Girolamo Bardi (Vernio,25 agosto1777 –Firenze,28 febbraio1829) è stato unoscienziato epedagogistaitaliano.
Il conte Girolamo Arcangelo Antonio deiBardi nacque il 25 agosto 1777 aVernio da Eleonora Dainelli e dal conte Cosimo Gualterotto. Ricevette una educazione conforme al rango a cui apparteneva, essendo l’erede di una delle famiglie più prestigiose della nobiltà delGranducato.
Fu suo precettore padre Carlo Alessi, già inserito nella famiglia, che resterà accanto a Girolamo anche più avanti in qualità di segretario. Ebbe un secondo precettore, padre Giovanni Babbini, lettore di filosofia, lingue classiche e matematica presso ilSeminario fiorentino. Anche quest’ultimo sarà ancora al fianco di Girolamo come titolare della cattedra di Fisica teorico-sperimentale nel Liceo delReale Museo di fisica e storia naturale di Firenze, di cui Bardi diventerà direttore. Per completare la sua educazione trascorse anche un periodo a corte come paggio del granducaLeopoldo.
Ancora ventenne cominciò a interessarsi agli esperimenti scientifici frequentando il laboratorio diCosimo Ridolfi. Il17 agosto1797 presso l’Accademia dei Georgofili di Firenze lesse una dissertazione sulla cristallizzazione deifossili e l’anno dopo un'altra sulcalorico e sullaluce.
Successivamente si occupò digeologia e dimineralogia, durante alcune escursioni scientifiche raccolse campioni che poi andranno a incrementare le collezioni del Museo. Negli stessi anni emerse anche il suo interesse per il collezionismo librario e scientifico e a questo scopo ebbe sempre i suoi due maestri come punto di riferimento.
Il6 marzo1799 divenne socio dell’Accademia dei Georgofili, qui ebbe contatti con gli intellettuali toscani, fra cuiGiovanni Fabbroni,Neri Corsini eLeonardo Frullani e con alcuni esponenti del movimento patriottico, fra questi il matematicoPietro Ferroni e il medicoFrancesco Chiarenti.
Il16 settembre1801, presso l’Accademia fiorentina, lesse laMemoria sul danno pubblico e privato degli affitti a breve in Toscana e il10 marzo1802 una seconda memoriaSulla più vantaggiosa forma da darsi alla potatura degli ulivi. Da questo momento in poi divenne evidente l’interesse del Bardi per la "scienza utile", per il legame tra lascienza e le sue applicazioni pratiche, che influenzerà la sua attività nel Museo di fisica e storia naturale. Inoltre la notorietà ottenuta grazie a queste letture pubbliche gli diede occasione di avvicinarsi agli ambienti della Corte toscana e di entrare in rapporto con le sorelle Paglicci, vicine alla reginaMaria Luisa d’Etruria.
Ebbe anche ruoli istituzionali: fu nominato commesso aggregato alla Segreteria del Regio Diritto, con un decreto di reLudovico del3 settembre 1802; alcuni anni dopo, il10 gennaio1806, la regina Maria Luisa, accogliendo una sua supplica, gli conferì l’incarico di sotto-direttore del Museo di fisica e storia naturale, l’istituzione scientifica di maggior rilievo nellaToscana granducale. I rapporti con il direttore Giovanni Fabbroni non furono mai facili, Bardi si lamentava dell’ostilità di questi nei suoi confronti[1]. Il17 febbraio1807 la Regina, rimuovendo Fabbroni, nominò direttore lo stesso Bardi[2], incarico che ricoprirà fino alla morte.
Maria Luisa accolse il progetto del Bardi di trasformare il Museo in un importante centro di studi e di divulgazione scientifica. Il nuovo direttore infatti aumentò il numero delle cattedre, aggiungendone alle due già istituite da Fabbroni,Botanica eAnatomia, altre quattro:Chimica,Fisica teorico-sperimentale,Astronomia eStoria naturale. Nel progetto di ampliamento del Museo c’era anche l’apertura al pubblico della Biblioteca e la fondazione di un Liceo, istituito il20 febbraio 1807 e inaugurato il successivo15 agosto, che nelle intenzioni di Bardi doveva essere di supplemento all'Università.
Gli interessi pedagogici del Bardi, che si erano già concretizzati nell'apertura del Liceo, si manifestarono anche nel piano per la creazione dell’Istituto di Etruria, un grandioso progetto che avrebbe dovuto riunire gli studi scientifici, letterari e artistici del Regno. Fu questo il suo primo lavoro dopo la nomina a Direttore generale della pubblica istruzione delRegno d’Etruria, conferitagli il14 marzo 1807. L’Istituto di Etruria però non fu mai realizzato a causa della fine del dominio borbonico in Toscana.
Quando, nel marzo1809,Napoleone ristabilì la corte a Firenze e proclamòElisa Bonaparte nuova granduchessa, Bardi ebbe nuovamente incarichi di prestigio negli apparati amministrativi ed ebbe modo di mettere ancora una volta in luce le attività del Museo nei confronti della nuova sovrana, a cui dedicò il primo volume degliAnnali[3], importante pubblicazione scientifica, uscita nel1808, che illustrava le ricerche e le attività didattiche del Liceo. Anche la biblioteca del Museo, tra il 1807 e il1814, vide un notevole incremento delle collezioni con l’acquisizione di cataloghi scientifici e di nuovi testi.
Bardi aveva avuto contatti con Napoleone già nel1805, era stato infatti inviato come ambasciatore aMilano per assistere alla sua incoronazione e nell'occasione il sovrano lo insignì dell’Ordine della corona di ferro. Nel 1809 Napoleone lo nominò anche ambasciatore aParigi e il7 giugno gli conferì il titolo diCiambellano della Granduchessa di Toscana, il3 dicembre quello diBarone dell’Impero e il15 gennaio1810 il titolo diCavaliere dellaLegione d’onore. Sempre nel 1810 fu nominato Governatore della Maison des pages.
Con la fine dell’Impero napoleonico e il ritorno del granducaFerdinando III, Bardi dovette fare i conti con una crisi che coinvolse le istituzioni scientifiche toscane e fra queste il Museo. L’annesso Liceo infatti venne chiuso e Bardi si dedicò esclusivamente all'arricchimento delle collezioni mineralogiche, soprattutto grazie all'acquisizione di materiali provenienti dall'Isola d’Elba e da altri luoghi della Toscana.
Nel 1812 si iscrisse alla Ven. Arciconfraternita della Misericordia di Firenze e dal 1822 venne incluso nel "Ruolo delli individui chiamati a fare la carità agli asfissi" secondo le "Istruzioni al popolo pel soccorso degli asfissi o apparentemente morti" imposti dal Buon Governo nel 1822.
Nel1818 riprese l’attività del Bardi in campopedagogico, fondò a Firenze la Scuola di mutuo insegnamento invia dei Malcontenti, successivamente trasferita invia Ghibellina presso l’ex convento delle monache di San Iacopo. Si trattava di una scuola primaria gratuita, per Bardi l’istruzione doveva essere accessibile a tutti e per questo ne sostenne lui stesso le spese per tutta la vita. Questo esperimento didattico si inseriva in un clima di sperimentazioni sulmutuo insegnamento, tema dibattuto anche inInghilterra,Francia eSvizzera per le sue implicazioni in camposociale edeconomico. Bardi continuò a interessarsi all'educazione popolare anche negli ultimi anni di vita, rivolgendo la sua attenzione all'istruzione professionale e all'artigianato. Questo suo progetto vedrà la realizzazione dopo la sua morte, grazie a un suo lascito testamentario: nel1865 infatti aprirà il Pio Istituto de’ Bardi.
Tra il1819 e il1826 lesse all'Accademia dei Georgofili alcune memorie di argomento pedagogico e sociale, fra queste:Piano, ed oggetto di una Società per l'istruzione, e riforma dei delinquenti eMemoria sulla maniera di trattare i carcerati per renderli utili alla società e a se stessi. Tra il1821 e il1823 fubibliotecario della stessa Accademia, alla scadenza del suo mandato lasciò il posto aGuglielmo Libri, noto per il cosiddetto “affaire Libri”[4].
Dopo il 1823 Bardi incrementò notevolmente la sua biblioteca privata, che comprendeva oltre a testi scientifici, anche opere letterarie e artistiche, libretti per musica espartiti musicali.
Sempre in questo periodo, nel1825, grazie all'intervento del granducaLeopoldo II ci fu una timida ripresa dell’attività del Liceo delMuseo di Fisica e storia naturale con la riapertura di alcune cattedre. Nel1828 Bardi propose la riapertura anche delle cattedre diFisica sperimentale, diZoologia eAnatomia comparata e diMineralogia eGeologia, ma la sua richiesta non fu accolta.
Morì il28 febbraio del1829 a causa della tubercolosi che lo aveva colpito alcuni anni prima. Fu l’ultimo reggente della Contea diVernio.
Girolamo è stato l’ultimo erede dellafamiglia Bardi e fu lui a custodire, sistemare e arricchire notevolmente la biblioteca familiare, affiancato sempre dal suo “signor maestro” Carlo Alessi.
Il nucleo principale della biblioteca era situato aFirenze, inBorgo Santa Croce 71, in prossimità delpalazzo Bardi divia de' Benci, mentre altre parti si trovavano nella tenuta dellaVilla delle Rose presso ilGalluzzo e nella Villa di San Vivaldo vicinoMontaione, altri libri erano conservati anche presso altre residenze.
Si possono individuare tre momenti significativi nello sviluppo della biblioteca Bardi. Una prima fase è quella della formazione della raccolta libraria a opera dei familiari di Girolamo: l’abate Cosimo Gualterotto, il nonno Orazio, il prozio fra’ Camillo e il padre Cosimo Gualterotto. Successivamente grazie a Girolamo le raccolte librarie videro un notevole accrescimento con l’acquisizione di raccolte private, di nuclei provenienti da conventi soppressi e con l’acquisto di libri italiani e stranieri. Infine la biblioteca fu donata da Girolamo, con atto testamentario, alla scuola per artigiani di cui aveva disposto la fondazione, il Pio Istituto de’ Bardi, aperto nel1865.
Nel1892 il fondo fu depositato dal Pio Istituto presso la Biblioteca della Facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Firenze.
Comprende circa 13.600 volumi a stampa del periodo compreso tra ilXVI e ilXIX secolo, fra questi anche dueincunaboli e numerosecinquecentine. È particolarmente importante la parte scientifica, ma vi sono rappresentate tutte le discipline, significativi sono anche i testi di argomento letterario e antiquario, oltre a interessanti miscellanee fiorentine.
Sempre nel 1892 il Pio Istituto donò l’archivio della famiglia Bardi, ereditato da Girolamo insieme alle raccolte librarie, all'Archivio di Stato di Firenze. L’archivio comprende i documenti privati della famiglia, un fondo diplomatico e una sezione di manoscritti e testi a stampa. Fanno parte del fondo anche gli atti amministrativi e i documenti ufficiali che riguardano le cariche pubbliche di Girolamo e il suo cospicuo epistolario.
Controllo di autorità | VIAF(EN) 315966459 ·CERLcnp02123959 ·LCCN(EN) no2019111471 ·GND(DE) 1071623664 |
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