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Legione Redenta di Siberia

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Legione redenta di Siberia
Descrizione generale
Attiva1915 - 1920
NazioneItalia (bandiera) Italia
ServizioRegio Esercito
Dimensione~2.500 uomini
ComandoConcessione italiana di Tientsin
Battaglie/guerreIntervento in Siberia
Voci su unità militari presenti su Wikipedia

LaLegione Redenta di Siberia fu un reparto delRegio Esercito organizzato nellaconcessione italiana di Tientsin alla fine dellaprima guerra mondiale, composto da ex prigionieri di guerraaustro-ungarici di etnia italiana. Fu parte delcorpo di spedizione italiano in Estremo Oriente nel corso dell'intervento in Siberia degliAlleati.

Storia

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Oltre 25.000 soldati di etnia italiana dell'esercito dell'Impero austro-ungarico furono fatti prigionieri sulfronte russo nei primi anni della "Grande guerra". Molti di loro furono aiutati dalle autorità italiane a uscire dai campi di concentramento dellaRussia, una volta qualificatisi come "italiani" e non più "austro-ungarici".[1]

Un notevole contingente di questi militari, calcolato in circa 10.000, evitò laguerra civile russa trasovietici ezaristi, scoppiata dopo laRivoluzione del 1917, andando fino inCina e raggiungendo la piccola colonia delRegno d'Italia detta "Concessione italiana di Tientsin".

Alcuni di questi "ex-prigionieri irredenti" decisero di combattere sotto la bandiera dell'Italia e furono arruolati nellaLegione Redenta, guidata dal maggiore deicarabinieri realiCosma Manera.

Infatti nei primi mesi dell'estate del1918 arrivarono a Tientsin inizialmente oltre 900 militari "irredenti" (principalmente delTrentino e dellaVenezia Giulia-Dalmazia), provenienti dallaRussia europea usando laferrovia Transiberiana.[2]

Questi soldati, che raggiunsero poi il numero di circa 2.500, furono inquadrati nellaLegione Redenta di Siberia e furono uniti ad alcuni battaglioni diAlpini, venuti dall'Italia via mare, per costituire ilcorpo di spedizione italiano in Estremo Oriente, basato aTientsin.[3]

«Tutti gli ex prigionieri irredenti, che si trovano ancora in diverse località della Siberia, vengono trasferiti per ferrovia, attraversoMukden, aTientsin inCina, dove a cura del nostro consolato sono alloggiati nelle caserme inglesi dell'Indian Barracks, inquadrati da una ventina di ufficiali italiani in compagnie di circa 200 uomini nei distaccamenti “Irredenti”, riequipaggiati con divise giapponesi (cappello alpino con coccarda tricolore) e poi distribuiti in tre sedi: 1.750 rimangono a Tientsin, 500 passano a Pechino e 250 a Shan-kai-kuan. Il totale si aggira intorno a 2.500 uomini, dei quali 1.600 sono trentini e circa 900 giuliani. Ha inizio l'addestramento con fucili prestati dagli inglesi. Tra i giuliani si arruolano volontariamente nell'esercito italiano: 21 diGorizia, 8 diAiello, 26 diAquileia, 7 diCampolongo, 9 diCervignano, 6 diCormons, 2 diFarra, 3 diGradisca, 8 diGrado, 2 diMariano, 3 diMonfalcone, 4 diMoraro, 1 diMossa, 17 diRonchi, 6 diRuda, 1 diS. Lorenzo di Mossa, 2 diS. Pietro d'Isonzo, 2 diS. Vito al Torre, 1 diScodovacca, 1 diStrassoldo, 2 diVersa, 5 diVillesse, una folta schiera ditriestini edalmati, diversiistriani e moltitrentini. Questi uomini, inquadrati nei battaglioni rosso e nero dal colore delle mostrine, rappresentano il nucleo del costituendo Corpo Italiano di spedizione in Estremo Oriente (CSIEO), rinforzato poi con l'arrivo dall'Italia di un altro contingente di militari.[4]»

Questo corpo di spedizione combatté nell'estate1919 per mantenere attiva la ferrovia transiberiana inManciuria, che serviva agli Alleati per approvvigionare i "bianchi" russi contro isovietici.[5]

Nei combattimenti si distinse un gruppo di militari redenti originari diZara, insigniti successivamente.[6]

QuestiDalmati italiani di Zara nel giugno1918, provenienti dalla Siberia russa, arrivarono a Tientsin, furono inquadrati nel battaglione degli "Irredenti" (detto "battaglione nero", dal colore delle mostrine) e vennero aggregati al Corpo. Nell'agosto successivo prestarono giuramento di fedeltà alRegno d'Italia[7] e sino al giugno1919 combatterono sul fronte siberiano contro i bolscevichi in localitàIrkutsk,Harbin eVladivostok.[8]

Infine, a novembre 1919 s'imbarcarono per rientrare in Italia, ma solo l'8 febbraio1920 riapprodarono a Zara, dopo cinque anni e mezzo di assenza. IlMinistero della guerra concesse a sette di questi Dalmati italiani un "Encomio solenne", ed a tre di loro (Antonio Matessi ed altri due zaratini) anche lacroce al merito di guerra.

Il maggiore Cosma Manera guidò la "Legione Redenta" in estremo oriente fino al1920, quando la legione fu finalmente rimpatriata in Italia via mare, ricevendo massimi elogi dalle autorità italiane.[9]

Brigata Savoia

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Una vicenda peculiare della "Legione Redenta" fu quella della cosiddettaBrigata Savoia di Andrea Compatangelo. Costui era un commerciante italiano radicato nellaRussia zarista che decise di organizzare "motu proprio" una brigata di ex-prigionieri austriaci di etnia italiana dichiaratisi irredenti e di raggiungere con loro la Concessione italiana di Tientsin, attraversando la Siberia in treno e combattendo assieme allaLegione Ceca.

«In Russia nel Settembre 1918, nella città di Samara, per iniziativa del Rag. Andrea Compatangelo viene costituito un piccolo contingente italiano, composto di circa 300 uomini, i quali operarono in cooperazione delle truppe ceche, in appoggio ai russi bianchi. Questi uomini erano ex prigionieri austriaci provenienti dal Trentino e Venezia Giulia, i quali dettero vita a quel reparto irregolare italiano che assunse la denominazione di "Battaglione Savoia". Questo reparto seguì le vicende delle truppe ceche e in ultimo pose la sua sede a Krasnojarsk ove rimase fino a quando, in seguito all'arrivo del corpo di spedizione italiano, fu avviato a Vladivostok fondendosi colla "Legione Redenta".[10]

La vicenda di Compatangelo, che nel suo treno armato sembra essere stato assistito da una crocerossina nobile della famigliaRomanov, ha ricordato ad alcuni critici e personaggi cinematografici (comeNanni Moretti) delle scene della celebre pellicola vincitrice di OscarIl Dottor Živago.[senza fonte]

Note

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  1. ^Prigionieri "irredenti" in RussiaArchiviato il 3 marzo 2016 inInternet Archive.
  2. ^Articolo con foto sulla "Legione Redenta di Siberia"
  3. ^Caserma italiana di Tientsin, detta Caserma Carlotto negli anni trentaArchiviato il 23 marzo 2011 inInternet Archive.
  4. ^La legione redenta
  5. ^Corpo di spedizione in Estremo Oriente
  6. ^I Dalmati che combatterono nell'esercito italiano in Estremo Oriente
  7. ^Soldati italiani in Cina1866/1946 (Prima parte), di Valter Astolfi
  8. ^A History of Russia, 7th Edition, Nicholas V. Riasanovsky & Mark D. Steinberg, Oxford University Press, 2005.
  9. ^La Legione Redenta del maggiore Cosma Manera
  10. ^Sito di Giuseppe Marchese sulla Legione RedentaArchiviato il 25 giugno 2008 inInternet Archive.

Bibliografia

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  • Mautone, Antonio.Trentini ed Italiani contro l'Armata Rossa. La storia del corpo di spedizione in Estremo Oriente e dei Battaglioni Neri. Temi editrice. Trento, 2003
  • Rallo, Michele.Il coinvolgimento dell'Italia nella prima guerra Mondiale e la Vittoria Mutilata. Settimo Sigillo. Roma, 2007.
  • Riasanovsky, Nicholas & Steinberg, Mark.A History of Russia (Settima edizione). Oxford University Press. Oxford, 2005.
  • Snider-Giovannone, Marie-Noëlle.Les Forces alliées et associées en Extrême-Orient, 1918-1920. Les soldats austro-hongrois. Thèse Histoire moderne et contemporaine. Poitiers : Université de Poitiers, 2015.
  • Stevenson, David.La grande guerra - Una storia globale. Rizzoli. Milano, 2004ISBN 88-17-00437-5
  • White, John Albert.The Siberian Intervention. Princeton University Press. Princeton, 1950

Voci correlate

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