Beato Giordano Forzatè | |
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Religioso | |
Nascita | Padova,1158 circa |
Morte | Venezia, 7 agosto1248 |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 6 settembre 1769 dapapa Clemente XIV |
Santuario principale | Chiesa di San Benedetto Vecchio |
Ricorrenza | 7 agosto (13 agosto aPadova) |
Manuale |
Giordano Forzatè (Padova,1158 circa –Venezia,7 agosto1248) è stato unreligiosoitaliano, venerato comebeato dallaChiesa cattolica.
Proveniva da un ramo della famigliaTransalgardi, iForzatè conti diMontemerlo, esponenti della vita politica del comune diPadova e vassalli delvescovo locale.
È citato per la prima volta in un documento del1203, relativo alla risoluzione di una vertenza tra i canonici di Padova e la famiglia Steno di cui fu testimone. Nello stesso è ricordato comemonaco benedettino.
Come attestato dagli scritti del periodo successivo, ebbe ruoli di primo piano sia negli affari dell'aristocrazia, sia in quelli del clero. Forse fudecretorum doctor e la sua fama si accrebbe talmente chepapa Innocenzo III lo vollevescovo di Ferrara, essendo mortoUguccione da Pisa nel1211. Ma il Forzatè rinunciò alla carica, proseguendo il suo operato nella vita pubblica cittadina.
Fu delegato apostolico sia nel1213-1214 quando, in occasione delle dimissioni diGerardo Offreducci da Marostica, tentò senza successo di far eleggere vescovo un monaco benedettino; ebbe comunque un ruolo determinante nella nomina di Giordano. Rivestì lo stesso ruolo nel1229, durante l'elezione di Giacomo di Corrado.
A partire dal1213 è citato come priore delmonastero di San Benedetto, dove fondò l'Ordo monachorum alborum Sancti Benedicti de Padua, meglio noto come movimento degli "albi". Si trattava di una sorta di "monachesimo comunale", i cui appartenenti erano vicinissimi alla società padovana. Nel1224 dagli albi nacque una vera e propria congregazione approvata dal vescovo e sostenuta anche dai priori di altri sei monasteri padovani.
In seguito il Forzatè e il suo movimento furono influenzati dagliordini mendicanti. Fu infatti testimone alle donazioni di terre fatte aidomenicani nel1226 e partecipò, accanto al vescovo di Padova, al processo di canonizzazione disant'Antonio.
Il prestigio di cui godeva nella vita religiosa locale è dimostrato anche dai numerosi testamenti redatti in suo favore e dal suo coinvolgimento nella conversione diBeatrice I d'Este, figlia diAzzo VI.
Nel1237Ezzelino III da Romano lo fece imprigionare con l'accusa di avere tramato per la sua caduta. Fu liberato due anni più tardi dall'imperatoreFederico II che lo fece fuggire aVenezia, dove rimase fino alla morte.
Il suo corpo incorrotto riposa nellachiesa di San Benedetto Vecchio a Padova.[1]
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