Attraverso i propri documentari e libri ha affrontato con spirito critico i problemi e le contraddizioni del sistema politico, economico e sociale degli Stati Uniti, conquistando un grande successo di pubblico, ma procurandosi anche una folta schiera di detrattori, che ne hanno messo in discussione idee e metodi.
Nato nel1954 a Davidson, sobborgo diFlint, nelMichigan, cresce in una famiglia proletaria irlandese cattolica.[2] Sia il padre che il nonno lavorano nella locale fabbrica dellaGeneral Motors e anche lui sembra destinato a seguirne le orme, ma dopo il diploma si iscrive invece all'Università del Michigan. Abbandonati presto gli studi universitari, nel1976 comincia a lavorare per il giornale alternativoFlint Voice, che in seguito sotto la sua direzione cambia nome inMichigan Voice.[3] Circa dieci anni dopo accetta un posto nella rivista nazionale dicontroculturaMother Jones, aSan Francisco, ma vi lavora per meno di due anni, per problemi con la direzione.[3]
1989: il fortunato esordio nel documentario Roger & Me
In seguito alla chiusura da parte dellaGeneral Motors della sua fabbrica di Flint, malgrado gli enormi profitti realizzati dalla società, Moore decide di girare un documentario per mostrare quello che il taglio di ben trentacinquemila posti di lavoro abbia significato e come si sia riflesso negativamente sulla realtà locale, a danno di un'intera città.
L'idea originaria è quella di intervistare nello stile di60 Minutes[4] il presidente della General Motors,Roger Smith, portandolo a Flint per mostrargli direttamente il risultato concreto della decisione presa.[5] Ma il neo-regista non riesce ad incontrarlo e il documentario, fin dal titolo, trova il filo conduttore nei falliti tentativi di essere ricevuto dall'inavvicinabile dirigente.[6]
Il filmRoger & Me, realizzato dal regista investendo tutte le risorse economiche personali[6] e creando una propria casa di produzione, laDog Eat Dog Films, viene distribuito nelle sale statunitensi daWarner Bros. nel dicembre1989. Grazie all'originale tono ironico conquista l'apprezzamento della critica e un successo di pubblico senza precedenti per un documentario: vince i premi delle principali associazioni critiche statunitensi, come ilpremio per il miglior documentario delNational Board of Review, e incassa circa 6 milioni di dollari a fronte di un budget inferiore ai 200 000 dollari.[7]
Anni novanta: dagli spettacoli televisivi al best seller Downsize This!
La notorietà ottenuta da Moore conRoger & Me spinge laNBC a proporgli di realizzare unprogramma televisivo. Il risultato èTV Nation, una combinazione di due generi apparentemente opposti, commedia e documentario, che ha l'obiettivo di divertire gli spettatori e al tempo stesso informarli.[8] La prima stagione, composta da 9 episodi, trasmessa dal 19 luglio al 28 dicembre1994,[9] ottiene un buon successo di critica, ma il risultato di pubblico non è abbastanza buono perché la NBC decida di programmarne un'altra stagione.[10] Lo show è acquistato dallaFox, che trasmette una seconda stagione, composta da 8 episodi, dal 21 luglio1995,[9] ma di nuovo non viene raggiunta l'audience sperata e il programma viene definitivamente cancellato.[10]
Moore si cimenta anche nel cinema di finzione, con il satiricoOperazione Canadian Bacon. Ma la distribuzione del film, girato alla fine del1993,[11] è funestata dalla prematura morte dell'attore protagonistaJohn Candy (4 marzo 1994) e il film esce nei cinema solo nel settembre 1995,[11] passando inosservato.
Nel1996 pubblicaGiù le mani! L'altra America sfida potenti e prepotenti (Downsize This! Random Threats from an Unarmed American), sul tema del ridimensionamento delle grandi compagnie, che chiudono le loro fabbriche negli Stati Uniti e le trasferiscono all'estero per ridurre i costi del lavoro e accrescere i profitti, allargando quindi lo sguardo dal caso specifico di Flint affrontato inRoger & Me all'intero sistema economico americano. Durante iltour promozionale del libro, che entra sorprendentemente nella classifica deibest seller,[10] Moore realizza un nuovo documentario,The Big One (1997), nel quale affronta una serie di casi analoghi a quelli raccontati nel libro.
Nel1999 torna alla televisione con un nuovo programma sul modello del precedenteTV Nation,The Awful Truth ("La Repubblica Popolare Democratica Televisiva"), definito da Moore «un incrocio tra laFederazione Mondiale di Wrestling e laC-SPAN».[12] Finanziato dal canale televisivo britannicoChannel 4,[10] loshow viene trasmesso per due stagioni e 24 episodi complessivi sul canale televisivo via cavo Bravo.
2000-2003: da Stupid White Men all'Oscar per Bowling a Columbine
Esasperato dal risultato delleelezioni presidenziali del 2000 e dell'amministrazione Bush, nel2001 Moore scriveStupid White Men. La pubblicazione è programmata per l'autunno, ma in seguito all'11 settembre la casa editriceHarperCollins chiede all'autore di smorzarne i toni polemici. Grazie ad una campagna dei librai contro quello che è considerato un atto di censura, il libro viene pubblicato integro, senza tagli, nella primavera2002, e diventa un nuovo best seller.[13]
Michael Moore
Quella stessa primavera Moore presenta in concorso alFestival di Cannes il documentarioBowling a Columbine (Bowling for Columbine), incentrato sul tema della proliferazione delle armi e soprattutto della cultura della violenza negli Stati Uniti, che vince all'unanimità il Premio del 55º anniversario.[14] È solo l'inizio di un cammino trionfale, segnato da numerosi premi (premio del pubblico alFestival di San Sebastian, miglior documentario aiNational Board of Review Awards 2002 e agliIndependent Spirit Awards 2003) e, di nuovo, dopoRoger & Me, da un successo di pubblico senza precedenti per un documentario (oltre venti milioni di dollari incassati in patria e oltre cinquanta complessivi a livello internazionale),[15] che culmina nelPremio Oscar. Allacerimonia di premiazione, il 23 marzo2003, durante il discorso di ringraziamento Moore attacca pesantemente Bush e laguerra in Iraq (iniziata appena tre giorni prima):
«Viviamo in un'epoca di elezioni fittizie che fanno eleggere un presidente fittizio. Viviamo in un'epoca in cui un uomo ci manda in guerra per motivi fittizi. Noi siamo contro questa guerra, signor Bush. Si vergogni, signor Bush. Si vergogni[16][17].»
2004:Fahrenheit 9/11 e le elezioni presidenziali statunitensi
A due anni di distanza daBowling a Columbine, Moore torna in concorso alFestival di Cannes conFahrenheit 9/11, controverso documentario incentrato sui presunti legami tra la famiglia Bush, lafamiglia reale saudita e lafamiglia bin Laden, sullaguerra al terrorismo e le sue strumentalizzazioni: il clima di paura e la restrizione dei diritti civili negli Stati Uniti, e la guerra in Iraq. Si tratta di un durissimo atto d'accusa all'amministrazione Bush, che la giuria presieduta dal registaQuentin Tarantino premia con il massimo riconoscimento, laPalma d'oro. Solo una volta in precedenza, quasi mezzo secolo prima, nell'edizione del 1956, questa era stata assegnata ad un documentario,Il mondo del silenzio. Nel ricevere il premio, Moore scherza amaramente sul fatto che il film abbia trovato distribuzione praticamente in tutto il mondo, ma non ancora in patria.
In effetti laDisney, per ragioni di opportunità, vieta alla propria controllataMiramax Films, che ha finanziato il film, di distribuirlo negli Stati Uniti. Dopo lunghi negoziati, i fondatori della MiramaxHarvey eBob Weinstein acquistano personalmente i diritti del film e costituiscono con l'appoggio diLions Gate Films eIFC Films un'apposita società per distribuirlo, The Fellowship Adventure Group. Il film è al centro di violente polemiche da parte di associazioni e mass media conservatori, che si trasformano però in un'enorme promozione gratuita in suo favore. Uscito nelle sale cinematografiche statunitensi il 25 giugno2004, nel solo weekend d'apertura eguaglia l'intero incasso in patria diBowling a Columbine e nel giro di un mese supera la barriera dei cento milioni di dollari. Con un incasso di oltre 119 milioni di dollari a livello nazionale e oltre 220 a livello internazionale,[18] è di gran lunga il documentario ad aver incassato di più nella storia del cinema.[19]
Nel suo successivo documentario,Sicko (2007), Michael Moore affronta un altro tema cruciale, il diritto alla salute, mostrando i gravi problemi e le colpevoli distorsioni delsistema sanitario degli Stati Uniti, completamente in mano alle società private di assicurazione medica, mettendolo a confronto con vari sistemi sanitari a livello mondiale. Pur non riuscendo ad avvicinare l'irripetibile successo commerciale diFahrenheit 9/11,Sicko incassa comunque oltre 24 milioni di dollari negli Stati Uniti[20] e ottiene unanomination all'Oscar.
Nel luglio2009 Moore annuncia il titolo del nuovo documentario che verrà proiettato negli Stati Uniti a partire dal mese di novembre dello stesso anno:Capitalism: A Love Story, un film incentrato sulla crisi economica mondiale.[21]
Where to Invade Next è invece il titolo dell'ultimo progetto di Moore. Accolto bene già nell'edizione 2015 delToronto International Film Festival, è uscito nelle sale statunitensi solo nel febbraio 2016, registrando un notevole successo di pubblico all'esordio, e la consueta coda di polemiche per la posizione critica assunta nei confronti della politica sociale - non militare quindi come suggerisce il titolo - statunitense.[22]
2016-2018: l'ascesa di Donald Trump e la crisi del Partito Democratico
A distanza di due anni, in vista delleelezioni di mediotermine del 2018, Moore presenta il filmFahrenheit 11/9, in cui già dal titolo si fa un evidente riferimento al precedente filmFahrenheit 9/11 (in cui si criticava la politica di Bush Jr) e alla data di proclamazione di Trump (avvenuta il 9 novembre 2016): oltre ad un bilancio dell'amministrazione Trump, il regista di Flint si interroga sulle motivazioni che avevano portato alla sconfitta diHillary Clinton.
Ken Lawrence (a cura di),Il mondo secondo Michael Moore. Un ritratto non autorizzato attraverso le sue parole, traduzione di Alfredo Colitto, Milano, Sperling & Kupfer, 2005,ISBN88-7339-100-1.