A circa 30 chilometri a nord est diUdine, il territorio comunale di Lusevera si trova approssimatamente a 504[8]metri sul livello del mare ed è situato nell'altavalle del Torre. Il comune viene attraversato da duetorrenti principali: il Mea (fiume sotterraneo) ed ilTorre, le cui sorgenti si trovano proprio nellafrazione di Musi. Cinto completamente dallaCatena dei Musi e ricco perciò di boschi, il territorio risulta piuttosto vario nella sua morfologia: essendo punto di incontro ed area di confine fra zone geografiche diverse (ad est lapenisola balcanica, a sud quellaitaliana ed a nord laporzione geografica continentale) il comune ospita nicchie ecologiche differenti. Nel sud del comune, in concomitanza con il fondovalle, sono comuni zone diforra e boschi termofili amicroclima caldo, tipici della fascia sub-mediterranea e perciò ricchi diornielli,carpini neri eroverelle. Nel nord invece sono presenti suoli più freschi ed umidi che garantiscono la crescita difrassini,carpini bianchi,aceri,castagni etigli selvatici. È diffuso inoltre ilpino austriaco, presente specialmente nella conca di Pradielis, lungo il greto del Torrente Mea e sui versanti ghiaiosi della catena dei Musi, dove si alterna con ilpino silvestre e con formazioni pioniere dipino mugo.[9]
Sono inoltre diffusissime sul territorio comunalecavità ipogee di sviluppo lineare, dovuto al fenomeno delcarsismo e all'erosione di rocce carbonatiche dovuta dall'azione erosiva di agenti atmosferici. Nonostante i fenomeni ipogei siano solitamente di tipo verticale (abissi e cave), nella frazione di Villanova esiste un complesso di cavità ipogee orizzontali conosciute comeGrotte di Villanova. La più famosa di queste è Grotta Nuova, scoperta nel 1925, oggi visitabile.[10]
Il comune di Lusevera fa parte della zona climatica F. Ha un clima sub-continentale con inverni rigidi ed estati relativamenti calde ed è caratterizzato da una forte piovosità. La frazione di Musi risulta infatti essere la località più piovosa d'Italia con ben 3300 mm diprecipitazioni medie annue[12].
Nel comune di Lusevera si presenta unfenomeno climatico tipico di numerosi comunifriulani definito "abbassamento dei profili altimetrici": per via di condizioni climatiche specifiche, è possibile incontrare caratteristiche geofisiche e climatiche tipiche dell'alta quota senza dover affrontare grossi dislivelli. Questa situazione permette ad esempio di incontrarefaggete a quote più basse di 300-400 metri rispetto agliorizzonti montani consueti.[9]
Nonostante la frazione di Lusevera venga menzionata per la prima volta nel 1150 in un documento riguardante l'applicazione di imposte appartenente allaPieve di Tarcento, è probabile che i primi insediamenti nella zona risalgano alla fine delVI secolo, durante le migrazioni ditribù slave e la loro espansione nellapenisola balcanica e nelleAlpi Orientali, mentre altri suggeriscono che fossero presenti insediamenti già a partire dall'epoca romana, successivamente conquistati da nomadi slavi. Tale stanziamento, seppur privo di testimonianze storiche, fu presumbilmente stabile e non completamente isolato: ilPasso di Tanamea collegava la zona all'Alta Valle dell'Isonzo, mentre le pendici del Gran Monte e gli altipiani del Bernadia collegavano l'Alta Val Torre alla Valle del Cornappo e allaBassa Val Torre. Questo portò negli anni a dei rari e sporadici scambi con le zone vicine; tuttavia, i contatti fra le cosiddetteVille Slave e le aree circostanti rimasero labili fino al 1420, quando la zona venne occupata datruppe veneziane che iniziarono a disboscare l'area e nominarono un lungotenente per la gestione burocratica delleVille Slave. La conquista del territorio da parte diVenezia sancì dunque la fine dello storico isolamento politico dell'Alta Val Torre, fin allora praticamente autogestite, come testimoniano le numerosi fonti scritte di epoca veneziana riguardanti processi e gestione politica. La zona rimase tuttavia economicamente autosufficiente, basandosi sulla coltivazione dituberi elegumi, e gli scambi con le zone vicine erano ridotti al minimo indispensabile. Questo garantì negli anni una scarsa mescolanza culturale col resto delFriuli ma anche con la vicinaSlovenia, situazione che perdurò poi anche sotto ladominazione austriaca (1797-1866) e negli anni dell'annesione della zona al neonatoRegno d'Italia (1866). Solo dopo la prima guerra mondiale i contatti con il mondo esterno iniziarono ad intensificarsi e si diffuse tra i luseveresi coscienza della loro arretratezza, al punto che gran parte della popolazione lasciò la zona emigrando verso la più riccapianura friulana o verso le principali città industriali. Nonostante fra le due guerre ci fu un boom demografico dovuto ad una relativa diffusione di benessere dovuta da una parte agli introiti provenienti dall'emigrazione (uomini che mandavano soldi alle mogli e ai figli) e dall'altra allo svilupparsi di infrastrutture e trasporti che collegavano Lusevera al resto del Friuli, a partire dalla seconda guerra mondiale Lusevera conobbe un calo demografico che perdura fino ad oggi.[10] Nel1969 vi fu aggregata la frazione diUccea, già parte del comune diResia[13]. Tuttavia, con legge n. 7 del 1995, la regione ha riportato la situazione a quella precedente[14]. Nel1976 il comune fu devastato dalterremoto del Friuli, che provocò enormi crolli e danni, oltre che a 11 vittime.Pesantemente danneggiati gli abitati del capoluogo,Pradielis eMusi. La scuola materna del luogo è stata dedicata al pilotaGraham Hill. Tale scuola fu costruita grazie a una raccolta fondi avvenuta lo stesso anno, con una gara, cui parteciparono molti piloti di Formula 1 svoltasi all'Autodromo Riccardo Paletti e organizzata dal settimanaleAutosprint.
Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica n. 1639 del 18 marzo 1985.
«Di rosso, a due versanti rupestri, di verde, decliviin banda ein sbarra, rappresentanti la valle del Torre, e alla catena di monti innevata, di bianco, a guisa dipunta rovesciata tra i due versanti, e rappresentante i monti Musi; il tutto sormontato dal ramo ditiglio, postoin palo, gambuto al naturale, fogliato di tre, di verde, munito di due infiorescenze con tre frutti ciascuna, d'oro, accompagnato da due stelle di otto raggi, dello stesso. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone è un drappo troncato di bianco e di rosso.
«In occasione di un disastroso terremoto, con grande dignità, spirito di sacrificio ed impegno civile, affrontava la difficile opera di ricostruzione del tessuto abitativo, nonché della rinascita del proprio futuro sociale, morale ed economico. Splendido esempio di valore civico e d'alto senso del dovere, meritevole dell'ammirazione e della riconoscenza della Nazione tutta.Eventi sismici 1976.» — 12 dicembre 2002[15]
Durante laguerra fredda, nel territorio comunale erano state realizzate delle fortificazioni dette "opere" che facevano parte dellasoglia di Gorizia. Le fortificazioni realizzate nel comune di Lusevera erano quelle di Micottis, Musi eTanamea.
La fortificazione di Micottis, dal nome della omonima località, frazione del comune di Lusevera, era una piccola fortificazione situata sulla strada Lusevera-Villanova al bivio perTaipana. Le fortificazioni di Musi e Tanamea facevano sistema nella difesa dell'alta valle del Torre e della piana diUdine. La fortificazione di Musi era situata sulle alture di Musi in corrispondenza del restringimento dellavalle dell'Uccea e all’inizio della valle del Torre.
La fortificazione di Tanamea era scavata nella roccia a chiudere la valle dell'Uccea, situata immediatamente dopo ilpasso di Tanamea verso il confine e difendeva l'accesso dall'alta valle dell'lsonzo allavalle del Torre e alla piana diUdine. Il controllo delle "opere" collocate nel territorio comunale di Lusevera era affidato al52º Battaglione fanteria d’arresto "Alpi".[16] Dopo la fine della guerra fredda la fortificazioni, all'inizio deglianni novanta sono state dismesse.
Nel comune di Lusevera si parla, parallelamente alfriulano, un dialetto sloveno, che tradizionalmente gli abitanti usano chiamarePo našin oPo Nasen, che in italiano si traduce "a modo nostro". A Lusevera, similmente ad altre zona di confine, è presente quel fenomenotoponomastico conosciuto comepolimorfia toponimica: per lo stesso luogo esistono più nomi conetimologia diversa derivante da ceppi linguistici differenti. Un esempio ne è Lusevera, il cui nome italiano deriva dal latinoLuxvera, cioè Luce Vera, probabilmente per la posizione orientale della frazione (situata dove sorge il sole), mentre il nome dialettale, "Bardo", deriva da una radice slava significante collina, proprio perché la frazione di Lusevera si collocca effettivamente su un colle rialzato rispetto alla valle. Ad oggi, questo dialetto è in forte deperimento: non c'è una vera e propria stima dei parlanti attuali ma risulta sconosciuto a gran parte della popolazione, nonostante alcune iniziative comunali per preservarlo.[18][10]
Il comune rientra nell'elenco del DPR 12 settembre 2007 "Approvazione della tabella dei comuni del Friuli-Venezia Giulia nei quali si applicano le misure di tutela della minoranza slovena, a norma dell'articolo 4 della legge 23 febbraio 2001, n. 38". (GU n. 276 del 27-11-2007).
Costituito nel 1973 per volontà di un gruppo di studiosi - tra cuiGuglielmo Cerno - del Centro Ricerche Culturali di Lusevera e chiuso per lungo tempo a seguito del sisma del 1976, è stato riallestito grazie al prezioso lavoro di esperti del “Goriški Muzej” di Nova Gorica. Il Museo ha sede in quella che fu la latteria paesana.
Storicamente, l'area dell'attuale comune di Lusevera era composta da numerose località che formavano entità distinte sparse per tutta l'Alta Val Torre, dalla forra del Torre fino aPasso Tanamea. Con le grandi emigrazioni del Novecento, molte di esse sono state abbandonate perdendo ogni tipo di rivelanza antropica.
Ad ovest di Pradielis, situato a circa 500 metri sul livello del mare, è attualmente abitato da circa 44 abitanti[19]. L'insediamento è storicamente formato da due nuclei principali:Ròsici eCiberja. Il nomeCesariis deriva probabilmente dal latino medioevaleCaesa, taglio del bosco, mentre il terminePodbardo è l'unione della particellaslava Pod, sotto, e del terminepo nasenBardo, collina.
Frazione principale che da il nome ad il comune, è collocata su un colle ad est rispetto allaStrada Regionale 646 ed è abitata da circa 192 abitanti[19]. A circa 500 metri sul livello del mare, è storicamente diviso in 16 località ed oggi ospita il museo etnografico e laChiesa di San Giorgio Martire. Il suo nome italiano deriva dal latinoLuxvera, luce vera, mentre la variante slava corrisponde al termine po nasen di collina.[18]
Diviso in 5 borgate, si trova lungo la strada che collega Lusevera a Sella Priesaca, a circa 500 metri sul livello del mare. Abitato da solo 47 abitanti[19], la sua etimologia è incerta: Mekota e la latinizzazione Micottis possono suggerire dal protoslavoMek- soffice (per indicare un terreno umido), mentreSedlisca è un toponimo molto diffuso in tutte le alpi orientalislavofone e significa "sella, avvallamento". Non lontano dalla frazione di Micottis è situata la localitàLùscavaz
Frazione più settentrionale, si trova a 627 metri sul livello del mare ed è abitata da 27 persone[19]. Divisa storicamente in tre località,Simaz,Tanataviele eChisaliza, oggi è abitata solo nelle prime due. Il nome sembra derivare da un cognome locale, anche sePavle Merkù suggerische che sia un nome primario dato inizialmente alla catena deimonti Musi e successivamente alle borgate sottostanti. Nella frazione si trovano le sorgenti delTorre.[18]
Frazione più abitata (226 abitanti), è situata a 361 metri sul livello del mare, in una conca lungo la Regionale 646. Ad est del fiume Torre, da cui deriva il nome in po nasen, è sede della casa di riposo, della canonica e del campo sportivo.[19] È storicamente divisa in 6 borgate e circondata da pascoli, da cui deriva il nome Pradielis (daI latinoPratum, prato).[18]
Sede comunale, ci risiedono 68 individui[19]. Ad ovest del Torre, è attraversata anche dal torrente Vedrosa, che da il nome alla frazione.Njvica significa invece campicello.[18]
Località storicamente isolata e dalla forte identità culturale, è conosciuta per le suegrotte. A 500 metri sul livello del mare, è divisa in 7 borgate, ciascuna storicamente dotata di autonomia.Zavarh deriva dall'unione della particella protoslavaZa, dietro, eVahr, vetta, indicando la sua posizione isolata dalla catena dei monti Musi.[18]
Degni di nota sono inoltre la borgata di Pers, ormai disabitata ed borgo Sriegnibosch, lungo la strada statale per ilpasso di Tanamea.
Liliana Spinozzi Monai,Il Glossario del dialetto del Torre di Jan Baudouin de Courtenay, Udine, Consorzio Universitario del Friuli, 2009,ISBN978-961-254-142-2.