Schacht non fu mai membro effettivo delNSDAP, ma fu un finanziatore del partito di Adolf Hitler; che conobbe e sostenne dalla fine deglianni '20.[2] Nell'agosto del1934 Hitler lo nominò ministro dell'economia. Schacht intraprese unapolitica economica simile a quella diFranklin Delano Roosevelt, il cosiddettoNew Deal: con una forte politica di Lavori Pubblici promosse la costruzione della rete autostradale tedesca e risolse i problemi di disoccupazione, creando dal nulla milioni di posti di lavoro. I principali provvedimenti intrapresi da Schacht furono: l'annullamento deldebito estero, lanazionalizzazione delle grosse imprese, la germanizzazione di quelle piccole; finanziò lo sviluppo attraverso iMEFO, delleobbligazioni emesse sul mercato interno[6]. Sin da subito appoggiò il riarmo tedesco (anche clandestino, eludendo e ignorando le clausole del trattato di Versailles, soprattutto dopo la presa di potere del partito nazista), mentre sin dagli anni '20 era stato un forte sostenitore della politica di potenza della Grande Germania, in particolare chiedendo la restituzione di tutto o di parte dell'impero coloniale.[7]
Da governatore della Reichsbank, nel 1924, riuscì inoltre ad annullare l'iperinflazione ed ottenne il pareggio delbilancio dello Stato post-Weimar. Per quanto riguarda il commercio estero, ideò un ingegnosissimo sistema per trasformare gli acquisti di materie prime da altri paesi in commesse per l'industria tedesca: i fornitori erano pagati in moneta che poteva essere spesa soltanto per comprare merci fatte in Germania. Il meccanismo, di stimolo al settore manifatturiero, funzionava come un baratto: le materie prime importate erano pagate con prodotti finiti dell'industria nazionale, evitando così il peso dell'intermediazione finanziaria e fuoriuscite di capitali.
Molto importante fu la penetrazione economica, quasi coloniale, della Germania sia nel contesto balcanico che inAmerica Latina, con politiche spregiudicate (che nei confronti delle nazioni balcaniche facevano affidamento anche sul bastone e sulla carota), il "capolavoro" di queste politiche imperialiste informali fu raggiunto con l'appoggio alla parte franchista dellaguerra civile spagnola. In quel contesto riuscì ad ottenere uno scambio molto vantaggioso per la Germania di materie prime e semilavorati in cambio di armi e crediti, tanto che mentre l'Italia fascista impegnò 3914 milioni di pesetas, senza vantaggi per l'economia italiana e con crediti a lunghissimo termine (gli ultimi saldati nel 1965) la Germania, investendone solo 1932 riuscì a diventare il primo importatore in Spagna già nel 1936 (con circa il 30%), raggiungendo la quota del 40% entro il 1938, mentre contemporaneamente si aggiudicavano il 40% delle esportazioni (contro l'11% del 1935) e quote di proprietà notevolissime sia in campo minerario che in quello bancario e della logistica; mentre politicamente stabilì la leadership di Franco, garante degli accordi ispano-tedeschi, sugli insorti, fatto tutt'altro che scontato ed anzi imprevedibile.
In virtù di questi meriti venne nominato plenipotenziario generale per l'economia di guerra nel maggio del1935;[8] nell'agosto del 1935 si trovò però in disaccordo conJulius Streicher ed i suoi scritti anti-ebraici sulDer Stürmer. Schacht venne rimosso dalla carica di ministro dell'economia nel novembre del1937 a causa di disaccordi con Hitler edHermann Göring sulle eccessive spese militari che, secondo Schacht, avrebbero portato ad una catastrofica inflazione. Fu comunque soprattutto una questione ideologica, derivante dalla differenza tra il conservatorismo politico della destra tradizionale e quello "rivoluzionario" del nazionalsocialismo.
Sia la sua politica delle export-import, sia il suo continuo desiderio di riaffermare il potere coloniale della Germania, sia la sua decisione di partecipare allaguerra civile spagnola, derivavano dalla sua vocazione imperialistica basata su una "conservatrice" ma aggressivaWeltpolitik, che vedeva nella creazione di imperi informali e coloniali la corretta via di sviluppo imperiale per l'economia tedesca; dopo il 1937 laGermania nazista cambiò la sua linea politica, o meglio si conformò con la linea rivoluzionaria nazista sempre preferita da Hitler, che vedeva nella ricerca di Lebensraum il "destino imperiale tedesco". Mantenne la carica di presidente dellaReichsbank fino a quando Hitler non gli impose le dimissioni nel gennaio del1939.[7] Schacht mantenne comunque il titolo di ministro senza portafoglio e ricevette lo stipendio di presidente della Reichsbank fino al gennaio del1943, quando venne posto in definitivo congedo. Fu incarcerato durante la caccia alle streghe seguita alfallito attentato ad Hitler, cosa che gli giovò molto al processo di Norimberga.[9]
Arrestato dagliAlleati presso illago di Braies (BZ), dove era statotrasferito insieme a 140 prigionieri illustri[10], fu accusato di cospirazione e di crimini contro lapace nelProcesso di Norimberga (gli vennero risparmiate le imputazioni per crimini di guerra e crimini contro l'umanità[11][12]). Si difese sostenendo di essere soltanto un banchiere e un economista e di essere stato un oppositore di Hitler[13], anche se le prove indicavano la partecipazione a riunioni che avevano lo scopo di portare i nazionalsocialisti al potere e che aveva contribuito ad aggirare ilTrattato di Versailles. Pur avendo direttamente finanziato l'ascesa del movimento nazista, l'accusa al processo non riuscì a sottoporre le prove del suo diretto coinvolgimento nella preparazione dellaguerra aggressiva e venne dichiarato "non colpevole" (unico insieme aFranz von Papen e aHans Fritzsche).
Liberato dagli Alleati nel1946,[14] fu riarrestato immediatamente dalle autorità tedesche e processato nel corso dei processi didenazificazione seguiti al conflitto. Condannato alla pena di otto anni di lavori forzati, fu rilasciato nel settembre del1948. Dopo la liberazione definitiva, Schacht fondò laDüsseldorfer Außenhandelsbank Schacht & Co. e divenne consigliere economico e finanziario per i paesi in via di sviluppo, ricevendo anche una cospicua pensione da parte dello Stato tedesco occidentale[15]. Morì il 3 giugno1970 aMonaco di Baviera; venne sepolto nel Cimitero Est della medesimacittà,[16] lo stesso cimitero dove circa ventiquattro anni prima vennero cremati undici gerarchi nazisti condannati a morte dopo ilProcesso di Norimberga.
^ Pierpaolo Barbieri,L'impero ombra di Hitler, Milano, Mondadori, 2015,ISBN978-88-04-65865-8.
^Hans-Günter Richardi,Ostaggi delle SS al lago di Braies - la deportazione in Alto Adige di illustri prigionieri dei lager nazisti provenienti da 17 paesi europei, Braies, Archivio di Storia Contemporanea, 2006.ISBN 88-902316-2-9