Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR n. 3165del 31 luglio 1981.[6]Lo stemma raffigura, in campo azzurro, un fascio di verghe dorate, riunite intorno a una scure d'acciaio e legate da una fettuccia rossa.Il gonfalone è un drappo di rosso.
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e d'alto senso del dovere, meritevole dell'ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta.Eventi sismici 1976.» — 12 dicembre 2002[7][8]
Lachiesa parrocchiale dei Ss. Pietro e Paolo si trova nel capoluogo del comune. Il nucleo originario della chiesa fu costruito tra il 1768 e il 1780 su progetto diDomenico Schiavi e venne in seguito affrescata daAntonio Schiavi. La chiesa originale con l'adiacente campanile, a causa delle lesioni subite dopo ilsisma del 1976, venne demolita.
Venne sostituita con un edificio progettato da Oliviero Accosano, Eugenio Boranga, Tito De Biasio, e Armando Pinellini. Il 6 maggio 2012 è stato inaugurato il nuovo campanile, utilizzando anche un troncone di quello del 1906, a suo tempo chiamato "il biel tor"[9]. Esso ospita un concerto di tre campane in Do3, inceppate a slancio “friulano”, sono state fuse dalla fonderia Grassmayr di Innsbruck (Austria) nel 2011. Alla base del campanile si trova la vecchia campana maggiore, opera di Giovanni Battista De Poli di Udine (fusa nel 1933), che faceva parte del vecchio concerto assieme ad altre due campane fuse dalla fonderia Clocchiatti di Colugna (UD) nel 1976 e attualmente dismesse.
La chiesa di Santo Stefano Protomartire è la parrocchiale della fazione Susans. L'esistenza di una cappella è attestata già nelXII secolo, ma l'edificio più recente venne costruito nel 1812 in stile neoclassico.
Questo edificio costituiva una tappa importante dellaVia del Tagliamento nell'anticaVia di Alemagna che collegava l'Europa fino ai Paesi Baltici con i ponti dell'Adriatico. L'edificio, annesso alla Chiesa di San Giovanni, offriva rifugio e ristoro ai pellegrini in viaggio versoRoma.
A Majano, accanto allalingua italiana, la popolazione utilizza lalingua friulana. Ai sensi della deliberazione n. 2680 del 3 agosto 2001 della Giunta della Regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, il Comune è inserito nell'ambito territoriale di tutela della lingua friulana ai fini della applicazione della legge 482/99, della legge regionale 15/96 e della legge regionale 29/2007[5]. La lingua friulana che si parla a Majano rientra fra le varianti appartenenti alfriulano centro-orientale[12].