Gjellerup, figlio del vicario diSelandia, restò orfano di padre all'età di tre anni e venne adottato dallo zio materno Fibiger, pastore esercitante nella capitale danese. Grazie allo vasta cultura dello zio, Gjellerup si entusiasmò per i classici latini e greci, ma anche per laletteratura francese, tedesca, italiana, spagnola, russa, persiana e indiana, mentre invece si mostrò piuttosto freddo nei riguardi della letteratura e della situazione politica danese.
Si dedicò precocemente allapoesia e il suo primo scritto fu un poema epico avente come protagonistaSigfrido, indicativo della grande passione nei confronti della cultura germanica. Seguirono una serie di componimenti poetici e drammatici ispirati anche dal mondo classico e dalle letture persiane.
Si iscrisse, su consiglio dello zio, all'Università per studiareteologia, disciplina che gli consentì di approfondire anche lafilosofia e lastoria. Portò avanti gli studi nonostante la sua convinzione, espressa in una lettera allo zio, di essere «cristiano nella mente e pagano nel cuore».[1]
Crebbe durante l'epoca del nazionalismo e dell'idealismo romantico. Negli anni '70 dell'Ottocento, in rottura con la sua educazione, abbracciò ilmovimento naturalista diGeorg Brandes, scrivendo romanzi spregiudicati sul tema dell'amore libero e dell'ateismo. Con il primo romanzo, intitolatoUn idealista, scritto appena portati a termine gli studi universitari, sotto lo pseudonimo diEpigonos, ottenne gli elogi di Brandes. Durante il periodo in cui Gjellerup frequentò gli ambienti radicali della capitale dedicò a Brandes sia il romanzoAntigonos (1880) sia la raccolta di liricheRødtjorn ("Biancospino rosa").
Nel biennio1883 e1884 effettuò un lungo viaggio attraverso l'Europa, con soggiorni prolungati inItalia,Roma eVenezia soprattutto, inGrecia, inTurchia e inRussia. Frutto di questo suo pellegrinaggio furono due saggi, molti apprezzati in Patria, intitolatiEn klassisk Maaned ("Un mese classico") eVandreaaret ("Anno di vagabondaggio"), incentrati sulle bellezze artistiche e naturali. Sempre in questo biennio compose uno dei suoi capolavori, il dramma in versiBrynhild ("Brunilde") (1884) influenzato dagli ideali classici e dal modellowagneriano, caratterizzato da uno stile virtuoso e da una lingua danese in grande spolvero.
Tornò poi a seguire la correnteneoromantica, sulla base delle sue origini, abbandonando nel1885 il naturalismo per avvicinarsi all'estetismo simbolico diffusosi nei Paesi scandinavi negli ultimi decenni dell'Ottocento. Poco prima della partenza dalla Danimarca, lo scrittore raggiunse un buon successo nell'arte drammatica, grazie al drammaWuthorn (1891), ambientato inSvizzera, ed incentrato sul problema della responsabilità nella colpa, della fatalità, e della espiazione.
Parte fondamentale della sua vita fu la sua passione per la culturatedesca, probabilmente trasmessagli dalla moglie, tedesca di nascita. Nel1892 si stabilì definitivamente in Germania, gesto che lo rese impopolare presso la maggior parte dei danesi, e che lo portò nel corso degli anni ad identificarsi sempre di più con il suo paese d'adozione, sino ad appoggiarlo apertamente nel corso dellaprima guerra mondiale. Nonostante questo, lo scrittore visse in Germania, ancor più che in Danimarca, in uno stato di isolamento culturale, interrotto dai contatti conPaul Heyse.[1]
Le tragedie, di stampowagneriano, mostrano il crescente interesse romantico dell'autore.La sua opera più importante è il romanzoGermanernes Lærling (1882,Il Pupillo dei Teutoni), racconto semi-autobiografico della maturazione di un giovane che, da credente conformista, diventa un intellettuale ateo filotedesco. Altro importante romanzo èMøllen (1896, "Il Mulino"), melodramma sinistro sull'amore e la gelosia. È da sottolineare che se la prima versione era stata pubblicata in lingua tedesca, l'intero romanzo venne rielaborato una decina di anni dopo per la versione in lingua danese, con un cospicuo incremento di un quarto di pagine. Se il romanzo risultò naturalistico per la tecnica e la struttura, non mancarono elementi romantici, quali le assidue domande retoriche preannuncianti la catastrofe finale. Il mulino, protagonista del romanzo, appare sempre al centro dell'attenzione ogni volta che la scena passa da un idillio ad una tragedia.
Le opere degli ultimi anni sono profondamente influenzate dalbuddhismo e dalla cultura orientale in genere, come ad esempio i due drammi leggendariOfferildene ("Fuochi sacrificali") del1903 eDen fuldendte Hustru ("La moglie dell'uomo perfetto") del1907.
In Danimarca il Nobel a Gjellerup suscitò scarso entusiasmo, poiché egli era ormai considerato un autore tedesco. D'altro canto, la neutralità dellaSvezia nel corso della Prima guerra mondiale non fece sorgere sospetti di parzialità sul fatto che il premio fosse stato assegnato in comune a due artisti. Anzi, il fatto dimostrò una certa vicinanza tra i due paesi nordici.
Oggi Gjellerup è ormai quasi sconosciuto in Danimarca. Molti dei suoi lavori vengono considerati poco originali e superficiali. Nonostante tutto, in generale si è guadagnato la fama di “onesto cercatore di verità”.
^abAlda Castagnoli Manghi,La vita e l'opera di K.Gjellerup, introduzione aI premi Nobel per la letteratura, Fratelli Fabbri Editori, Milano, 1965, pag.17-42