Unagemma, nellamineralogia, indica un insieme di materiali di diversa origine (anche se la grande maggioranza è costituita daminerali), che a causa della loro specificalucentezza,colore,trasparenza ebrillantezza, oltre che per la loro rarità, assumono un elevato valore economico.[1]
Rientrano nella categoria tutte quelle specie e varietàminerali (oltre ad alcunerocce e alcuni materiali di originevegetale oanimale) che sono suscettibili di essere lavorate tramitetaglio olucidatura per accrescerne l'estetica e, conseguentemente, il pregio.[1] Le gemme sono state in passato soprattutto utilizzate in lavori digioielleria.
La preziosità di queste pietre è determinata dalla loropurezza e dall'intensità del lorocolore oltre che dalla lororarità.
Sono considerate gemme anche l'avorio, ilcorallo e leperle, che sono di origine animale, così come l'ambra e ilgiaietto, che sono di origine vegetale.
Benché sia ancora comunemente usato, il terminepietre preziose ha poco significato poiché in pratica il valore commerciale di una gemma dipende essenzialmente dalle suequalità ottiche (principalmente lalimpidezza e il colore) e dallalavorazione piuttosto che dalla appartenenza a specifiche specie minerali più o meno preziose.
Con questo termine si indicano tutte le gemme ad esclusione di:diamante, se si parla di pietre preziose;moissanite, zirconi,quarzi bianchi, cristallo di rocca, ecc. se si parla invece di pietre semipreziose.
A seconda delle caratteristiche ottiche e cromatiche oltre che delladurezza del materiale, si possono realizzaretagli afacce piane (i tagli propriamente detti) oppure lavorazioni acabochon, caratterizzate dall'avere superfici curve, lisce e convesse.
I tagli a facce piane sono prevalentemente utilizzati per le gemme trasparenti, mentre i tagli a cabochon di solito per le gemme opache, ma non è una regola fissa. Il taglio a cabochon inoltre permette la messa in mostra di alcuni fenomeni dirifrazione della luce, caratteristici di alcune gemme, come l'adularescenza, l'opalescenza, ilgatteggiamento e l'asterismo.
Esistono numerosi tipi di taglio e, in particolare per idiamanti che già contano circa 40 differenti tagli, ne vengono tuttora creati di nuovi. A seconda delle caratteristiche della pietra si sceglie un taglio che ne esalti determinate qualità, che possono essere il colore o ladispersione cromatica.
Con il passare del tempo, i tipi di taglio sono stati perfezionati aumentando il numero di faccette e la precisione del taglio in modo da esaltare maggiormente labrillantezza della pietra.
Tipi di taglio e di forma
Fra i principali tagli abbiamo
taglio a brillante
classico per il diamante, comprende almeno 32 faccette sulla corona e almeno 24 sul padiglione
huit-huit
usato per diamanti molto piccoli, ha 8 faccette sulla corona e 8 sul padiglione
a rosa, a mezza rosa (detto anche a rosetta)
taglio a faccette, senza tavola né padiglione
a gradini
taglio a faccette a spigoli paralleli, digradanti
a forbice
un particolare taglio a gradini
Ceylon
caratterizzato da elevato numero di faccette, non sempre regolare
a smeraldo
taglio a gradini ottagonale
a tavola
con tavola ampia e corona sottile, si usa per sigilli od anelli da uomo
Dal punto di vista della forma, le pietre possono essere tagliate in forme diverse particolarmente (o tradizionalmente) adatte a gemme specifiche.
a forma di pera, perfettamente simmetrico su tutti i lati, più o meno allungato
oltre a tagli di fantasia (detti anche fancy, a forma di cuore, a stemma etc.) e ad altri tagli di forme particolari:francese,antico, ovale, a sfera, triangolare otrilliant.
Le cinque gemme cardinali dell'antichità (in ordine di lettura): diamante, zaffiro, rubino, berillo, ametista.Interno di unadrusa di quarzo ametista.
Benché la gran maggioranza delle gemme venga realizzata con minerali e rocce, sono comunemente usati anche materiali di origine biologica (provenienti dal mondo vegetale o dal regno animale).
La seguente tabella riporta le più note specie e varietà di minerali suscettibili di taglio.
A livello amatoriale, numerose specie minerali possono essere tagliate e lavorate con ottimi risultati pur non rientrando fra le pietre normalmente commercializzate in gioielleria.Possono infatti essere lavorati campioni che presentino un buon colore ed una buona limpidezza, unite ad una durezza sufficientemente alta.
Un'imitazione è un minerale che assomiglia a una gemma ma è di minore valore a causa soprattutto della sua modesta composizione e della sua maggiore abbondanza.[1]
Ilquarzo ad esempio è un materiale molto comune che costituisce il 12% dellacrosta terrestre, ma se assume colorazioni viola prende il nome diametista, se giallo scuro può essere scambiato pertopazio mentre le sue forme più trasparenti e incolore (ialini) sono state usate anche come imitazione del diamante.[1]
Fino alla fine del XIX secolo le paste vitree (opache, scoperte dagli antichiEgizi) e il vetro (trasparente) sono stati gli unici prodotti di sintesi umana usati in gioielleria al posto delle pietre naturali.[1]
Le gemme sintetiche non sono imitazioni ma riproduzioni delle gemme naturali, rispetto alle quali differiscono per l'origine ma non per le proprietà chimico-fisiche. Il loro valore è ridotto in quanto la loro produzione può essere riproducibile su grande scala.[1]
La prima sintesi artificiale di una gemma avvenne ad opera del franceseAuguste Verneuil che nel 1902 brevettò un metodo per la produzione artificiale di corindone rosso (rubino).[1] il metodo consiste nel fondere una polvere finissima della stessa composizione della gemma che si vuole ottenere attraverso una fiamma diossidrogeno a 2000 °C, che cade depositandosi più in basso su un portacampione freddo in costante rotazione. Il raffreddamento del materiale porta alla formazione del cristallo seppure in una forma inusuale in natura, quella di un bastoncello (dettoboule) di pochi centimetri di diametro e 5–10 cm di lunghezza. Da allora lo sviluppo delle tecniche di sintesi è stato costante: il metodo di Verneuil fu ad esempio in seguito adattato allo spinello e nel 1947 alrutilo.[1] Le gemme prodotte daboules sono riconoscibili anche dopo il taglio per le loro linee curve di accrescimento interne visibili al microscopio.[1]
Un altro metodo di sintesi è quello di Czochralski. In questo metodo la miscela dei componenti della gemma viene fusa in uncrogiolo di platino e iridio sulla cui superficie viene fatto scendere un cristallo naturale o artificiale di un centimetro di lato. Questo viene poi lentamente sollevato in modo che peraderenza trascini con sé il materiale fuso. Quest'ultimo raffreddandosi mantiene la stessa orientazione del reticolo primitivo portando alla formazione di un monocristallo di dimensioni anche dell'ordine dei 10 cm di diametro e 40 cm di lunghezza.[1] Il metodo è stato usato per produrre rubini, zaffiri e granati di terre rare.[1]
Il metodo Kashan si basa sulla miscela dei componenti della gemma con un prodotto chimico a bassopunto di fusione che non reagisce con questi ultimi, ma ne facilita il moto e quindi l'interazione con conseguente crescita dei cristalli. Una volta raffreddata la miscela il solvente libero viene eliminato tramite azione di opportuniacidi, eccetto quello rimasto intrappolato come bolla nelreticolo cristallino, responsabile dello scarto di fabbricazione. Si tratta del metodo di elezione per la produzione dei rubini usati in gioielleria, che arrivano anche fino a dieci carati di dimensione[1]
Una variante del metodo è stata usata da Chatham per ottenere smeraldi e berilli da una miscela di ossidi di silicio, berillo e alluminio, addizionata con un 1-2% di ossido di cromo e dispersa inmolibdato di litio che funge da solvente. Si ottengono aggregati anche fino a 1000 carati di peso, anche se a volte inquinati da inclusioni difenacite (silicato di berillio).[1]
Creato nel 1905 dal torinese Giorgio Spezia per sintetizzare il quarzo, esso è propriamente un metodo di accrescimento ed ha subito numerose evoluzioni. Nel metodo la miscela di partenza è posta in un'autoclave riempita d'acqua dove, sottoposta ad altre pressioni, si omogeneizza. In cima all'autoclave, a temperatura leggermente più bassa del resto, si trovano appesi a gancetti diplatino dei dischetti di minerale che si accrescono con lentezza, originando gemme di altissima qualità. Con metodi idrotermici il francese Gilson ha ottenuto opali, turchesi e smeraldi mentre nel caso della variante di Lechleitner i dischetti sono di berillio e la miscela a base di berillio, cromo e vanadio, produce nell'arco di un anno a 600-800 °C e 1200 atmosfere degli smeraldi di alta qualità.[1]
La cantautrice franceseNolwenn Leroy è stata ispirata dalle gemme per il suo album del 2017Gemme (Gemma) e il singolo con lo stesso nome.[2]
Nella serie televisiva animata statunitenseSteven Universe le Gemme rappresentano una vera e propria specie aliena sulla quale è basata l'intera trama, gli episodi e le avventure che il protagonista affronterà nel corso dell'intera serie.