anni a cavallo tra ilXVII secolo eXVIII secolo. A destra dell'altare si trova un altro quadro che rappresentaSant'Antonio che fa inginocchiare un mulo ricorrente nella iconografia antoniana. La tela risente di influssi caravaggeschi, e non è in buone condizioni di mantenimento.Dalla chiesa dellaSantissima Annunziata eSantissimo Sacramento provengono ildiploma di aggregazione dell'Arciconfraternita del Santissimo Sacramento di Roma restaurato nel2012 e il dipintodell'Immacolata Concezione di soggettocontroriformista; alla tela la popolazione di Monteleone d'Orvieto era particolarmente legata, tanto che nel1817 la Confraternita ottenne dal Papaindulgenze legate alla pratica di esercizi spirituali di fronte all'immagine. I ricchiparamenti sacri el'ostensorio, esposti nelle teche, testimoniano l'importanza che la confraternita della Santissima Annunziata e Santissimo Sacramento aveva nel tessuto religioso e sociale monteleonese.Dalla sacrestia dellachiesa delSS.mo Crocefisso provengono dueex voto di particolare interesse del1645 e1667; il loro oggetto era strettamente legato all'evento miracoloso: il primo rappresenta la scampata uccisione di alcuni monteleonesi da parte disbirri senesi e il secondo, la grazia ricevuta da abitanti del paese sopravvissuti a un crollo, grazie all'intercessione di tre santi. Di un certo rilievo è il ritratto diPio V (1566-1572), papa che si impegnò molto alla riedificazione spirituale della Chiesa e impose l'applicazione dei decreti emanati dalConcilio di Trento: la datazione del dipinto si può collocare dopo il1712, anno della suacanonizzazione.Presente nel museo parrocchiale una piccola tela che raffigura laMadre del Buon Consiglio, datata1755, legata agli anni in cui nella chiesa del Santissimo Crocifisso - da cui proviene - viene intitolata una cappella a tale culto.Dallachiesa parrocchiale dei Santi apostoli Pietro e Paolo proviene il grande dipinto che raffiguraGesù crocifisso,Santa Maria Maddalena, la Madonna dei dolori e altri due Santi.Notizie tratte dall'opuscoloChiese nel territorio monteleonese - Il museo parrocchiale Testi di Sergio Giovannini,2004
^Quando, la notte del 9 settembre1860 il paese viene liberato ed annesso alRegno d'Italia, del comportamento di Filidio Lemmi questo ci racconta il Forti:
«A Monteleone a mezzanotte del9 (settembre 1860) entrò una colonna d'insorti in trionfo proveniente da Città della Pieve. Il paese era in festa, e sventolava la bandiera di Savoja.Filidio Lemmi, primo proprietario del paese era a capo del movimento.»
Mons. Fiorenzo Canuti,Nella patria delPerugino, 1926.
Fernando Corgna,Monteleone d'Orvieto: Storia del paese, delle Chiese e della vita sociale e religiosa, comune di Monteleone d'Orvieto, 2004
Ferdinando Ughelli, a cura di Maria Grazia Ottavini,Albero et Istoria della famiglia de'Conti di Marsciano, nella stampa camerale, Roma 1667, Marsciano 2003.
Francesco di Montemarte Conte di Corbara,Cronaca inedita degli avvenimenti d'Orvieto e d'altre parte d'Italia dall'anno 1333 all'anno 1400, corredata di note storiche e d'inediti documenti dalMarchese Filippo Antonio Gualterio stamperia Reale 1846Torino
Augusto Ciuffetti Mauro CaporaliUna dinastia feudale dell'Italia centrale: iConti di Marsciano, Marsciano 2006
Giuseppe BollettiNotizie istoriche di Città della Pieve,Perugia 1830
Giorgio Vasari,Vite de' più eccellenti pittori scultori e architetti ristampaMilano Società Tipografica de' classici italiani, 1808
Gaetano Milanesi,Documenti per la storia dell'arte senese raccolti ed illustrati tomo III secolo XVI,Siena tipografia Onorato Porri 1856
Cronache e storie inedite della Città diPerugia dal MCL al MDLXIII seguite da inediti documenti tratti dagli archivi di Perugia, diFirenze e diSiena., Annali attribuiti a uno di casa Oddi -Cronaca detta "Diario del Graziani" con supplementi d'altro Cronache inedite (1150-1491)- Firenze 1850 - supplemento IV
Pio nono ed i suoi popoli nel MDCCCLVI, ossia memorie intorno al viaggio della Santità di N.S. Papa Pio IX per l'Italia centraleRoma Tip. dei SS. palazzi apostolici 1861
R. FortiStoria d'Italia dal 27 aprile 1859 al 27 aprile 1861Firenze 1861