Mahdia (in araboالمهدية?,al-Mahdiyya) è una città costiera dellaTunisia, posta all'estremità meridionale del golfo diHammamet, a205 km a sud diTunisi. Capoluogo delgovernatorato omonimo, costituisce unamunicipalità di 62 189 abitanti (2014).
Costruita all'origine su unapenisola di 1400 metri di lunghezza e 500 metri di larghezza, la città è stata uno dei primiportipescherecci del paese. Col passare degli anni l'attività turistica ha pesato sempre di più sull'economia locale. Infine Mahdia è un centro terziario in sviluppo che presenta da alcuni anni un polo d'insegnamento superiore (Institut d'économie et de gestion aperto nel1999).
Se il centro storico di Mahdia è situato sulla penisola, la città moderna si è estesa verso l'entroterra, specialmente i quartieri diHibun e diZouila.
I nomi con cui era conosciuta la città nel passato sonoJemma,Aphrodisium eCap Africa.
La sua posizione strategica e le sue fortificazioni permisero alla città di giocare un ruolo di primo piano nelbacino del Mediterraneo fino alXVI secolo. Il primo stanziamento nell'area dell'attuale Mahdia fu un villaggiofenicio, diventato poiromano con il nome diAphrodisium.[1] Ilrelitto di Mahdia, unagalea affondata nelI secolo a.C. e carica di oggetti d'arteattici è stata ritrovata a6 km al largo di Mahdia. Questo fa della città uno dei più ricchi siti diarcheologia sottomarina dellaTunisia.
Nel914 (301 dell'Egira), il primoImam/CaliffofatimideʿUbayd Allāh al-Mahdī bi-llāh[2] vi fonda la città attuale, cui dà il suo nome, al-Mahdiyya.[3] Praticamente inespugnabile da terra e in posizione adatta ai progetti espansionistici della dinastia verso l'Oriente e il Mediterraneo,[4] la città diventa ufficialmente capitale deiFatimidi nel921;[2] rango che perderà nel973 a favore deIl Cairo.[5] Lungo tale arco di tempo vi furono costruiti la residenzacaliffale e il palazzo del principe eredeal-Qāʾim bi-amr Allāh, laGrande Moschea, unsūq, ben due arsenali e una poderosa cinta muraria dotata di bastioni terrestri e marittimi nella quale risultava inserito il porto, base dell'efficiente flotta navale con cui i califfiFatimidi tenevano sotto scacco le coste del Mediterraneo. Importante nodo del commercio marittimo, vi fiorirono gli studi e la medicina, la letteratura e la poesia.[6]
Assediata per otto mesi (944-945) daiKharigiti sotto il comando diAbu Yazid, la città seppe resistere vittoriosamente. Nel1057, i principiZiridi vi si rifugiano di fronte alla minaccia deiBanu Hilal. Alla loro corte troverà ospitalità per una ventina d'anni il poeta esuleIbn Hamdīs, massimo esponente della poesia siciliana di lingua araba.
Nel1087 Mahdia, allora governata dai vassalliziridi deiFatimidi, vieneattaccata, e per breve tempo conquistata, daGenova e Pisa (con l'aiuto di Salerno, Amalfi e Gaeta) ma l'attacco non sortisce effetti duraturi.
Mahdia assediata. Illustrazione dalCivitates Orbis Terrarum vol. II 57 di Georg Braun e Franz Hogenberg (1575)
IlnormannoRuggero II, Re di Sicilia occupa la città nel1148 e ne mantiene il potere fino alla sua caduta, nei primi giorni del1160, per mano degliAlmohadi. La città perde così la sua importanza politica a favore diTunisi.
In epocahafside, l'anno1286[7] Mahdia viene attaccata e distrutta dalla flottaaragonese comandata dal celebre ammiraglioRuggiero di Lauria. Potrà essere parzialmente ricostruita solo nel1360.[7]
Nel1390,[8] dopo la perdita delle sue posizioni commerciali inTunisia a favore dellaRepubblica di Venezia, laRepubblica di Genova organizza una spedizione militare, volutamente definitauna nuova crociata, col pretesto di combattere la pirateria dei barbari contro i cristiani. Ottiene così l'assistenza da parte di un corpo anglo-francese comandato daLuigi II di Borbone. Mahdia, difesa dagli arabi di Bougie (Béjaïa), diBona, diCostantina e di altri paesi delMaghreb, venuti in soccorso dei tunisini, resistette a tutti gli attacchi, e gli alleati sono obbligati a riprendere il mare dopo sessantun giorni di combattimenti infruttuosi.[9]
Mahdia è presa poi nelXVI secolo dalcorsaroDragut che ne fece il suo rifugio[10]. GliSpagnoli diCarlo V d'Asburgo si impadronirono della città nel1550 e vi restarono fino al1554, quando gliOttomani presero il controllo di Mahdia[11].[12] La città ritrovò così la sua calma e il suo porto peschereccio rifiorì.
Spiaggia di dune a MahdiaBattelli nel porto peschereccio di Mahdia
L'economia di Mahdia è principalmente basata su:
Turismo: le suespiagge disabbia bianca, i suoi numerosi hotel, la sua storia e l'accoglienza dei suoi abitanti ne fanno una delle stazioni balneari più apprezzate dellaTunisia. La zona turistica è situata a nord della città nel quartiere diHibun;
Pesca: è il primo porto di pesca della Tunisia, è molto animato a certe ore, e possiede dei conservieri per il pesce il blu.
Olio d'oliva: la città si trova a est di un grande uliveto posseduto da varie famiglie note a Mahdia. Vengono prodotti anche paté di olive esapone.
Notevole è la presenza di fabbriche di confezionamento del pesce, fabbriche di sapone e prodotti chimici... Le industrie sono concentrate nella zona industriale della città
Treno: La città è servita da 5 fermate dalla lineaMetro du Sahel di cui è il terminale meridionale con la stazione di Mahdia. Il servizio è svolto con treni climatizzati.
Strade: Molte strade nazionali servono Mahdia. L'autostrada A1 è fruibile dagli svincoli di M'Saken (a47 km) e quello di Bou Merdes (a43 km).
Taxi: Numerosi taxi servono la città a tariffe decisamente basse. Possono a volte prendere simultaneamente più passeggeri con destinazioni differenti.
Pullman: Per la maggior parte sono pullman extraurbani. Non è il mezzo più usato.
Pullmini privati: chiamati "Lueg", sono piccoli pullman privati che trasportano circa 7 passeggeri più alla volta che portano fuori dalla regione.
^Louis de Mas Latrie,Occhiata delle relazioni commerciali dell'Italia settentrionale con l'Algeria nel Medio Evo, partie II, Imprimerie royale, Paris, 1845