Il suo territorio rappresenta la parte più estrema dellapenisola flegrea, un promontorio deiCampi Flegrei prospiciente l'isola diProcida, da cui è separata da uno stretto tratto di mare (canale di Procida). Al largo, in direzione ovest si trova l'Isolotto di San Martino: un piccolo isolotto ormai non più unito con la terraferma a causa del crollo del ponte che lo collegava col tunnel.
A Monte di Procida sono note testimonianze relative già al neolitico medio-superiore (località Bellavista/Torre Fumo). Da un passo diDionigi di Alicarnasso (VI secolo a.C.) si capisce che l'attuale Monte di Procida era un villaggio della città diCuma, per questo per secoli venne chiamato Monte Cumano.
Dopo la fondazione della colonia diMiseno, Monte di Procida fece parte integrante di questo territorio, tanto da assumere il nome di Monte Miseno. Lo splendore dei Campi Flegrei iniziò ad appannarsi nelV secolo d.C., quando i barbari devastarono il territorio, spingendosi fino aBaia e Miseno. Da Cuma,Pozzuoli e Miseno molti evacuarono versoNapoli, altri rimasero a coltivare e a navigare. Intorno all'anno 850 d.C. Miseno venne distrutta dai saraceni. I cittadini di Miseno, invasa e distrutta, scapparono. Una parte raggiunse l'isola di Procida, altri s'incamminarono fino a una zona pianeggiante dell'entroterra: l'odiernaFrattamaggiore.
Cancellata Miseno, il suo territorio fu aggregato all'isola di Procida, lasciando il territorio sulla terraferma in uno stato di completo abbandono. Il monte si era ricoperto di vegetazione selvaggia, una foresta quasi inaccessibile, tanto che nella seconda metà delXV secolo ReFerdinando I aveva destinato "il Monte" alle cacce reali. Il vero e proprio ripopolamento iniziò a opera dei procidani solo nelXVII secolo, quando il Monte aveva assunto ormai il suffisso "di Procida" a evidenziare la stretta connessione con l'isola.
Con il passare del tempo, i coloni procidani consolidarono la loro presenza sul Monte e intorno alla metà del 1600 venne costruita la prima cappella, che sarebbe poi diventata la chiesa della Madonna Assunta, oggi visitata da tanti fedeli e turisti, anche dagliStati Uniti, in occasione della festa patronale del 15 agosto.
Si procedette al disboscamento graduale; s'iniziò dapprima a seminare il grano, poi si cominciarono a coltivare le viti per produrre il noto vino montese. Il potenziamento dell'allevamento degli animali da cortile, in particolare dei conigli nei caratteristici fossi, e la sistemazione a terrazza dei terreni diedero un grande impulso al decollo di Monte di Procida. Il commercio di questi prodotti diede vita alla tradizionale marineria montese, che ebbe la sua massima espansione nel'900.
L'attuale comune di Monte di Procida nacque amministrativamente il 27 gennaio1907, quando unreferendum sancì la separazione della parte di terraferma e del vicino isolotto di San Martino dal resto delComune di Procida. Fondamentale per l'acquisizione dell'autonomia amministrativa dal comune di Procida fu il contributo diLudovico Quandel che, dopo la caduta di Gaeta e l'abbandono della carriera militare, scelse Monte di Procida per ritirarsi a vita privata.
Negli anni1870 e1880 avvenne un'importante emigrazione verso gli Stati Uniti, dove la maggior parte dei montesi che si è stabilita ha avviato importanti e riconosciute attività di lavoro. Alcuni imprenditori del settore della ristorazione sono tornati a Monte di Procida, importando il concetto di fast food, ma adattandolo ai gusti e alla cucina tipica flegrea. È così che nel 1984 il panino chiamatocheese-steak a Monte di Procida diventò "la Cistecca", rielaborandone il gusto e il nome.
Altra particolarità gastronomica è ilCasatiello, versione dolce di quello napoletano, preparato con un lungo rituale e una laboriosissima ricetta nel periodo pasquale, nel quale il casatiello diventa un gradito dono.IlCasatiello è ora apprezzato tutto l'anno; è tutelato da un disciplinare e da un regolamento Comunale De.Co. (vedi legge statale sulleDenominazioni).Il tradizionale e lungo procedimento, che impegna tutta la famiglia nella preparazione delCasatiello, nel 2022 è stato riconosciuto come Patrimonio Culturale Immateriale dalla Regione Campania.Da ricordare,nel1949, la nascita diPino Scotto a Monte di Procida.
Villa Matarese. Antica masseria, trasformata in villa signorile agli inizi del'900 dall'avvocato Agostino Matarese. Possiede interni decorati instile liberty ed un vasto giardino di circa 4000 mila metri quadrati.
La Necropoli di Cappella contiene sepolture da inizi delI a.C. fino alla prima metà delV secolo. I monumenti conservano parte della loro decorazione pittorica, consistente in affreschi sulle volte e nei loculi; fra questi particolare menzione merita la raffigurazione di Selene inquadrata da simboli magici e una figura femminile, forse una menade danzante. Le varie epigrafi ricordano la presenza della flotta misenateClassis Misenensis e forniscono tantissime informazioni sulla provenienza multi-culturale dei marinai e sull’organizzazione della flotta.
Uno dei luoghi più frequentati di Monte di Procida è la marina di Acquamorta, che deve il suo nome ad una leggenda che narra di un legame spezzato tra due giovani del posto[5].
La darsena di Acquamorta conserva ancora tantissimi esemplari del tradizionale gozzo flegreo-napoletano in legno, un elemento a carattere fortemente identitario che ancora oggi è presente nelle darsene flegree, sia con propulsione a remi che a vela latina.
A queste imbarcazioni, è legato il sapere e le abilità della marineria locale in relazione alla costruzione, alla manutenzione e alle tecniche di navigazione, trasmesso di generazione in generazione fin dall'antichità.
Elemento culturale, che nel 2020, ha ottenuto il riconoscimento di Patrimonio Immateriale Culturale della Campania secondo la convenzione Unesco 2003.
Monte di Procida è nota per essere la terrazza deiCampi Flegrei. Da vari punti panoramici del suo territorio è possibile avere un campo di visione particolarmente ampio, a Est il golfo di Napoli, la penisola sorrentina e Capri, verso Sud le isole diProcida ed Ischia, ad Ovest le isole diVentotene,Ponza, ilCirceo eGaeta, per poi proseguire verso Nord con la piana di Caserta ed il Matese. A distanza ravvicinata sono visibili: il golfo di Baia e Pozzuoli,Nisida,Capo Posillipo, Bacoli, il lago di Bacoli,Capo Miseno,Miliscola, e verso Nord, la collina di Torregaveta, il litorale Domitio, la collina con l'Acropoli diCuma ed il lago Fusaro con laCasina Vanvitelliana.
Il punto panoramico più noto e fotografato è il c.d.belvedere Stupor Mundi in cima alla strada provinciale che collega la frazione diMiliscola al centro cittadino[6].
Altro punto panoramico suggestivo che affaccia a nord è ilbelvedere Kyme che mostra la piana di Caserta (Terra di Lavoro), il vulcanoRoccamonfina ed il gruppo montuoso delMatese. Il nome evoca la collina dell'acropoli diCuma, visibile in primo piano dopo illago Fusaro, Cuma la prima vera grande polis dellaMagna Grecia.
Monte di Procida è inoltre conosciuta da studiosi di vulcanologia e geologia per la cosiddetta "breccia museo"[7]: la particolare conformazione geologica del promontorio che ben rappresenta, anche ad occhi non esperti, l'evoluzione geologica del territorio e dei Campi Flegrei.
Uno dei luoghi più visitati per questo elemento è lapasseggiata di Torrefumo che unisce l'elemento geologico a quello paesaggistico e a quello naturalistico con la presenza di unlaghetto salmastro dove è possibile osservare anche varie specie di uccelli migratori.
L'Isolotto di San Martino è una piccola isola del comune a cui ormai da anni non si può più accedere, per via dell'inagiblilità del tunnel che portava al ponte, e del crollo del ponte stesso, causato dalle forti mareggiate degli ultimi anni. Al momento è un luogo inaccessibile su cui è anche vietato lo sbarco via mare
La celebrazione più importante dell'anno è la Festa dell'Assunta, patrona di Monte di Procida che si celebra il 15 agosto, ricorrenza particolarmente sentita ed emotivamente vissuta come il momento dell'anno di unione familiare e condivisione di progetti. Il periodo di ferragosto è il periodo in cui i numerosi montesi lavoratori marittimi ed i numerosi cittadini che lavorano lontano ritornano per celebrare insieme questo momento.
Da segnalare inoltre altri eventi ricorrenti e consueti come: laSagra del Mare Flegrea, ilPalio Marinaro dell'Assunta, la manifestazione pasqualeReCasatiello e il tradizionale cartellone di eventi musicali e teatrali. Da segnalare, l'11 ottobre1949, la nascita diPino Scotto a Monte di Procida.
Secondo i dati ISTAT al 31 dicembre 2018 i cittadini stranieri residenti a Monte di Procida erano 239, corrispondenti al 1,8% della popolazione. Le nazionalità maggiormente rappresentate erano:[9]
Gli usi ed i costumi di Monte di Procida derivano direttamente da quelli Procidani, isola da cui provengono la maggior parte dei ceppi familiari, derivazione che si riflette nei cognomi familiari, nel dialetto e nelle tradizioni gastronomiche.
È presente una società di calcio dilettantistica, l'ASD Mons Prochyta Calcio (nota comeMonte di Procida Calcio), nata nel 2012 e che milita nelcampionato di EccellenzaCampania 2024/2025 girone A. È affiliata dal 2013 alla società professionistica delChievo Verona.
Monte di Procida è stato sede ufficiale della cosiddetta"Grande Partenza" delGiro d'Italia nell'edizione del1977, anche se il via della corsa venne dato il 20 maggio dal lungolago Miseno nella vicinaBacoli, con arrivo appunto a Monte di Procida della prima tappa (cronometro individuale), che ebbe la vittoria del belgaFreddy Maertens.[20] L'evento rimane l'unico in cui la città è statasede di tappa della "Corsa Rosa", nel quale fu, come detto, ufficialmente sede di partenza e di arrivo del prologo.[20]