Il comune consiste di altre località oltre al nucleo principale: Villa Rossi, Folla, Rovera, Monte Morone, Baraggia,San Salvatore eGurone. La posizione del paese, attraversato dallaStrada statale 342 Briantea e dalla rete ferroviariaFNM favorì il largo sviluppo della cittadina in epoca contemporanea, ulteriormente rafforzato da una forteimmigrazione, sia interregionale sia interstatale.[6]
Vista dell'Olona e del paese, sullo sfondo Monte Casnione e Monte Morone.
Malnate sorge nellaRegione agraria n. 4 - Colline di Varese. Il paesaggio è caratterizzato dai due rilievi, ilMonte Morone (498 m s.l.m.) e ilMonte Casnione (492 m s.l.m.), e dalla valle delLanza, che attraversa il territorio malnatese per buttarsi nell'Olona. Altri corsi d'acqua presenti sono ilFugascè e laQuadronna, che rientrano nelParco Valle del Lanza. Dal punto di vistaaltimetrico, il territorio comunale va dai282 m s.l.m. delfondovalle dei Mulini di Gurone ai498 m s.l.m. della cima di Monte Morone. Il comune confina a nord conCantello, a est conCagno,Solbiate eBinago, a sud conVedano Olona eLozza, ad ovest conVarese.[7]
Il centro abitativo di Malnate, comeGurone, sorge sui terrazzi alluvionali delle sponde sinistre del torrenteLanza e del fiumeOlona, nella zona in cui l’altapianura entra nellacollina. Lafalda acquifera è poco profonda, come dimostrano le numerose sorgenti che affiorano sul territorio. Rovera eSan Salvatore sono invece centri di "pianalto". I fondovalle del torrenteLanza e del fiumeOlona hanno caratteristiche che li rendono non idonei ad essere abitati, ma proprio la presenza di acqua favorì lo sviluppo di attività come imulini e le "folle" (che danno il nome a tali zone).Lacollina su cui sorge l'abitato si è formata nelMiocene ed è costituita dapuddinga (conglomerato poligenico di ciottoli), mentre i versanti sono ricoperti daMorenico Rissiense, risalenti all'omonimaglaciazione. La valle delLanza è caratterizzata da altre formazioni risalenti al Miocene,Marne eArenarie micacee dette ancheArenarie di Malnate, la"molera", pietra utilizzata per anni nell'edilizia malnatese formatasi 25 milioni di anni fa dai materiali che i fiumi portavano verso il mare e si depositavano sul bordo dellascarpata continentale, formando unaconoide sottomarina, poi sollevata sopra il livello delle acque. Leargille, che si trovano all'altezza dei Mulini di Gurone, risalgono alquaternario e alghiacciaio che scendeva dal bacino delLago di Lugano. Dalprimo periodo interglaciale derivano invece lesabbie e leghiaie frammiste alCeppo (conglomerato) che ricoprono i pianori delle terrazze lungo le valli. Allaglaciazione di Mindel risalgono i terreni ricoperti dalLöss,terriccio sabbioso-argilloso, che costituisce terreni scarsamente coltivabili, le"baraggie" (toponimo di un'altra zona del paese). Il centro abitato di Malnate è costruito su terrazzi ricoperti dal terriccio depositato durante l'ultima era diluviale.[8]
Malnate ha un'etimologia incerta: la tradizione orale vuole che il nome derivi da un episodio infelice per lareginaLongobardaTeodolinda, che definì "malnate" le persone abitanti del luogo (Malnàa ininsubre, significa mal-nato, ovvero furfante,delinquente). Teodolinda non definì"malnati" i malnatesi, ma parrebbe aver detto"mal-a-nà" ovvero "malandare" a causa della difficoltà di attraversamento del paese sulla strada coperta di ramaglia e fogliame(meregàsc) per ridurre i danni causati dal passaggio dei carriaggi e dei cavalli del corteo. Etimologicamente invece ilprefissoMalna- può derivare damarna, roccia argillosa presente in zona, tenuto conto dell'indeterminatezza della consonante "r" e forse della necessità di distinguerlo da un altrocomune dellavalle dell'Olona chiamato appunto "Marnate", mentre ilsuffissolocativoceltico-ate è il cimbricoaite, che significa contrada, lasciando così ipotizzare "Contrada della Marna".[12] Il nome è comunque attestato già a partire dall'XI secolo, prima comeMelnate e poi, dal 1089, comeMalnate.[13]
Ingresso di una cava di molera, Parco Valle del Lanza
Prima delX secolo d.C. non si hanno notizie certe dell'esistenza del paese. Molto probabilmente la zona era occupata da insediamentiCelti già dagli ultimi secoli prima diCristo, da cui ebbe origine poi la comunità, come attesta il suffisso–ate del nome ed alcuni ritrovamenti archeologici in località Rogoredo.[14] Questetribù vennero poi sconfitte dairomani, di cui rimangono poche testimonianze, tra cui la pianta ortogonale del centro storico e la torre romana di Monte Morone, che in seguito sarà adattata a campanile.[14] Con lacaduta dell'Impero romano d'Occidente il territorio subì diverseinvasioni barbariche da parte diOstrogoti eLongobardi, fino all'inizio delfeudalesimo. Tra il 1160 e il 1183 subì saccheggi e devastazioni dovuti all'attraversamento delle truppe diFederico Barbarossa che daComo si spostavano verso la nemicaVarese.[15]
Come risulta dallaStoria di Milano dell'Istituto Treccani, Martesana e Seprio, quindi Varese, non erano territori nemici, ma alleati del Barbarossa contro Milano. Dal castello di Belforte l'Imperatore sarebbe partito per la battaglia di Legnano.
Diversi documenti dell'epocamedievale fanno ritenere, con buona sicurezza, che fosse già a livelloComunale dal 1100; da una recente ricerca fatta dall'associazione “ARS” (Amici Ricerche Storiche), è emerso che compare per la prima volta in un atto di vendita del 1132 tra Landolfo e Guglielmo, zio e nipote, a favore di Pietro Gualapo,[15] inoltre dal fatto che già nel 1141 avesse un sistema di pesi proprio, si può supporre che la comunità fosse sufficientemente strutturata e funzionale ed il paese avesse già abitazioni, botteghe, chiese, strade e servizi utili per la vita quotidiana dei suoi abitanti.[14] Mancano notizie precise sui confini del territorio comunale che probabilmente includeva anche centri più distanti comeConcagno eBelforte: un atto di vendita datato 1164 riporta infattiActum Belforte, in Malnate e una vertenza del 1218Campum Cagni, et est de territorio de Malnate.[14]
Vari documenti riguardanti Malnate si trovano con riferimento al monastero di San Gemolo di Ganna, dipendenza della abbazia di San Benigno di Fruttuaria, che aveva grandi proprietà anche nel territorio malnatese: la "Possessione granda", la "Possessione piccinina", l'antico abitato di Rovera e la chiesa dedicata allo stesso santo con tutto il territorio circostante, con trasferimento fatto nel 1556 all'Ospedale Maggiore di Milano (Cà Granda) nel 1556, dall'ultimo abate commendatario il card. Angelo Medici futuro Pio IV[16]. Il monastero gannense ebbe anche vari priori e monaci malnatesi.
Nel Catasto Teresiano l'ospedale risulta proprietario di 2 551 pertiche e 5 1/2 tavole di terreni, con il reddito di 12 456 scudi, 3 lire e 3 ottavi, poi ridottesi sino a scomparire nel periodo napoleonico.
Dal 1395 Malnate appartenne alDucato di Milano e ne seguì le vicende sotto le varie dominazioni; era amministrato da “consoli, deputati e sindaci”, le decisioni più importanti venivano prese dall'assemblea dei capi famiglia che si riunivano nella piazza comunale richiamati dal suono della campana.[14]
Nel 1511 la popolazione venne decimata dagliSvizzeri al servizio del vescovo diSion, cardinaleMatteo Schiner, chiamato per liberare quelle terre dai francesi. Da un censimento fatto nel 1597 Malnate, con le frazioni di Rovera, Monte Morone e Folla, era abitata da 760 persone.[15]
In realtà gli Svizzeri, acquartierati in Monte Morone per andare alla battaglia di Marignano e successivamente ritornati nel territorio malnatese prima del rientro nella Confederazione Elvetica, causarono vari danni, ma pochi morti[17].
Tra la fine del Cinquecento e l'inizio del secolo successivo, venne visitata dai cardinaliCarlo eFederico Borromeo, che lasciarono somme di denaro per restaurare ed ampliare la chiesa patronale.[15] All'inizio del Seicento, i malnatesi si distinsero nella costruzione delle cappelle delSacro Monte insieme ai magistri Saltriesi.
Tratto del Lanza nell'omonima valle
Nel 1706 l'Austria occupò parte della Lombardia ed iniziò una grande ripresa economica e culturale: ne abbiamo traccia nelle splendide mappe delCatasto Teresiano, in vigore dal 1760. Durante i lavori per l'attivazione del Catasto, venne aggregato a Malnate il Comune rurale diSan Salvatore e il "comunetto" di Monte Morone: la dizione ufficiale del Comune divenne così “Comune di Malnate con Monte Morone e San Salvatore”.[14] All'inizio delXIX secolo Malnate viene descritta, nell'Antiquario della Diocesi di Milano di Francesco Bombognini e Carlo Redaelli, come la «terra la più popolata dellaPieve».[13]
Nel 1796Napoleone Buonaparte conquistò l'Italia settentrionale a nome della Francia rivoluzionaria, fondando in seguito laRepubblica Cisalpina, che assorbì laRepubblica Cispadana.[15] Sotto la Cisalpina, il Comune apparteneva al Dipartimento del Lario, Distretto e Cantone di Varese.[14] Nel 1803 venne terminata la grande strada Varese-Como, poiSS Briantea, che attraversa l'abitato.
Nel tardo Ottocento continuò la realizzazione di grandi opere che resero Malnate un importante nodo di comunicazione e di traffico: tra il 1883 ed il 1885 venne costruito l'imponente Ponte di Ferro, che permise ai treni di giungere fino aVarese. Esso fu sostituito nel 1928 da un nuovo ponte in calcestruzzo, la cui importanza è dimostrata dal fatto che, nello stemma comunale, assume posizione centrale e dominante.
La riforma deglienti locali del 1927 creò la nuovaprovincia di Varese, cui fu aggregato anche Malnate (territori entrambi fino a quel momento sotto laprovincia di Como). In conseguenza della riforma ilR.D. del 12 agosto 1927 soppresse ilComune di Gurone accorpandolo a Malnate con effetto dal 4 gennaio 1928.[14]
Il sacrificio dei malnatesi nelle guerre coloniali, nellaprima e nellaseconda guerra mondiale è ricordato dai loro nomi incisi sulla lapide del monumento ai Caduti per la Patria di Piazza Vittorio Veneto.[15]
Il 22 gennaio 2016 viene insignita del titolo diCittà.[18] Al 2017 il Comune di Malnate era una comunità di quasi 17 000 abitanti, comprendente le frazioni diSan Salvatore,Gurone, Folla e Rovera.[6]
L'iter di concessione dello stemma ebbe inizio allorché nel 1937 ilpodestà Alfredo Rosacher propose di cambiare il toponimo comunale inMiravalle (ipotesi poi non verificatasi). Ilbozzetto originario, a opera di Francesco Forte, primoarchivista dell'Archivio di Stato di Milano, non soddisfò il Comune: il professor Enrico Casartelli, direttore della scuola professionale di disegno di Malnate, fu quindi incaricato di rielaborarlo. Ne scaturì la seguenteblasonatura, ratificata dalregio decreto del 16 maggio 1940[19][20]:
«Campo di cielo, caricato di tre stelle d'argento a cinque punte; al ponte murato tra due pendii boscosi, dominati dal Monte Rosa.»
Il lavoro fu fortemente improntato alla rappresentazione del paesaggio locale, includendo l'imponente ponte ferroviario in cemento che collega aVarese, le pendici del Monte Morone e ilMonte Rosa sullo sfondo; le tre stelle in capo simboleggiano i tre centri abitati "fondativi" del comune, ovvero Malnate,Gurone eSan Salvatore. Il tutto, come prescritto dalla legge, sarebbe stato completato dalCapo del Littorio (poi abraso nell'estate del 1943) e da una lista recante il mottoFervet opus (ferve il lavoro), evocante l'antica vocazione industriale della zona[21].
Il decreto sancì anche la concessione del gonfalone, in queste forme:
«Drappo di colore azzurro riccamente ornato di ricami d'argento e caricato dello stemma sopra descritto con l'iscrizione centrale in argento: COMUNE DI MALNATE. Le parti di metallo ed i cordoni saranno argentati. L'asta verticale sarà ricoperta di velluto azzurro con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia sarà rappresentato lo stemma del comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta e nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d'argento.[20]»
All'atto pratico, dato il concomitante scoppio dellaseconda guerra mondiale, ilgonfalone non venne consegnato al Comune. L'iter si concluse solo nelsecondo dopoguerra, allorché il 30 dicembre 1952 la giunta comunale nominò un comitato, che si occupò dapprima di raccogliere i fondi necessari per la produzione del drappo (125.000lire) e quindi di appaltarne la realizzazione alladitta Vedeme diMilano. L'8 novembre 1953 il vessillo fu consegnato e inaugurato con una solenne cerimonia.[21]
Stemma prima della concessione del titolo di Città
Gonfalone prima della concessione del titolo di Città
Il primo nucleo della chiesa parrocchiale risale alMedioevo (1200 c.a.) ed inizialmente era orientata in modo opposto, con l'abside adest e l'entrata adovest. Le prime ristrutturazioni furono commissionate dalcardinaleCarlo Borromeo e dal successoreFederico Borromeo verso la fine del Cinquecento, mentre la grande crescita demografica conosciuta nella seconda metà delXVII sec. rese necessario un ampliamento radicale della struttura, che portò all'abbattimento delle mura perimetrali e all'aggiunta dellenavate laterali. Nel 1819 venne sostituito il vecchioaltare ligneo con uno acquistato da una chiesa sconsacrata diComo. Nel 1912 venne definitivamente ampliata e assunse l'odierna conformazione con il rovesciamento della disposizione interna e solo dopo laprima guerra mondiale vennero conclusi i lavori con la costruzione della nuova facciata. Nel piazzale antistante la nuova entrata si trovava il vecchio campanile che nel 1948, con l'arrivo del nuovoprevosto don Giuseppe Bosetti, si decise di abbattere, senza tener conto della tradizione e della storia legata ad esso. Nel 1956 venne inaugurato il nuovo campanile, il secondo più alto della zona dopo quello della basilica di San Vittore diVarese,[22] recentemente restaurato dopo il distaccamento di una parte della copertura in mattoni. Il 14 settembre 2012 è stata inaugurata una Via Crucis in terracotta dello scultoreFelice Mina posizionata sulla parete centrale del transetto alla sinistra della Cappella del Sacro Cuore.
Si trova in posizione strategica, tra l'antico nucleo del paese e lavalle dell'Olona, dove probabilmente era già stata costruita prima dell'anno 1000 una fortificazione difensiva. Secondo la tradizione è la prima costruita a Malnate. Risale all'anno 1000 ed originariamente era una piccola cappella che racchiudeva l'abside, instile romanico edificata con le pietre locali. Solo più tardi vennero costruiti lasacrestia ed il campanile. L'interno era poco luminoso e le tre finestre illuminavano al mattino l'abside e l'altare posizionati ad est. L'entrata principale era situata a nord, verso il centro abitato. Nel Settecento venne ampliata utilizzando ancora materiale povero e di recupero e vennero coperti alcuni dipinti del 1400. Il pavimento, costruito con pianelle di pasta di mattoni, venne alzato di circa mezzo metro e nascose in parte i dipinti di alcuni Santi riportati alla luce successivamente. All'interno si mescolano gli antichi dipinti cinquecenteschi con quelli realizzati dopo l'ampliamento; trovano rappresentazione diversi Santi: san Lucio di Val Cavargna,santa Caterina d'Alessandria, laMadonna del Latte, santa Marta,sant'Antonio abate,santa Liberata ed altri dipinti rappresentanti l'incoronazione disanta Teresa d'Avila, laTrinità,san Matteo di Giovanni Battista Croci e laMadonna col Bambino.[23]
Eretta tra il 1529 e il 1534 nella piazza antistante l'antico nucleo del paese, alla fine del Settecento venne demolita in parte durante i lavori di ristrutturazione della piazza. Lateralmente e frontalmente è aperta con strutture ad arco sostenute da pilastri. La parete interna è adornata da un affresco coevo, lo"Sposalizio mistico di santa Caterina da Siena con Gesù Bambino", sotto il quale è ancora presente il vecchio altare in pietra. A lato della Madonna sono rappresentatisan Rocco eSan Sebastiano.[24] Sul frontale vi sono i lacerti di due stemmi, a sinistra quello di papaLeone X de'Medici e a destra quello delRegno di Spagna di reFilippo II (1558–1580), caricato dallo stemma delDucato di Milano, quale arma di dominio sullo stesso, e circondato dal collare dell'Ordine del Toson d'Oro.
Nello stesso luogo in cui vi è questa chiesa, anticamente era presente una piccola cappella dedicata asan Gemolo, legata allaBadia di Ganna proprietaria di alcuni terreni in paese. Fu l'arcivescovoCarlo Borromeo dopo la visita pastorale del 1574 ad ordinare l'abbattimento della cappella e la costruzione al suo posto della chiesa, realizzata nel corso delXVII secolo grazie al contributo dell'Ospedale Maggiore di Milano, proprietario di molti terreni della zona, e della famiglia Oddoni, affittuaria della chiesa. L'edificio sacro fu poi intitolato allo stesso san Carlo. Nei primi anni del Novecento, a causa della crescita della popolazione, la chiesa venne ampliata e ristrutturata, cercando di mantenere una continuità con la parte più antica. La chiesa è a pianta rettangolare con un'unicanavata, separata dall'abside da un arco trionfale, su cui è visibile il simbolo della famigliaBorromeo, una corona con la scritta "Humilitas".[25]
Situato nell'abitato di Monte Morone, simulacro legato al culto dellareliquia della cintura appartenuta aMaria. Inizialmente dedicata allaMadonna Consolatrice, probabilmente la chiesa di Monte Morone ha subito l'influsso delle confraternite agostiniane assumendo il particolare dellacintura, anche se non ci sono riferimenti ufficiali a tale devozione in quanto la statua è sempre descritta come "Vergine Maria col Bambino". Durante lavori di restauro della chiesetta di Santa Maria di Monte Morone è stata portata alla luce l'abside originale, le cui caratteristiche potrebbero confermare una leggenda del luogo secondo cui la chiesa originariamente era stata costruita per ospitare la statua di unaMadonna Nera, ritrovata sulla salita del colle, poi trafugata dagli spagnoli nel 1536 (o ne 1511). La statua rappresenta la Madonna che porta sulle ginocchia ilBambino benedicente e tiene nella mano destra una cintura. La statua è in legno chiaro, intagliata da un pezzo unico, solo ilBambino è un pezzo aggiuntivo. Con un primo restauro del 1912 venne ricoperta di stucco e dipinta di azzurro. In seguito, all'inizio degli anni ottanta, la ricopertura iniziò a staccarsi e fu deciso di riportare alla luce la statua originaria. Successivamente anche le corone vennero sostituite, lasciando scoperto il capo delBambino e cingendo quello della Madonna con undiadema di Stanislao Borghi. Stilisticamente ha caratteri simili alle sculture diAndrea da Milano (1492-1539), autore di opere simili nellaprovincia di Varese, ed è stata scolpita probabilmente negli anni venti.[26][27]
Monumento ai Caduti per la Patria, Piazza Vittorio Veneto. Ricorda il sacrificio dei cittadini malnatesi caduti nelle guerre coloniali, nellaprima eseconda guerra mondiale, i cui nomi sono incisi sulle lapidi del monumento.
Ponte di ferro. Ponte dellaferrovia Laveno-Milano, riprodotto nello stemma del comune, che attraversa la valle dell'Olona. Costruito completamente incemento armato nel 1927, è un'opera diingegneria civile molto imponente per i materiali utilizzati. Sostituì il vecchio ponte inmetallo del 1884, luogo di un famoso incidente ferroviario in cui duetreni si scontrarono frontalmente.
Durante l'inverno del 1889, in località Rogoredo, dei contadini rinvennero sotto una roccia descritta come una "rozzastele" unaspada diferro con impugnaturaantropoide inbronzo, un frammento di una catena e di un anello, entrambi sempre inferro. Si ritiene che derivino da un corredo tombale dell'Età del Ferro o del periodo delle invasioni galliche, date le diverse analogie con i rinvenimenti dellafacies di Hallstatt, nel complesso tra ilIII eII secolo a.C. Lo scavo che seguì il ritrovamento, portò alla luce una seconda tomba accanto alla prima, da cui vennero recuperati cinque vasi, frammenti di un braccialetto e di unafibula in ferro. Entrambe le tombe, appartenute ad un guerriero, la prima, e ad una donna, la seconda, erano adincinerazione e delle ossa rimaneva solo qualche traccia. La spada, che venne definita la"Gemma della raccolta", è lunga420 mm, compresa l'impugnatura di115 mm che rappresenta una figura umana con il corpo formato da tre rigonfiamenti dai quali dipartono le appendici superiori che rappresentano le braccia (una fu rotta nel recupero). Tra le due appendici, la parte superiore dell'impugnatura è costituita da un pomello che rappresenta un viso maschile con tratti somatici ben delineati: volto allungato con occhi a mandorla e capelli lunghi, raccolti dietro al capo.[28]Tale spada fu verosimilmente importata, probabilmente dallaSvizzera, ed è riconducibile alLateniano padano. L'originale è esposta al Museo Archeologico delCastello Sforzesco diMilano,[29], mentre una copia è esposta al Museo Civico di Scienze Naturali "Mario Realini".
Interno di una cava di molera, Parco Valle del Lanza
Caratteristiche: il parco è caratterizzato dall'ampio territorio costituito prevalentemente dalla valle in cui scorre il torrenteLanza, che dal confine italo-svizzero si immette poi in località Folla di Malnate nel fiumeOlona e lungo il quale sorgono testimonianze storiche e di archeologia industriale qualimulini ad acqua e antichi nuclei industriali. Altre caratteristiche sonozone umide, ampie zone di interesse agricolo-forestale, sentieri e viabilità campestre, sistema idrografico di terrazzamento; elementi di architettura rurale storica, luoghi di culto e interesse culturale.
Una forteimmigrazione, sia interregionale sia internazionale, fa contare numeroseetnie differenti nella popolazione, per un totale di 1 269 cittadini stranieri iscritti all'anagrafe che costituiscono il 7,7% della popolazione delComune al 31 dicembre 2009.[32]
Di seguito viene riportato l'elenco dei dieci gruppi più consistenti della popolazione straniera residente:[32][33]
Nel territorio del comune di Malnate esistono tre parrocchie: SS. Trinità, San Martino e San Lorenzo Diacono. Fanno tutte parte della zona pastorale di Varese dell'Arcidiocesi di Milano e seguono ilrito ambrosiano.[36]
Malnate Ponte:periodico del Comune, che prende il nome dal monumento ingegneristico simbolo del paese.
La Cava:annuario di storia locale realizzato dall'associazione ARS (Amici Ricerche Storiche) che viene pubblicato dal 1994. Utile per approfondire la storia di Malnate.
Pinocchio. UnPinocchio che parla malnatese. L'opera diCollodi scritta nella lingua parlata per molti anni dagli abitanti del paese.
La maggior parte degli interni e alcuni esterni del lungometraggioScherzi: il film, dei varesini Alessandro Damiani, Stefano Damiani e Paolo Franchini, sono stati girati a Malnate.[37] Una delle scene, girata davanti al municipio di Malnate, ha visto anche la partecipazione diDJ Aladyn, noto Dj diRadio Deejay.[38]
La cucina malnatese è tipica dell'Insubria. È legata a tradizioni contadine e al legame culinario con le zone vicine, soprattutto con lacucina milanese e Altomilanese. Alcuni piatti caratteristici sono:[39]
Unica inItalia è lamarcia non competitivaPre Njmegen, nata come Prenimega, fondata dal giornalista Fulvio Campiotti e da Giovanni Copreni, ispirata alla "Marcia Internazionale di Quattro Giorni diNimega" (Paesi Bassi), che ebbe sin dai primi anni la tutela dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, giunta alla 37ª edizione (1º giugno 2008) e curata dall'Associazione Pre Njmegen Malnate. Il percorso tradizionale era di43 km, tra alcuni comuni ai confini delle provincie diVarese eComo; nel 1984 fu inserito un percorso alternativo di 10 (poi 12)km per permettere la partecipazione di giovanissimi, anziani e portatori dihandicap e nel 1999 uno di22 km a passo libero. I percorsi sono quattro, con diverse lunghezze: 6, 12, 20 e30 km con partenza ed arrivo dal Campo Sportivo "Nino Della Bosca". La partecipazione militare è il fiore all'occhiello della manifestazione e, inizialmente limitata solo a compagini italiane, si è estesa a reparti internazionali: svizzeri, austriaci, tedeschi, inglesi, ungheresi, francesi, rumeni e a rappresentanze dellaNATO. DiverseAssociazioni diVolontariato coadiuvano gli organizzatori nelle fasi preparatorie e durante la marcia con la gestione dei punti di ristoro e delle cucine al campo.Corpi Bandistici,Fanfare Militari, Gruppi Folkloristici, Reparti Militari Equestri e Gruppi Cinofili fanno da contorno ad una delle maggiori manifestazioni provinciali.[40]
Caratteristica del paese è anche la classicaSagra Settembrina, che da 76 anni si tiene presso la parrocchia dal primo sabato di settembre: cucina tipica, ospiti musicali, sport, giochi, mostre e diverse attività accolgono i cittadini della zona. Nel corso degli anni si sono alternate diverseregioni italiane, per arrivare negli ultimi a raccontare le storie ed i personaggi della Malnate stessa.
Gurone in Festa, festa di fine agosto, organizzata dalla parrocchia di San Lorenzo
Villa Rossi, Malboeucc, Contrada, Rogoredo, Valle, Folla, Baraggia, Cassei, Ronchetti dei Monti, Mottarello, Monte Morone, Madonna della Cintola.
Ogni zona del paese, sia abitata che coltivata o a bosco, ha il suo nome in dialetto varesotto:
Villa Rossi. Zona alta di Malnate, situata su un terrazzo alla base del Monte Casnione, che racchiude le zone un tempo chiamate Albóstari,Albostar, la Brascella,Brascela, e i Ronchi,Runch, termine che significa terreno terrazzato e coltivato.
Rogoredo. Zona situata a metè della statale. ChiamataRoguré oReguré probabilmente si riferisce al bosco di rovere (rogur) che in antichità ricopriva la zona.
Folla. Zona situata lungo la valle dell'Olona.Folla indica la presenza dellefolle, mulini per la produzione della carta che prendono tale nome dalla follatura degli stracci necessaria per questa produzione. L'energia era fornita dai numerosi mulini costruiti lungo le rive del fiume.
Baraggia. Zona situata a destra del Lanza.Baragia, eBaragiola, indica una brughiera bonificata e messa a coltura.
Madonna della Cintola. La zona a Monte Morone vicino al santuario dedicato al culto della Madonna; la zona è proprietà privata.
Folla e Baraggia a nord-ovest, Rovera ad est,San Salvatore a sud-est eGurone a sud-ovest. Originariamente questi ultimi due, oltre a Monte Morone, erano comuni distaccati, riuniti a Malnate: San Salvatore e Monte Morone ai tempi della riforma diCarlo VI d'Asburgo e Gurone nel 1928. Gurone, tra i diversi nuclei abitativi, è quello che conta più abitanti oltre alcapoluogo.
L'agricoltura è l'attività più antica che si è sviluppata in Malnate; da alcunepergamene risalenti al 1100, l'associazione ARS (Amici ricerche storiche) è riuscita a ricostruire la tipologia delle coltivazioni di quel periodo: vengono menzionati campi,vigne e prati, ma anchebrughiere, terreni messi abonifica e incolti. Venivano coltivati lasegale ed ilpanìco ed inoltre Malnate aveva una sua unità di misura per icereali, "modia ad starium de Malnate" (moggio secondo lostaio di Malnate). Queste tipologie di coltivazioni durano fino alla metà del 1800 quando lavite viene colpita dallafillossera e successivamente dallaperonospora e dall'oidio. Anche labachicoltura, attività diffusa nel paese, viene colpita dall'atrofia delbaco da seta, ma si riprende successivamente, a differenza dellaviticoltura. La produzione agraria diminuisce anche nel secolo scorso durante il qualefrumento,granoturco epatata sono i più diffusi, come anche ilgelso legato allabachicoltura. Grande ostacolo allo sviluppo dell'agricoltura moderna è stata la piccola proprietà, che ha reso l'attività legata solo alla sopravvivenza di ogni singola famiglia. L'attività col tempo si è ridotta a livello marginale, con pochissimeaziende.[30]
Lecave di molera sono state una delle più grandi ricchezze del paese durante il millennio corso. Lamolera, il cui nome deriva dall'utilizzo della pietra per la costruzione dimole per i mulini, veniva utilizzata per costruzioni edili di ogni tipo e tuttora rimangono testimonianze negli edifici più vecchi. L'uso di nuovi cementi e materiali per l'edilizia ha portato alla chiusura delle cave.[41]
Lo sviluppoindustriale è stato chiaramente legato all'Olona, che forniva acqua e forza motrice attraverso i mulini. L'industriaserica e lecartiere sono state le prime a svilupparsi lungo il corso del fiume nella zona della Folla (Folla deriva da "follatura", operazione nella produzione della carta). Dalla ristrutturazione e dall'ampliamento di alcuni mulini sorsero le prime industrie meccaniche. Nella valle dell'Olona sopravvivono i ruderi di quel tempo. Durante il 900 le industrie più diffuse sono quellemeccaniche e delvestiario. Quest'ultima assorbiva la maggior parte dei lavoratori: la Tessitura Braghenti costruita nel centro del paese, per molti anni ha rappresentato l'attività industriale del Paese, di cui ha consentito un notevole sviluppo. Un'altra attività produttiva, di cui per molti anni Malnate ha rappresentato la maggiore area produttiva nazionale, è stata quella dellemole abrasive degli impianti Ermoli (tuttora attiva), continuazione dell'attività che precedentemente era connessa alle cave di molera.[30]
Abolito il sindaco, sostituito dalla Deputazione Municipale 1817 - conte Dandolo, Giovanni Battista Sanvito, Bartolomeo Sonzini 1822 - Andrea Croci, Luigi Monetti, Giacomo Brusa 1823 - Andrea Croci, Giacomo Brusa, Gaetano Galli 1825 - Andrea Croci, Ambrogio Lazzari, Carlo Gerolamo Pessina 1829 - Gaetano Galli, Luigi Monetti, Ambrogio Lazzari 1830 - Gaetano Galli, Luigi Monetti, Ambrogio Lazzari 1831 - Gaetano Galli, Luigi Monetti, Carlo Gerolamo Pessina 1832 - Gaetano Galli, Luigi Monetti, Ambrogio Lazzari 1836 - Gaetano Galli, Carlo Gerolamo Pessina, Giacomo Brusa 1837 - Gaetano Galli, Giacomo Brusa, Carlo Gerolamo Pessina 1839 - Gaetano Galli, Luigi Monetti, Gaetano Bernasconi 1843 - Luigi Monetti, Antonio M. Taglioretti, Antonio M. Comerio 1844 - G. Battista Galli, Antonio M. Comerio, Luigi Monetti 1849 - Domenico Ermoli, Luigi Monetti, G. Battista Galli 1850 - Domenico Ermoli, Luigi Monetti, G. Battista Galli 1852 - Gerolamo Pessina, G. Battista Galli, Francesco Maternini 1854 - G. Battista Conconi, Carlo Battaini, Antonio Realini Reintrodotto il Sindaco 1859-1866 - LuigiVallino 1866-1868 - Giorgio Mentasti 1868 - Ezechiele Zanzi (Delegato straordinario) 1868-1905 - Paolo Tallachini 1907-1911 - Pietro Tallachini 1911-1912 - Antonio Bianchi-Luraschi 1912-1920 - Oreste Croci 1920-1923 - Antonio Bianchi-Luraschi
NelVentennio si alternanopodestà ecommissari 1923 - Nazzareno Mezzetti (commissario) 1923-1925 - Giuseppe Mazzucco (commissario) 1925-1927 - Ettore Scagliotti (commissario) 1927-1934 - Luigi Braghenti (podestà) 1934 - Edoardo Pallante (commissario) 1934-1939 - Alfredo Rosacher (podestà) 1939-1943 - Carlo Battaini (podestà) 1943 - Paolo Ventura (commissario) 1943 - Michele Buccico (Commissario) 1943-1944 - Alfredo Rosacher (commissario) 1944 - Felice Macchi (commissario) 1944-1945 - Paolo Ventura (commissario) 1945 - Cesare Cagnoni (commissario) Dopo laLiberazione torna il sindaco 1945 - Alfredo Ponzoni 1945-1946 - Luigi Banfi 1946-1948 - Luigi Butti 1948-1960 - Pasquale Canisio 1960-1969 - Agostino Bocci 1969-1971 - Filomeno Madera 1971-1985 - Luigi Battaini 1985-1993 - Natale Grizzetti
^Cfr. P. Roberto Comolli osb:La Badia di San Gemolo in Ganna, inRivista della Società Storica Varesina, VI, 1960 eMonumenta Gannensis più sotto.
^Monumenta Gannensis, a cura di P. Roberto Comolli osb, LATIVA, 2008, con riferimento alla testimonianza in data 14 giugno 1522 del sacerdote Ambrogio Carcano, rettore della chiesa di San Martino di Malnate e di Francesco Comitti
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