Unfonema è un'unitàlinguistica dotata divalore distintivo, ossia un'unità che può produrre variazioni disignificato se scambiata con un'altra unità: ad esempio, la differenza di significato tra l'italianotetto edetto è il risultato dello scambio tra il fonema /t/ e il fonema /d/. Viceversa, tutte le realizzazioni dellaerre, compresa la cosiddetta "erre francese" ([ʁ],fricativa uvulare sonora), concorrono in italiano a veicolare lo stesso significato, cioè /r/ (non c'è insomma differenza di significato tra la resa [ʁoma] e [roma]). [ʁ] e [r] sonofoni e precisamenteallofoni del fonema /r/. Il fonema è, quindi, un'astrazione mentale, che categorizza singole realizzazioni articolatorie (i foni) secondo un unico significato.
I foni individuano la "qualità sonora delle parole", ma in quanto permettono di distinguere una parola da ogni altra essi hanno un carattere astratto e una funzione distintiva. Intesi in tal modo sono indicati come "fonemi".[1]
Nelle lingue con alfabeti fonematici, ossia quegli alfabeti con corrispondenzagrafema-fonema, le lettere dell'alfabeto sono la rappresentazione o trascrizione grafica di suoni (dettifoni). Non sempre vi è corrispondenza univoca tra i foni e i grafemi (le lettere), l'inglese ne è un ottimo esempio. Anche in italiano, il cui alfabeto rappresenta apparentemente con ogni lettera un suono della lingua parlata, è caratterizzato da convenzioni del tutto arbitrarie: ilgrafema <gli> non deve essere letto come una serie di tre suoni; trattasi invece di untrigramma che corrisponde alla laterale palatale.
Secondo lostrutturalismo i fonemi rappresentano le unità minime diseconda articolazione, ossia le unità linguistiche più piccole e senza significato proprio, ma che combinate possono produrre unità aventi significato e funzione grammaticale propria, dettemonemi o "unità di prima articolazione".[2][3] Se prendiamo, ad esempio, la parola italianaparlo, la prima articolazione individua gli elementiparl eo. A questo livello vengono combinati significati. Al livello di seconda articolazione vengono combinati suoni: le unità della stessa parola sono dunque /p/, /a/, /r/, /l/ e /o/.[4]
La disciplina che individua e studia i fonemi si chiamafonologia.[5] I fonemi sono unità astratte: queste unità hanno come realizzazione i foni.
Per individuare i vari fonemi di una datalingua, si usa generalmente il criterio della ricerca dicoppie minime, ossia di due parole che si differenziano per un solo fonema (come nell'esempio sopratetto edetto).
Per esempio, initaliano /p/ e /b/ sono due fonemi perché è presente la coppia minima 'pelle' - 'belle'. I fonemi si segnano tra barre oblique /.../ secondo le convenzioni dellatrascrizione fonemica. Per indicare una coppia di fonemi, si utilizza a volte il simbolo "~" posto tra i due fonemi, per esempio/p/ ~/b/.
Gliinventari fonemici possono variare tantissimo da lingua a lingua: i vari sistemi possono contenere da 2 vocali (abcaso, almeno secondo alcune analisi fonologiche) a 55 (sedang) e da 6 consonanti (rotokas) a quasi 120 (!kung). Il numero totale di fonemi può variare da 10 nelpirahã, 11 nel rotokas (parlato inPapua-Nuova Guinea), 12 inhawaiano e 30 inserbo eitaliano fino a 141 nello!Xũ (parlato inAfrica meridionale, neldeserto del Kalahari), che rappresentano il primato mondiale attuale.
Nell'esempio italiano precedente,/ˈpɛl.le/ e/ˈbɛl.le/ si differenziavano per due fonemi. Più precisamente si sarebbe potuto dire che i due fonemi, /p/ e /b/, si differenziavano per un solotratto distintivo: lasonorità (= vibrazione delle pliche vocali) del primo segmento, assente in/p/ e presente in/b/. I tratti distintivi sono stati usati dallaScuola di Praga, d'impostazionestrutturalista, che ha dominato la linguistica per molti decenni.
Altri tratti distintivi sono il modo di articolazione, posizione della lingua e delle labbra, posizione del velo palatino.
I fonemi sono unità astratte, ma sono realizzati concretamente come foni. Ogni fonema quindi ha la sua realizzazione in uno o più foni. I foni, che sono la realizzazione di un fonema, sono chiamati in fonologiaallofoni di quel fonema.
Per esempio, il fonema /n/ in italiano è generalmente realizzato con l'allofono [n]: fonemicamente /ˈnano/, foneticamente [ˈnaːno]. Ma se è seguita da una consonante, la nasale /n/ assimila il luogo di articolazione della consonante successiva. Per esempio, se seguita da una consonante velare, il fonema /n/ è realizzato come velare [ŋ]: quindi, fonemicamente /anˈkora/, foneticamente [aŋˈkoːra].
Recentemente, lagrammatica generativa, fondata dal linguistaNoam Chomsky, ha offerto una teoria che permetterebbe di semplificare gli inventari fonemici delle lingue, in particolare con il libroThe Sound Pattern of English (1968). Essa non ha ancora raggiunto un grado di completezza e di semplicità espositiva tale da essere confrontabile con le teorie tradizionali: tuttavia sembra importante il fatto che non trascuri l'interazione profonda che esiste tra fonologia eprosodia. Elementi fondamentali dell'analisi generativa della fonologia sono lasillaba, ilpiede e laparola fonologica. Studiosi che seguono questo metodo affermano di aver risolto alcuni enigmi linguistici come i tre gradi di lunghezza delle vocaliestoni, che, tuttavia, potrebbero semplicemente esser descritti come/C/,/Cː/,/CːC/, conC consonante generica.
La terapia fisica della impostazione dei fonemi viene eseguita dalla figura sanitarialogopedista la quale utilizza spesso laterapia a vibrazione locale.
- ^Beatrice Panebianco et al.,Le regole e l'immaginazione, 2ª ed., Zanichelli, p. 9.
- ^Nespor, p. 44.
- ^Marchese, op. cit., ad vocem.
- ^Panebianco, cit., p. 17.
- ^Simone, p. 93.
- Marina Nespor,Le strutture del linguaggio. Fonologia, Bologna, Il Mulino, 1993,ISBN 88-15-03808-6.
- Raffaele Simone,Fondamenti di linguistica, Roma-Bari, Laterza, 2008,ISBN 978-88-420-3499-5.
- Angelo Marchese,Dizionario di retorica e di stilistica, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1991,ISBN 88-04-14664-8.