Movatterモバイル変換


[0]ホーム

URL:


Vai al contenuto
WikipediaL'enciclopedia libera
Ricerca

Enoteismo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
(Reindirizzamento daMonolatria)

L'enoteismo (dalgreco anticoεἷς/heîs[1] "uno" eθεός/theós "dio"), termine coniato daFriedrich Schelling,[2] indica un tipo direligiosità che prevede la preminenza di undio su tutti gli altri, tale da accentrare su di esso tutto ilculto; è pertanto una forma di culto intermedia trapoliteismo emonoteismo, in cui è venerata in particolar modo una singola divinità, senza tuttavia negare l'esistenza di altre divinità, di cui però di solito è sottolineata l'estraneità e/o l'inferiorità.

Enoteismo e monolatria

[modifica |modifica wikitesto]

Sebbene siano concetti molto simili, enoteismo emonolatria (dal greco μόνος, "unico", e λατρεία, "culto") differiscono su alcuni punti. Nell'enoteismo ad esempio non è escluso che le altre divinità, per quanto inferiori, siano oggetto di forme di culto significative e talvolta preminenti rispetto alle divinità maggiori. Quando le forme di idolatria secondarie diventano preminenti ed esclusive il fenomeno dell'enoteismo si rende evidente.

Sul piano temporale enoteismo e monolatria possono succedersi: accade dunque che nell'enoteismo il culto di un unico dio, all'interno di un più vastopantheon, sia un sistema momentaneo per avere favori nell'immediato, da quella determinata forza divina; nella monolatria questo schierarsi dalla parte di un'unica divinità risulta essere più longevo nel tempo, vera passerella per ilmonoteismo.Non è infrequente inoltre che nell'enoteismo la divinità superiore sia quella da cui le altre hanno avuto origine, come nel caso dell'induismo.

Si tratta, per questo motivo, di un concetto sofisticamente differente dal monoteismo, nel quale si teorizza l'esistenza di un solo e unicodio, ma non dissimile per linee pratiche, salvo rare eccezioni, dalle religioni monolatre.

Naturalmente è bene ricordare che le definizioni di idolatria e monolatria sono nate nell'ambito delle religioni abramitiche, che vedono nel paganesimo una forma di culto da aborrire, per questa ragione hanno sempre un'accezione se non spregiativa perlomeno sminutiva. AncheMax Müller nel coniare il concetto di enoteismo era influenzato dalla sua religione di appartenenza, ovvero il Cristianesimo. Sebbene Müller abbia svolto un ruolo importante di orientalista nel pubblicizzare e persino glorificare l'India antica, la sua posizione rispetto all'induismo contemporaneo rivela i limiti della sua erudizione. Come suggerisce Thomas A. Tweed, per gli studiosi delle religioni è impossibile non risentire del proprio punto di vista: inevitabilmente, la loro educazione culturale e il loro paradigma prevalente limiteranno la loro prospettiva.[3]

Enoteismo in varie religioni

[modifica |modifica wikitesto]

Sono esempi di enoteismo iculti misterici, la religiositàarabapreislamica, quella deinativi americani o le devozioni particolari di alcune città nei confronti di una divinità specifica, come era anche il caso dell'anticoYemensabeo, mineo, hadramitico o qatabanide. Anche la sostituzione, da parte del faraone "eretico"Akhenaton, dell'abitualepantheon egizio con l'adorazione del solo disco solare diAton viene considerata da alcuni studiosi una forma di enoteismo.

Religioni egizie

[modifica |modifica wikitesto]

Nonostante l'antica religione egizie riconoscesse molte divinità, il culto era talvolta focalizzato verso una divinità superiore e questa cambiava nelle varie epoche. Quando Amenhotep IV divennefaraone (circa 1353 a.C.), Amun-Ra era considerato la divinità suprema (egli stesso, nato dalla precedente prominenza diAmun, conclusasi con la fusione di questo col dio del soleRa). Gradualmente il nuovo faraone spostò il culto al dioAton, persino dichiarando che Aton non era semplicemente il dio supremo, ma il dio unico. Cambiò il suo stesso nome inAkhenaton e ordinò la rimozione dai templi del nome Amun (ed anche i riferimenti al plurale "dei"). Dopo la sua morte, le gerarchie religiose che precedentemente governavano tornarono al potere e Amun-Ra divenne nuovamente il supremo fra tanti dei.

Paganesimo greco-romano

[modifica |modifica wikitesto]

Mentre lamitologia greca eromana si presenta come unpoliteismo, nel periodoclassico, sotto l'influenza della filosofia, furono presenti diverse concezioni della religione. TalvoltaZeus (oGiove) era considerato il supremo, onnipotente e onnisciente, re e padre degli dèi dell'Olimpo. Secondo Maijastina Kahlos "Il monoteismo era insegnato diffusamente nei circoli della Tarda Antichità" e "tutte le divinità erano interpretate come aspetti, particoli o epiteti di un dio supremo".[4]Massimo di Tiro (II secolo d.C.), dichiarò:"In un simile contesto mitologico, sedizioso e discordante, potete vedere una regola che concorda e asserisce su tutta la terra che c'è un solo dio, re e padre di tutte le cose, e molti dèi, figli del dio, che regnano insieme a lui."[5]

IlfilosofoneoplatonicoPlotino sostenne che al di sopra dei tradizionali dèi c'era "L'Uno"[4] e il grammatico politeista[6]Massimo di Madaura dichiarò persino che solo un folle potrebbe negare l'esistenza del dio supremo.[4]

Cristianesimo

[modifica |modifica wikitesto]

I cristiani credono che gliangeli, idemòni e isanti siano inferiori a Dio. Essi non considerano questi esseri come dèi, nonostante talvolta siano oggetto dipreghiera e venerazione. Ad ogni modo, le chiese cristiane che ammettono la preghiera rivolta ai santi insistono sul fatto che detta preghiera è corretta solo se limitata alla richiesta di un'intercessione dell'angelo o del santo diretta a Dio.[7] Secondo il loro insegnamento, i santi non possiedono di per sé nessun potere e ognimiracolo attribuibile alla loro intercessione è il prodotto del potere di Dio e non di qualche potere soprannaturale del santo. Laddove si verifica un culto diretto di queste figure angeliche o sante, allora questo potrebbe riflettere una forma di enoteismo o monolatria, piuttosto che monoteismo. Questa forma di culto verso esseri celesti diversi da Dio (principalmente i Santi) nella preghiera è spesso praticato tradizionalmente nelCattolicesimo, nell'Anglicanesimo, nellaChiesa ortodossa Orientale e Occidentale, mentre la maggior parte deiProtestanti ritengono Dio l'unico degno oggetto di preghiera.

Quando il cristianesimo fu adottato daipagani greco-romani o dagli schiavi africani,i nuovi convertiti[senza fonte] talvoltaattribuivano ai santi caratteristiche degli dèi fino ad allora venerati. In alcuni casi, queste credenze sono cresciute al di fuori della Chiesa Cattolica e hanno formatosincretismi come laSanteria.

Qualche chiesanon trinitaria è stata a sua volta definita enoteistica[8]:

  • LoGnosticismo generalmente è enoteistico.
  • LaChiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni (nota familiarmente come Chiesa Mormone) considera i membri dellaTrinità come tre esseri distinti, doveDio Padre è l'essere supremo, e si definisce "Dio" come un nome collettivo dei tre esseri. La Chiesa insegna a rivolgersi nel culto a un dio, fatto spiegato concisamente come venerare Dio Padre, attraverso la mediazione del Figlio, come insegnato dallo Spirito Santo. Mentre gli altri cristiani parlano di "Un unico dio in tre Persone", la Scrittura dei Mormoni parla di tre persone in un unico dio. Vedere ilLibro di Mormon,Mosiah 15:4 ("essi sono un Dio") e l'interpretazione mormonica di Giovanni 17:11[9] (Gesù chiede al Padre in preghiera che i suoi discepoli "possano essere uno come noi siamo").
  • Per itestimoni di Geova vi sono altri dèi oltre al dio che ritengono l'unico degno di adorazione. In particolare consideranoGesù Cristo "un dio"[10], stesso dicasi per Satana (1º Cor 8,5-6[11]).
  • Alcune interpretazioni dell'Antico Testamento parlano di altri dèi, comeBaal, insegnando non a rifiutare la loro esistenza, ma a non venerarli.

Ebraismo

[modifica |modifica wikitesto]

L'Ebraismo moderno è strettamente monoteistico, ma alcuni studiosi ritengono che, alle origini, esso presentasse delle caratteristiche enoteistiche. È generalmente accettato che molte delle religioni dell'Età del Ferro presenti nellaterra di Israele fossero enoteistiche nella pratica. Per esempio, iMoabiti venerano il dioChemosh, gliEdomitiQaus, entrambi parte delpantheoncananeo, guidato dal dio principale,El. Ilpantheon cananeo è guidato da El e daAsherat, con settanta figli che si dice governassero ognuno una nazione della Terra. Questi figli erano venerati ognuno in una specifica regione. K. L. Noll dichiara che "la Bibbia mantiene la tradizione che vuoleYahweh come un "abitante" del sud, della terra di Edom" e che il dio originale di Israele fosseEl Shaddai.[12]

Molte storie bibliche sembrano accettare l'esistenza degli dèi cananei, i quali posseggono un maggior potere nelle terre che li venerano o nei loro oggetti sacri; il loro potere era reale e poteva essere invocato dalle persone che li prendevano come patroni. Ci sono numerose testimonianze di nazioni che, arrendendosi ad Israele, mostrarono paura o rispetto per il Dio israelita pur continuando nelle pratiche politeistiche.[13] Per esempio, in1º Samuele 4, iFilistei si crucciano prima della secondabattaglia di Aphek quando apprendono che gli Israeliti porteranno l'Arca dell'Alleanza, e quindiYahweh, in battaglia. In2 Re 5, il generale arameoNaaman insiste nel voler portare con sé inSiria un po' di terra d'Israele credendo che solo alloraYahweh avrà il potere di guarirlo. Agli Israeliti era proibito venerare altri dei, ma secondo alcune interpretazioni della Bibbia, non erano completamente monoteistici prima dell'esilio babilonese. Mark S. Smith parla di questa fase come di una forma di monolatria.[14] Smith suppone cheYahweh fosse unito a El e che l'accettazione del culto diAsherah fosse comune nel periodo dei Giudici.[14]2º Re, 3:27 è stato interpretato come la descrizione di un sacrificio umano a Moab, che portò l'esercito invasore Israelita a temere il potere di Chemosh.[15]

NellaTorah si parla diAbramo come colui che si è ribellato al culto degli idoli della sua famiglia, ha costretto le genti a riconoscere il Dio degli Ebrei, ha stabilito un patto con Lui e ha fondato ciò che è stato definito dagli studiosi "Monoteismo etico". Il primo deiDieci Comandamenti può essere interpretato come la proibizione ai figli di Israele di venerare ogni altra divinità oltre al vero Dio che si è rivelato sul Monte Sinai e ha donato loro laTorah, ma può anche essere letto in chiave enoteistica, dal momento che in esso si sostiene che non dovrebbero avere "altro dio all'infuori di me". Il comandamento stesso non asserisce né nega l'esistenza di altre divinità "per sé". Nonostante ciò, come riportato nellaTanakh (Antico Testamento), spesso il dio patronoYahweh veniva venerato assieme ad altri dei, in spregio agli insegnamenti biblici, come ad esempioBaal,Asherah ed El. Col passare del tempo questo dio tribale può avere riassunto su di sé tutti gli appellativi degli altri dei agli occhi degli abitanti. La distruzione del primoTempio di Gerusalemme e l'esilio babilonese furono considerati una punizione divina per avere venerato altre divinità. Alla fine dell'esilio babilonese, secondo laTanakh, il Giudaismo è strettamentemonoteistico. Restano nonostante tutto elementi di "politeismo" in certi libri biblici, come nell'uso frequente dell'appellativo onorifico "Dio degli dei" inDaniele e specialmente neiSalmi. Gli studiosi Ebrei sono consapevoli di questo e sostengono che nonostante l'appellativo possa essere mal interpretato, Dio non ebbe timore a scriverlo nellaTorah. Ad ogni modo la parola "Dio" in ebraico (Elohim) è essa stessa plurale, significando i "potenti" o "regnanti". Questo è vero sia in ebraico che in altri linguaggi canaaniti. QuindiElohim può riferirsi ad ogni membro dei "regnanti", quindi ad angeli, falsi dei (come definito dallaTorah), o persino a umani che detengono un grande potere, fra questi governanti o giudici in Israele, come descritto nell'Esodo 21:6; 22:8-8, senza violare i limiti del monoteismo. Questo potrebbe essere il racconto mitologico della conversione diIsraele al monoteismo.

Islam

[modifica |modifica wikitesto]

Nell'Arabia preislamica (la cui religione l'Islam ha rifiutato o pesantemente rettificato) era diffuso un approccio enoteistico alla religione. Il termine coranico per quella religione èshirk (lett. "associazione (di altri dèi ad Allah)"); i suoi seguaci sono dettimushrikūn (ovvero coloro che credono in Dio, ma Gli "associano" altre divinità). Gli Arabi pre-islamici credevano, assai più spesso di quanto non si creda, in un Essere Supremo e la parola che usavano per indicarLo (Allah) è la stessa usata nell'Islam. Ma credevano anche in divinità minori o secondarie. L'inequivocabile monoteismo dell'Islam (talvolta descritto come fondamento della religione e sottolineato nel più importante deiCinque Pilastri dell'Islam) nacque come reazione a questo credo permissivo e includente. Naturalmente, la parolashirk ha nell'Islam una connotazione fortemente negativa e il politeismo è considerato uno dei peccati più gravi, se non il più grave. IlCorano (Sūrat al-Nisa: 48) dice che Dio può perdonare tutto eccetto l'associazionismo (shirk).

Secondo l'insegnamento dell'Islam, gli angeli agiscono sempre secondo gli ordini del Dio supremo, in particolar modo Jibra'il, Mika'il, Israfil e Azrail.
L'Islam crede anche neijinn, esseri di puro spirito di fuoco, che possono essere ben disposti o mal disposti nei confronti di Dio e degli esseri umani e che sono dotati di poteri sovrannaturali, anche se - al contrario degli angeli - essi non hanno la caratteristica dell'immortalità.

In ogni caso l'Islam non ammette per i suoi seguaci altra intercessione che non sia quella diMaometto, respingendo quindi non solo quella degli angeli o di persone considerate sante (wali) per il loro stile di vita, malgrado in concreto il convincimento della loro intercessione sia assai diffuso in Africa eNordafrica, dove viene definito daglistorici delle religioni "marabuttismo".

Induismo

[modifica |modifica wikitesto]

L'Induismo contemporaneo è prevalentementemonistico, talvolta persinomonoteistico. Il concetto dibrahman implica una realtà "trascendente e immanente", che differenti scuole di pensiero interpretano come personale, impersonale o transpersonale. Con l'affermazione delloShivaismo eVaishnavismo nei primi secoli dell'era cristiana, l'Induismo è generalmente monistico ed enoteistico: c'è praticamente consenso nel definire l'esistenza di un'entità divina suprema, assoluta, onnipresente. Ognuna delle quattro principali sette (Shivaismo,Vaishnavismo,Shaktismo) guarda a una specifica divinità Indù (Shiva,Visnù,Shakti) come all'essere supremo e principale oggetto di culto, laddove le altre divinità sono considerate meri "semi-dei" o manifestazioni dell'unico. Anche loSmartismo è monistico, ma non nei confronti di una singola specifica divinità indù, bensì verso una cinquina di dei -Panchayatana, che includeShiva,Visnù,Sūrya,Devī, eGanesha.[16]

La moltitudine di dei, oDeva, nellareligione classica dei Veda è subordinata o secondaria rispetto a un Dio Supremo, uno status che alcuni autori hanno provato a spiegare paragonandolo agli angeli o ai semidei occidentatli[senza fonte]; Prakashanand Saraswati, inThe true history and the religion of India, preferisce il termine "dèi celesti".[17] IlṚgveda servì come base per la descrizione di enoteismo di Max Müller come una tradizione politeistica che cerca di definirsi attraverso la formulazione dell'Unico Dio (ekam) raggiunta attraverso il culto di differenti principi cosmici. Da questo mix di monismo, monoteismo e politesimo naturalista, Max Müller decide di definire il Vedismo tradizionale come religione enoteistica. Un primo esempio degli aspetti monoteistici del tardo Rgveda è ilNāsadīya sūkta, un inno che descrive la creazione: "L'Uno respirò da solo senza respiro, oltre ad esso non c'era nulla."

Note

[modifica |modifica wikitesto]
  1. ^radice ἐν(o)-en(o)-
  2. ^ Friedrich Wilhelm Joseph Schelling,Philosophie der Mythologie und der Offenbarung, 1842.
  3. ^Thomas A Tweed, . Crossing and Dwelling: A Theory of Religion. Cambridge, MA: Harvard University Press, 2006.
  4. ^abc(EN) Maijastina Kahlos,Debate and Dialogue: Christian and Pagan Cultures C. 360-430, Ashgate Publishing, 2007, pp. 145 e 160
  5. ^(EN)Encyclopedia Britannica, 11th edition, "Maximus Tryius".
  6. ^(EN) Maijastina Kahlos,Debate and Dialogue: Christian and Pagan Cultures C. 360-430, Ashgate Publishing, 2007, p. 70
  7. ^Catholic Encyclopedia: Intercession
  8. ^(EN)Foundation for Apologetic Information and Research, Pt. 24 retrieved from the www 7 Oct 2010
  9. ^Giovanni, sulaparola.net.Giovanni 17,11, sulaparola.net.http://scriptures.lds.org/. . .
  10. ^Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture (Gv+1,1 Giovanni 1:1, sulaparola.net.)
  11. ^1º Corinzi 8,5-6, suLa Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  12. ^(EN) K. L. Noll,Canaan and Israel in Antiquity: An Introduction, Continuum, 2002, p. 123
  13. ^(EN) David Bridger, Samuel Wolk et al.,The New Jewish Encyclopedia, Behrman House, 1976, pp.326-7
  14. ^ab(EN) Mark S. Smith,The Early History of God: Yahweh and the Other Deities in Ancient Israel, Eerdmans Publishing, 2002, pp.58, 183
  15. ^(EN) Gregory A. Boyd,God at War: The Bible & Spiritual Conflict, InterVarsity Press, 1997, p.118
  16. ^(EN)Educational HorizonsArchiviato il 19 marzo 2009 inInternet Archive.
  17. ^(EN)The True History and the Religion of India: A Concise Encyclopedia of Authentic Hinduism

Voci correlate

[modifica |modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica |modifica wikitesto]

Altri progetti

Collegamenti esterni

[modifica |modifica wikitesto]
Controllo di autoritàGND(DE4310291-8
  Portale Religioni: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di religioni
Estratto da "https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Enoteismo&oldid=141282205"
Categoria:
Categorie nascoste:

[8]ページ先頭

©2009-2025 Movatter.jp