Ilmodernismo teologico fu un'ampia e variegata corrente di pensiero interna alcattolicesimo[1], sviluppatasi tra la fine dell'Ottocento e l'inizio delNovecento volta a ripensare il messaggio cristiano alla luce delle istanze della società contemporanea. Fra i temi del modernismo cattolico vi furono la comprensione e l'esposizione dei contenuti della fede, l'esegesi biblica, lafilosofia cristiana, gli studi distoria del cristianesimo e della Chiesa, l'esperienza religiosa. In sostanza, il modernismo proponeva una letturarazionalista della Bibbia e della religione cattolica. La Chiesa lo ha condannato come eresia.
La crisi modernista rappresentò la fase più acuta del confronto del cristianesimo con il moderno, inteso soprattutto come istanza di autonoma determinazione dell'uomo nella vita individuale e collettiva, come emancipazione da ogni prospettiva e sistema di valori compiuto e di carattere assolutistico, e come affermazione delle scienze legate alle metodologie sperimentali e al vaglio della critica.
Il modernismo teologico subì, agli inizi del XX secolo, una serie di censure da parte delle gerarchie ecclesiastiche.
A una prima condanna di sessantacinque affermazioni tratte da pubblicazioni di autori ritenuti modernisti, emanata dalSant'Uffizio con il decretoLamentabili Sane Exitu (3 luglio1907), approvato dapapa Pio X, fece seguito la condanna del modernismo comeeresia o meglio "sentina di tutte le eresie" da parte diPio X, con l'enciclicaPascendi Dominici gregis (8 settembre1907).[2] In tale documento il papa offrì una sistematica e articolata descrizione del modernismo, quale non si ritrovava in alcuno degli scritti dei protagonisti del riformismo religioso cattolico. Dopo la condanna del modernismo fu avviata una sistematica repressione dei suoi esponenti, anche attraverso l'organizzazione delSodalitium Pianum di monsignorUmberto Benigni. Le figure principali furono quindi colpite con lascomunica osospesea divinis, mentre molti altri preti, religiosi o laici cattolici accusati di modernismo furono sollevati dall'insegnamento nelle università cattoliche e nei seminari, dalle responsabilità pastorali, dagli incarichi organizzativi nelle associazioni ecclesiali.
laRivelazione non è davvero parola del Padre e neppure di Gesù Cristo, ma un prodotto naturale della nostrasub-coscienza;
laFede non è un fatto oggettivo ma dipende dal sentimento di ciascuno;
iDogmi sono simboli dell'esperienza interiore di ciascuno; la loro formulazione è frutto di uno sviluppo storico;
iSacramenti derivano dal bisogno del cuore umano di dare una forma sensibile alla propria esperienza religiosa, non furono istituiti da Gesù Cristo e servono soltanto a tener vivo negli uomini il pensiero della presenza del Creatore;
La reazione ufficiale della Chiesa contro il modernismo fu particolarmente ferma: grazie all'attività di una rete di informazionead hoc, ilSodalitium Pianum, numerosi scritti che sostenevano tesi ascrivibili al modernismo furono posti all'indice e con ilmotu proprioSacrorum antistitum, emanato nel1910, fu imposto a tutti i laureandi delleuniversità cattoliche ungiuramento antimodernista[4] in cui, tra le altre affermazioni, si confermava che i miracoli erano segni sensibili adatti a tutte le intelligenze e che idogmi non subivano modifiche a seconda dei tempi. Neglianni sessanta il giuramento antimodernista fu definitivamente abrogato dapapa Paolo VI, come aggiornamento delConcilio Vaticano II.[5] Ciò nonostante, lo stesso Paolo VI ribadì la condanna di inizio secolo del modernismo[6].
Soprattutto gli ambienti intellettuali cattolicimilanesi, che si erano espressi nella rivistaRinnovamento, furono accusati di modernismo. Gli stessi ambienti erano favorevoli al superamento politico dellaNon expedit e a una conciliazione tra istanze cattoliche e lostato liberale, posizioni condannate da anni dallaMirari vos e dallaQuanta cura e, soprattutto, dalSillabo. Lo stesso cardinalFerrari,arcivescovo di Milano dal1894 al1921, fu perseguitato dall'accusa di appoggiare il modernismo.[7]
La successiva separazione tra istanze in campo teologico e quelle in campo politico, permise quel clima che rese possibile il successivoPatto Gentiloni che portò all'avvicinamento tra cattolici e posizioni liberali. Nello stesso tempo rimasero emarginate le posizioni delcattolicesimo sociale che erano state fatte proprie dall'Opera dei Congressi.
Il contrasto del modernismo: la costituzione dell'Azione Cattolica
La scomunica del modernismo ebbe una significativa premessa a livello delle organizzazioni laicali cattoliche. All'interno di alcune di esse, nel corso degli anni, le tesi teologiche del modernismo avevano coagulato degli orientamenti e si era così formata un'ampia corrente, che aveva finito per assumere un identificabile carattere non solo dottrinale ed ecclesiale, ma anche politico. All'interno di tali organizzazioni laicali del mondo cattolico ne erano perciò derivati endemici contrasti e schieramenti e, in un primo momento, l'azione papale fu volta a sanare tali contrasti. Ben presto fu però chiaro che una soluzione di compromesso non era né possibile né auspicabile.[senza fonte]
Tra le organizzazioni cattoliche più permeate dal modernismo vi era in particolare l'Opera dei Congressi. Questa organizzazione era diventata la roccaforte del modernismo ed era contigua alle tesi sostenute dalla Democrazia Cristiana Italiana diRomolo Murri e da altri cattolici intransigenti nell'avversare ilRisorgimento, dopo la perdita delpotere temporale delpapa. Dal punto di vista politico, il gruppo di Murri e questi cattolici intransigenti sostenevano la necessità di preferire l'accordo tattico con i socialisti piuttosto che appoggiare la Monarchia e i liberali.
Un diverso orientamento era espresso da altri, come il conteVincenzo Ottorino Gentiloni, che fu poi uno dei primi dirigenti dell'Azione Cattolica, presidente dell'Unione cattolica romana e del comitato regionale marchigiano. Costoro si schieravano con la Monarchia e con il Governo per parare la minacciasocialista,marxista eanarchica volta non solo verso i liberali, ma anche verso tutta o buona parte del patrimonio di valori tradizionali del mondo cattolico. Ottorino Gentiloni ebbe dal papa la direzione di un'organizzazione contigua all'Azione Cattolica, l'Unione Elettorale Cattolica Italiana, UECI. Nel panorama politico italiano di allora, a pochi anni di distanza dalla scomunica del modernismo, proprio questa organizzazione ebbe un ruolo di primo piano. Nel 1912, nonostante non fosse ancora stato revocato ilnon expedit decretato dapapa Pio IX (beato), il conte Gentiloni, quale massimo responsabile della UECI, concluse conGiovanni Giolitti ilPatto Gentiloni. Con esso venivano perciò a saldarsi il filone risorgimentale più istituzionale e il filone cattolico largamente maggioritario nel paese sulla base di un orientamento cattolico, monarchico e tradizionalista. Nello stesso anno (1912) e in seguito a tale patto il conte Gentiloni fu, insieme a Giolitti, il fondatore del Partito liberale del periodo pre-fascista, partito precursore delPLI. NelleElezioni politiche italiane del 1913 (le prime della storia italiana asuffragio universale maschile), il Partito Liberale ottenne uno schiacciante successo. Favorendo l'elezione di quei candidati che si fossero impegnati a rispettare gli accordi del cosiddettoPatto Gentiloni, il conte Ottorino Gentiloni (che rimase uno dei massimi dirigenti dell'Azione Cattolica) ribaltò di colpo la sudditanza politica del cattolicesimo in Italia prodottasi dopo l'unificazione nazionale.[senza fonte]
^Arturo Carlo Jemolo: "Il modernismo è nome che copre movimenti diversi, con scarsi legami tra loro". Introduzione aPellegrino di Roma di Ernesto Buonaiuti, Bari, Editore Laterza, 1964.
^ Luigi Villa,- Capitolo III La sua "apertura al modernismo", inPaolo VI beato?, Editrice Civiltà - Brescia, 2001, p. 98.: « - Pio X, col motu Proprio "Sacrorum Antistitum" (settembre 1910) aveva imposto il "giuramento anti-modernista"; ma Paolo VI lo abolì!.»
^"Così è, Figli carissimi; e così affermando, la nostra dottrina si stacca da errori che hanno circolato e tuttora affiorano nella cultura del nostro tempo, e che potrebbero rovinare totalmente la nostra concezione cristiana della vita e della storia. Il modernismo rappresentò l’espressione caratteristica di questi errori, e sotto altri nomi è ancora d’attualità (Cfr. Decr. Lamentabili di S. Pio X, 1907, e la sua Enc. Pascendi; DENZ.- SCH. 3401, ss.). Noi possiamo allora comprendere perché la Chiesa cattolica, ieri ed oggi, dia tanta importanza alla rigorosa conservazione della Rivelazione autentica, e la consideri come tesoro inviolabile, e abbia una coscienza così severa del suo fondamentale dovere di difendere e di trasmettere in termini inequivocabili la dottrina della fede; l’ortodossia è la sua prima preoccupazione; il magistero pastorale la sua funzione primaria e provvidenziale; l’insegnamento apostolico fissa infatti i canoni della sua predicazione; e la consegna dell’Apostolo Paolo: Depositum custodi (1 Tim. 6, 20; 2 Tim. 1, 14) costituisce per essa un tale impegno, che sarebbe tradimento violare. La Chiesa maestra non inventa la sua dottrina; ella è teste, è custode, è interprete, è tramite; e, per quanto riguarda le verità proprie del messaggio cristiano, essa si può dire conservatrice, intransigente; ed a chi la sollecita di rendere più facile, più relativa ai gusti della mutevole mentalità dei tempi la sua fede, risponde con gli Apostoli: Non possumus, non possiamo (Act. 4, 20).", dall'udienza generale del 19 gennaio 1972
^Sodalitum N.62 anno 2008 pag.10 Ai tempi di San Pio X card. Ferrari fu sospettato di appoggiare e proteggere i modernisti nella sua diocesi.»
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